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ISORADIO

Nasce nel 1989 grazie alle informazioni di Viaggiare Informati e Autostrade per l’Italia; trasmette in

isofrequenza. È un canale orientato alle notizie sul traffico e sulla viabilità senza interruzione

pubblicitaria; dal 2010 vengono introdotti programmi musicali, culturali e d’informazione.

GR PARLAMENTO

Nasce nel 1998 come canale di pubblica utilità; è un programma orientato all’informazione sulla via

parlamentare del paese. Prima vi era Radio Radicale (privata) che oggi sussiste insieme a Gr

Parlamento.

WEB RADIO 6,7 e 8

Nascono nel 2010 e sono web-only, ovvero palestre per sperimentare nuovi formati tematici. La Rai

Rai Sender Bozen

trasmette in digitale terrestre e DAB altri due canali dedicati a minoranze linguistiche:

Radio Trst A.

e

Nuove tecnologie per l’ascolto

A rappresentare l’avanguardia nel settore radiofonico sono le nuove tecnologie per l’ascolto che lo

rendono ancora più personale, più mobile e più controllato:

streaming: utilizzato quando non si ha accesso al FM (es. nei luoghi di lavoro); esso è ancora

- poco utilizzato;

app, social media: Facebook, Twitter, YouTube rafforzano il legame con il pubblico, raggiungono

- il pubblico più giovane con il quale possono interagire e aumentano la distribuzione dei

contenuti;

digitale.

-

Quante sono le radio private nazionali e locali oggi in Italia

Ad oggi le radio private commerciali in Italia sono poco meno di un migliaio. La definizione di radio

commerciale privata comprende sia radio locali che radio nazionali e si differenzia da una parte dalla

radio pubblica e dall’altra dalla radio privata di tipo comunitario.

La normativa vigente prevede che vengano definite nazionali le emittenti che raggiungono con il loro

segnale un territorio con almeno 15 milioni di abitanti. Le emittenti che non raggiungono questa soglia

vengono definite locali. Nel quadro attuale di è formata una differenziazione ad almeno tre livelli:

le radio nazionali vere e proprie, con copertura più o meno ampia a seconda delle frequenze a

- disposizione;

- le cosiddette superstation, radio con un forte legame territoriale ma con una copertura che

raggiunge più regioni;

infine, le radio locali dai bacini ristrettissimi, che hanno copertura limitata a singole province e

- comuni.

I gruppi editoriali presenti sul mercato e le radio che possiedono

Molte piccole radio locali occupate negli anni settanta iniziano negli anni novanta a vendere le proprie

frequenze alle emittenti nazionali in cerca di una migliore copertura del territorio o ai grandi gruppi

editoriali che nel frattempo hanno iniziato ad entrare nel settore. Nei dieci anni successivi i trasferimenti

di frequenze sono numerosissimi e interessano le radio locali più solide, che si rafforzano ulteriormente,

e le radio nazionali, settore in cui sono arrivati i grandi gruppi editoriali come L’Espresso, Il Sole 24 Ore,

Mondadori e poi RCS.

Le caratteristiche della pubblicità radiofonica

La pubblicità è la fonte di guadagno della radio commerciale, in tutti i paesi e nei diversi periodi storici.

Nell’elencare le caratteristiche positive della pubblicità radiofonica solitamente la prima notazione al

riguardo è il rapporto di fiducia e di identificazione che l’ascoltatore sviluppa con la sua radio e che

viene esteso anche al messaggio pubblicitario, rendendolo particolarmente efficace. La seconda

caratteristica che rende la radio appetibile in termini pubblicitari è la sua buona frequenza insieme alla

sua buona copertura. Il è l’unità di misura per indicare la pressione pubblicitaria e

Gross Rating Point

rappresenta il numero di contatti che si possono ottenere con una data campagna pubblicitaria in un

certo lasso di tempo. La pubblicità è infine un mezzo che garantisce un ampio ventaglio di possibilità

per quanto riguarda la copertura geografica e la possibilità di raggiungere un pubblico mirato dal punto

di vista del target.

Andamento del mercato pubblicitario

La SIPRA, che gestisce la pubblicità per la Radiotelevisione pubblica, ancora in regime di monopolio,

tende a offrire assieme radio e televisione principalmente alle grandi aziende, definendo così anche il

perimetro del mercato.

Il rafforzamento del mercato passa prima dalla pubblicità locale, poi da quella nazionale delle prime

emittenti rivolte ad un pubblico giovane, un target molto specifico e con categorie merceologiche ben

definite. Le nascenti radio nazionali si organizzano da subito con le loro concessionarie e si presentano

sul mercato; la loro proposta è nuova ed interessante. Nel frattempo si concretizzano una serie di

elementi utili a dare certezze al mercato, come per esempio la legge Mammì (1990) e la prima ricerca

Audiradio (1988).

Sino al 1992 la quota degli investimenti pubblicitari resta bassa, toccando il 3,2%. Gli effetti del riordino

e della professionalizzazione del settore sulla raccolta pubblicitaria iniziano ad arrivare subito dopo: dal

3,7% del 1993 si passa al 4% del 1995 e al 4,5% del 1997, per poi arrivare al 5,5% nel 1998 e al 6%

nel 2000. I risultati migliori sono quelli raggiunti dalle radio nazionali private, ormai aziende ben

strutturate, con una forte identità e un target di riferimento ben delineato.

Tetti pubblicitari orari

Il tetto è l’indice di affollamento pubblicitario, il massimo di pubblicità che un emittente può mandare in

onda. Esso è controllato dall’AGCOM (autorità per le garanzie nelle comunicazioni). Per le radio

nazionali commerciali il tetto è del 20%, per le locali commerciali del 25%, per le comunitarie è del 10%

e per quelle pubbliche è del 4%. Il GRP è invece l’unità di misura per indicare la pressione pubblicitaria

e indica il numero di contatti che si possono ottenere in un tot. di tempo. Le aziende cercano formule e

progetti per integrare il marchio nei contenuti radio.

La radio comunitaria: definizioni e regolamentazione

radio private comunitarie

Le non hanno scopo di lucro e sono legate alla condivisione di ideali politici,

valori o interessi culturali di una comunità. Si mantengono con risorse economiche di donazioni o di

comunità stesse che vengono rappresentate e gran parte del lavoro è volontario.

Dal 1990 con la legge Mammì, il 50% della produzione tra le 7.00 e le 20.00 deve essere autoprodotta,

impossibilità di diventare commerciale, tetto pubblicitario concesso al 5% orario, riduzione di canone e

tasse. Nel 1996 la percentuale di autoproduzione scende al 30%.

Dal 1995 nasce ARCO (Associazione Radio Comunitarie). La vigilanza è affidata a comitati regionali per

le comunicazioni ma essi non hanno mai agito se non quando chiamati da denunce.

La legge Gasparri del 2004 porta il tetto pubblicitario concesso al 10% orario e introduce la possibilità

di formare syndacation tra le radio comunitarie.

La radiofonia universitaria: caratteristiche e debolezze

college radio

Le nascono negli anni venti del ‘900 in Nord America e nel giro di pochi anni sono circa

150, tanto che ottengono poi dal FCC una frequenza loro. Oggi quasi tutte le università americane

hanno una propria radio e da qui sono passati gruppi musicali divenuti poi molto famosi come i

Coldplay. RadUni,

In Italia la prima radio universitaria nasce nell’Università di Siena nel 1999 e nel 2006 nasce

un’associazione che tutt’oggi promuove questi media. Nel 2012 le radio universitarie italiane sono circa

34.

Esistono tre tipologie di radio universitarie:

istituzionali: rare, realizzate dal personale interno dell’ateneo con competenze specifiche (es.

- Torino);

- studentesche: frequenti, indipendenti dagli uffici principali, stabiliscono con essi strategie

comunicative di collaborazione per eventi ed attività (es. Vercelli);

- miste: nate dalla volontà dei docenti ma sostenute dagli studenti.

Le radio universitarie hanno tre scopi principali:

avere un ruolo didattico e formativo;

- produrre informazione e contenuti innovativi;

- comunicare con la comunità.

-

Lo staff di una radio universitaria è costituito dal personale interno dell’ateneo che ha un compenso e

svolge ruoli di gestione, mentre il team è composto da volontari, per lo più studenti, che decidono di

collaborare al progetto. I ruoli all’interno della radio sono spesso come quelle delle radio comuni.

Italia: la maggior parte sceglie di trasmettere on-line in streaming, questo perché ne è quasi costretta in

quanto non vi è la possibilità di acquisire frequenze.

Australia: le radio universitarie sono radio comunitarie in FM.

Inghilterra: frequenza a bassa potenza.

USA: vengono utilizzate diverse opzioni come per esempio AM, syndacation, FM, frequenze basse.

Eccezione italiana: RadioFrequenza,

Teramo dà vita a prima ed unica radio universitaria a tutti gli effetti.

Alcune emittenti sembrano avere una struttura professionale, altre ricordano l’inizio delle radio libere,

seppure cercano di dotarsi di strumenti all’avanguardia e aggiornare i software, questo perché la

sperimentazione porta a privilegiare la creatività a sfavore della qualità produttiva.

Vantaggi: una programmazione alternativa e per questo educativa; musicale, possono sperimentare

vari generi perché non hanno nessun obbligo del mercato discografico, collaborano con gli artisti;

informativa, vengono trasmesse trasmissioni dedicate all’attualità o a valorizzare l’università;

intrattenimento culturale: radiodrammi, documentari, fiction, cibo, viaggi, sport, … .

Svantaggi: a rallentare la diffusione del fenomeno è la mancanza di una valutazione e di una

misurazione dell’audience e la mancanza di una reale strategia di sostenibilità. Serve un modello di

sostenibilità economica, sociale e culturale; la soluzione che tre radio universitarie optano è l’auto-

Sanbaradio cooperativa Mercurio;

imprenditorialità. Trento con mette in piedi l’ente per il diritto allo

RadioPhonica; Fuori Aula Network

studio di Perugia lancia una web radio, Verona con

Ustation

Nel 2009 nasce il progetto creativo e partecipativo di = primo network nazionale online di

media universitari: radio, tv, magazine. Esso dà risorse economiche con una strategia di marketing volta

a sensibilizzare le istituzioni.

L’informazione radiofonica: emittenti news-oriented ed emittenti no-news

Con la legge Mammì del 1990 venne indetto l’obbligo di produrre informazione. Possiamo suddividere

le emittenti nazionali in:

news-oriented

- Radio24, RTL, Radio Capital, Isoradio, Radio Popolare Network):

(Radio1, hanno

fatto dell’informazione un elemento identitario. Hanno numerosi giornalist

Dettagli
A.A. 2015-2016
18 pagine
2 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher martina.vigliotti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Laboratorio di comunicazione radiofonica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) o del prof Bonini Tiziano.