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SUL PREDICATO

Esistono 3 tipi: “kana” e le sue sorelle, “enna” e le sue sorelle e “zhanantu” e le sue

sorelle.

Per quanto riguarda “kana” e le sue sorelle: sollevano il nome e mettono a fuoco il

predicato, il nome (soggetto) va al nominativo e il predicato al congiuntivo. Loro sono:

kana, amsa, asbaha, idha, zhalla, bata, sara, laisa, ma zala, ma infakka, ma fati'a, ma

bariha, ma dama. E le differenti coniugazioni delle parole: kana, iakunu, kun, asbaha,

iusbuhu, asbah, come si dice: “ esempio ...” o cosa simili.

Per quanto riguarda “enna” e le sue sorelle: loro hanno il nome all'accusativo e il

predicato all'indicativo. Loro sono: enna, anna, lakinna, kanna, laita, la'alla. Come si dice:

“ esempio...”

Il significato di enna ed anna è quello di dare enfasi, lakinna è usata nelle eccezioni,

kanna è usata nei confronti, laisa è usata per esprimere un desiderio e la'alla è usata per

esprimere speranza e attesa.

Per quanto riguarda “zhanantu” e le sue sorelle: loro hanno il nome all'accusativo e il

predicato al congiuntivo, perchè entrambi sono l'oggetto del verbo. Loro sono:

zhanantu, hasibtu, khiltu, zamtu, ra'aitu, a'alimtu, uajadtu, ettakhadhtu, ja'altu, samiatu.

Come si dice: “esempio ….”

11. CAPITOLO SULL'AGGETTIVO

L'AGGETTIVO è una parola in apposizione con quella a cui appartiene, qualunque sia il

caso: nominativo, accusativo o caso obliquo e sia che sia definito o indefinito. Come si

dice: “esempio ...”

E' definito in 5 tipi: pronomi personale come “io” e “te”, nomi propri come "Zaid” e “La

Mecca”, pronomi dimostrativi come “questo”, “questa” e “queste”, sostantivo con

l'articolo come “l'uomo” e “il ragazzo” e tutto quanto è combinato con uno di questi

quattro casi.

L'ARTICOLO INDETERMINATIVO: ogni sostantivo che comprende un'intera specie senza

indicare un individuo piuttosto che un altro della specie, di conseguenza tutti prendono

l'articolo, come: “l'uomo”e “i persiani”.

12. CAPITOLO SULLE CONGIUNZIONI

Le particelle di congiunzione sono 10 e sono: la , la , thumma (= poi), au (= o), imma

و ف

(= entrambi), bal (= ma), le (= no), lakin (= ma), hatta (= anche) in alcuni casi.

Se per mezzo di queste si unisce una parola al caso nominativo, anche questa è al

nominativo; se si unisce una parola al caso accusativo, anche questa è all'accusativo; se

si unisce una parola in caso obliquo, anche questa è in caso obliquo; se si unisce una

parola in condizionale iussivo anche questa è in condizionale iussivo. Come si dice: “

esempio ...”

13. CAPITOLO SUI CORROBORATIVI (enfasi)

CORROBORATIVO: è una parola che segue la parola corroborata e, come questa, è al

nominativo, all'accusativo, in caso obliquo ed è definita.

Da informazioni verbali nella voce attiva e si verifica con alcune parole: nafs (= stesso),

ayn (= occhio), kullu, ajma'a. E gli appositivi del quarto corroborativo sono: aqta'a,

abta'a, absa'a.

14. CAPITOLO SUI PERMUTATIVI

Il permutativo si verifica quando un sostantivo viene cambiato per un altro o un verbo

viene cambiato per un altro in tutte le sue inflessioni.

(La parola sostituita è sempre della stessa inflessione della parola per cui è sostituita).

E' di 4 tipi: il cambiamento di una cosa per un'altra, il cambiamento di una parte per il

tutto, il cambiamento del contenuto (per il contenente) e il cambiamento dell'errore.

Come si dice: “esempio ...”

15. CAPITOLO SUI NOMI IN ACCUSATIVO

I nomi usati in accusativo sono 15, e sono: l'oggetto diretto, il masdar, qualificatori del

tempo e dello spazio, il qualificatore circostanziale, l'elemento specifico, l'elemento

atteso, il nome negato da “le”, il vocativo, l'oggetto della ragione, l'oggetto di

accompagnamento, il predicato di “kana” e le sue sorelle, il nome di “enna” e le sue

sorelle, l'oggetto per cui si fa una cosa.

Ci sono 4 tipi: aggettivo, congiunzione, corroborativo e permutativo.

16. CAPITOLO SULL'OGGETTO DIRETTO

E' un nome in accusativo su cui l'azione del verbo transita, come per esempio: “ho

colpito Zaid”, “ho cavalcato un cavallo”.

E' di due tipi: espresso o implicito.

Per quanto riguarda quello espresso è qualcosa di già menzionato.

Per quanto riguarda quello implicito, può essere: collegato e non collegato.

Per quanto riguarda quello collegato ci sono 12 forme: darabani, darabana, darabaka,

darabaki, darabakuma, darabakum, darabakunna, darabahu, darabaha, darabahuma,

darabahum, darabahunna.

Per quanto riguarda quello non collegato ci sono 12 forme: iaia, iana, iaka, iaki, iakuma,

iakum, iakunna, iahu, iaha, iahuma, iahum, iahunna.

17. IL MASDAR

MASDAR: è il nome all'accusativo che occupa il terzo posto nella coniugazione di un

verbo; come: daraba, iadribu, daraban (it. colpire – il colpito).

Può essere di due tipi: omonimo o sinonimo.

E' omonimo quando ha la stessa radice del verbo, come: “uccidere – ucciso”.

E' sinonimo quando ha lo stesso significato del verbo però con una radice differente,

come: “sedersi – seduta” e simili.

18. CAPITOLO SUGLI AVVERBI DI TEMPO E DI LUOGO

AVVERBI DI TEMPO: è un nome posto all'accusativo che denota il tempo e ha lo stesso

significato come se fosse preceduto dalla preposizione “fi”, come: “oggi, la notte,

l'indomani, mattino all'alba, alba, domani, buio, di mattina, di sera, mai, limite di tempo,

a volte e simili.

AVVERBI DI LUOGO: è un nome posto all'accusativo che denota il luogo e ha lo stesso

significato come se fosse preceduto dalla preposizione “fi”, come: di fronte, dopo,

prima, dietro, sopra, sotto, presso, con, di fronte a, dirimpetto, ?, poi, qui e simili.

19. CAPITOLO SULLA PAROLA DI CIRCOSTANZA

PAROLA DI CIRCOSTANZA: è un nome posto all'accusativo che spiega qualcosa che è

incerto per quanto riguarda le circostanze esterne, come: “Zaid è venuto a cavallo”, “Ho

cavalcato il cavallo sellato”, “Ho incontrato Abduallah che stava cavalcando” e simili.

La parola di circostanza è sempre indefinita (senza l'articolo) e sta solo alla fine della

frase, però la parola a cui si riferisce è sempre definita.

20. CAPITOLO SULL'ELEMENTO SPECIFICO

ELEMENTO SPECIFICO: è un nome posto all'accusativo che spiega qualcosa che è incerto

riguardo all'essenza della cosa, come: “Zaid versò il sudore”, “Bakrun stava scoppiando

di grasso”, “Muhammad era felice nello spirito”, “Ho comprato 20 domestici” “Ho 90

pecore”, “Zaid è più nobile di te” e “Tu hai il volto più bello”.

L'elemento specifico è sempre indefinito e sta sempre alla fine della frase.

21. CAPITOLO SULLE ECCEZIONI

Le particelle delle eccezioni sono 8, e sono: illa (= ma), ghair (= non), siuan (= ma), saun

(= ma), saua'iun (= se), khala (= tranne), a'ada (= tranne), hasha (= non volere).

L'eccezione per mezzo di “illa” è all'accusativo quando la frase è affermativa e completa,

come: “Il popolo era in piedi tranne Zaid”, “La gente usciva per civilizzarsi”.

Ma quando la frase è negativa e completa può avere il permutativo o l'accusativo

secondo l'eccezione, come “Il popolo non era in piedi tranne Zaid”.

Se la frase è incompleta, quindi senza eccezione, allora la frase è governata dagli agenti

che agiscono su di essa e non dalla particella di eccezione, come: “Nessuno stava in piedi

tranne Zaid”, “Non ha colpito (nessuno) tranne Zaid”.

Le particelle di eccezione: “ghair”, “siuan”, “saun”, “saua'iun” stanno in piedi col

condizionale.

Le particelle di eccezione: “khala”, “a'ada” e “hasha” possono stare in piedi col caso

obliquo o con il congiuntivo.

22. CAPITOLO SULLA NEGAZIONE “LE”

La negazione “le” pone le parole indefinite nel caso accusativo senza tanwin, quando

questa procede immediatamente una parola indefinita e la negazione “le” non si ripete,

come: “Non c'è nessun uomo in casa”.

Quando non precede immediatamente la parola indefinita, allora deve per forza essere

seguira dal caso nominativo e dal tanwin e la negazione “le” deve essere ripetuta, come:

“Non c'è in casa nessun uomo e nessuna donna”.

23. CAPITOLO SUL VOCATIVO

Ci sono 5 tipi di vocativo: il nome proprio, una parola indefinita in un senso speciale, una

parola indefinita in un senso non speciale, la parola che ne ha un'altra dipendente da

essa e una parola che è simile a qualcosa in annessione.

Per quanto riguarda il proprio nome e la parola indefinita usata in un senso speciale,

hanno sempre una DHAMMAH senza tanwin, come: “Oh Zaid”, “Oh uomo”.

Per quanto riguarda gli altri tre casi, sono sempre in accusativo.

24. CAPITOLO SULL'OGGETTO DEL MOTIVO/DELLA RAGIONE

E' un nome al caso accusativo che viene menzionato per capire il motivo per cui l'azione

è avvenuta, come: “Zaid è stato in piedi per rispetto di Amr”, “Sono venuti per un tuo

favore”.

25. CAPITOLO SULL'OGGETTO DI ACCOMPAGNAMENTO

E' un nome al caso accusativo che viene menzionato per capire chi ha fatto un'azione,

per esempio: “L'emiro è venuto con il suo esercito”.

Per quanto riguarda il predicato “kana” e le sue sorelle, il nome “enna” e le sue sorelle

sono già state menzionate nel capitolo che tratta del caso nominativo.

26. CAPITOLO SUI NOMI AL CASO OBLIQUO

I nomi al caso obliquo sono di 3 tipi: il nome può essere retto da una particella, può

essere in costruzione con un altro nome, o essere in apposizione con un'altra parola in

caso obliquo.

Per quanto riguarda il caso obliquo retto da una particella: questo si trova sempre dietro

a una di queste particelle: “ila” (= verso), “an” (= circa, per), “ale” (= su), “fi” (= in),

ب و ب ﺕ و

“rubba” (= forse), la , o dietro a una particella di giuramento: la , la , la , la

nel senso di “rubba”, “mundh” (= da quando) e “mundhu” (= da).

Per quanto riguarda il c

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
10 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-OR/12 Lingua e letteratura araba

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vale_13 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura araba e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università per stranieri di Siena o del prof Almarai Akeel.