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Il racconto si apre con la descrizione della casa degli zii di Giovancarlo.
È tipico della letteratura fantastica3partire da un fattore reale. Giovancarlo Scarabozzo (a P. tutti i buoni nomi finiscono in -ozzo), chiamatoanche don Carlo, don Carluccio e simili, è uno studente del secondo anno tornato in paese per le vacanze.L’autore disegna un bozzetto realistico in cui i personaggi sono tipicamente provinciali e grotteschi. Lo ziosputacchia, la zia fa la finta compassionevole, il cugino si veste da provinciale ma si atteggia a viveur e chie-l’assolutade notizie sui locali notturni, parlando però con un italiano precario. Benché questa sia realtà, que-sti personaggi sembrano posti in una realtà così fissa e sempre uguale a sé stessa da essere loro stessi surrealie poco credibili, forse appartenenti a qualcos’altro. Questa impressione la si ha anche con gli oggetti: il tavo-lo, le sedie, le scatole del tabacco e i
giornali sembrano appartenere a un'altra realtà. Le zie vengono poi risvegliate quando si parla della serva di Giovancarlo, Giovannina, diversa da loro perché indipendente, poco rispettosa delle abitudini locali e amante della vita comoda; proprio per il suo carattere e del loro "mondo". L'autore per le sue abitudini, Giovannina non fa parte vuole dimostrare l'impossibilità di compatire il prossimo da parte di signorotti caduti in basso stato, i quali se sono tanto infelici è solo perché, date le proprie miserevoli condizioni, trovano ben poca gente da compatire.
Nome del paese, tratto da Pico, città natale di Landolfi.
Pag. 20: Giovancarlo si è stancato di ascoltare e dice di essersi immerso in certe sue malinconiche riflessioni, sulle quali rimane a lungo. Si risveglia soltanto quando lo zio parla della croce nera, ovvero dell'ombra di una croce che sostiene di aver visto in una notte di luna calante.
senza che sia mai riuscito a scoprire l'origine del fenomeno. Questa è la prima improvvisa irruzione dello strano nel quotidiano.Pag. 21: improvvisamente, tra le beghe di famiglia, appare Gurù in modo ambiguo e doppio (fanciulla e animale). Infatti, dopo una breve descrizione della fanciulla, Giovancarlo si accorge che la ragazza al posto dei piedi possiede due zoccoli di capra. Addirittura nessuno ci fa caso e se ne meraviglia, come se fosse del tutto normale. Anzi, lo zio le dà anche dei buffetti sulle gambe-zampe. Giovancarlo non sa cosa pensare e come atteggiarsi: trova la cosa aberrante e mostruosa, mentre le persone intorno a lui sembrano indifferenti.
Pag. 28: Giovancarlo accompagna Gurù per le strade del paese. La ragazza cammina sui suoi zoccoli "equilibrio insieme" in un elegante, fragile e scattante.
Pagg. 30-31: la luna appare e Gurù chiede come sia possibile che quando ci sia la luna si possa dormire nelle
proprie case: quando c'è la luna fuori dalla finestra succedono cose strane, e meravigliose. "Non è strano anche che si possa dormire mentre la luna attraversa il cielo?".
Capitolo II➢ Pagg. 33 e seguenti: Gurù viene definita come una fanciulla dolce, remissiva e materna. Allo stesso tempo, è misteriosa e ambigua, e in più ci sono le bizzarrie del suo aspetto fisico. Vive in una casa strana e cadente, dove è l'ultima discendente di una famiglia agiata, ma malfamata. Della sua famiglia si raccontano storie terribili e inspiegabili. Tuttavia, Gurù non ha ereditato nessuna di queste disposizioni malvage. È una cucitrice di bianco e conduce una vita modesta, standosene prevalentemente per conto suo nella casa lasciata dai suoi avi. Legge molto, canta strane nenie che nessuno conosce, ha un amore sviscerato per le capre, viene definita lunare e quindi sterile, ed è in grado di fare fatture e proteggere.
dai fulmini. Per questo suo modo di vivere, è guardata con sospetto dalle donne del paese.
Capitolo III
Pagg. 42-44: dalla descrizione fisica e caratteriale di Giovancarlo, si capisce che vive quasi sempre insieme al gatto e alla sua cagna, scrive versi, va a caccia e fantastica tutto il giorno. Inoltre, si rifugia spesso in soffitta dove può spiare le persone e osservare l'umanità, considerata da lui orribile. La soffitta acquisisce così il ruolo di un luogo magico attraverso il quale il protagonista riesce a addentrarsi nel mistero, nell'irreale e nel fantastico. Riesce anche a trovare uno stratagemma per vedere la casa di Gurù.
Pag. 44: successivamente vi è la descrizione di Gurù: ha un corpo affusolato, magro e snello, a differenza di altre donne giunoniche. A questo si aggiunge il fatto che Gurù è innamorata di Giovancarlo. Da un lato la vediamo come una ragazza semplice; dall'altro notiamo in lei
una morbosa sensibilità: il suo comportamento cambia a seconda delle fasi lunari. Quando c'è la luna piena, le sue reazioni arrivano all'apice.
Pag. 45: Giovancarlo si interroga sull'episodio accaduto alcune sere prima e pensa di aver sognato, di essere vittima di qualche allucinazione. La pinzochera Filomena viene chiamata da Giovannina, la quale informa Giovancarlo dell'amore che Gurù prova per le capre e di come quest'ultime arrivino da lei. Forse è solo lui che può vedere le sue zampe; è un privilegiato e quindi può vedere il fantastico. Questa prima parte di racconto alterna reale e onirico, stordimento e assuefazione allo strano, credibile e non credibile.
Capitolo IV
Pag. 54: "un mirabile segreto femminile, da rivelarsi all'uomo amato". Giovancarlo si chiede se Gurù sarebbe ancora comparsa con le zampe di capra per lui. Qui interviene il tema amoroso, uno dei principali di...
Questa storia è definita "un inno all'amore", poiché è la descrizione di un innamoramento estatico e di un amore delicato. L'amore diventa ordine, fraternità. Poi la dolcezza sparisce e si sostituisce la violenza nella notte del sabba.
Capitolo V
Pagg. 65-72: Gurù descrive la festa/processione che sta ammirando dalla finestra della casa di Giovancarlo come se fosse una cantastorie, introducendo i vari personaggi e rimanendo affascinata soprattutto da quelli più ambigui. Accanto alla realtà dei personaggi del paese, si aggiungono personaggi che di reale hanno poco, i quali vengono descritti in maniera precisa dalla ragazza, come se si trattasse di persone davvero esistenti.
Pagg. 74-75: si nota un'unione e una simbiosi della giovane con la natura. Gli animali sentono che lei è diversa e sembrano sottomettersi al suo potere. Gli animali giocano con lei, ma il gatto non.
ètranquillo e il cane emette dei suoni simili a ringhi. Inoltre, è molto affezionata alle diverse tipologie di piante, fiori e rocce che considera suoi amici, come se fossero esseri umani. Emerge la concezione del panteismo, cioè il rispetto assoluto della vita in ogni sua forma. Ad esempio, a pag.“fratellini”, mentre le “stelle” sono “lontaneli” sono sorelle”.Capitolo VI
Pagg. 78-83: ci sono molti nomi di luoghi che sembrano talmente indefiniti e vaghi da sembrare inventati. Hanno un significato solo per sé stessi, perché non identificano un luogo geografico preciso.Capitolo VII
Pagg. 90 e seguenti: Giovancarlo assiste alla metamorfosi. Gurù abbraccia in maniera appassionata la capra mentre ci sono tuoni e fulmini. La ragazza ha dato parte della sua femminilità alla capra e l'animale le dà alcuni suoi aspetti. Gurù viene descritta in maniera felina e assatanata,
Così da rendere difficilmente riconoscibile quella descritta nella casa di Giovancarlo con l'aria fresca e ingenua. Ma è sempre lei, nella sua doppiezza assoluta. Durante la metamorfosi assistiamo a eros, trasgressione, orrore e ambiguità: il giovane è trasportato dal rapido susseguirsi di tutti questi strani avvenimenti. Gurù sorge dal groviglio con lunghe e bianche gambe di capra.
Pag. 92: Giovancarlo può rispondere adesso a una delle domande che lo avevano tormentato. Da un lato prova attrazione e dall'altro repulsione. Desiderio e terrore sono i sentimenti contrastanti che determinano il rapporto con la ragazza. Giovancarlo è particolarmente spaventato dal fatto che tutto gli appare così naturale. L'incredibile dunque non sta nel fatto che c'è stata una metamorfosi, ma nel fatto che Giovancarlo non prova stupore. Talmente naturale che viene anche lui coinvolto nel sabba.
C'è l'incontro
Pagg.
95 e seguenti: con gli amici di Gurù: Bernardo di Spenna, Sinforo il Rosso, An-tonio lo Sportaro, Vincenzo di Squarcia.
Capitolo VIII
Pagg. 100 e seguenti: Giovancarlo si avvia insieme a Gurù e la compagnia verso un luogo sconosciu-to. Regna l’oscurità, e Giovancarlo si sente spaesato e smarrito. Si sentono voci e rumori strani. Do-po tanta angoscia, il giovane si abitua all’oscurità e pian piano comincia a vedere. Si trovano in una caverna dove vi sono tavoli massicci, sgabelli, pelli di animali, stoviglie e piatti.
Capitolo IX
Pag. 121: gli uomini fanno festa, bevono e cantano attorno al prigioniero. Giovancarlo, di fronte a questo mondo mistico, è frastornato. Non è più sicuro di quello che vede o sente.
Pag. 128: a Giovancarlo pare di vedere un affollamento di strane creature che hanno poco a che fare con la realtà. Di esse, una sembra avere sulle spalle umane una testa di lupo, un’altra un tenero
corpofemminile avvolto da ali, mentre dalla testa di un’altra spuntano lunghe corna. Appaiono altre donnecapra, lupi mannari, fantasmi di banditi, esseri mostruosi per metà umani e per metà animali. Sono tutti elencati senza virgole, come se li vedesse tutti insieme.➢ viene chiamata “Gurù”.Pag. 131: Giovancarlo è confuso poiché un’altra donna capra. Questa mostra a Giovancarlo la pietra lunare, una scheggia opalescente con vaghi riflessi azzurrognoli, giallognolie verdastri.
Capitolo X➢ Pag. 135: Giovancarlo si risveglia frastornato per quello che è successo. Gurù gli presenta tre donne“Madri”.che successivamente vengono identificate come le In generale, vi è la rappresentazione di un intero mondo onirico, nel quale seguiamo le narrazioni in modo estremamente passivo, poiché si tratta di fatti completamente inimmaginabili. La luna ha un ruolo fondamentale in questa parte di storia, chea storia dell'umanità. La sua origine è incerta e le sue conseguenze sono ancora oggetto di dibattito. La guerra, intesa come conflitto armato tra nazioni o gruppi di individui, ha segnato profondamente la storia dell'umanità, portando distruzione, morte e sofferenza. Le guerre sono state combattute per una varietà di motivi: territoriali, religiosi, politici, economici. Spesso sono scaturite da conflitti di interesse tra nazioni o da ideologie contrastanti. Le guerre hanno coinvolto milioni di persone, hanno distrutto intere città e hanno lasciato cicatrici profonde nella società. Le conseguenze delle guerre sono molteplici e durature. Oltre alle perdite umane, le guerre hanno causato distruzione di infrastrutture, impoverimento delle popolazioni, sfollamenti di massa e violazioni dei diritti umani. Le guerre hanno anche avuto un impatto significativo sull'ambiente, con la distruzione di habitat naturali e l'inquinamento causato dalle armi e dalle attività militari. Nonostante gli sforzi per prevenire i conflitti e promuovere la pace, le guerre continuano ad essere una realtà nel mondo contemporaneo. La comunità internazionale si impegna a risolvere i conflitti attraverso la diplomazia e la negoziazione, ma spesso si rende necessario l'intervento militare per porre fine alle violenze. La guerra rimane una delle sfide più complesse e difficili da affrontare per l'umanità. La sua abolizione completa sembra ancora un obiettivo lontano, ma è fondamentale continuare a lavorare per promuovere la pace e prevenire i conflitti. Solo attraverso il dialogo, la comprensione reciproca e il rispetto delle diversità si potrà sperare in un futuro senza guerre.