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TRASLATIVI(OSCILLAMENTI).
2.1) GLI SCORRIMENTI ROTAZIONALI sono movimenti di rotazione che avvengono intorno ad un pt esterno
del versante e al di sopra del baricentro della massa in movimento. La forma delle superfici di scorrimento è
di solito arcuata e con la concavità verso l’alto, l’andamento abbastanza regolare della superficie consente
di prevedere il suo andamento all’interno dell’ammasso roccioso. Questo tipo di fenomeno è molto
sviluppato nelle sequenze sedimentarie con comportamento plastico ma si possono trovare anche delle
rocce ignee o metamorfiche. Tra le cause sono da ricordare le azioni antropiche quali sbancamenti , scavi di
trincee, eventi meteorici intensi, sovraccarichi sulla sommità del pendio, sollecitazioni sismiche,
scalzamento al piede (corsi d'acqua).
Caratteri diagnostici: Zona di accumulo (TERRENI) scorrimenti rotazionali:
• Si presenta con una superficie meno inclinata rispetto al pendio originario, con una depressione alla base
della scarpata principale dove si osserva ristagno d'acqua; sono presenti fessure trasversali, scarpate
minori, massi isolati, stratificazione diversa rispetto all'area circostante, alberi divelti
• Il corpo di frana è costituito dai blocchi originari scivolati e generalmente rotti in masse più piccole;
presenta fessure longitudinali con acqua
• Il piede presenta fessure trasversali che si estendono oltre il piede di frana, talora con acqua;
rigonfiamento
• L’unghia è spesso costituita da un deposito di terreno di forma lobata
2.2)GLI SCORRIMENTI TRASLATIVI materiali coinvolti sono terre rocce e detriti e avvengono lungo una sup
di discontinuità poco scabrosa e preesistente, quale un piano di faglia ,un piano di scistosità.
La condizione predisponente è che la sup di discontinuità sia disposta nello stesso senso del versante e con
un inclinazione uguale o minore a quella del pendio. Le cause determinati sono tutte quelle che possono
portare ad un decremento delle resistenze di attrito lungo le superfici di discontinuità ossia :
1)eventi meteorici intensi
2)sollecitazioni sismiche
3)scalzamento al piede (corsi d'acqua)
:
Zona di distacco
•TERRENI: Nicchia di distacco caratterizzata da fratture verticali che tendono a seguire l'andamento del
pendio e scarpata principale subverticale nella parte sommitale, con inclinazione decrescente verso valle. I
fianchi presentano basse scarpate con fratture verticali divergenti verso valle
•ROCCE: Nicchia di distacco caratterizzata da roccia alterata con fratture e scarpata principale a gradoni, a
seconda dell'andamento delle discontinuità. I fianchi sono irregolari
Zona di accumulo:
•TERRENI: La testa non presenta rotazioni; il corpo di frana è composto da un'unica o poche parti,
generalmente indisturbato; il piede è assente e l’unghia si presenta come una superficie rugosa,
sovrapposta alla superficie originaria
•ROCCE: La testa si presenta con blocchi di roccia; il corpo di frana è composto da una superficie rugosa con
molti blocchi di roccia che mantengono l'orientazione originaria; il piede è assente e l’unghia si presenta
con numerosi frammenti di roccia 33
ESPANSIONI LATERALI (LATER SPREAD) sono frane che si innescano quando una massa rocciosa lapidea
e fratturata è sovrapposta ad una roccia dal comportamento molto plastico. Il fenomeno è al quanto
complesso, poiche ha iniziato con il mobilitazione dei blocche rigidi sovrastanti che provocano la
deformazione plastica delle sottostanti rocce; deformandosi richiamano le sovrastanti rocce rigide che si
suddividono in blocchi spostandosi lateralmente sulla verticale e verso valle.
Tra le cause determinati ricordiamo gli incrementi delle P interstiziali nel substrato plastico e del carico
piezmetrico nelle rocce rigide.
COLAMENTI Materiali coinvolti: terreno e detriti, roccia fratturata. Sono flussi viscosi di terreno sciolto
fluidificato senza vere e proprie superfici di scivolamento; si sviluppano spesso lungo le aste torrentizie,
dando luogo a trasporti in massa di dimensioni eccezionali, grazie alla notevole capacità di rimobilizzazione
del materiale che contraddistingue il fenomeno. Si distinguono :
1)COLATE DELLE ROCCE LAPIDEE che avvengono con spostamenti lenti e con deformazioni plastiche dei
versanti. La velocita varia in base all’acqua presente che è la principale causa. Generalmente sono lenti che
si possono percepire solo ad osservazioni di lunga durata
2)COLAMENTI IN TERRENI SCIOLTI e il materiale è formato da masse intatte, e sono movimenti plastici a
velocita notevole , si distinguono in colate per caratteri morfologici somiglianti a colate di lava e di terra. Le
colate consentono il movimento del materiale allo stato fluviale incalanandosi nelle incisioni e distruggono
tutto quello che incontrano. :
Caratteri diagnostici: Zona di distacco
•La nicchia di distacco non esiste;
•La scarpata principale nella parte alta ha una forma a V; è lunga e stretta, denudata e generalmente
presenta delle striature.
• I fianchi sono profondi ed irregolari nella parte alta; possono presentare rigonfiamenti nella parte bassa
Zona di accumulo:
• Il corpo di frana è costituito da blocchi dispersi in una matrice limoso‐sabbiosa; segue i canali di drenaggio
ed è molto più lungo che largo.
• Il piede è assente.
•L’unghia è di forma lobata
RIBALTAMENTO Materiale coinvolto: roccia. Si ha la rotazione di un blocco o di una colonna, con
successiva possibilità di crolli o scivolamenti, con conseguente possibilità di verificarsi di una frana
complessa. La causa predisponente è da ricercarsi nell’assetto geologico‐strutturale e nella
litologia. Cause scatenanti possono essere:
•pressione idrostatica all'interno delle discontinuità
•crioclastesi (cicli di gelo‐disgelo)
•bioclastesi (radici delle piante)
•scalzamento al piede (corsi d'acqua o moto ondoso)
CAUSE DELLE FRANE È importante riconoscere le cause di un movimento franoso sia per la scelta del
tipo di intervento che per la prevenzione di ulteriori fenomeni di instabilità in aree geologicamente simili. E
si distinguono in :
1)CAUSE PRIME agiscono sin dalla prima affermazione dei caratteri geologici delle rocce intersecate e sono
rappresentate da tutti gli altri eventi successivi (tettonica, alterazioni, escavazione ecc)
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2)CAUSE DETERMINANTI azioni dell’uomo (tagli disboscamenti) deflusso delle acque incanalate ,simi,
precipitazioni atmosferiche .
Sotto l’aspetto geomeccanico si distinguono in :
1)INTERNE sono quelle che conducono alla frana senza alcun cambiamento nelle condizioni di superficie
2)ESTERNE si rappresentano dall’aumento dell’acclività per erosione di un corso d’acqua o per scavi.
GRADI DI STABILITA’ Riveste particolare importanza dove la zona franosa è interessata direttamente
o indirettamente da programmati insediamenti o infrastrutture. Il grado di stabilità viene classificati :
1)FRANE ATTIVE le caratteristiche morfologiche denotano un movimento attuale(crepe gradini)
2)FRANE PARZIALMENTE STABILIZZATE la conf morfologica è identificabile , la vegetazione è piu o meno
continua, è posteriore all’evento franoso, il movimento puo essere riattivato ad opera di interventi umani
che compromettono la stabilità dall’accumulo
3)FRANE STABILIZZATE la conf morfologica è difficilmente riconoscibile, la vetazione è continua.
Le FRANE STABILIZZATE coincidono con le PALOFRANE : queste sono frane antiche di cui non si ha memoria
ma di cui si riconoscono i segni sul terreno.
MOTO FRANOSO PERCETTIBILE si manifestano i CREPACCI o spacchi piu o meno profondi del terreno nella
parte superficiale , o si tratta di INCRINATURE piu o meno ampie in manufatti esistenti sulla falda rocciosa
in movimento ( come sulle pareti delle case) .
Tali incrinature possono essere sorvegliate con l’applicazione di spie in gesso o vetro: si fa una
piccola incisione sul muro che attraversa perpendicolarmente la fessura e la si riempie di gesso. Oppure si
incastra una lastrina di vetro fissandola con una miscela o con lo stesso gesso. Se le due fessure si
allontanano allora il gesso o il vetro si rompono.
Altri segni sono il rigonfiamento del terreno nella parte inferiore della falda rocciosaoppure la comparsi
di sorgenti. Quando si verificano questi vuol dire che il moto franoso è in atto.
Per tenere sotto controllo le frane si piantano nelle zone instabili una serie di picchetti la cui posizione
rispetto ad alcuni pt fissi di riferimento viene misurata ad intervalli regolari di tempo con apparecchi di
precisione . se gli spostamenti diminuiscono non c’è da preoccuparsi perche il terreno si stabilizza , in caso
contrario vuol dire che la frana tende a precipitare.
Cause che tendono a diminuire le resistenze:
Processi di alterazione e/o modifiche strutturali dei materiali
•Rammollimento di argille fessurate
•Idratazione di minerali argillosi
•Rigonfiamento di argille montmorillonitiche
•Essicazione di rocce argillitiche
•Disintegrazione di rocce granulari
•Rimozione di cemento per soluzione
•Scambio di ioni in minerali argillosi
EFFETTI DELLE FRANE Tra i vari effetti morfologici sono frequenti gli sbarramenti naturali dei corsi
d’acqua e la formazione di laghi di frana in relazione alla vita e all’attività umane; esse danneggiano e
distruggono tutto quello che l’uomo ha costruito . le frane incidono nul bilancio economico del paese per la
manutenzione e ricostruzione di infrastrutture. In fine le frane croniche ed esterne i lenti colamenti dell
appennino sono un grava ostacolo allo sviluppo economico‐sociale delle zona colpita.
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VELOCITA DELLE FRANE
TIPO VELOCITA’
Estremamente rapide 3m/s (colata)
Molto rapide 0.3m/min
rapide 1,6m/gg
Moderate 1,6m/mese
Lente 1,6m/anno
Molto lente 0,06 m/anno
Estremamente lente 0,006m/ann0
INTERVENTI DI SISTEMAZIONE DELLE FRANE
BACINO IDROGRAFICO prima di procedere occorre eliminare o ridurre le cause generali del dissesto
mediante piani integrati di baciano ( legge 183/89 difesa del suolo) sistemazioni idraulico‐agrarie e ifraulico
– forestali.
FRANE SUPERFICIALI si usano i metodi classici ossia metodi biologici. Dapprima si devono rimuovere le
cause locali che hanno provocato il dissesto poi si deve provvedere al consolidamento del pendio e infine
all’impianto di vegetazione. Visto che la causa di queste frane è l’acqua si realizza un fosso di drenaggio
coperto posto a monte della frana per raccogliere e allontanare le acque superficiali .
Le frane tendono ad allargarsi verso monte nel caso la velocità sia rilevante si puo intervenire con una
palizzata con pali