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Idee fondamentali

Il termine liberalismo politico suona familiare ma Rawls lo intende in modo diverso, prima di arrivare alla sua definizione l'autore ci propone due domande: qual è la concezione della giustizia più adatta a specificare gli equi termini di una cooperazione sociale fra cittadini uguali e liberi? Quali sono le basi della tolleranza dato il pluralismo ragionevole, prodotto inevitabile delle istituzioni libere?

Se combiniamo le due domande: come è possibile che permanga nel tempo una società giusta e stabile di cittadini liberi e uguali che restano divisi da dottrine religiose, filosofiche e morali ragionevoli?

Su due domande fondamentali

Concentriamoci sul primo problema fondamentale. La storia del pensiero democratico degli ultimi due secoli mostra che non c'è un accordo sul modo in cui si dovrebbero organizzare le istituzioni se si vuole che soddisfino e qui termini di cooperazione fra cittadini. Da una parte c'è la corrente,

associata al nome di Locke, che privilegia le "libertà dei moderni" (la libertà di pensiero e di coscienza), dall'altro c'è quella associata al nome di Rousseau, che privilegia le "libertà degli antichi" (le uguali libertà politiche e i valori della vita pubblica). La giustizia come equità cerca di arrivare a un arbitrato fra queste tradizioni rivali proponendo due principi di giustizia che servono da criteri orientativi per la realizzazione di libertà e uguaglianza da parte delle istituzioni di base. I due principi di giustizia (La formulazione di questi principi differisce da quella di Teoria) sono: 1. ogni persona ha uguale titolo a uguali diritti e libertà fondamentali; 4. le disuguaglianze sociali ed economiche devono soddisfare due condizioni: primo, essere associate a posizioni e cariche aperte a tutti, in condizioni di acqua uguaglianza delle opportunità; secondo, dare il massimo.

beneficio ai membri meno avvantaggiati della società. I due principi esprimono inoltre una forma egualitaria di liberalismo in virtù di tre elementi:

  1. equo valore delle libertà politiche;
  2. eguaglianza delle opportunità;
  3. principio di differenza, che afferma che le disuguaglianze sociali ed economiche devono andare a beneficio soprattutto dei membri meno avvantaggiati della società.

Tutti questi elementi sono presenti anche in Teoria. Il nostro tema tuttavia è il liberalismo politico. Perciò tornerò alla nostra prima domanda per chiedere: in che modo la filosofia politica potrebbe trovare una base condivisa per la soluzione di un problema fondamentale come quello delle istituzioni più adatte a garantire la libertà e l'uguaglianza democratica? Forse possiamo soltanto limitare l'ampiezza del dissenso e niente di più. Oggi per esempio, la tolleranza religiosa è accettata e nessuno propone

più apertamente argomenti a favore della persecuzione; e analogamente la schiavitù viene respinta in quanto intrinsecamente ingiusta. Noi raccogliamo queste convinzioni e cerchiamo di organizzare le idee e i principi fondamentali in essi impliciti in una concezione politica coerente della giustizia. Perciò partiremo da un esame della cultura pubblica stessa, come fondo comune di idee e principi fondamentali implicitamente riconosciuti. La cultura politica pubblica può essere divisa in se stessa anche un livello molto profondo e non può non essere lo riguarda una controversia così duratura come quella relativa all'interpretazione più corretta della libertà e dell'uguaglianza. Se vogliamo trovare una base di consenso pubblico, dobbiamo sintetizzare idee e principi in una concezione della giustizia politica e la giustizia come equità cerca di fare proprio questo, collegare e mettere in relazione ogni idea e principio. La suaidea organizzatrice è quella della società come sistema di cooperazione sociale tra persone libere e uguali considerate membri pienamente cooperativi della società per tutta la vita. Dunque, lo scopo della giustizia come equità è pratico: essa si presenta come una concezione della giustizia che può essere condivisa dai cittadini come base di un accordo politico ragionato, informato e volontario. Ma per arrivare a essere una simile ragione condivisa, la concezione della giustizia deve anche essere indipendente dalle dottrine filosofiche religiose opposte e contrastanti sostenute dai cittadini. E nel formularla, il liberalismo politico applica il principio di tolleranza alla filosofia stessa. Il liberalismo politico è quindi alla ricerca di una concezione politica della giustizia che possa conquistare il consenso per intersezione di dottrine religiose, filosofiche e morali ragionevoli. La conquista di questo sostegno ci fornirà una risposta alla nostra.

secondadomanda fondamentale: in che modo i cittadini che restano profondamente divisi perquanto riguarda le loro dottrine religiose morali e filosofiche possono mantenere una società democratica stabile è giusta? A questo scopo e desiderabile che le posizioni filosofiche morali siano messe da parte nella vita pubblica. La migliore guida della ragione pubblica (del ragionare dei cittadini, condotto nel foro pubblico) è una concezione politica tale che tutti cittadini possono far propria, una concezione che dovrà essere, per così dire, politica e non metafisica.

Ciò non nega che esistano altri valori, aventi applicazioni, per esempio, nel personale, nel familiare, nell'associativo.

L'idea di concezione politica della giustizia

Una concezione politica della giustizia ha tre aspetti caratteristici.

  1. Il primo aspetto prevede che la concezione politica sia una concezione morale, cioè che il suo contenuto è dato da certi ideali,
  2. principi e criteri. Essa può venire applicato alla "struttura di base" della società, cioè una democrazia costituzionale moderna (si suppone). Per struttura di base intende il complesso delle principali istituzioni politiche, sociali ed economiche di una società e il modo in cui esse si combinano in un sistema unificato di cooperazione sociale esteso da una generazione all'altra. Assume inoltre che la struttura di base sia quella di una società chiusa: una società autosufficiente e priva di relazioni con altre società. Si diventa membri solo per nascita, se ne esce solo alla morte. Il fatto di considerare chiusa la società è una forte astrazione, giustificabile solo perché ci permette di concentrarci sui problemi primari. 7. Il secondo aspetto prevede che la concezione politica della giustizia che si presenta come teoria autonoma. Questa deve essere riferita a una o più dottrine comprensive ma non

    è derivata da queste dottrine. Io assumo che tutti cittadiniaffermino una dottrina comprensiva la quale la concezione politica che accettano ècorrelata ma uno dei caratteri distintivi di una concezione politica è proprio il suoessere presentata come concezione autonoma ed esposta a prescindere. Possiamodire dunque che la concezione politica è un modulo, una parte costitutivaessenziale che si adatta a varie dottrine comprensive ragionevoli. Dunque la theconcezione politica della giustizia si distingue da numerose dottrine morali, spessogenerali e comprensive. Una concezione morale è generale se applicabile a unospettro tematico molto ampio e al limite a ogni argomento, senza eccezione; ècomprensiva se contiene una concezione di ciò che ha valore nella vita umana,della personalità ideale, dei rapporti familiari e associativi ideali; È pienamentecomprensiva se copre, unificati in un singolo sistema articolato in modo abbastanzapreciso,

    tutti i valori e le virtù riconosciuti; è parzialmente comprensiva quando comprende diversi valori e virtù non politici, ma non tutti. 8. Il terzo aspetto di una concezione politica della giustizia consiste nell'essere espresso in termini di certe idee fondamentali considerati implicite nella cultura pubblica di una società democratica. A quella che possiamo chiamare "cultura di fondo" della società civile appartengono dottrine comprensive di tutti i tipi, religiose, filosofiche e morali. Sto parlando della cultura sociale, non di quella del politico. La giustizia come equità nasce dunque all'interno di una certa tradizione politica e assume come propria idea fondamentale quella di società come equo sistema di cooperazione che dura nel tempo, da una generazione alla successiva. Questa idea viene sviluppata insieme ad altre due idee fondamentali: quella dei cittadini intesi come persone libere e uguali e quella disocietà bene ordinata come società regolatain modo efficace da una concezione politica della giustizia. Quindi, una concezionepolitica della giustizia capace di conquistarsi il sostegno di un consenso perintersezione vedrà il suo consenso formato da tutte le dottrine religiose, filosofiche emorali ragionevoli, fra loro opposte, che hanno buone probabilità di durare digenerazione in generazione e di conquistarsi un seguito in un regime costituzionalepiù o meno giusto. La concezione politica della persona La concezione politica della persona è ottenuta costruendo la posizione originaria (velodi ignoranza). I cittadini sono pensati come persone che si considerano libere sotto treaspetti:
    1. Innanzitutto i cittadini sono liberi in quanto riconoscono se stessi e si riconosconoreciprocamente, il potere morale di concepire il bene. Questo significa che, inquanto cittadini, sono considerati capaci di rivedere e modificare questaconcezione per motivi
    ragionevoli e razionali. Dato che possiedono il potere morale di formare, rivedere e perseguire razionalmente una concezione del bene, la loro identità pubblica di persone libere non risente del fatto che la loro particolare concezione del bene cambia nel tempo. Quando per esempio il cittadino si converte da una religione all'altra non cessa però di essere la stessa persona di prima per quanto riguarda la giustizia politica, non perde la sua identità pubblica costituzionale, avrà ancora gli stessi diritti e doveri fondamentali. 9. Un secondo aspetto per il quale cittadini si considerano liberi sta nel vedere se stessi come fonti autoautenticanti di rivendicazioni valide. Essi si considerano autorizzati ad avanzare rivendicazioni verso le loro istituzioni per promuovere le proprie concezioni del bene (purché queste ultime rientrino nell'ambito permesso della concezione pubblica della giustizia). 10. Il terzo aspetto sotto il quale i cittadinisono considerati liberi è che sono capaci di assumersi le responsabilità
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Publisher
A.A. 2020-2021
18 pagine
2 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/01 Filosofia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher martinelli.l di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università internazionale degli studi sociali Guido Carli - (LUISS) di Roma o del prof Gentile Valentina.