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Piano di sviluppo strategico
Secondo il Piano di sviluppo strategico i settori in cui investire sono:
- l'aerospazio
- l'export
- l'agroalimentare
- la valorizzazione industriale e il trasferimento tecnologico
- l'autotrasporto
- l'industria automobilistica
- la cantieristica
- la moda
Gli indicatori di efficacia della ZES sono:
- l'aumento dell'occupazione
La ZES Calabrese è la seconda ZES istituita in Italia, situata in Calabria (approvata un giorno dopo quella Campana).
Nel Piano di sviluppo strategico si individuano 2 elementi che rallentano lo sviluppo regionale:
- la burocrazia (introdotta in Italia a seguito del processo di formazione dello Stato unitario, sotto la corona dei Savoia) che porta a una deresponsabilizzazione della politica a favore degli apparati burocratici, incapaci di affrontare scelte complesse
- l'assenza di un
piano di investimenti causata dallo Stato unitario che non ha previsto un piano di sviluppo→● adeguato alle necessità delle regioni in ritardo (come invece fatto dalla Germania dopol’unificazione).
Per ridurre questo ritardo è necessario investire nel Sud Italia.
La ZES Calabrese segue un modello localizzativo policentrico sui nodi principaliinfrastrutturali e viene istituita attorno al porto di Gioia Tauro, ma si estende comunque intutta la regione, attraverso infrastrutture che, però, devono essere potenziate.
Secondo il Piano di sviluppo strategico i settori in cui investire sono:
- Gli indicatori di efficacia della ZES sono:
- quello dell’agroalimentare;
- il potenziamento delle infrastrutture;
- quello del metalmeccanico e della meccanica leggera;
- dell’export;
- la crescita del settore dei trasporti;
- la crescita dei livelli occupazionali;
- quello del magazzinaggio;
- la crescita degli investimenti di capitale estero.
valorizzazione industriale e trasferimento tecnologico;
i guadagni in valuta estera;
gli impatti sul bilancio.
La ZES Ionica
La ZES interregionale viene istituita per creare un’unica ZES sul territorio di due Regioni, di cui una priva di un porto della rete europea.
La ZES Ionica è una ZES interregionale, formata dalla Puglia e dalla Basilicata (la Basilicata non ha un porto della rete europea, infatti il porto della ZES Ionica è il porto di Taranto).
In Puglia sono presenti principalmente piccole imprese, La Basilicata propone il proprio territorio come “triangolo distrutturalmente e tecnologicamente non adeguate alle sviluppo economico” che fa da ponte fra Puglia, Campania e richieste dei mercati. Calabria.
Il Piano di sviluppo strategico della ZES Ionica si fonda sul capitale territoriale esistente, da sviluppare in un’ottica di economia circolare.
Intende inoltre garantire un recupero di competitività a un territorio interessato da
una crisi dovuta al crollo di centralità dello scalo portuale e alla vicenda dell'acciaieria locale (Taranto). Tutti i territori dedicano particolare attenzione al raggiungimento di tali obiettivi. Secondo il Piano di sviluppo strategico i settori in cui investire sono: - quello dell'agroalimentare; - quello dell'industria automobilistica; - quello della meccanica; - quello della gomma; - quello tessile, dell'abbigliamento e delle calzature; - quello del legno e del mobilio; - imballaggi; - quello dell'ICT (Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione); - quello della grande distribuzione; - quello del turismo. La ZES Adriatica è una ZES interregionale, formata da Puglia e Molise (il Molise non ha un porto della rete europea e la Puglia è la prima Regione italiana con 2 ZES). Il Piano di sviluppo strategico intende risollevare due territori che a causa della crisi economica hanno subito uncalo della capacità produttiva. Nonostante un leggero miglioramento, l'economia, soprattutto per quanto riguarda il settore industriale, fatica a riprendersi.
Secondo il Piano di sviluppo strategico i settori in cui investire sono:
- quello dell'agroalimentare;
- quello del metalmeccanico e dell'industria automobilistica;
- quello chimico;
- lo sviluppo infrastrutturale;
- quello energetico;
- quello aeronautico;
- quello tessile, dell'abbigliamento e delle calzature;
- quello del legno e del mobilio;
- quello degli imballaggi;
- quello dei servizi di grande distribuzione;
- quello del turismo.
La ZES Sarda
La ZES Sarda (in Sardegna) è stata istituita dopo un lungo dibattito pubblico e dopo una serie di rinvii.
Il Piano di sviluppo strategico si distingue da quelli approvati
nelle altre regioni, infatti, la ZES Sarda è distribuita in diversi (6) nuclei principali, tutti costieri (Porto di Cagliari + porti minori). Questa selezione di territori tiene anche conto del ritardo infrastrutturale terrestre dell'isola, tantoché un suo potenziamento è più che necessario.
Il PIL della Sardegna, in moderato ma continuo aumento, sta portando la Regione verso l'uscita dallo stato di ritardo socioeconomico, tuttavia, la crescita è rallentata da problemi strutturali che riguardano il tessuto produttivo, composto principalmente da PMI (Piccole e Medie Imprese);
- la capacità di generare valore aggiunto
è pertanto necessario sfruttare le potenzialità delle ZES per consolidare l'imprenditoria e accrescere l'export, tantoché far leva sulla rete portuale dell'isola diviene necessità strategica.
Secondo il Piano di sviluppo strategico i settori in cui investire sono: Gli
Gli indicatori di efficacia della ZES sono: - Quello petrolchimico e quello farmaceutico - Lo sviluppo infrastrutturale - Quello alimentare e delle bevande - La crescita del settore alimentare - Quello della metallurgia - Dell'export - Il potenziamento della gomma, delle materie plastiche e di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi - La liberazione dell'economia dall'eccessiva dipendenza dal settore energetico e dal commercio petrolifero - Quello del legno, della carta e dell'editoria - Quello dei computer e dell'elettronica La ZES Abruzzese (in Abruzzo) nasce con qualche difficoltà: l'Abruzzo è privo di un porto di livello europeo, quindi per istituire la ZES cerca accordi con il Molise che, però, si unisce alla Puglia nella ZES Adriatica, gettando in confusione l'Abruzzo che si ritrova ad affrontare il rischio di non poter più accedere ai vantaggi.previsti dalla misura, poi però l'Abruzzo riesce ugualmente a costituire la propria ZES in modo "regionale" in quanto i porti di Ortona e di Pescara fanno capo all'Autorità di Sistema Portuale di Ancona, che è porto europeo. Il Piano di sviluppo strategico presenta la situazione socioeconomica del territorio, che si pone come la Regione economicamente più avanzata del Mezzogiorno. Nella ZES Abruzzese, distribuita abbastanza equamente su tutto il territorio (con prevalenza per le aree costiere), particolare attenzione è riservata alla qualità della vita e alla competitività sostenibile; - mentre scarsi sono i livelli di spesa per l'innovazione competitiva e per il capitale umano, - (per poter raggiungere gli obiettivi della ZES) si rivelano quindi necessarie migliorie nell'efficienza della spesa. Secondo il Piano di sviluppo strategico i settori in cui investire sono: Gli indicatori di efficacia della.ZES sono:
- quello delle industrie alimentari, delle bevande e del tabacco;
- l'aumento di investimenti;
- quello del legno;
- dell'export;
- il potenziamento;
- quello della gomma;
- lo sviluppo infrastrutturale;
- quello del metallo;
- quello dei mezzi di trasporto;
- quello dell'industria tessile e dell'abbigliamento;
- quello della fabbricazione di macchine e apparecchiature elettriche e ottiche;
- quello dell'ICT;
- quello dell'agroalimentare;
- quello dell'artigianato;
- quello delle attività turistiche.
Le ZES Siciliane
3.1.7. La ZES Siciliana è l'ultima ZES istituita in Italia e, in realtà, si compone di 2 ZES:
- ZES della Sicilia Occidentale;
- ZES della Sicilia Orientale;
i cui Piani di sviluppo strategico vengono redatti in contemporanea e contengono valutazioni complessive analoghe.
Il territorio previsto per l'istituzione delle 2 ZES riguarda l'intera regione e coinvolge in maniera
abbastanza uniforme tutte le (9) province.
Oltre ai vantaggi comuni a tutte le ZES, la Regione prevede un credito d'imposta e agevolazioni per le imprese delle ZES, proporzionato ai loro ricavi; inoltre si può affermare che nelle 2 ZES Siciliane si faccia un ottimo utilizzo dei fondi di capacity building e coesione, anche se la si rivela alquanto bassa nell'utilizzare le risorse regionali, motivo per cui deve essere rafforzata.
Secondo il Piano di sviluppo strategico i settori in cui investire sono:
- Gli indicatori di efficacia della ZES sono:
- quello delle attività estrattive;
- il rafforzamento della competitività delle aree portuali e industriali esistenti;
- quello delle attività manifatturiere;
- quello della logistica;
- quello dei servizi;
- lo sviluppo infrastrutturale.
Le linee guida da seguire nella selezione delle aree che devono far parte di questa ZES
sono:valorizzare aree sub-regionali con significative potenzialità di sviluppo, evitando però l'eccessiva frammentazione; ● integrare le aree portuali senza dimenticare le aree interne; ● individuare aree con sufficiente disponibilità di spazi liberi (per l'integrazione di nuove attività); ● l'export; privilegiare le aree produttive che già trovano nei porti principali aree di sbocco per ● privilegiare le aree pubbliche prive di vincoli; ● includere le aree SIN (Siti di Interesse Nazionale). ●Quando sono state istituite la ZES Ionica, la ZES Adriatica e la ZES Abruzzese, per la selezione dei territori che ne fanno parte, è stata presa in considerazione anche l'opinione pubblic