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L'EQUILIBRIO E L'EFFICIENZA DI MERCATO
L'equilibrio efficiente è una situazione in cui non è possibile alcuno scambio che migliori le condizioni di qualcuno senza peggiorare quelle di qualcun altro. Se l'allocazione di mercato non è efficiente, è sempre possibile effettuare uno scambio che migliori la situazione di alcuni soggetti senza peggiorare quella di altri.
Supponiamo che il costo di succo d'arancia sia di 1€/l ed a questo prezzo i venditori offrono solo 2000l/gg: a questa quantità il compratore assegna ad un'unità del bene un valore pari a 2€. Produrre un'unità aggiuntiva costa solo 1€. Con un prezzo di 1€/l l'eccesso di domanda è pari a 2000l/gg, il che significa che molti compratori saranno frustrati poiché non riescono a comprare la quantità di succo desiderata al prezzo corrente.
Ipotizziamo che un produttore venda ad un compratore
particolarmente interessato un litro in più di succo, ad un prezzo di 1,25€/l. Dal momento che produrre un'unità in più costa solo 1€, il venditore ha un beneficio di 0,25€ (1,25 - 1); mentre il compratore ha un beneficio pari a 0,75€ (2 - 1,25), poiché aveva assegnato un costo di 2€ (massimo che poteva pagare). Quindi, il surplus economico sarà di 1€ (0,25 + 0,75). Ipotizziamo che il produttore meno soddisfatto venda 1l di succo a 1,75€ ad un compratore che gli assegna un valore più alto (2€). Quest'ultimo, che sarebbe stato pronto a pagare 2€, risparmia 0,25€ (2 - 1,75); mentre il produttore, che doveva vendere il succo a 1€/l, avrà un guadagno di 0,75€ (1,75 - 1). Se il prezzo è inferiore o superiore al prezzo di equilibrio, la quantità scambiata sarà inferiore alla quantità di equilibrio. Solo il prezzo di equilibrio
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permette di raggiungere il massimo surplus totale.
I mercati si dicono efficienti, quando:
- Compratori e venditori hanno un'informazione perfetta: se gli individui non conoscono un bene, avranno difficoltà nel valutare il prezzo che sono disposti a pagare per comprarlo;
- I mercati sono perfettamente concorrenziali;
- Le curve di domanda ed offerta soddisfano certe restrizioni;
- I costi di transazione sono bassi: elevati costi di viaggio possono comportare un eccesso di domanda di lavoro in una zona della città e un eccesso di offerta in un'altra zona.
Il mercato è efficiente quando massimizza il benessere economico -> quando siamo in equilibrio non è possibile pensare ad uno scambio dove venditori e compratori ci guadagnano, poiché i prezzi di riserva sono gli stessi: non c'è nessuno disposto a pagare di più e nessuno disposto a ricevere di meno.
7.2 IL COSTO DERIVANTE DALL'IMPERIDRE GLI
AGGIUSTAMENTI DEI PREZZILo stato interviene attraverso dei tetti ai prezzi o dei prezzi massimi. Questo determina, in termine di surplus, una diminuzione. Dal punto di vista economico, in questa situazione in cui il mercato da solo è in grado di raggiungere il benessere economico, qualsiasi intervento va a diminuire il surplus.
I tetti ai prezzi è un'ordinanza dello stato che fa abbassare i prezzi -> c'è una parte della società che non può comprare quel bene, quindi lo stato pone un tetto massimo di prezzo per quel determinato bene.
Ad esempio, alla fine degli anni '70 con lo shock petrolifero, il prezzo del combustibile per il riscaldamento domestico si alzò: il governo introdusse un tetto di prezzo massimo in modo tale da abbassare il prezzo poiché secondo lo stato questo era un bene che doveva essere accessibile a tutti.
"Quale livello di spreco determina un tetto al prezzo del combustibile per
"Il prezzo di equilibrio (dove si incontrano le due curve) è pari a 1,40€/l. Molte famiglie a basso reddito non sono in grado di riscaldare adeguatamente le loro case, per questo il governo emana un provvedimento che fissa il prezzo massimo a 1€/l.
Con 1,40€/l si venderebbero 3000l/gg. Con un 1€/l si venderanno 1000l/gg. Questo perché:
- Surplus compratore: è il triangolo più chiaro. La sua altezza equivale a 0,60 (2 – 1,40), la sua base equivale a 3000. Per calcolare il surplus, troviamo l'area del triangolo: (0,60 x 3000) : 2 = 900
- Surplus produttore: è il triangolo più scuro. La sua altezza equivale a 0,60 (1,4 – 0,8), la sua base equivale a 3000. Per calcolare il surplus, troviamo l'area del triangolo: (0,60 x 3000) : 2 = 900
- Surplus totale: è la somma dei due surplus: 900 + 900 = 1800€/gg.
Al prezzo di 1€/l, si venderanno 1000l/gg. L'altezza
misura 0,80€/l e la base 2000l/gg, l’area del triangolo,adesso, sarà: ( 0,80 x 2000 ) : 2 = 800
Il surplus del produttore avrà una diminuzione, che scopriamo attraverso l’area del triangolo scuro più piccolo: ( 0,20 x 1000 ) : 2 = 100
A questo punto il surplus del produttore sarà di 800€/gg ( 900 – 100 =800).
L’analisi parte dal fatto che ognuno dei 1000l/gg venduti in questo mercato, finiranno nelle mani dei consumatori che hanno un prezzo di riserva inferiore a 1,80€/l.; poiché qualsiasi compratore con un prezzo di riserva maggiore ad 1€/l sarà disposto a comprare il bene a prezzo massimo fissato per legge. Quando un bene scarseggia, i compratori sono indotti a adottare misure costose per aumentare la probabilità di ottenerlo.
Il prezzo fisso dettato dalla legge, porta i venditori di combustibile a perdere 800€/gg di surplus: di conseguenza è normale attendersi che i compratori siano
disposti a pagare un importo giornaliero in imposte aggiuntive, inferiore a 800€, anziché avere un controllo sui prezzi. Dobbiamo pensare al surplus totale come una torta da dividere fra i vari partecipanti:- La prima torta (a) rappresenta i 1000€ giornalieri di surplus totale disponibile ai soggetti appartenenti al mercato per il riscaldamento domestico, quando il governo impone un prezzo massimo di 1€/l. La torta è divisa in due parti che indicano il surplus dei ricchi (R) e il surplus dei poveri (P);
- La seconda torta (B) rappresenta i 1800€ giornalieri di surplus totale disponibile quando il mercato raggiunge il prezzo di equilibrio (dove si incontrano le curve -> 1,40€/l). Le torte sono divise in maniera uguale: la torta di destra, però, è più grande e quindi sia ricchi che poveri possono ricevere una maggiore quantità di riscaldamento, cosa che non poteva accadere nell'altra torta (poiché più
piccola).Quando la torta è più grande, ciascuno può ottenerne una fetta maggiore.Qualsiasi politica che riduca il surplus totale è un'occasione persa per migliorare la situazione economica di ogni singolo individuo. È nell'interesse di tutti trasferire semplicemente reddito alle fasce più povere.
"Controllo sui prezzi (II)"
Un altro esempio di controllo sui prezzi è la questione del salario minimo. Se il salario minimo è vincolante, il risultato è la disoccupazione: in particolare dei lavoratori più giovani e meno qualificati. Un altro possibile effetto è il lavoro nero. In Italia c'è un incentivo per le imprese a restare al di sotto dei 15 dipendenti (norme meno restrittive). Un'altra possibilità è dare i sussidi ai lavoratori più poveri.
LE IMPOSTE E L'EFFICIENZA
I tributi sono dei pagamenti che lo Stato impone per finanziare l'offerta di
Beni e servizi di interesse comune, ne esistono due:
- Le tasse: sono un pagamento a fronte di un corrispettivo (es. tasse universitarie);
- Le imposte: sono un pagamento senza corrispettivo diretto, si dividono:
- In somma fissa (es. imposta di soggiorno);
- Ad valorem: in percentuale del valore degli scambi (es. IRPEF, IVA, Robin tax);
- Sulla quantità o unitarie (es. accisa sui carburanti, sul tabacco, sugli alcolici).
“Chi paga un'imposta applicata ai venditori di un bene?”
In assenza di imposte, il prezzo e la quantità di equilibrio sono 3€/kg e 3.000.000kg/mese. Se lo stato impone un'imposta di 1€/kg, questo equivale ad un aumento di 1€ del costo marginale della produzione di ciascun kg di fagiolini.
A questo punto, il prezzo e la quantità di equilibrio sono 3,50€/kg e 2.500.000kg/mese.
Ora, i produttori riceveranno 2,50€/kg (diminuzione di 0,50€) e i consumatori pagheranno 3,50€/kg (aumento di 0,50€).
è detto che l’onere di un’imposta debba gravare in egual misura suiproduttori e consumatori.
“L’impatto prodotto sul surplus economico da un’impresa applicata ai venditori”
In assenza di imposte, verrebbero venduti 3.000.000kg di fagiolini ad un prezzo unitariodi 3€/kg. Il surplus totale sarebbe di 9.000.000€/mese.
Il surplus totale è indicato dall’area del triangolo evidenziato:
( 6 x 3.000.000 ) : 2 = 9.000.000Con l’imposta di 1€, verrebbero venduti 2.500.000kg di fagiolini ad un prezzounitario di 2,5€/kg.
Il surplus totale, in questo caso, sarebbe di 2.750.000€/mese; ben 2.750.000 inmeno di prima.
Il surplus totale è indicato dall’area del triangolo evidenziato:
( 5 x 2.500.000 ) : 2 = 6.250.000“Perdita netta di benessere” La perdita netta di un benessere è una riduzione del surplus totale,determinata dall’adozione di un provvedimento di politica economica
La perdita netta di surplus è raffigurata all'area del piccolo triangolo grigio. Il consumo di fagiolini ammonta a 2.500.000€/mese, il valore di 1kg in più per i consumatori è pari a 3,50€ mentre per i produttori solo 2,50€ senza imposta. Per calcolare la perdita netta, calcoliamo l'area del triangolo: (1 x 500.000) : 2 = 250.000. 7.4.3 LE IMPOSTE, L'ELASTICITÀ E L'EFFICIENZA "La perdita netta di benessere derivante da un'imposta diminuisce man mano che la curva domanda diventa meno elastica rispetto al prezzo" Supponiamo che il governo fissi un'imposta di 0,50€/kg sul sale da tavola. La domanda di sale è anelastica rispetto al prezzo, poiché il sale ha pochi beni sostituti e occupa una minuscola percentuale nel bilancio della spesa famigliare. Quindi, l'imposta su questo bene non causerebbe una grande perdita di benessere. Maggiore è l'elasticità della domanda,aumento delle tasse, maggiore sarà l'impatto negativo sull'economia. Le tasse più alte riducono la disponibilità di reddito delle famiglie e delle imprese, limitando la capacità di consumare e investire. Ciò può portare a una diminuzione della domanda aggregata e della produzione, con conseguente aumento della disoccupazione e della recessione economica. Inoltre, le tasse più alte possono disincentivare l'attività imprenditoriale e gli investimenti, riducendo la crescita economica nel lungo termine. Pertanto, è importante valutare attentamente l'impatto delle politiche fiscali sulla perdita netta di benessere e cercare di trovare un equilibrio tra la necessità di finanziare i servizi pubblici e la promozione della crescita economica.