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CONOMIA DELLO SCAMBIO

 E (sequenziale)

CONOMIA DELLA PRODUZIONE

L‟economia ha un approccio molto antico (da Aristotele), con l‟idea che l‟economia

dello scambio

studi la scarsità delle risorse e il modo migliore per sfruttarle.

2

Questo è l‟approccio dominante, mainstream.

Ma l‟osservazione a tavolino non corrisponde per forza di cose alla realtà, dunque questo approccio

dello scambio è normativo: non dice come la realtà è, ma come dovrebbe essere, cosa sarebbe

giusto fare.

L‟economia pone l‟attenzione su altri aspetti, idea che l‟economia sia un sistema

della produzione

circolare, con origine e fine in un medesimo punto, e con risorse date.

Nel punto O = F ci sono risorse K e L.

Ma queste risorse a chi appartengono? K al capitalista e L al lavoratore.

forza lavoro, ma essa è potenziale se non c‟è domanda.

Il lavoratore possiede la sua

La domanda di lavoro la può fare il capitalista, che ha un K iniziale.

Il profitto giunge alla fine del ciclo, ma il lavoratore ha bisogno di un salario anticipato per il

proprio sostentamento: occorre dunque un credito, un terzo (lo Stato) che offra moneta M.

Il capitalista chiede questa moneta M pagando un certo interesse r. Una parte di questa M è salario

per il lavoratore.

 ’ e l‟insieme di quello

q > q S (Surplus). La differenza tra il prodotto complessivo

OVRAPPIU

1 0

destinato ai mezzi di produzione e ai lavoratori.

In questo schema altre figure come il nobile sono rentiers, hanno cioè una rendita e dunque non

creano, beneficiano senza partecipare.

L‟approccio della produzione resta in auge fino a metà „800, poi dopo Marx si indebolisce con la

nascita del marginalismo. 3

Attraverso curva di indifferenza e retta di bilancio individuiamo la curva di domanda.

Attraverso curva di isoquanto e retta di isocosto individuiamo la curva di offerta.

Questo equilibrio economico generale si può determinare endogenamente?

 LEGGE DI WALRAS (economista francese)

Walras pone condizioni di concorrenza perfetta: n mercati in cui operano i vari soggetti.

Per ciascuno dei mercati esistenti si indica un prezzo di partenza, fornito dal banditore.

A quel prezzo occorre verificare se in tutti i mercati c‟è equilibrio tra D e O. Se non c‟è equilibrio il

banditore stabilisce la modifica del prezzo fino all‟equilibrio simultaneo nei vari mercato

in equilibrio, allora lo sarà necessariamente anche l’ennesimo mercato n°.

Se n–1 è

Vediamo più nello specifico la rappresentazione walrasiana del mercato.

Descrivere la struttura che si vuole studiare, schematizzare, fare ipotesi che sostituiscono il

laboratorio delle scienze esatte: ipotesi concorrenza perfetta, i prezzi sono dati e si muovono per

raggiungere l‟equilibrio (uguaglianza tra D e O simultaneamente in tutti i mercati).

Per quanto riguarda figure e personaggi parliamo di produttori e consumatori, non si fa più la

distinzione in classi sociali). (= aggregata) l‟insieme di tutte le cose, materiali e immateriali, che

Si intende per ricchezza sociale

sono suscettibili di avere un prezzo perché sono scarse, cioè sono utili e sono disponibili in una

quantità limitata.

Gli elementi del mercato sono:

A) CAPITALI (beni durevoli, fattori di produzione)

1) Capitali naturali

2) Capitali personali

3) Capitali propriamente detti

Ciò che manca è il capitale sociale, Walras non lo considera per una questione matematica.

4

B) REDDITI (beni che servono una sola volta)

Per usi di consumo

1) Beni di consumo

2) Servizi consumabili di A

Per usi di produzione

1) Beni intermedi

2) Servizi produttivi di tutte le A

Quali elementi hanno un prezzo? Nelle società moderne solo i capitali naturali e quelli propriamente

detti possono essere oggetto di scambio e quindi possono avere un prezzo. Per quanto riguarda i

capitali personali, solo i loro servizi sono scambiali e hanno un prezzo: Walras sceglie cioè di

eliminare l‟ipotesi di un‟economia schiavista.

I soggetti presenti nel mercato sono:

1) Proprietari fondiari

2) Lavoratori

3) Capitalisti

4) Imprenditori

L‟imprenditore non è proprietario ma organizzatore di beni e servizi posseduti da altri.

Per l‟equilibrio economico generale il profitto deve essere 0. l‟imprenditore “Sisifo”, fatica

continua senza rendimento.

La remunerazione del capitalista è l‟interesse, quella dell‟imprenditore è il profitto.

In relazione al ruolo degli imprenditori, il mercato complessivo del sistema può essere visto come

costituito da due mercati:

- Mercato dei servizi, in cui gli offerenti sono i proprietari fondiari, i lavoratori e i capitalisti,

e i domandanti sono gli imprenditori.

- Mercato dei prodotti, in cui gli offerenti sono gli imprenditori e domandanti, tra che per i

beni intermedi, sono tutti gli altri soggetti.

Il modello di Walras è atemporale, statico, logico e non cronologico.

5

Formalizzazione aritmetica della legge di Walras:

due soggetti che domandano, A e B;

due beni, X e X ;

1 2

ciascun soggetto spende tutte le sue risorse (escludiamo il risparmio)

Consumatore A

p x a + p x a = p w a + p w a

1 1 2 2 1 1 2 2

Consumatore B

p x b + p x b = p w b + p w b

1 1 2 2 1 1 2 2

Sommando i due vincoli:

p x a + p x b + p x a + p x b = p w a + p w b + p w a + p w b

1 1 1 1 2 2 2 2 1 1 1 1 2 2 2 2

p (x a + x b) + p2 (x2a + x b) = p (w a + w b) + p (w a + w b)

1 1 1 2 1 1 1 2 2 2

[domanda complessiva = offerta complessiva]

– – – –

p (x a + x b w a w b) + p (x a + x b w a w b) = 0

1 1 1 1 1 2 2 2 2 2

≠ 0. In questo caso l‟equilibrio riguarda dunque soltanto il bene X

Se p = 0, allora p , anche perché

1 2 2

ipotizzare p = 0 significa, in economia, che il bene non esiste.

1

Nell‟espressione p – – – –

(x a + x b w a w b) + p (x a + x b w a w b) = 0, supponendo che il

1 1 1 1 1 2 2 2 2 2

 – –

mercato del bene X sia in equilibrio avremo: x a + x b = w a + w b x a + x b w a w b = 0.

1 1 1 1 1 1 1 1 1

– –

Elidendo dunque il primo addendo avremo p (x a + x b w a w b) = 0.

2 2 2 2 2

≠ 0, – –

Per p sarà x a + x b w a w b = 0.

2 2 2 2 2 è necessariamente anche l’altro.

Ciò vuol dire che se un mercato è in equilibrio, lo

Ipotizziamo ora un eccesso di offerta nel mercato del bene X .

1

 – –

x a + x b < w a + w b x a + x b w a w b < 0.

1 1 1 1 1 1 1 1

– – – –]

Considerando p > 0, allora p (x a + x b w a w b) < 0. [perché + * =

1 1 1 1 1 1

– –

Pertanto avremo p (x a + x b w a w b) > 0.

2 2 2 2 2 – –

Infatti, considerando p > 0, allora x a + x b w a w b > 0.

2 2 2 2 2

Ciò vuol dire che in un’economia di scambio, con un mercato in eccesso di offerta si

determina un altro mercato con eccesso di domanda.

6

Se Walras non si cura della realtà, chi ha invece la pretesa di osservare la realtà, senza dicotomia tra

teoria e pratica, è Say.

Nel 1803, quindi molto tempo prima della formulazione della legge di Walras relativa all‟equilibrio

economico generale (1874), il francese Jean-Baptiste Say formulò una legge:

 LEGGE DI SAY (o legge degli sbocchi):

l’offerta determina da sé la domanda. La domanda assorbe sempre la produzione.

Say immagina un produttore che ha appena finito di produrre un bene. Non vede l‟ora di

liberarsene. Ma chi compra? Colui che ha contribuito alla produzione. Un prodotto terminato offre

da quell‟istante uno sbocco ad altri prodotti per tutta la somma del suo valore. Quando il produttore

ha terminato il prodotto, il suo desiderio più grande è quello di venderlo perché il valore di quel

prodotto non resti morto nelle sue mani. Poi vorrà liberarsi del denaro che la vendita gli procura, e

non ci si può liberare del proprio denaro se non cercando di comperare un prodotto qualunque:

apre all‟istante stesso uno sbocco ad altri

dunque il fatto solo della formazione di un prodotto

prodotti.

In un tempo t abbiamo risorse date R t

K capitale interesse i

T terra X = X rendita v

o D

L lavoro salario w

Ciascuno ha ottenuto ciò che ha apportato alla produzione: si riceve in base al contributo dato alla

produzione: equità di trattamento.

Dipendenza dei valori delle merci dai prezzi dei fattori produttivi: il valore di X è dato dal suo

0

contenuto in L, più il valore della rendita:

 X = w L + i K + v T

0 l‟imprenditore sta dando un suo contributo

Se X > w L + i K + v T, allora e quindi

0

l‟organizzazione è un fattore della produzione.

|Q| = f (K, L, T)

, … , q , … , q

|Q| = q , q

1 2 n b

T 

q = q La tassazione è il prezzo da pagare allo Stato Stato imprenditore (in De Viti De

bo bd Marco T è dato dalla presunzione che tutti consumino un tot, ad esempio il 10%).

G = T Bilancio in pareggio (assenza di politica monetaria e debito pubblico).

s

Se G ≠ T, allora G – T ≠ 0 –

G T = M + B (offerta di moneta e debito pubblico)

 Non è più laissez-faire: lo Stato deve essere neutrale se interviene.

7

SINTESI DELLO SCHEMA NEOCLASSICO

Ricadute delle due leggi sul modello neoclassico.

Si parte dalla dotazione di risorse: forza lavoro, capitale, altri elementi (es. tecnologia). Sono noti

anche i diritti di proprietà e gli elementi da definire sono quantità e prezzo.

Risorse e tecnologia determinano l‟offerta; le preferenze e la distribuzione delle risorse determinano

la domanda. Tutti questi elementi sono considerati esogeni.

Le quantità dei fattori produttivi destinati alla produzione di ciascun bene, la quantità di ciascun

bene destinata a ciascun consumatore, i prezzi dei fattori e i prezzi dei beni finali risultano invece

variabili endogene al sistema.

L‟allocazione delle risorse, tanto nella produzione quanto nel consumo, si determina esclusivamente

attraverso lo scambio. Non esistono conflitti di classe: nel marxismo non si faceva riferimento

all‟individuo ma alle classi sociali, mentre lo schema neoclassico elimina le classi e tutti sono liberi

di agire in funzione del proprio benessere (anche il lavoratore può scegliere se lavorare o meno)

Occorre individuare il mercato dei fattori di produzione (tempo logico): capitale e lavoro.

Il capitale K è distinto in capitale di breve periodo e capitale di lungo periodo, ma comunque dato.

Per quanto riguarda il lavoro N l‟ipotesi è quella di un mercato in cui si opera liberamente: l‟off

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A.A. 2016-2017
30 pagine
13 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/09 Finanza aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MarcoPassero di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Finanza pubblica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi L'Orientale di Napoli o del prof Di Maio Antonio.