Anteprima
Vedrai una selezione di 9 pagine su 38
Riassunto esame Letteratura inglese, prof.ssa De Filippis, testo consigliato William Shakespeare e il senso del tragico Pag. 1 Riassunto esame Letteratura inglese, prof.ssa De Filippis, testo consigliato William Shakespeare e il senso del tragico Pag. 2
Anteprima di 9 pagg. su 38.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Letteratura inglese, prof.ssa De Filippis, testo consigliato William Shakespeare e il senso del tragico Pag. 6
Anteprima di 9 pagg. su 38.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Letteratura inglese, prof.ssa De Filippis, testo consigliato William Shakespeare e il senso del tragico Pag. 11
Anteprima di 9 pagg. su 38.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Letteratura inglese, prof.ssa De Filippis, testo consigliato William Shakespeare e il senso del tragico Pag. 16
Anteprima di 9 pagg. su 38.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Letteratura inglese, prof.ssa De Filippis, testo consigliato William Shakespeare e il senso del tragico Pag. 21
Anteprima di 9 pagg. su 38.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Letteratura inglese, prof.ssa De Filippis, testo consigliato William Shakespeare e il senso del tragico Pag. 26
Anteprima di 9 pagg. su 38.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Letteratura inglese, prof.ssa De Filippis, testo consigliato William Shakespeare e il senso del tragico Pag. 31
Anteprima di 9 pagg. su 38.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Letteratura inglese, prof.ssa De Filippis, testo consigliato William Shakespeare e il senso del tragico Pag. 36
1 su 38
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Il sogno ambiguo di Romeo e Giulietta

Addormentata si presenta con maggiore evidenza è Romeo e Giulietta dove ricorre in l'inversione dei ruoli di genere, come nel sogno che molte varianti, anche Romeo racconta di aver fatto subito prima che arrivi la notizia (parzialmente erronea) della morte di Giulietta. Si tratta di un sogno ambiguo perché costituisce un presagio veritiero e falso insieme, anticipando una situazione che si verificherà veramente, ma con un esito fornisce un'anteprima, distorta, della scena più completamente diverso. Il sogno di Romeo patetica della tragedia: quella che si svolge nella cripta della famiglia Capuleti; una scena frettolosamente ideata da Frate Lorenzo. Qui Giulietta resuscita dalla morte apparente che è stata indotta in lei dalla pozione del frate un istante troppo tardi per poter salvare se stesso è appena spirato e giace ormai esanimestessa e Romeo: presso di lei con la bottiglietta del veleno in mano. Perciò bacia le

labbra dell'amato non per infondere in esse la vita, bensì per succhiarne il veleno. In tutta questa scena il tema della Bella Addormentata trionfa, ma senza il lieto fine velleitariamente immaginato da Frate Lorenzo. A differenza di quel che accade nelle favole Giulietta non passa dal sonno alla felicità perpetua del vivere "per sempre felici e contenti", bensì dal sonno alla morte. Il dramma è ritmato da un inarrestabile slittamento temporale che costringe gli eventi a un più svariati "contrattempi" confondono il susseguirsi di scambi, sostituzioni, sviamenti; i momenti degli incontri progettati, sospingendo i personaggi verso un tragico chiasmo, che li condanna a mancarsi ed essere risucchiati in situazioni di incontro infausto o di non incontro, fino allo straziante epilogo in cui ciascuno dei due protagonisti si suicida perché il suo sguardo si posa sull'altro in modo intempestivo: Romeo vede Giulietta.compostanella tomba un istante troppo presto rispetto al suo risveglio dalla morte apparente, e Giulietta apre gli occhi un istante troppo tardi per poter impedire a Romeo di ingoiare il veleno. Romeo, al cospetto della bella moglie addormentata nella cripta, non riconosce se stesso nel ruolo del Principe Azzurro e soprattutto, confondendo i sintomi di una resurrezione 'già' in corso con quelli di un disfacimento 'non ancora' incominciato, tra ed alla scena che gli si para dinanzi conseguenze che non lasciano spazio per un lieto fine. Anzi l'aspetto innaturalmente sano e vegeto di Giulietta suscita in lui malsane fantasie di macabri amplessi tra la Morte e la defunta Giulietta. Il luogo comune della bellezza femminile tanto più desiderabile quanto più passiva, del valore estetico del corpo femminile tanto più alto quanto più questo corpo sia debole, docile e inerte come quello di una morta, si esprime nella visione febbrile che si.

Affaccia alla mente sconvolta di Romeo. Sarebbe dunque un impulso lussurioso della Morte a mantenere innaturalmente Giulietta in quello stato liminale riconosciuto come supremamente “perturbante”. Lucrezia, Imogene, Giulietta, Desdemona, sono solo alcune delle eroine shakespeariane che rientrano in questa tipologia di figure femminili che toccano il culmine delle loro potenzialità tragiche, nonché della desiderabilità come oggetti erotici ed estetici, quando i loro corpi inermi, abbandonati in un sonno simile alla morte (o in una morte simile al sonno) sono presi in uno sguardo maschile desiderante, tradotti in parole, esibiti alla vista degli spettatori o all’immaginazione dei lettori.

Sezione 5. Mettere in scena il tragico

Occhio, accecamento, visione: una traiettoria barocca da Giuletta a Rosalina, Roberto D’Avascio

1. John Ford riscrive William Shakespeare

“Juliet” di Shakespeare in “’Tis Pity She's a Whore” di John Ford, stabilendo un rapporto dialettico e diretto tra le due opere, a partire dall’analogia di un forte nucleo tematico caratterizzato da rilevanti elementi drammatici, quali gli amanti sfortunati (Romeo e Giulietta da una parte, dall’altra), l’aiuto di un frate (Lorenzo Giovanni e Annabella e Bonaventura), la protezione di una nutrice (la nurse di Giulietta e Putana per Annabella), le figure paterne delle protagoniste (Capuleti e Florio) e infine l’ambientazione italiana (Verona e Parma). Con quest’opera sembra, appunto, che Ford abbia saputo portare a compimento il suo lavoro teatrale più originale e che abbia operato, allo stesso tempo, una serrata riscrittura di Romeo and Juliet di Shakespeare, figura teatrale imprescindibile per un giovane drammaturgo inglese della prima metà del Seicento. Riscrittura che sembra presentarsi e ritornare come

principale fonte di ispirazione per Ford, sia riguardo lastrutturazione drammaturgica generale e l'ambientazione della storia, che per i moltiaspetti dell'articolazione scenica della trama, della caratterizzazione dei personaggi, delletematiche, e infine della tragica conclusione della vicenda. Le due opere raccontano latragedia di una passione amorosa proibita e illegittima, che è consumata segretamente,isolando gli amanti dal loro contesto sociale. Queste stesse opere, inoltre, elaborano unosviluppo dell'azione drammatica in cui il momento cruciale è costituito dalla pericolosascoperta del segreto degli amanti: l'imminente matrimonio con Paride per Giulietta e lagravidanza incestuosa per Annabella, pronta a sposare un altro uomo pur di nascondere ilfrutto del rapporto d'amore con il fratello. Ford sembra seguire Shakespeare attribuendo aPutana una reazione simile a quella della nurse che, davanti alla tragedia di Giulietta,mostra il suo.Il testo formattato con i tag HTML sarebbe il seguente:

Assoluto dolore alla scoperta del corpo, apparentemente morto, della fanciulla, quando scopre che Annabella è incinta, presagendo la sventura, la rovina e la vergogna che si abbatteranno su di lei. Allo stesso modo, azioni violente disturbano la quiete cittadine sia di Parma che di Verona, soprattutto nei continui duelli tra fazioni opposte. Ed è proprio in uno di questi violenti scontri che si verifica la morte di Bergetto, di "Tis Pity She's a Whore", che si presenta speculare a quella di personaggio Mercuzio nell'opera di Shakespeare. Ford rimuove l'elemento comico dalla tragedia, indirizzandolo inequivocabilmente verso una tragica, e inesorabile, conclusione.

L'osceno teatrale da Giulietta ad Annabella. Tuttavia, questa riscrittura teatrale sembra ben presto scivolare altrove e allontanarsi dal suo modello. La distanza tra queste due opere distanza innanzitutto storico-temporale culturale radicale da un'epoca.

Il testo fornito sembra riflettere e sottendere il passaggio della monarchia Tudor a un'altra stratificata dapprima sul consolidamento del potere dellamonarchia Stuart e poi sul suo sfaldarsi, in particolare durante gli anni di governo di Carlo I. Distanza politica, dunque, ma anche religiosa e teologica, segnata dal sovvertimento del compromesso anglicano, per arrivare a una quasi ventennale guerra civile. Tuttavia, la distanza tra le due opere è sottolineata, in particolare, da differenti estetiche teatrali che si presentano come ricadute sceniche dello scarto tra significative pratiche della scena ormai lontane: da una dimensione teatrale collettiva e socialmente stratificata a una elitaria e filo-monarchica, fino ad arrivare alla chiusura dei teatri da parte della fazione puritana al potere. Ford è partito probabilmente dalla consapevolezza del grande valore del testo shakespeariano, per poi calarlo nel suo tempo elaborando una trama più torbida, più oscura.

Le iniziali e più superficiali analogie drammaturgiche sembrano diventare, sempre più chiaramente, nette divergenze sceniche. Come ad esempio gli spasimanti delle fanciulle: Mentre Paride e Giulietta si incontrano solo una volta nella cella di frate Lorenzo, Ford ci offre una prima scena di volgare corteggiamento di Soranzo nei confronti di Annabella e una successiva in cui Soranzo, avendola ormai sposata, scopre la sua gravidanza e la prende violentemente per i capelli, insultandola e minacciandola. La cruda violenza di quest'ultima scena costituisce un chiaro esempio del tetro e feroce mondo rappresentato da Ford, un riflesso scenico di una società a lui contemporanea in cui sono duramente messi in discussione valori tradizionali quali l'ordine e la gerarchia e nella quale sta vertiginosamente esplodendo l'irrisolta diatriba religiosa tra cattolici, anglicani.ma lascia i personaggi immersi in un'atmosfera di disperazione e distruzione. La morale e la legge sono completamente infrante, e la passione amorosa si trasforma in un'ossessione distruttiva. Ford mette in scena una società corrotta e decadente, in cui l'ipocrisia e la violenza regnano sovrane. La sua scrittura è cruda e provocatoria, e mette in discussione i valori morali e religiosi dell'epoca. La tragedia di 'Tis Pity She's a Whore è un capolavoro di teatro elisabettiano, che sfida le convenzioni e offre una visione cupa e pessimistica dell'umanità.

c'è soltanto l'inevitabilità a lungo attesa di una triste conclusione scenica senza speranza. Eccesso dell'occhio e accecamento.

Nella drammaturgia cattolica e barocca di Ford sembrano esserci continui riferimenti alla gestione dello sguardo e all'orientamento della vista. Si guarda qualcosa per vederne un'altra oppure la vista scivola necessariamente altrove. A ogni modo, nel primo atto di Romeo and Juliet lo stesso Shakespeare sembra insistere particolarmente sulla metafora dell'occhio, sulla capacità che l'organo della vista avrebbe di leggere la realtà e di esprimere percezioni, sentimenti e desideri. Romeo sembra affidarsi ciecamente alle sue pupille in fatti d'amore, credendo nella capacità del suo sguardo di poter cogliere la realtà. Anche per Giovanni l'occhio è uno strumento di conoscenza, capace di penetrare le cose e la vita nei misteri più profondi: conoscere è vedere.

“dentro” oppure vedere“oltre”. Secondo Jean Starobinski, ciò che è nascosto, ciò che è al di là della superficie visibile, è di fondamentale importanza per comprendere appieno un testo o un'opera d'arte.
Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
38 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/10 Letteratura inglese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher DeboraM99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura inglese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi L'Orientale di Napoli o del prof de Filippis Simonetta.