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Con l’avvento tecnologico, la mente ha dovuto organizzare un altro mondo di tipo digitale, attraverso lo
spazio web. L’orientamento e l’intelligenza spaziale
1.5
Gardner – l’idea dell’intelligenza: Non una capacità unica, ma una serie di modalità diversificate per
conoscere il mondo.
L’intelligenza spaziale è una delle 7 modalità individuate da Gardner. Si tratta di un’intelligenza legata alla
dimensione concreta, agli oggetti e alla loro posizione. Si lega all’orientamento, legato alla capacità di
controllo degli oggetti, di rappresentarli mentalmente e creare un ordine che permette il riconoscimento della
posizione. La si applica ogni volta che si ripercorre una strada già percorsa o una sconosciuta prevedendo
cosa si possa incontrare, aiutandoci con l’uso dei punti di riferimento e/o di una carta geografica. Consente di
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rappresentarsi lo spazio geografico nella mente. La si ritrova, nell’infanzia, nell’organizzazione di una mappa
mentale dello spazio vissuto: rappresentazione dei luoghi di nascita, infanzia, e delle proprie esperienze
positive e negative.
Gardner ne identifica tre funzioni centrali:
1. Percezione precisa del mondo visivo. (osservazione diretta)
2. Capacità di ricreare aspetti dell’esperienza visiva (diverse forme di rappresentazione:descrizione,
rappresentazione mentale, cartografia, modellizzazione..)
3. Capacità di manipolare forme (progettazione, trasformazione..)
L’insegnante deve valorizzare tale intelligenza in ogni campo dell’apprendimento, poiché importante per
l’organizzazione dell’esperienza e delle conoscenze.
Dallo spazio vissuto al territorio: il controllo dello spazio
1.6
Il ruolo delle competenze spaziali e della conoscenza dello spazio vissuto è fondamentale per l’orientamento
spaziale così come per lo sviluppo dell’identità, relazioni sociali, pensiero simbolico e quindi per le
conoscenze di tutti i campi del sapere e dell’esperienza.
Il discorso dell’identità non può essere separato dall’alterità. La conoscenza geografica infatti non si
concentra solo sul singolo oggetto, poiché questo intrattiene infinite relazioni con l’ambiente che lo circonda.
Un’identità si costruisce sempre in rapporto all’alterità, con tutto ciò con cui il bambino entra a contatto nel
territorio ed è fonte di apprendimento.
La territorialità è un fatto culturale che varia da società a società, e spesso anche da luogo a luogo. Si parla
per lo più di “appropriazione dello spazio” da parte degli esseri umani, partendo dal proprio corpo e
espandendosi negli spazi familiari, scolastici, sociali, etc. Il concetto di inclusione del soggetto e della sua
esperienza geografica è un passaggio fondamentale per lo sviluppo dell’educazione alla cittadinanza,
all’ambiente e interculturale. Lo spazio di vita, infatti, è un qualcosa di condiviso tra noi stessi e le altre
persone o specie viventi.
Teoria del processo di territorializzazione: L’idea di partenza è il considerare la territorializzazione come un
processo mediante il quale le società umane prendono possesso materiale e culturale dello spazio fisico,
trasformandolo in un territorio, lo spazio di vita.
Il processo si riassume in 3 tappe:
1. La reificazione: controllo materiale, trasformazione delle risorse ambientali in opere (abitazioni,
insediamenti, infrastrutture..). Tutto ciò che deriva dall’azione trasformatrice dell’essere umano che
adatta l’ambiente ai propri bisogni. (A scuola, comprendere il concetto con l’esplorazione della
classe, degli oggetti e la loro funzione.., per far comprendere l’azione antropica, l’atto sociale).
2. La strutturazione: controllo organizzativo, funzionale che gerarchizza il territorio, individuandone i
confini, centri, periferie, sistemi che regolano le relazioni tra organizzazione umana e ambiente.
(osservazione della classe, scuola o il quartiere, domandandosi gli scopi dell’organizzazione)
3. La denominazione: il linguaggio necessario a spiegare a strutturazione. Controllo simbolico,
assegnando nomi agli oggetti, delimitandone il senso nello spazio geografico. Ciò permette il
controllo mentale di una porzione di spazio. Ciò è fondamentale per l’orientamento ma anche per il
controllo delle risorse, per l’assegnazione di valori culturali.
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Simbolo, materialità e organizzazione sono le tre categorie che racchiudono tutto ciò che viene fatto sulla
superficie terrestre da parte degli esseri umani. Il territorio è lo spazio di vita prodotto dalla specie umana –
“Natura socializzata”, poiché diventa componente della cultura umana. Il territorio, inoltre, non è lontano,
ma ci comprende. Ogni bambino, adulto, esperienza fanno parte del territorio. La dimensione spaziale in cui
il bambino fa esperienza e si inserisce nella società.
1.7 Le geografie dei bambini e delle bambine
Il modo di percepire, organizzare e utilizzare gli spazi si distinguono in geografie diverse per genere:
bambini e bambine. I componenti spaziali possono essere parte delle strategie di adattamento ai diversi
contesti sociali da parte di piccoli gruppi, che esprimono nel proprio spazio vissuto una loro identità e la
ricerca di un abitare diverso da quello di altri gruppi. L’organizzazione spaziale è anche un segno delle
differenze dei ruoli assegnati nella società, e qui gli spazi possono assumere una funzione normativa, nel
senso di indirizzare la formazione dell’identità di genere mediante le esperienze sociali. Lo spazio pubblico
può essere un contesto aperto in cui i bambini negoziano le proprie identità sociali, andando oltre i ruoli a
loro assegnati dalla famiglia, o mettono in atto le loro competenze per conoscere meglio il mondo.
Lo spazio gioca un ruolo molto importante per l’accettazione sociale e la creazione di amicizie. Una ricerca
ha dimostrato come possa esistere anche nel mondo dei bambini una zona frequentate da bambini e bambine
che giocano cercando di evitare i bulli e andando d’accordo tra di loro: identificazione di un confine
comportamentale. Nelle differenze di genere, si nota che le bambine sono più orientate agli spazi chiusi (case
amiche) piuttosto che gli spazi aperti come invece i bambini, e a muoversi in compagnia, mentre i bambini
sono più solitari.
Grazie a numerosi studi effettuati in diverse nazioni, si è potuto verificare che il ruolo delle femmine è più
legato agli spazi chiusi, all’organizzazione della famiglia e della casa, mentre quello dei maschi è legato agli
spazi aperti, la strada, il lavoro. Di conseguenza, sono più abili e portati al possedere la capacità di
orientamento, di immaginare mentalmente. L’identità culturale dei luoghi ha un ruolo formativo nel
riprodurre strutture e aspettative della società.
Un ruolo positivo è ricoperto dallo sport come strumento di integrazione e superamento degli schemi di
genere più rigidi.
Lo spazio dell’infanzia nel mondo
1.8
La maggior parte della popolazione umana vive negli spazi umani (oggi 50%, tra cinquant’anni 70%). Le
geografie dei bambini dunque sono sempre più legate alle città e le loro trasformazioni; in esse però si hanno
forti condizioni di emarginazione, violenza e sfruttamento dei minori. Ciò si collega al problema della
sicurezza, assai rilevante, in quanto i bambini non sono liberi di esplorare lo spazio; questo anche perché
molti spazi sono vietati al loro accesso, poiché considerati elementi di disturbo. L’ampliamento dei loro spazi
privati viene dunque equilibrato con la riduzione di spazi esplorabili all’esterno delle abitazioni.
L’educazione geografica
2
La ricerca del proprio spazio e l’interazione con lo spazio degli altri richiedono un sistema di valori (in
relazione idee di bene individuale e comune e del rispetto delle altre forme viventi). La dimensione spaziale
mette in relazione lo sviluppo del proprio progetto con i rapporti fra le comunità umane e i sistemi di
interazione. È considerato, dunque, un sistema di relazioni, caratteristica specifica su cui si basa l’educazione
geografica. Grazie a tali relazioni, la geografia educa a riconoscere come il destino umano sia interrelato a
quello della specie intera e permettono di pensarsi e collocarsi su scale diverse e di comprendere
l’importanza della responsabilità sia individuale che collettiva nella società e per il futuro dell’umanità.
7
L’insegnamento della geografia porta a sviluppare una visione del mondo. Il suo sapere non è mai neutro,
come non lo sono i suoi strumenti, il modo di vivere che ha l’umanità: è un campo disciplinare che riguarda
direttamente la conoscenza critica dei rapporti nella specie umana, i sistemi, le relazioni, etc. Tuttavia la
geografia non va pensata su scala individuale, come si può supporre, poiché partendo dall’individuale
prepara alla gestione della cosa pubblica, affrontare sfide che possono essere dalla scala locale a quella
planetaria. Contribuisce alla comprensione di come i legami individuali con i luoghi siano intrecciati a quelli
di altre persone. L’educazione geografica insegna a sentirsi parte di questo complesso sistema di relazioni,
connessioni che è il mondo.
La nascita e lo sviluppo delle idee sull’educazione geografica
2.1
Alle origini dell’educazione geografica si intrecciano miti, conoscenze, luoghi e comprensione del mondo,
facendo ipotizzare una “geografia mitica”, insieme di espressioni pratiche e simboliche che legano l’umanità
alla Terra. Si sviluppa l’idea della Terra come “spazio da scoprire”: la geografia infatti, si lega al concetto di
movimento ed esplorazione, la scoperta avventurosa, mentale e corporea, dell’alterità, all’idea del viaggio
che provoca una trasformazione in noi stessi; l’attraversamento di confini e regioni politiche, frontiere
invisibili e realtà inattese che entrano a far parte della propria identità.
GEOGRAFIA PRIMIGENITA: due scopi dell’educazione ricondotti al sapere geografico.
1. Pratico, che riguarda la conoscenza indispensabile per gli spostamenti e le esplorazioni. L’idea di
orientamento si intende come fatto geometrico, come la capacità cioè dio spostarsi sulla superficie
terrestre utilizzando strumenti e mezzi;
2. Teorico, che riguardano le conoscenze per ci governa il mondo, i cittadini che leggono libri e giornali
e che coltivano una mentalità aperta. L’idea di orientamento è un fatto culturale, come la capacità di
interpretare i segni e i simboli delle