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Tondelli racconta una notte di trasmissioni delle protagoniste di Mimi e istrioni, che trasmettono
Mondina centoradio, in un sottoscala, accavallandosi alla conduzione.
Tondelli può essere definito un classico moderno per la capacità di intuire gli orientamenti
giovanili in termini di merci, così i suoi romanzi si popolano di Diane, Folonari, MS, Invicta. In
Tondelli l’uso di etichette è una precisa scelta linguistica, che connota i primi segnali del
mcmondo, secondo la definizione di Ritzer, un mondo con un’espansione capitalistica di un
marchio che produce piattezza culturale.
I luoghi descritti da Tondelli sono i luoghi dei giovani: bar, enoteche, la via Emilia disseminata
di discoteche, luminose come Broadway, l’Europa e il mito della fuga, mentre nel decennio
successivo esordiscono sulla scena letteraria i nonluoghi, i paradisi delle merci, Esselunga e
Ikea, ambientazioni estranee a Tondelli, gli unici non luoghi che mette in scena sono le stazioni.
2. Alla ricerca delle scritture giovanili: il progetto Under 25
La prima antologia prodotta dal progetto fu Giovani blues nel 1986, che ricevette così tante
critiche che Tondelli fu costretto a dedicare tutta la postfazione della seconda antologia per
rispondere alle obiezioni.
Il progetto Under 25 nasce nel 1985, momento in cui Tondelli è arruolato nelle fila dei nuovi
romanzieri, sono passati 5 anni dall’esordio di Altri libertini, pubblica su L’espresso e sul
Corriere della Sera, collaborando anche a Linus, una testata cult simbolo di un’area giovanile
dove pubblica Il Bronx è a Borgo Panigale, Desperados, De-generation.
Tondelli su Linus attua una riflessione fondamentale, ormai trentenne la realtà raccontata nei
suoi romanzi si è evoluta, dunque non si sente più legittimato a prendere la parola dall’interno,
ma la passa al mondo giovanile. Manda a Linus un articolo dal titolo Gli Scarti che si sforza di
avvicinarsi al mondo dei giovani. Tondelli teme di diventare come uno degli specialisti di
generazione che ne parlano dall’esterno, senza viverne la vita, perché ormai aveva 30 anni.
Pone al centro del discorso il termine massa, dove però è necessario che emergano le diverse
identità giovanili, con il desiderio di inventarsi una propria immagine, salvo poi ricadere
nell’omologazione collettiva.
Teorizza una sorta di appello ai giovani a un impegno in chiave letterario esistenziale, che
derivava dalla devastazione degli anni 70. Nell’ottobre dell’85 in Scarti alla riscossa, lancia
concretamente il progetto, attraverso una piccola casa editrice di Ancona di Canalini, con la
pubblicazione dii un’antologia.
Il cuore del progetto è costituito dalla volontà di Tondelli di spingere i giovani alla lettura e alla
scrittura, UNDER 25 si pone come un’inchiesta non giornalistica sulla creatività dei ragazzi
degli anni 80. Il progetto ebbe vasta eco su testate e radio, a Il lavoro editoriale presso Ancona
giunsero 400 dattiloscritti. Escono dall’86 all’90:
Giovani e blues;
• Belli e perversi;
• Paperang (Ballestra, Culicchia).
•
Le tre raccolte sono volumi autonomi, che rispettano le principali indicazioni tondelliane di
scrivere il proprio vissuto, la riscrittura come esercizio stilistico e la lettura per l’arricchimento
espressivo. La divisione rispettava i generi: intimista, generazionale, di genere, sperimentali e
poesie, che vennero abolite dalla seconda edizione.
In Giovani e blues, il background generazionale era dato da un linguaggio gergale e consumista,
dal secondo volume si avverte di più questa necessità di tagliare con la neutralità del
linguaggio.
La terza antologia si pone come cerniera tra gli anni 80 e 90, con la presenza dei testi ironici di
Ballestra sulla vita di una fuorisede a Bologna e di un personaggio post-punk, tra Montesilvano
e Berlino.
Le antologie di Tondelli attuano un superamento del testo gutenberghiano, per lasciare spazio ai
media, ad esempio l’indice di Ballestra ha la struttura di una scaletta radiofonica, in Culicchia
entrano la tv con i suoi spot, il rapporto consumi/identità. Il progetto di Tondelli, venne
affiancato da Mouse to Mouse di Mondadori, dedicata al mondo della moda, dello spettacolo e
del rock e il progetto della rivista Panta.
Giunse la neoavanguardia e nacque Ricercare. Laboratorio di nuove scritture
Nell’estate del 97 Balestrini annunciava su La Bestia, periodico che ebbe vita breve, l’esordio
dei cannibali, narratori pulp, tondelliani: Ballestra, Brizzi, Campo, Culicchia, Santacroce.
La moltiplicazione delle etichette riferite a questo gruppo di giovani cerca di circoscrivere
elementi tematici e linguistici ricorrenti, ma anche di creare un nuovo prodotto editoriale.
Ricercare. Laboratorio di nuove scritture nasce nel 93 per celebrare il trentennale del Gruppo
63. Balestrini afferma che dopo la vitalità degli anni 60 la narrativa italiana si era inaridita ed
era tornata ad uno stallo. Egli registra con entusiasmo l’entrata in scena dei nuovi soggetti, che
non devono fuggire da media, ma immergersi nei media, appropriandosi dei registri linguistici,
per poi deformarli. Nei narrative invaders la scrittura di massa passa a quella di moltitudine, è la
scrittura metropolitana a generare nuove forme espressive, pretendendo di porsi come
antagonista alle forme che va descrivendo.
Nel 97 Ricercare era nel pieno della sua attività: i giovani esordienti erano stati accolti
dall’editoria maggiore. Negli anni del no logo, questi scrittori venivano etichettati come
cannibali, ma lo stesso Nove, afferma che questa etichetta gli è stata utile. I giovani di Under 25
si affermarono. Ballestra aveva pubblicato per Transeuropa e Mondadori Compleanno
dell’iguana e la Guerra degli Antò, e aveva curato la raccolta Coda nel 96 e Coda 2 con Mozzi.
Brizzi e Ammaniti esordirono nel 94, Santacroce e Nove si erano proposti come scrittori
dell’eccesso e pubblicarono per Catelvecchi nel 96 Fluo e Woobinda, Scarpa si affermava come
uno degli intriganti pubblicando Occhi sulla graticola. Rossana Campo si assesta sul genere
comico delle sue ragazze e sulla lingua bassa.
Ricercare. Laboratorio di nuove scritture si svolgeva a Reggio Emilia, gli esordienti venivano
invitati a leggere i loro elaborati ed erano messi davanti a una giuria, che li giudicava davanti a
un pubblico. La selezione testi era affidata a Balestrini, Barilli, Caliceti, Ottonieri.
Dalla seconda edizione si puntò sulla prosa, perché essa non aveva raggiunto punte di alto
livello come la poesia, era un genere che lasciava un segno e il prodotto romanzo era centrale
nella cultura italiana.
I dibattiti sulla poesia erano già strutturati attraverso la rivista Alfabeta, a Lecce, dove vennero
presentate le Tesi di Lecce nell’87 e a Milano con il dibattito Milanopoesia dell’89. Tra i nuovi
romanzieri degli anni 80, Tondelli e Benni si distinguono, il primo per la continuità con gli anni
60 e il secondo per aver trasfuso alla prosa le innovazioni della poesia del Gruppo 63.
Si possono distinguere tre fasi per Ricercare:
1. la prima legata al 93 e 94, anni di esordio nei quali la manifestazione cerca di rispecchiare
l’esistenza delle nuove esperienze narrative, come la tragicomicità di Ballestra, la comicità al
femminile di Campo;
2. il ‘95 è l’anno in cui ci si dedica alla sola narrativa, da questo anno in poi esordiranno Brizzi,
Nove, Santacroce e Scarpa;
3. dal 98-99 si avvia una riflessione sul senso della manifestazione e di quanto essa sia mutata
rispetto all’inizio. Ricercare è come l’hotel Gallia a Milano, dove avvengono le contrattazioni
dei narratori e i loro passaggi di casa editrice. Gli esordienti di Ricercare dal loro esordio
mutano i registri trasgressivi, fino ad usare uno stile diverso, seguendo percorsi personali.
Dal 2000 c’è una tendenziale difficoltà a definire la narrativa italiana: Covachic sostiene che la
forma romanzo tornerà a rappresentare un’idea forte della realtà, Luperini vede i segni di un
neomoderno, altri si interrogano sulla possibilità di delineare un canone attuale.
3. Cannibali: narratori pulp fiction o Forrest Gump
Un racconto di Ammaniti non è più violento di una serata su canale 5
È una affermazione di Aldo Nove, che oltre a difendere Ammaniti, prende anche posizione
rispetto alla violenza linguistica dei Cannibali. Per Nove la vera violenza è quella operata sullo
spettatore dalla televisione spazzatura.
Il 96 fu un punto di svolta, perché uscì l’antologia dei Cannibali, accomunati dallo splatter e dal
pulp. Gioventù Cannibale, ideata da Brolli, raccoglieva dieci racconti di Nove, Pinketts,
Caredda, Luttazzi non esordienti, ma personaggi televisivi oppure autori di Gialli. L’etichetta
cannibali è stato il caso più famoso di costruzione di un caso letterario da parte dei media, era
stretta persino agli autori che se ne lamentavano. Nove ricorda che dopo il suo esordio, per i
libri successivi la critica non faceva altro che domandarsi le affinità e le differenze con lo stile
cannibale. Questi autori hanno pagato un prezzo alto per l’accesso alla notorietà, la critica ne
evidenzia gli aspetti splatter, il cannibalismo, il pulp, e la spinta antagonista alla tv spazzatura e
al sistema delle merci venne percepita come rientrante nella poetica dell’eccesso. La Porta
ritiene che i cannibali manchino di immaginazione, realizzando una rappresentazione della
realtà sull’orrore. La scrittura perde la sua specificità, lo scrittore diventa uno story-teller che
potrebbe usare altri mezzi per esprimersi. Forti critiche provenivano anche dagli scrittori di
genere. Nel 97 esce Cuore di pulp, antologia edita dal gruppo Neonoir, che nell’introduzione
tracciava una storia del genere in Italia. All’interno della questione “cannibali” si apriva
un’ulteriore disputa sul falso pulp, che gli esordienti praticavano.
Pulp significa polpa di legno, il materiale più scadente per produrre carta e vennero definite
pulp le riviste americane, termine che successivamente passò a designare un’evoluzione dello
splatter.
I cannibali rifiutavano l’assimilazione della loro scrittura al solo pulp o allo splatter, Nove
specifica che il termine cannibali non è legato alla quantità di sangue presente nei libri, mentre
Scarpa sposta il discorso sulla scrittura, coronata di cinismo che serve a criticare la realtà
sociale.
Cesari al Salon du livre del 2002 si chiede come mai un genere come l’antologia, secondario in
Italia, sia diventato un marchio. Sicuramente ciò dipende dall’operazione di marketing che l’ha
lanciata. Tutt’ora la fase 95-98 è definita cannibale e si è arrivati a parlare di pos