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1845 LA VERITÀ SUL CASO VALDERMAR (THE FACTS IN THE CASE OF
M. VALDEMAR)
Ernest Valdemar, malato di tubercolosi, accetta, su richiesta del narratore, di prestarsi a un
esperimento sugli effetti del mesmerismo su una persona in punto di morte: il mesmerismo è una
pseudoscienza che permette di portare il paziente in uno stato ipnagogico con l’influenza del
magnetismo, un processo che poi portò all’ipnosi. Il narratore era curioso di vedere gli effetti del
mesmerismo su una persona in punto di morta per vedere se poteva controllarla. A Valdemar,
personaggio già mesmerizzato con difficoltà quando era in vita, è stata diagnosticata la tisi
(tubercolosi).
Valdemar approva l’esperimento (forse per paura di morire) a sorpresa e informa il narratore con
una lettera che i suoi dottori si aspettano che il paziente muoia entro la mezzanotte del giorno
seguente. I due medici di Valdemar informano il narratore delle condizioni tragiche di Valdemar.
Dopo aver avuto una nuova conferma da Valdemar a partecipare all’esperimento, il narratore torna
la notte seguente con due infermieri e uno studente assistente che annota tutto, come testimoni.
Valdemar insiste di voler partecipare e chiede di procedere immediatamente perché ha paura che
sia troppo tardi. All’alba, proprio mentre ritornavano i due medici, Valdemar viene mesmerizzato
per un pelo, e va in ipnosi. Il narratore chiede “Sente dolore?” e Valdemar risponde “Sto dormendo,
sto morendo”: le funzioni vitali del suo corpo si affievoliscono man mano. Alla fine, con alcune ore
di ritardo su quanto previsto dai medici, Valdemar muore. Tuttavia, tra lo sconcerto e il terrore
generale, risponde “Stavo dormendo…sono morto ora” alle domande sul suo stato. La sua voce,
prodotta facendo vibrare la lingua ma senza aprire la bocca, sembra provenire non dal corpo ma
da un luogo estremamente lontano, ultraterreno. Dubbiosi sul da farsi, gli studiosi preferiscono
attendere e osservare quotidianamente le condizioni del paziente, che rimane senza polso e
respiro con pelle pallida e fredda, con l’aiuto di medici e amici.
Dopo sette mesi decidono quindi di risvegliarlo. Gli vengono chieste le sensazioni e il desiderio: gli
occhi si riaprono, le guance si arrossiscono e una voce “per amore di Dio, veloce, mettetemi a
dormire o svegliatemi subito, perché sono morto”. Tentano di risvegliarlo, la procedura ha
successo, ma il corpo si decompone, quasi liquefatto, d’improvviso, davanti agli astanti che
scappano dall’ammasso di putridismo.
ANALISI
Storia di un esperimento mesmerico in punto di morte per verificare se il mesmerismo può
manipolare e fermare la morte. Poe presenta il confine tra vita e morte come una zona grigia.
Propone la distinzione tra corpo e anima. Esempio di romanzo sci-fi di suspense e horror, è anche
un hoax, perchè non venne pubblicato come romanzo, ma anzi come storia vera con lessico
accurato. Poe descrive in modo dettagliato le scene horror come quella finale, mostrando I suoi
studi sui testi medici. Le ultime righe incorporano shock, disgusto e ansia in un solo momento. Il
finale suggerisce che i tentativi di controllare la morte portano a risultati terribili e sono destinati ad
essere senza successo > rinviarla ha portato maggior sofferenza.
Valdemar potrebbe significare “valle del mare”, un riferimento al passaggio da stato solido a liquido
del corpo alla fine del romanzo. Questa orribile morte è peggiore di quella che sarebbe avvenuta
per tubercolosi.
Il tema della morte per tubercolosi e i tentativi di rimandare la sua morte possono essere ricondotti
alle esperienze di Poe con la morte della moglie Virginia, che all’epoca era affetta da tubercolosi
da 4 anni. Le sofferenze di Virginia possono essere la causa dei dettagli dell’opera. La morte
stavolta non è ritratta sentimentalmente come nelle morti di una donna come Ligeia: stavolta è
brutale e sensazionale.
“io sono morto” è una frase paradossale, che testimonia il fatto di essere vivo. Potere del
linguaggio umano metaforico: può costruire una realtà immaginaria.
1) Cultura moderna- confronta con il caso Welby e Luana Englaro: con le nuove tecnologie si
tiene in vita mettendo il paziente in coma. Adesso riusciamo a manipolare la morte e
sospenderla. Poe intuisce in modo immaginario la direzione verso cui va la scienza.
Rappresentazione del metodo scientifico col protocollo medico (malato entra in un
protocollo di studio per essere analizzato)
2) Circuito mediatico: ambito privato VS pubblico, i media. Il narratore con assistente
studente: ora esperto nei talk show
3) Storia rappresentativa di come va scritto un racconto: il racconto viene scritto per catturare
il lettore e manipolizzarlo, deve avere effetto su di esso.
1849 VON KEMPELEN E LA SUA INVENZIONE (VON
KEMPELEN AND HIS DISCOVERY)
http://uz.sns.it/~fvenez/kempelen.html
La storia riassume le vicende dell'ambiguo Von Kempelen, barone tedesco, che partendo dalle
precedenti ricerche di un certo Mr. Kissam sarebbe pervenuto alla scoperta della pietra filosofale.
Sorvegliato dalla polizia come sospetto coniatore di monete false, Von Kempelen viene arrestato
da alcuni agenti nel suo laboratorio mentre sta per unire del piombo fuso a una sostanza chimica
non identificata. I poliziotti trovano poi nascosto sotto il letto di Von Kempelen un baule contenente
una gran quantità di rottami d'ottone dalla forma irregolare, in tutto simili a dei frammenti di piombo
fusi in un crogiuolo, colati e lasciati raffreddare senza uno stampo. Ad un'analisi successiva, quegli
oggetti risulteranno essere dei pezzi di oro purissimo.
Hoax: Fino a questo momento, in Europa gli effetti più notevoli sono stati un aumento del 200% nel
prezzo del piombo e di quasi il 25% in quello dell'argento.
Nel 1849 l’oro era stato scoperto in California, spingendo migliaia di persone a partecipare alla
“Gold Rush” (rincorsa all’oro). Lo scopo di Poe era quello di far credere alla frottola per permettere
alla gente di pensarci due volte prima di andare in California per cercare oro. Voleva quindi creare
confusione di proposito.
Pochissime persone però furono influenzate da questo hoax.
1840 L'UOMO DELLA FOLLA (THE MAN OF THE CROWD).
HTTP://WWW.IGIORNIELENOTTI.IT/?P=3697
Epigrafe: "Ce grand malheur, de ne pouvoir être seul" — “Questa grande sfortuna, di non essere
capaci di essere soli”
Il protagonista, seduto in un caffè in una delle vie più trafficate di Londra, osserva i numerosi
passanti che transitano sul marciapiede, pensando a quanto siano isolate le persone nonostante la
densità di persone da cui sono circondati. Mediante l'osservazione di particolari caratteristiche
somatiche o comportamentali li descrive e cataloga uno per uno, sa intuire molto di loro e, in
particolare, riesce a dedurre i loro mestieri e la loro posizione sociale. La descrizione della folla
continua ed egli riconosce uomini d'affari, truffatori, borsaiuoli, giocatori di professione, prostitute e
così via, fino a quando al sorgere della notte scorge un uomo che desta il suo interesse in quanto
non riesce a capirne la posizione l'attività e l'indole.
Viene catturato dalla “Idiosincrasy of his expression” (tema dell’individualità), espressione che gli
ricorda il diavolo (“Incarnations of the fiend”) - “he wants to know more of him”. Questo individuo è
vecchio (65-70 anni), minuto, di bassa statura e d'aspetto debole, con vestiti leggeri ma di
eccellente tessuto: tuttavia, suggerisce al protagonista l'immagine di una grande forza morale e
capacità riflessive unite ad una bassa astuzia ed ad un senso di sconfinata angoscia e terrore.
Sconvolto dall'aspetto sinistro di quest'uomo decide pertanto di seguirlo per catturare qualche
informazione. I due vagano per tutta la città, tra aste e negozi, senza comprare nulla, andando
nella parte povera della città e poi tornando svariate volte al punto dal quale sono partiti, il cuore di
Londra, e pare che il vecchio abbia paura della solitudine. Con la notte la massa inizia a scemare
ma si sposta verso le zone più malfamate. Lo conduce “to the verge of the city” – la città sembra
sconfinata.
Passano quasi quarantott'ore, ma il misterioso uomo sembra non accorgersi del suo inseguitore, e
pare non aver voglia di tornare a casa: tutto quello che fa è cercare di stare sempre in mezzo alla
folla. Allora il protagonista, esasperato, gli si para finalmente di fronte fissandolo in volto ma l'uomo
rimane del tutto indifferente e continua a camminare senza degnarlo di alcuna attenzione. Il
narratore cerca di fissarlo negli occhi, ma viene ignorato: non si lascia leggere (“er lasst sich nicht
lesen”), come i libri tedeschi.
Il protagonista capisce allora che non riuscirà mai ad avere ulteriori informazioni su quell'uomo;
comprende come sia inutile continuare a seguirlo e come non riuscirebbe in ogni caso a sapere
niente su di lui (collegamento all’inizio dell’opera – uomini muoiono da soli senza confessarsi). "È
l'uomo della folla" pensa, che non vuole ne può star solo: il tipo e genio del crimine, a causa della
sua imperscrutabilità e la sua incapacità di lasciare la folla di Londra.
Preso inoltre da una mortale stanchezza (di cui invece il vecchio sembra non soffrire) rinuncia
allora al suo inseguimento.
ANALISI
L'uomo della folla non è uno dei tipici racconti dell'orrore di Poe, ove i terrori della psiche si
materializzano nella presenza di spettri e situazioni che sconvolgono improvvisamente la
plausibilità del reale. La narrazione tratta dai Racconti straordinari, oscilla tra la realtà e la surrealtà
e ci parla della condizione umana nel primo affermarsi della civiltà industriale e capitalistica. La
grande città caotica e convulsa, con la sua folla variegata ma sostanzialmente anonima e incapace
di comunicare con il soggetto, produce alienazione nell'uomo. Questo termine, che avrà fortuna in
ambito economico come sinonimo di ripetitività del lavoro e di estraniazione dalle proprie mansioni
produttive, in questo caso può essere interpretato come incapacità di relazionarsi
consapevolmente con gli altri in contesti pubblici, come deprivazione di vere finalità nelle azioni e
nei rapporti collettivi. Il singolo, dopo un'attenta e coinvolgente osservazione delle varie categorie
di soggetti che compongono la folla di Londra (Poe riprenderà quest’attenzione ai minimi particolari
nel personaggio di Dupin), che lo illude di poter penetrare - con un'occhiata - nelle loro storie e
nelle loro personalità, decide si seguire un vecchio enigmatico che si aggira a lungo, c