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ATTIVO
Rappresenta il capitale investito nell’impresa alla data di redazione del bilancio.
Le risorse a disposizione, le risorse possedute, i beni materiali e immateriali, i crediti, il denaro in cassa cioè:
Risorse finanziarie liquide + Complesso di investimenti in attesa di essere realizzati
IL PASSIVO (E NETTO)
Esprime le fonti che, in quello stesso momento, offrono copertura finanziaria agli investimenti iscritti
nell’attivo.
Lo stato patrimoniale, fotografa quindi in un momento preciso del tempo la consistenza del capitale di
funzionamento e i diritti che gli investitori vantano su quel capitale.
RICLASSIFICAZIONE SECONDO CRITERIO FINANZIARIO
Seguendo il criterio finanziario, i componenti dell’attivo sono classificati in base alla loro liquidità.
Liquidità è l’attitudine a trasformarsi in risorse monetarie (entrate).
In questo modo si distinguono:
- Attività a breve termine, destinate a tradursi in moneta entro breve tempo
- Immobilizzazioni, partecipano a più cicli economici producendo ricchezza finanziaria lungo un arco
temporale più esteso
PRECISAZIONI:
1. La liquidabilità di un investimento è valutata in ipotesi di continuità della gestione. Non può essere
considerato liquidabile nel breve termine un investimento se ciò compromette la capacità di
sopravvivenza dell’impresa e la possibilità di accrescerne il valore
2. Il periodo convenzionalmente usato per separare il breve dal lungo termine è l’esercizio.
Convenzionalmente si ricorre all’anno.
I componenti del passivo, ossia le fonti di finanziamento, possono essere classificati in base alla loro esigibilità.
Esigibilità è l’attitudine a produrre uscite di cassa, a richiedere esborsi monetari entro oppure oltre l’esercizio.
In questo modo si distinguono:
- Passività a breve termine, debiti che devono essere rimborsati entro un anno
- Passività consolidati, debiti con scadenza oltre l’esercizio
- Capitale netto, non sussiste alcun obbligo temporale di rimborso
• Nel caso di un mutuo, cioè un debito, avrò la rata suddivisa in quota capitale e quota interessi. La quota
capitale rientra nei debiti a breve termine, in quanto ha scadenza entro i 12 mesi. Il mutuo prevede
infatti dei pagamenti rateali, cioè un piano di ammortamento. Ci sono anche finanziamenti che non
prevedono un piano di ammortamento, questi sono ad esempio le obbligazioni. Il loro rimborso è tutto
a scadenza.
• Nel caso di fornitori, se vengono pagati dopo i 12 mesi, questi rientrano nei debiti consolidati.
Normalmente i fornitori si fanno pagare però nel breve termine.
• Nel caso del leasing, ha lo stesso funzionamento del mutuo. Ora il canone che viene pagato deve
rientrare nei debiti. Anche qui ho una quota a breve termine e una quota a lungo termine.
CCN: capitale circolante netto
È dato dalla differenza fra le attività e le passività a breve termine. Da esso derivano indicazioni circa la
presenza di equilibrio finanziario, ossia il rispetto della regola generale secondo cui i fabbisogni durevoli
devono essere finanziati da fonti stabili, mentre i fabbisogni variabili devono essere coperti da fonti a breve
termine. Attività a breve – Debiti a breve = Capitale Circolante Netto
- CCN > 0 se attività a breve termine > passività a breve termine
Il CCN è positivo quando parte delle attività a breve termine è finanziata da debiti consolidati o da
capitale di rischio, la cui somma costituisce i cosiddetti “capitali permanenti”.
Esiste un surplus di investimenti liquidabili a breve maggiori di impegni finanziari a breve (in linea
teorica).
- CCN < 0 se passività a breve termine > attività a breve termine
Il CCN è negativo, quando è presente una inadeguata relazione tra il profilo temporale degli impieghi e
delle fonti di finanziamento (pagamenti > incassi).
La riclassificazione dello Stato Patrimoniale ora può essere ulteriormente articolata, distinguendo all’interno
delle attività a breve termine:
1. Le liquidità immediate
Cassa e banche, valori assimilati quali titoli di pronto realizzo
2. Le liquidità differite
Crediti di natura commerciale o finanziaria con scadenza entro i 12 mesi
3. Magazzino
Rimanenze di materie prime, semilavorati, prodotti finiti. Per valorizzare correttamente il magazzino è
necessario sommare alle rimanenze eventuali anticipi versati ai fornitori a titolo di acconto su forniture
ancora da ricevere e sottrarre gli anticipi incassati dai clienti a titolo di acconto su forniture ancora da
eseguire
Magazzino = Rimanenze di Materie prime, Semilavorati, Prodotti finiti + Anticipi a fornitori (acconti) –
Anticipi da clienti (acconti)
Attività a breve / Passività a breve = Indice di liquidità >, <, = 1
L’impresa dovrebbe essere in grado di fare fronte ai debiti in scadenza senza ricorrere alla liquidazione di
investimenti per loro natura destinati a produrre ricchezza finanziaria nel lungo periodo e/o senza contare sul
rinnovo o sulla sostituzione dei debiti giunti a maturazione.
Attività a breve – Magazzino = Attività liquide (liquidità)
Attività liquide / Debiti a breve = Liquidità immediata
Margine di tesoreria = Attività a breve termine al netto del magazzino - passività a breve termine
Questo aggregato offre un’indicazione riguardo l’equilibrio finanziario di brevissimo periodo, ossia la capacità
dell’impresa di rimborsare i debiti in scadenza senza contare sulla monetizzazione della componente meno
liquida delle attività a breve termine.
Se il margine di tesoreria è positivo, esiste un eccesso di disponibilità monetaria e crediti sui debiti a breve
termine ovvero, il magazzino trova integrale copertura finanziaria nei capitali permanenti.
Margine di tesoreria = Liquidità immediate + liquidità differite − passività a breve termine
All’interno delle immobilizzazioni si distinguono:
1. IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI, o immobilizzi tecnici
Si tratta di beni dotati di fisicità, impianti, macchinari, attrezzature, destinati a partecipare a più
processi produttivi e la cui dismissione avviene di norma al termine della vita economico-tecnica
2. IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI, o immobilizzi economici
Comprendono brevetti, spese d’impianto, di avviamento, marchi, licenze. Le attività intangibili sono
iscritte in bilancio solo se riflettono costi che l’impresa ha sostenuto per acquisirne la disponibilità.
Intangible assets, quali le capacità dell’imprenditore e del management, l’immagine dell’impresa, il
potere contrattuale di cui gode nei confronti di clienti e fornitori, non trovano posto in bilancio.
3. IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE
Comprendono crediti finanziari e commerciali con scadenza oltre l’esercizio, titoli e partecipazioni delle
quali non è prevista la cessione nel breve termine
Margine di struttura = capitale netto - immobilizzazioni
- Se il margine di struttura ha valore positivo, la solidità patrimoniale dell'impresa è elevata (mezzi
propri coprono integralmente tutti gli investimenti durevoli)
- Se il margine di struttura è negativo, non è necessariamente un segno di squilibrio
ATTIVO
PASSIVO
AZIONI PROPRIE IN PORTAFOGLIO
L’acquisto di azioni proprie da parte dell’impresa, BUY BACK AZIONARIO, è evidenziato in bilancio dalla
presenza in attivo della voce “Azioni proprie” e, nel patrimonio netto, di un fondo di corrispondente
denominazione.
Tre principali motivi della loro esistenza:
- Necessità di sostenere/stabilizzare la quota delle azioni
- Esistenza di piani di stock option che attribuiscono ai dipendenti la facoltà di acquistare, ad un prezzo
predeterminato e a condizioni definite, azioni della società
- Costituzione di un portafoglio di titoli da cedere nell’ambito di futuri scambi di partecipazioni
Il periodo di tempo per il quale le azioni sono destinate a restare in portafoglio varia in relazione all’obiettivo.
La loro riclassificazione nell’attivo a breve termine, piuttosto che nelle immobilizzazioni finanziarie, va decisa
avendo riguardo al presumibile arco temporale durante il quale le azioni restano di proprietà dell’impresa.
Si possono detenere in portafoglio azioni proprie con la prospettiva di un loro futuro annullamento al quale si
accompagnerà la riduzione di capitale sociale.
FINANZIAMENTI DA SOCI
Le voci del passivo che rappresentano finanziamenti ottenuti da soci o debiti verso le altre società del gruppo
devono essere riclassificate avendo riguardo al rapporto che esiste tra l’impresa e questa particolare tipologia
di creditori.
Si tratta di un debito della società, i soci fanno credito alla propria società. Socio e società sono due entità con
profilo giuridico ed economico separato. Il socio partecipa alla società come finanziatore, attraverso:
- Capitale sociale, contratto di partecipazione
Viene riclassificato come patrimonio netto in quanto è postergato.
- Credito o prestito, vengono prestati dei fondi, contratto di credito
Il credito è effettivamente un debito della società oppure dal punto di vista della riclassificazione devo
riprodurlo nel patrimonio netto? Normalmente questo tipo di finanziamenti sono disciplinati dalla
legge e sono definiti POSTERGATI, vengono dopo.
Se la società si trova in una situazione di fallimento o liquidazione, devo estinguere i debiti e riscuotere i
crediti. Quelli verso i soci sono postergati, nel senso che vengono estinti successivamente ad altri, ad
esempio dopo quelli verso la banca. C’è un ordine di priorità. Non tutti i debiti sono ugualmente
pagabili. Se riclassifichiamo il bilancio in base all’attitudine a produrre pagamenti, dobbiamo tenere
conto del fatto che i debiti non vengono pagati alla rinfusa ma secondo un ordine che deve essere
rispettato.
Il finanziamento da soci è l’ultimo, postergato rispetto a tutti gli altri soggetti. I crediti possono essere:
Garantiti, sono quelli nei confronti dei dipendenti. Garantito da ipoteca. L’esempio
▪ classico è il mutuo. Solitamente è un bene immobile. Se si trattano beni mobili, si parla di
pegno (differenza con ipoteca).
Commerciali, derivano dall’attività di compra vendita.
▪
Fattori fondamentali che definisco una società, oltre alla ragione sociale, sono la partita IVA, la sede legale,
l’iscrizione al registro delle imprese, capitale sociale interamente versato.
Nei bilanci si può trovare l’indicazione di un credito verso soci che non hanno ancora versato. Ecco pe