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Riassunto esame letteratura inglese I, prof. Cifarelli, libri consigliati Bambini nel Tempo / The Child in Time, McEwan e The Caretaker / Il custode, Pinter e poesie di Larkin Hughes e Heaney Pag. 1 Riassunto esame letteratura inglese I, prof. Cifarelli, libri consigliati Bambini nel Tempo / The Child in Time, McEwan e The Caretaker / Il custode, Pinter e poesie di Larkin Hughes e Heaney Pag. 2
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La poesia salva l’esperienza e permette il ricordo di ciò che si è passato. Fu amico di molti poeti, era

una persona con molta energia e molto attaccata alla sua terra natia. C’è un contrasto continuo

però con l’Inghilterra: rifiutò per questo di essere compreso in un’antologia di poeti inglesi, non si

definiva inglese e scrisse saggi per difendersi e giustificarsi. Però usava la lingua inglese,

allontanandosi dalla sua forma classica: Heaney infatti rompeva la musicalità dell’inglese per

avvicinarlo al gaelico e per ricordare la lingua parlata dai suoi familiari.

Digging

Metrica:

Il verso è libero, le rime e le strofe sono irregolari. Le allitterazioni (tipo nd e n nella seconda strofa)

e la ripetizione di alcune consonanti rendono la poesia molto dura. Questi contrasti erano

appositamente voluti da Heaney per avvicinare la lingua inglese al gaelico.

Riassunto di contenuti e tematiche:

Per Heaney, la poesia stessa è uno scavo, rende evidenti momenti ed emozioni. La sua penna è come

la vanga dei parenti: mentre loro scavavano fisicamente, egli scava metaforicamente. Tira fuori le

civiltà precedenti, i ricordi, le tradizioni, le emozioni, le esperienze: scava nel suo inconscio. Tuttavia,

all’inizio questa penna è ferma, riposa tra le dita del poeta. Si sente un rumore e sotto alla finestra

del poeta c’è suo padre, che zappa un’aiuola: lo rivede giovane, lo immagina vent’anni prima e

quindi ripercorre il passato. Definisce bene il momento, con precisione, concretezza e realismo. Nel

presente il padre cura le aiuole, mentre nel passato si occupa delle patate, ovvero di cibo, necessario

per mantenere la famiglia. Il flashback continua, e il poeta sembra vedersi anche bambino mentre

aiuta il padre e mentre tiene in mano le patate fredde appena uscite dalla terra. Dopo la penna e la

pistola, ora tasta il tubero. C’è un ulteriore passo indietro, verso il nonno, compiuto attraverso la

pala: il padre la usava bene quanto il nonno, che lavorava invece alla torbiera. Il nonno non lavorava

per decorare o per il cibo, ma per produrre energia. Il poeta si connette con il nonno ricordando di

quando una volta gli portò del latte per fargli fare una pausa. Dopo il sorso, ha ripreso a scavare

ancora duramente. Quindi in questi versi si nota come nella sua famiglia lo scavare sia importante:

ha permesso loro di metter su famiglia. Il poeta però non sembra avere la stessa attitudine a

zappare, ma scava comunque, sebbene metaforicamente: s’interroga sulla tradizione e sul passato

con la penna. Heaney scava l’animo tanto abilmente quanto suo padre e suo nonno scavavano la

terra; i ricordi, i profumi e i suoni gli ritornano in mente. Gli ultimi versi si ricollegano coi primi, e il

poeta afferma che continua la tradizione del padre e del nonno, anche se utilizza un altro strumento.

Spiegazione, parafrasi e interpretazione:

Tra dito e pollice il poeta tiene la penna. Questa penna riposa, può sembrare un’arma pronta a

colpire come se fosse una pistola carica. Sotto alla finestra, il poeta sente il rumore di una vanga che

affonda nella terra: è il padre che zappa e Hughes comincia a osservarlo dall’alto. Il padre sta

lavorando alle aiuole, quindi a delle decorazioni. Il padre è piegato esattamente come faceva anni

prima, sempre per zappare: il poeta quindi vive un flashback. Vent’anni prima il padre stava

lavorando per le patate, ovvero per cibo, e sembra che Heaney voglia comunicare che erano tempi

più difficili. Subito dopo descrive le calzature e le movenze del padre sempre alle prese con i tuberi:

ne ha appena piantate di nuove e Heaney ricorda, attraverso una sinestesia, di quando lo aiutava e

sentiva la freddezza e la durezza delle patate appena uscite dalla terra. Attraverso le parole we e

our, l’autore si connette col padre. Con una breve strofa, Heaney spiega che il padre era bravo a

spalare, così come il nonno era molto abile in quel lavoro. Collega quindi padre e nonno, e nella

strofa successiva il poeta rende il proprio nonno un supereroe, e lo descrive come il migliore

lavoratore della torbiera in cui era impiegato. Si riconnette al nonno parlando di quando una volta

gli portò del latte per fargli avere un attimo di sosta. Heaney ricorda come il nonno cercò di alzarsi

e raddrizzarsi, ma come gli fosse impossibile: lavorava così tanto che era ormai tutto curvo. Subito

dopo aver bevuto, si rimise subito all’opera, quasi fosse instancabile.

Nella penultima strofa il poeta connette le sensazioni che ha provato in quei due eventi con il padre

e il nonno. Riprende la sinestesia della patata, ma questa volta ne rimarca l’odore freddo, e con due

parole onomatopeiche (squelch e slap) ricorda la consistenza della torba. Quelle memorie sono

collegate a lui attraverso radici primordiali, viventi, inspiegabili, che sente nella testa. Purtroppo,

Heaney non ha seguito le orme del padre e del nonno, poiché non ha la vanga tra le mani. Ha invece

una penna, che anziché scavare fisicamente può indagare nel profondo dell’animo, e scavarci. La

penna però, al contempo, permette di piantare, fissare, quei ricordi e quelle esperienze felici.

Il teatro nel ‘900 ha portato due autori al successo: Pinter e Beckett. Il loro modo di fare teatro è

simile, lo hanno trasformato. Nell’800 il teatro era realistico e naturalistico, era legato alla

tradizione: realtà e rappresentazione erano legate.

Beckett fu il primo a modificare il teatro e fu un autore prolifico. Spesso mancava un collegamento

temporale, non venivano forniti dettagli che informassero sul tempo. Beckett voleva solo portare

sul palcoscenico la mente e la condizione dell’uomo contemporaneo. Le riflessioni, la condizione

spirituale e l’uomo erano al centro dell’opera (teatro della mente). Non c’era un diretto contatto

con l’epoca o con la realtà, non c’erano riferimenti chiari. Venivano ignorate le condizioni e le

convenzioni del teatro, cosa che Beckett fece poi anche nella narrativa e nel cinema. Il linguaggio

era messo in discussione, con Beckett quel linguaggio non consente la comunicazione, sembra

ingannare e non rappresenta la realtà in alcun modo. Beckett è quindi il primo rivoluzionario, mostra

la condizione umana, la condanna della nascita: l’uomo è posto sulla terra senza volerlo e volge alla

morte, tutto ciò manca di senso, si invecchia e il tempo passa inesorabilmente. In Waiting for Godot

non c’è salvezza, si aspetta qualcosa che non verrà: viene portato l’astrattismo dell’arte in scena.

Col tempo, il linguaggio nelle opere di Beckett scompare proprio. Riassumendo, Beckett fonda il

teatro contemporaneo, rompe col passato anche nella narrativa, ma specialmente nelle opere

teatrali. Si può considerare quasi l’ultimo modernista, cominciò negli anni ’30 a scrivere romanzi e

poesie, ma necessitava del linguaggio per forza di cose. Nel teatro invece c’è meno bisogno delle

parole, la visione rimane il fattore fondamentale.

Pinter è più giovane di Beckett, nacque nel 1930, ovvero quando Beckett era già attivo. Non ha

ispirazione metafisica: per realizzare le sue opere osservava semplicemente qualcosa e pensava alla

vicenda. Creava qualcosa a partire da ciò che aveva visto: pensava però a una non-comunicazione

tra i personaggi della situazione. Spesso lo spunto teatrale partiva da una singola stanza e da pochi

personaggi, come nel caso di The Caretaker. Pinter iniziò con The Room: tutto si svolge nella stessa

stanza non c’è storia e non c’è intreccio, né un tema politico o psicologico. Al centro delle sue opere

ci sono quindi: una situazione, un ambiente anonimo, un interrogativo sui rapporti tra i personaggi

della vicenda. Pinter lascia agire i personaggi con rispetto reciproco, fino a un certo punto. Permette

loro di svilupparsi, li lascia vivere e creare un rapporto tra di loro. Se Beckett lasciava qualcosa di

metafisico, di rarefatto e di psicologico, Pinter invece rimase legato alla realtà. Forniva infatti delle

informazioni per comprendere la situazione ancor prima di avventurarcisi. Ad esempio, in The

Caretaker, dopo aver elencato i personaggi, e prima dell’atto primo, l’autore descrive la stanza e gli

oggetti che la riempiono. Queste descrizioni Beckett non le avrebbe mai inserite.

The Caretaker si svolge in una casa, anzi in una sola stanza, nell’ovest di Londra. È diviso in tre atti

collocati nel tempo e nello spazio (nella sola stanza). Tale stanza sembra semplice, ma è sommersa

degli oggetti più disparati, chi legge si chiede a cosa servano. I personaggi sono tre: Mick e Aston,

due fratelli, e Davies, un vecchio accattone che viene portato in casa da Aston, il più grande tra i due

fratelli, all’inizio dell’opera. Sembra quindi un’opera legata al teatro tradizionale, che fornisce

tempo, luogo e personaggi dettagliatamente, ma durante la lettura ci si accorge che c’è qualcosa di

strano. Il linguaggio non serve alla comunicazione, ogni personaggio parla come se le parole non

debbano servire davvero a comunicarsi, sembra che interagiscano attraverso monologhi, ma

intrecciati tra di loro. Ci sono tante domande e altrettante elusioni a questi quesiti: i dialoghi

procedono sempre così, poiché Pinter vuole dimostrare l’incomunicabilità e mettere in discussione

l’utilizzo e il bisogno del linguaggio. Pinter mostra violenza, soprusi e sopraffazione, che sembrano

gli unici modi per smuovere i personaggi, per farli pensare e interagire. Il linguaggio copre il senso,

non permette una reale espressione di ciò che si pensa, evidenzia esso stesso la difficoltà di

comunicare a volte.

Il primo atto si svolge in una notte d’inverno e si conclude il mattino seguente. Mick esce

senza farsi vedere, mentre Aston sta portando nella stanza Davies. Aston si dimostra gentile con il

vecchio vagabondo, che di conseguenza sembra essergli riconoscente. Gli oggetti a un certo punto

sono al centro dell’attenzione dei due, Davies porge molte domande ad Aston che gli risponde

stravagantemente. Gli chiede della casa e della stanza, del lavoro, e poi parla dell’emarginazione

subita dagli stranieri di quella Londra multiculturale e massificata. Davies rifiuta delle scarpe (dopo

averle chieste ad Aston) e i loro discorsi sono sconnessi. Il ragazzo gli propone di fermarsi a dormire

finché non avrà trovato una sistemazione. Al mattino, Aston fa notare a Davies che ha fatto

rumori strani di notte, cosa che fa alterare l’accattone, il quale accusa gli stranieri per quel chiasso.

Quando il ragazzo esce di casa con l’intenzione di andare a prendere la borsa di Davies, quest’ultimo

si chiude dentro e fruga tra gli oggetti. Mick nel frattempo ritorna, entra senza farsi notare dal

barbone e lo im

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
13 pagine
4 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/10 Letteratura inglese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher steeeegtfo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura inglese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Cifarelli Maria Rita.