Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 16
Riassunto Esame Governo delle Organizzazioni Culturali, prof. Bernardi Pag. 1 Riassunto Esame Governo delle Organizzazioni Culturali, prof. Bernardi Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 16.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto Esame Governo delle Organizzazioni Culturali, prof. Bernardi Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 16.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto Esame Governo delle Organizzazioni Culturali, prof. Bernardi Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 16.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto Esame Governo delle Organizzazioni Culturali, prof. Bernardi Pag. 16
1 su 16
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

GOVERNO DELLE ORGANIZZAZIONI CULTURALI – BERNARDI

PUBBLIC ACCOUNTABILITY E PRINCIPIO DI ECONOMICITÀ

1.1 Introduzione al corso

ORGANIZZAZIONE: per risolvere problemi e soddisfare bisogni l’uomo non può agire sempre in maniera individuale,

deve costituire dei gruppi. Questi gruppi, ovvero le organizzazioni, si basano sulla collaborazione di persone con

competenze diverse, e quindi sulla specializzazione del lavoro. In ambito aziendale assumono rilievo le organizzazioni

stabili che si fondano su regole e consuetudini consolidate nel tempo, che sono definite istituti. Tutte le organizzazioni

stabili sono riconducibili a quattro tipologie (istituti) con finalità diverse tra loro. Alcuni istituti (es: famiglia)

soddisfano i bisogni umani in maniera diretta, altri (es: impresa) in maniera indiretta.

Si considerano 4 classi di istituti caratterizzati da diverse finalità istituzionali:

1) Famiglia: attiene alla sfera personale della vita delle persone. La dimensione economica è strumentale al

perseguimento di finalità extra-economiche (es: mutuo sostegno, educazione dei figli)

2) Impresa: ha come fine istituzionale la creazione di nuova ricchezza a beneficio diretto e indiretto della

comunità. Il compito dell’impresa è quello di creare nuova ricchezza, che viene poi distribuita tra capitale e

lavoro. In questo modo (indiretto) chi ha guadagnato (sia il datore di lavoro che il lavoratore) può spendere la

ricchezza per soddisfare i propri bisogni.

3) Non profit: ha un fine erogativo, di fornitura di un servizio. Anche in questo caso la dimensione economica è

strumentale al perseguimento di finalità diverse (es: assistenza a persone in difficoltà, sostegno alla cultura, allo

sport, alla sanità). Il non profit persegue una soddisfazione diretta dei bisogni attraverso la compravendita di

beni/servizi a prezzi diversi da quelli del mercato. L’eventuale ricchezza prodotta non viene distribuita tra i soci,

ma interamente reinvestita nell’attività.

4) Pubblica amministrazione: è un sistema misto, in quanto può agire sia al di fuori sia dentro al mercato. Ad

ogni modo ha finalità prevalentemente erogative, anche se più articolate e complesse rispetto al non profit. Le

entrate provenienti dalle imposte vengono investite per finanziare servizi per la comunità.

AZIENDA → insieme degli aspetti economici che fanno funzionare un’organizzazione. Tutte le organizzazioni hanno

una dimensione aziendale dal momento in cui hanno a che fare con beni economici, indipendentemente dal fatto che

abbiano come finalità la creazione di ricchezza.

ECONOMICO → ciò che riguarda la produzione e il consumo di beni che sono contemporaneamente:

→ scarsi: non disponibile in natura. Richiede uno sforzo per essere acquisito, è necessario un lavoro per produrli

→ utili: soddisfano le necessità umane. Si tratta di una nozione relativa → dipende dall’evoluzione dei bisogni umani,

dalle esigenze personali, dalla tecnologia che disponiamo, dalle infrastrutture che agevolano gli scambi e

condizionano il mercato.

Il valore economico di un bene è definito in funzione del suo grado di scarsità e utilità; si tratta dunque di un dato

mutevole e non legato a caratteristiche intrinseche del prodotto.

Principio di economicità = tutte le quattro classi di istituti precedentemente elencate sono tenute a utilizzare nel

miglior modo possibile le risorse impiegate per conseguire le rispettive finalità istituzionali.

Nel caso delle aziende di erogazione di ricchezza → ciò consiste nell’evitare sprechi.

• Mentre per le aziende di produzione di ricchezza → significa produrre adeguate ricompense al lavoro e al

• capitale.

I teatri e i musei hanno una dimensione aziendale non perché debbano fare profitti, ma in quanto non possono

permettersi il lusso di sprecare risorse pubbliche. I fini sociali e culturali vanno perseguiti nella maniera più efficiente ed

efficace possibile.

La produzione economica di un istituto parte da una serie di fattori di produzione (input, ovvero i beni/servizi acquistati),

i quali, grazie a una certa struttura produttiva (impianti, attrezzature, scorte, ecc.) subiscono una trasformazione che li

converte in risultati (output, ovvero i beni/servizi venduti). Questo ciclo di produzione ha l’obiettivo di generare ricchezza

attraverso il processo di trasformazione: è fondamentale dunque che i risultati prodotti valgano di più rispetto ai fattori

di produzione impiegati.

La produzione economica di un istituto si può rappresentare come segue:

FATTORI DI PRODUZIONE TRASFORMAZIONE RISULTATI

Costi Ricavi

I fattori di produzione sono di diverso tipo (es: personale, materie prime) e sono rappresentati da unità di misura

differenti. Per sapere se l’azienda ha generato o distrutto valore è necessario convertire tutto in un’unica grandezza di

riferimento: la moneta. A questo punto i fattori di produzione vengono misurati in costi, mentre i risultati in ricavi.

È importante tenere a mente che acquistare e pagare non sono sinonimi: un’azienda può avere sostenuto dei costi

senza averli ancora pagati (di conseguenza avrà un debito verso i fornitori). Allo stesso modo anche i ricavi non sono

sinonimo di incassi (l’eventuale scostamento rappresenta un credito verso i clienti). Infatti uno strumento di vendita

estremamente diffuso, in particolare tra le imprese, è proprio il credito.

Il credito permette all’impresa di estendere la sua economia dal momento che dispone per più tempo dei soldi, che

possono essere impegnati più volte. Entro una certa soglia tutto ciò è positivo perché costituisce uno stimolo

all’economia, ma se si esagera diventa una droga per il mercato. Non bisogna mai sottovalutare lo scarto finanziario e

temporale dettato dai debiti/crediti.

Per cercare di aumentare le entrate si possono attivare sponsorizzazioni. È importante però che queste vengano

➔ proposte in modo efficace, preciso e dettagliato: quando un’organizzazione chiede dei soldi a qualcuno deve

dare sempre qualcosa in cambio (es: visibilità). Ci deve essere una forma di coerenza tra la proposta di

sponsorizzazione, le attività dello sponsee e quelle dello sponsor. Lo sponsor deve essere messo in condizione di

capire se l’operazione è vantaggiosa anche per lui o meno in termini di visibilità, partnership, ecc. Una possibile

modalità consiste in contratti di sponsorizzazione che includano condizioni specifiche (es: un’azienda paga di più

a patto che tra gli altri sponsor non siano presenti suoi competitors). La proposta di sponsorizzazione deve

sempre essere accompagnata da un piano che funga da riferimento oggettivo. In caso di grandi eventi, spesso

periodici e molto prestigiosi (es: Biennale), succede che sia lo sponsor a candidarsi e l’istituzione che organizza

l’evento opera una selezione per scegliere da chi farsi sponsorizzare (es: Rolex). Inoltre, non sempre una

sponsorizzazione viene attivata con l’obiettivo di attirare nuovi clienti nell’immediato, ma magari per cercare di

ampliare l’impatto sociale e il consenso del marchio (es: serate jazz sponsorizzate da Porche).

Lo stesso discorso vale nel caso delle donazioni. Chi ha avuto successo con la sua attività può sentirsi in dovere

➔ di donare una parte dei suoi guadagni a vantaggio del territorio nel quale è cresciuto o ha avuto fortuna. Questo

tipo di persone fornisce un importante contributo alla cultura. La propensione alla donazione non è diffusa

ovunque e varia molto da paese a paese e anche da regione a regione.

Un’ulteriore fonte di finanziamento sono i contributi pubblici. Se l’attività portata avanti da un’organizzazione

➔ può essere considerata un prolungamento di quella degli organi degli enti locali, tali enti potrebbero ritenere

opportuno erogare contributi per favorirne lo svolgimento.

Dimensione economica = ciò che attiene all’acquisto e alla vendita di un bene/servizio

Dimensione finanziaria = ciò che attiene al pagamento di un bene/servizio (uscite) e all’incasso di tale pagamento

(entrate). Mi dice come e quando si muoverà il denaro per corrispondere agli obblighi di pagamento derivanti dalla

dimensione economica.

C’è uno scarto tra dimensione economica e dimensione finanziaria. A fronte della stessa situazione economica posso

avere situazioni finanziarie anche molto diverse tra loro. Una modalità diffusa adottata dai negozi è ricevere subito i

soldi delle vendite e solo in seguito pagare gli acquisti: ciò è vantaggioso in quanto determina un momentaneo surplus

di liquidità. Tuttavia nel caso dei beni culturali spesso accade il contrario: prima si devono sostenere i costi e solo in

seguito iniziano ad arrivare le entrate della biglietteria e dei contributi pubblici.

Nelle imprese, alla differenza ricavi-costi si dà il nome di reddito. Per far fronte ai costi di produzione, l’azienda

• deve realizzare degli investimenti di risorse finanziare (impieghi), che richiedono necessariamente delle

coperture (fonti di finanziamento). Tali fonti possono consistere in risorse finanziarie proprie dell’impresa, in

debiti che questa ha nei confronti del mercato finanziario e da un certo punto di vista anche nei debiti verso i

fornitori. La somma degli impieghi deve necessariamente coincidere con quella delle fonti di finanziamento (è

un’identità).

Nelle altre organizzazioni i termini usati sono diversi: non si parla di costi, ricavi e reddito, ma rispettivamente di

• oneri, proventi e avanzo.

1.2 Il modello economico finanziario

Stato patrimoniale è una valutazione dell’azienda in un momento puntuale della sua vita, una sorta di inventario di tutto

ciò che possiede. Confrontando due stati patrimoniali relativi a due momenti distinti della vita dell’azienda è possibile

calcolare i guadagni o le perdite accumulati durante quel dato intervallo i tempo. Nello stato patrimoniale le voci

aggregano varie determinanti della prestazione, rendendo difficile l’esame delle singole performance, la

programmazione di quelle future, la comunicazione dei risultati e la rendicontazione sociale.

Conto economico: prospetto che descrive costi, ricavi e reddito relativi a un determinato periodo di tempo (esercizio). In

altri termini, descrive gli sforzi produttivi dell’azienda realizzati in un certo periodo di tempo e i relativi risultati

conseguiti. Rispetto allo stato patrimoniale dà una visione dinamica dell’azienda ed entra molto più nel dettaglio delle

singole componenti che hanno determinato costi e ricavi per l’organizzazione, permettendo di comprendere in un’ottica

causa-effetto a cosa vanno imputati eventuali guadagni o perdite. Ciò è estremamente

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
16 pagine
1 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher salola di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Governo delle organizzazioni culturali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Bernardi Bruno.