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E. PIZZORNO - L’ITALIA DOPO IL BOOM
Afferma che il crescente ceto medio emerso dal boom economico degli anni ’60 stesse
trasformando l’Italia in una società in cui il collante sociale era la crescita economica e la possibilità
di generare nuove opportunità di consumo e non grandi ideologie.
F. MC LUHAN - IL VILLAGGIO GLOBALE
Uno dei primi difensori del ruolo dei nuovi media durante la diffusione di massa della TV, secondo
lui i nuovi media elettronici trasformavano l’umanità in un villaggio globale, permettendo di
comunicare in tempo reale a grande distanza rimpicciolendo il mondo, cancellando le differenze tra
paesi poveri e ricchi creando una comunità globale.
E. NEGROPONTE - IL TECNOLIBERISMO E L’IDEOLOGIA CALIFORNIANA
Fa parte di un gruppo di opinionisti che si riunisce intorno alla diffusione di internet negli anni ’90:
vedeva la rete come una tecnologia che permette di abbattere le barriere spaziali/burocratiche che
dividono gli stati. L’individuo in rete è un consumatore che che vive negli spazi digitali e in un
mercato libero. Il tecnoliberismo viene riassunto nella formula di “ideologia californiana”
secondo la quale la diffusione di internet porta un accesso diffuso a sapere e informazione,
cancellando le differenze di potere fra consumatori/produttori, datori/lavoratori, stato/cittadini.
Anche se esaspera il potenziale liberatorio di internet coglie l’importanza di movimenti e idee
radicali nello sviluppo della rete. 5 di 23
F. HIMANEN - IL CAPITALISMO CONTEMPORANEO
Autore che analizza le trasformazioni culturali alla base della società dell’informazione, palando di
una nuova etica del capitalismo: basata su flessibilità, creatività e indipendenza. Emerge il nuovo
spirito del capitalismo, fondato sui valori delle controculture degli anni ’60 del XX secolo. Secondo
questa teoria, alla base del capitalismo contemporaneo vi sono elementi culturali provenienti da
movimenti di opposizione, che vengono riadattati come parte della cultura di un capitalismo
flessibile e consumistico.
Queste teorie convergono nell’idea di una nuova società postindustriale:
1. riduzione del peso economico della produzione materiale, nuova economia dell’informazione e
dei servizi;
2. centralità della produzione di sapere e della ricerca, come motore dello sviluppo sociale;
3. potere assunto dall’organizzazione di processi complessi, sostituendo la vecchia classe
dirigente.
Si pone attenzione anche alle trasformazioni delle forme di produzione. i computer e l’automazione
delle macchine permettono di superare l’organizzazione rigida e gerarchica, per formare
produzioni più flessibili (non più basate sulla catena di montaggio). Le nuove macchine sono
facilmente riconfigurabili e rispondono alle esigenze di un mercato in continuo cambiamento.
Negli anni ’90 nascono inoltre i concetti di:
A. intelligenza collettiva: mobilitazione delle intelligenze distribuite e valorizzate grazie alle
tecnologie dell’informazione;
B. capitalismo cognitivo: forma di organizzazione della produzione che si baso sullo
sfruttamento delle capacità cognitive degli individui grazie ai media digitali.
Secondo Marx l’intelletto generale era destinato a diventare la principale forma di produzione nelle
società avanzante. Questa profezia si è realizzata, dimostrando che il sapere concentrato nelle
tecnologie informatiche ha un ruolo guida nell’economia.
4. STORIA DELLE TECNOLOGIE INFORMATICHE
L’evoluzione della società dell’informazione è relazionata all’affermarsi dei computer. La storia
delle tecnologie è legata ai grandi mutamenti sociali. La prima definizione viene da Turing:
propose negli anni ’30 una macchina programmabile, differente dagli elettrodomestici perché un
insieme di macchine che prima avevano usi distinti. Il primo computer può essere quello di
Jacquard (telaio con programma per l’esecuzione di un modello). Da qui Babbage sviluppò la
macchina delle differenze + macchina analitica, risolve l’alto costo/bassa qualità dei calcoli umani.
Lovelace è l’autrice del primo programma informatico. Questi progetti erano volti ad aumentare la
produzione e la gestione di organizzazioni complesse. A partire dal XVIII secolo l’illuminismo porta
una mentalità scientifica e l’idea che la società possa essere calcolata, il tutto rinforzato dalla
statistica che genera nuovi metodi di calcolo: la macchina di Hollerith (per il calcolo del
censimento americano, sfruttando schede di cartone che registravano l’assenza/presenza con fori
in posizioni specifiche), diventò poi la IBM. La produzione diventa più automatizzata e gli operai
vengono sostituiti con immigrati dalle campagne (salario più basso). Le nuove corporation creano
domande nei consumatori, facendo nascere il marketing, le ricerche di mercato, management…
Ulteriore spinta fu data dalla 2GM: necessità di calcolare per scopi di controspionaggio. Turing
prese parte all’impresa decifrando Enigma (comunicazioni naziste cifrate) attraverso Colossus, il
primo computer elettronico. I computer erano grandi e complessi, solo negli anni ’60 IBM lancia
prodotti per le imprese, Intel inventa il microprocessore, abbattendo costi/dimensioni. I computer
comuni nascono da hacker/controculture che li modificano per scopi imprevisti; gli esponenti
principali furono quelli della Silicon Valley, protagonisti del boom degli anni ’80 nell’uso domestico
(Apple, Microsoft…). La trasformazione del computer da militare a comune è grazie a:
1. hacker e attivisti dei movimenti del post-’68;
2. imprenditori della Silicon Valley;
3. Industria dei videogiochi. 6 di 23
5. L’EVOLUZIONE DELLE RETI
I computer iniziano ad essere pensati come strumenti per comunicare e non solo per calcolare.
ANNI ’60: gli antenati di internet
•
1. Bush: immagina il Memex, strumento con schermo per creare una memoria riproducendo testi;
2. Licklider: creazione di un Intergalactic computer network, che connette istituzioni/aziende/cittadini;
3. Arpa: agenzia di ricerca militare che che progetta Arpanet, che tramite il packet switching
permette la circolazione di informazioni su percorsi diversi dopo averle scomposte in serie di
pacchetti. Inizialmente nata con funzioni militari, i ricercatori universitari ne influenzano lo
sviluppo.
ANNI ’70: nascita dei protocolli liberi
•
1. Tcp/Ip: protocollo libero e aperto, chiunque può usarlo liberamente permettendo
l’implementazione su dispositivi per scopi diversi, creato per prevenire che qualcuno
censurasse o controllasse le comunicazioni;
2. BBS: banche dai di informazioni che permettono di mettere in comunicazione l’utente con
sistemi di scambio di informazioni aperti a chiunque e su qualsiasi tema;
ANNI ’80: nascita della comunità virtuale
•
1. Stewart Brand: utilizza i BBS per creare una comunità virtuale: la rete ora permette alle
persone di comunicare tra loro propagando contenuti senza una censura centrale;
2. Scelte politiche: prima ondata di liberalizzazione che apro la concorrenza in un mercato
monopolistico come quello degli operatori telefonici.
ANNI ’90: nascita del world wide web
•
1. Berners-Lee: scienziato che scrive e condivide il World wide web, linguaggio basato
sull’HTML che permette di mettere online documenti ipertestuali raggiungibili attraverso gli
URL, indirizzi che identificano un server e permettono al computer di accedervi, in maniera
libera. La navigazione avviene tramite interfacce grafiche, i primi browser come Netscape;
2. Società globale dell’informazione: nata durante il G7 tra i paesi più ricchi de mondo;
3. Copyright act: regola la proprietà intellettuale online rendendo illegali pratiche di
sovvertimento per la protezioni dei diritti, attirando case discografiche/cinematografiche a
sfruttare il web per business;
4. Dot-com: portali commerciali (ebay, amazon…);
5. New economy: sviluppata dai dot-com, ogni attività online in grado di attirare investimenti da
chi fosse in grado di sfruttare il web per business;
6. Bolla speculativa: conseguenza della new economy, aumento spropositato dei costi delle
azioni delle aziende di commercio online, investimenti troppo grossi rispetto al valore
dell’azienda, il relativo scoppio ne causa il fallimento.
ANNI 2000: nascita del web 2.0
•
1. WEB 2.0: nuova fase tecnologica/economica causata dal fallimento delle aziende della rete
dopo lo scoppio della bolla speculativa. 7 di 23
6. IL FUTURO DELLA SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE
Le nuove tecnologie informatiche hanno conseguenze sociali fondamentali:
- rendono possibili l’automazione/organizzazione della produzione;
- diminuiscono il costo della produzione materiale;
- crescono i beni immateriali (innovazione, brand, organizzazione…).
Le nuove tecnologie informatiche creano conflitti e disuguaglianze:
- tra i membri della società dell’informazione e coloro che ne vengono esclusi;
- le identità e i riferimenti culturali diventano globali e locali allo stesso tempo, ma sempre meno
nazionali.
- sostituzione della classe operaia industriale con proletariato dei servizi (call center, data entry…);
- disuguaglianza tra i paesi poveri produttori di materia (Africa) e gestori dell’innovazione (Silicon Valley).
Il futuro della società è aperto e dipende da molte variabili:
- lo sviluppo tecnologico;
- gli attori che guidano lo sviluppo;
- le politiche sulla regolamentazione delle telecomunicazioni;
Le reti digitali sono frutto di scelte e ideologie diverse tra loro:
- la ricerca militare (esigenze di comunicazione e calcolo centralizzate);
- gli scienziati (intenzione di apertura e scambio di conoscenze);
- le controculture e gli hacker (voglia di libertà di accesso e democratizzazione della rete);
- le imprese (strategie di marketing e il rendere prodotti di massa le innovazioni);
Le scelte sulle tecnologie sono in grado di ridefinire l’azione degli umani, oggi si evolvono in:
- smart city: controllo dei flussi di persone/cose/informazioni tramite sensori nel contesto urbano;
- sharing economy: controllo delle imprese a lavoratori proprietari dei mezzi di produzione
(uber).
Gli obiettivi futuri si concentrano sempre su ciò che si era prefissato all’inizio: il controllo della
popolazione e l’organizzazione della produzione, questo è anche possibili grazie a un’alleanza col
web tramite la quale i governi riescono a intercettare tutte le comunicazioni digitali a scopo di
sorveglianza. 8 di 23
CAPITOLO 3: CULTURE E IDENTITÀ
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