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INSERIRE SPIEGAZIONE DETTAGLIATA

Domande:

- Le banche a breve termine (scoperto di conto) rientrano nel CCN Operativo? No,

non c’entrano, anzi, noi dobbiamo stimare il fabbisogno di banche.

- Il fondo TFR rientra nel CCN Operativo? Sì, rientra siccome lavoriamo per

pertinenza. Il TFR si genera siccome non stiamo erogando il TFR, ma lo teniamo

in azienda fino al termine del rapporto di lavoro con il dipendente.

- I debiti tributari rientrano nel CCN Operativo? Sì, rientrano, li troviamo sia nel

CCN finanziario che Operativo.

A volte si gioca sul breve e medio/lungo. Un debito commerciale scadente entro

l’esercizio successivo non è finanziario. Non deriva da un rapporto bancario.

Gli indici di bilancio

Il bilancio è il documento di sintesi che contiene tutte le operazioni compiute durante

l’esercizio; tramite questo strumento si possono ottenere informazioni inerenti agli

equilibri gestionali dell’impresa. Il bilancio, se analizzato correttamente, può darci

un’idea chiara della situazione dell’azienda considerata in un determinato periodo

storico.

Nonostante i principi del nostro ordinamento che impongono una rappresentazione

veritiera e corretta, per ottenere delle informazioni utili al management è necessario

lavorare su questi prospetti. Partendo da una riclassificazione ci si avvicina ad

un’analisi più approfondita, ma i dati disponibili sono ancora troppi.

Per cui passiamo al calcolo degli indici di bilancio: rapporti tra le grandezze

economiche, patrimoniali e finanziarie contenute nello stato patrimoniale e conto

economico riclassificati.

Dopo aver calcolato gli indici, l’analisi acquista valore se si confrontano i valori con

quelli di altre imprese affini, per dimensioni, prodotto o per territorialità. Oppure si

possono confrontare i valori degli indici dell’impresa su diversi anni, in modo tale da

analizzare i trend del singolo indicatore.

Vi sono diverse classi di indici in base allo scopo conoscitivo per il quale vengono

calcolati:

- Indici di redditività,

- Di produttività,

- Di liquidità,

- Di struttura finanziaria,

- Di sviluppo.

Per cui analizziamoli separatamente: 23

Prof. Cotugno

Indici di redditività: hanno la funzione di evidenziare il livello di profittabilità

 dell’impresa e di illustrare il contributo di ciascuna area della gestione alla

determinazione del rendimento del capitale investito in azienda. Grazie a questi

1

indici si possono valutare anche l’efficienza e l’efficacia delle scelte strategiche

attuate dal management.

Ritorno sui mezzi propri (ROE): si tratta della prima valutazione dell’investimento

nell’impresa. Rappresenta la redditività per l’azionista, quanto rendono i mezzi che lui

ha impiegato, ovvero quanti euro di utile netto l’impresa ha saputo realizzare per euro

di capitale di rischio. Non è detto che rappresenti realmente il ritorno

dell’investimento dell’azionista, siccome

dipende anche se i dividendi vengono distribuiti

o meno. In breve, ci permette di valutare le

risorse generate dall’attività complessiva

autofinanziamento.

dell’impresa e ne approssima il livello di

Questo indice è influenzato, oltre che dalla gestione caratteristica, anche dalla

gestione straordinaria, accessoria e patrimoniale, per cui è considerato come

riassuntivo dell’economicità dell’impresa.

Il valore-soglia che diamo a questo indice è il 2%, al di sotto del quale lo consideriamo

con un indicatore negativo, in quanto si potrebbe parlare di disequilibrio per l’azienda.

Mentre un valore-soglia dell’area di eccellenza potrebbe essere il 6%.

Se questo indice ha un valore elevato rappresenta la capacità dell’impresa di reperire

nuove risorse a titoli di capitale proprio. Adottando la prospettiva del finanziatore

un indicatore più utile è il ROA, “Return

on Assets”, questo indice è meno

influenzato dalla leva, quindi dalla

struttura finanziaria (passivo) e dalla parte straordinaria. Esprime l’economicità della

gestione caratteristica ed il contributo che porta al ROE. Inserendo al denominatore le

redditività della

sole attività operative si ottiene un’indicazione specifica della

gestione caratteristica nei confronti delle attività . Infatti, è influenzato dalle politiche di

acquisizione e impiego dei fattori produttivi. Al denominatore comprende il valore

dell’attivo, ovvero le fonti, per cui ci dirà l’efficienza delle scelte della direzione con

riferimento alla gestione delle risorse reali e finanziarie impiegate.

È influenzato dal tasso di crescita dei nuovi investimenti, per cui le società in crescita

con progetti di investimento avranno un ROA minore, rispetto a società non in crescita

che ottengono uguale reddito operativo.

Con un ROA inferiore al 5% dovremmo preoccuparci, mentre con un valore superiore al

10% possiamo stare tranquilli. Il ritorno sul capitale investito (ROI),

non tiene conto della gestione fiscale e

di oneri e proventi finanziari. Esprime la

massima remunerazione della gestione

1 Efficienza -> utilizzare al meglio le risorse a disposizione, quindi impiegare il minor numero

di input per ottenere il maggior numero di output.

Efficacia -> la capacità del management di raggiungere gli obiettivi prefissati. 24

Prof. Cotugno

caratteristica nei confronti di ogni tipo di finanziamento, infatti al denominatore sono

comprese le risorse di natura finanziaria raccolte dall’impresa sottoforma di debito (il

cui costo sarà l’interesse) e di capitale di rischio (il cui costo è invece l’acquisizione di

un socio) e riguardano sia la breve che la lunga durata. Con fonti di copertura del

fabbisogno si intente tutto l’equity e include tutti i debiti di natura finanziaria. (non

della gestione operativa)

Testa se la remunerazione offerta dalla gestione caratteristica ai capitali investiti in

CCNO e in attività fisse è superiore al relativo costo.

Se questo indice ha un valore inferiore al 7% è considerato un rischio, mentre se è

superiore al 15% è sintomo di eccellenza.

Tanto più avremo debiti commerciali, tanto più avremo coperto parte del debito con

quelle fonti e il ROI sarà più elevato. (i debiti commerciali per noi rappresentano

disponibilità liquida) L’ultimo indicatore di redditività è il ritorno

sulle vendite (ROS), il quale esprime la

redditività delle vendite.

Rappresenta il legame diretto tra prezzi, volumi di vendita e costi operativi dato il

fatturato netto realizzato. Misura quanti ricavi rimangono dopo la copertura dei costi

della gestione caratteristica.

Con un ROS inferiore al 2%, avremmo un indice negativo per l’impresa. Mentre con un

indice superiore al 13% supereremmo la soglia dell’area di eccellenza.

Indici di produttività: esprimono la quantità di output ottenuto in relazione alle

 risorse impiegate per ottenerlo. Riguardano l’efficienza dell’impiego dei fattori

produttivi.

Può servire per confrontare l’azienda con altre dello stesso settore e valutarne le

strategie operative e le decisioni aziendali.

Possiamo analizzare i ricavi pro capite mettendo in

relazione:

esprime il ricavo mediamente attribuibile a ciascun

dipendente. Per ottenere analisi corrette il confronto

deve avvenire tra aziende con caratteristiche omogenee siccome potrebbe perdere di

significatività. Nel tempo un trend che possiamo considerare positivo per l’azienda

potrebbe essere quello in cui l’indice è in crescita, siccome sarebbe un evidente

sintomo del miglioramento nelle modalità di utilizzazione dei fattori produttivi; nel

caso in cui invece fosse in diminuzione dovremmo rivedere le nostre scelte operative.

Il valore aggiunto pro capite, ovvero il valore

ottenuto dalla produzione pro-capite:

esprime il valore aggiunto riferibile a ciascun

dipendente, consente di ridurre parte delle

distorsioni derivanti dal diverso grado di integrazione verticale, siccome il valore

aggiunto deriva dalla differenza tra il valore della produzione e i costi complessivi

relativi ad essa.

Valore aggiunto = Valore della Produzione – Costi della Produzione 25

Prof. Cotugno

Anche per questo indice un valore crescente è sintomo di miglioramento nelle

modalità di utilizzazione dei fattori produttivi, al contrario, sarebbe un sintomo

negativo un indice decrescente nel tempo.

Il costo del lavoro pro capite si ottiene mettendo a

rapporto:

rappresenta un approfondimento del valore aggiunto

pro capite, siccome analizzando congiuntamente il valore dei due quozienti possiamo

comprendere il peso del costo del lavoro sulla formazione del risultato economico.

Ovviamente questo valore risente del grado di automazione dei processi produttivi. Un

aumento del valore per noi rappresenta una situazione positiva, siccome dobbiamo

risorsa

considerare la forza lavoro come una e l’incremento del relativo costo può

significare una politica di qualificazione del personale (per esempio costi per la

formazione del personale).

Infine, il turnover, che esprime il rapporto tra la

variabile di flusso che è rappresentata dal fatturato

e la variabile di stock rappresentata dall’attivo.

(immobilizzazioni, asset, ecc.)

Questo indice rappresenta il numero di volte in cui il capitale investito ritorna in forma

liquida per effetto dei ricavi di vendita. Un’impresa commerciale avrà un turnover

maggiore (siccome punta molto sulla rotazione, GDO) rispetto ad una produttiva

(come la manifatturiera) che mantiene più prodotti in magazzino e appunto si occupa

della produzione dei beni.

Nel caso in cui il suo valore fosse inferiore a uno ci troveremmo in una situazione

negativa, mentre nel momento in cui si supera il valore soglia di 2 si raggiunge l’area

di eccellenza.

Il reciproco di un tasso di rotazione è generalmente denominato tasso di intensità:

Totale attivo / Ricavi netti esprime l’intensità di capitale, ovvero il volume di

investimenti realizzato per produrre un’unità di vendita. È utile per verificare

l’esistenza di eventuali barriere all’entrata.

Indici di liquidità: esprimono una valutazione del rischio finanziario, siccome i

 finanziatori esterni sono soggetti al rischio finanziario di insolvenza da parte

dell’impresa. Dobbiamo distinguere quelli che toccano una solvibilità di breve,

ovvero la liquidità, o di medio lungo termine, ovvero la solidità patrimoniale.

Gli indici ad oggetto si riferiscono al primo aspetto, ovvero alla liquidità; la solvibilit

Dettagli
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A.A. 2023-2024
53 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/09 Finanza aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MatildeMineri di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Finanza aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Cotugno Matteo.