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A CRITICA TESTUALE

un testo e la sua genealogia in modo scientifico.

Per fare un’edizione critica di un testo si ricorre al metodo di Lachmann:

1) R : ricerca di tutti i testimoni

ECENSIO

2) C : confronto di tutti i testimoni e differenziazioni negli errori di:

OLLAZIONE

a) sostanza– scambio di parole ad esempio – che definiscono la genealogia dei testimoni

b) forma: diversa grafia di una parola

3) S : costruzione derivata dalle diverse genealogie, albero genealogico.

TEMMA CODICUM

4) I testimoni innovano con delle varianti o degli (Maas 1927) che possono essere:

ERRORI GUIDA

a) congiuntivi: ha caratteristiche tali che non si ritiene possibile che due copisti lo abbiano

compiuto separatamente, ciascuno per conto proprio

b) separativi: hanno caratteristiche tali che non è possibile sia stato corretto per congettura,

quindi se in un manoscritto è presente ed in un altro no, i due testimoni non sono parenti.

5) Utilizzo del (Lachmann) per scegliere tra varianti adiafore. L’utilizzo

PRINCIPIO DI MAGGIORANZA

di questo principio è possibile solo ai piani bassi, a quelli alti il bipartitismo impedisce il suo

utilizzo e quindi si ricorre a:

a) Sistema lectio dificilior: il copista ha banalizzato

b) Usus scribendi: conformità allo stile dell’autore, nel tempo e nello spazio.

6) Quindi si procede alla , la correzione degli errori in base alle mie conoscenze e

EMENDATIO

capacità.

7) Può succedere che vi sia la presenza di una lectiones singulares oppure fenomeni di

8) Contaminazione dove nello stemma codicum avremo una linea tratteggiata a segnalarla, questo

fenomeno si verifica soprattutto in presenza di uno scriptorium dove esisteva, probabilmente,

un manoscritto con tutte le varianti in interlinea e si attingeva da quello.

I :

L PROBLEMA DELLA FORMA LINGUISTICA

è una questione delicata che spesso ha creato dei mostri; la soluzione più ragionevole per la

ricostruzione della forma linguistica di un testo è quella di far riferimento al manoscritto più

prossimo alla zona e al tempo dell’autore.

I ’ :

L PROBLEMA DELLE VARIANTI D AUTORE

Nella ricerca della ricostruzione dell’originale può accadere di imbattersi in “più originali”, nel

senso che l’autore stesso è il fautore delle varianti riportate nei manoscritti copiati e questo per un

suo studio personale o per aggiunte, ad esempio Petrarca con il suo Canzoniere o i giullari stessi che

variavano i componimenti a seconda di chi ne era il destinatario.

S :

IGNIFICATO E TIPI DI EDIZIONE CRITICA

Si parla di edizione critica perché l’editore passa dal noto (il testimone arrivato a noi), all’ignoto (il

testo originale). Per arrivare ad un’edizione critica ci si serve delle:

edizione diplomatica – riproduzione fedele del manoscritto senza interpretazione con lo

scioglimento delle abbreviazioni e la separazione delle parole; questo tipo di edizione è sostituita

dal supporto elettronico. Difficile trovare un’edizione diplomatica pura dove non vengano neanche

interpretate le n al posto delle m o delle u.

edizione interpretativa: edizione elaborata secondo la moderna grafia con la divisione dei versi

E ’ :

LEMENTI COSTITUTIVI L EDIZIONE CRITICA

1) Nota al testo o introduzione: dove l’editore spiega come è arrivato a formulare la sua ipotesi di

testo in modo che il lettore possa verificare quanto ha fatto

2) Apparato: dove vengono confrontate le lezioni accolte e quelle scartate

a) Apparato positivo: le lezioni accolte vengono menzionate

b) Apparato negativo: vengono menzionate solo le lezioni rifiutate

3) Commento esplicativo: che interpreta i singoli passi

4) Traduzione o parafrasi

5) Analisi linguistica

6) Concordanza e formario

I L 1793 – 1851

L METODO DI ACHMANN

Questo metodo, applicato in un primo tempo nella filologia classica (Rerum Natura di Lucrezio),

poi in quella veterotestamentaria (Nuovo Testamento), poi in quella germanica (I Nibelunghi),

approda nella filologia francese romanza dove segna il tramonto dei metodi empirici utilizzati dagli

umanisti.

E’ un metodo:

 razionale: in quanto si basa su ragionamenti logico-formali e si passa dal non conosciuto al

conosciuto

 scientista: è dimostrato, verificabile e ricostruibile da chiunque

 meccanico: non richiede l’intervento del giudizio del critico, come dice Bediér, è un automa.

Premesse all'edizione critica della “Vita” francese “di sant' Alessio”

di Gaston Paris

Il manoscritto più antico di questo poemetto si trova attualmente nella città di Hildesheim nel

Hannover.

Scritto nel XII secolo, inizia con un calendario seguito da 20 fogli con miniature bibliche e poi

comincia il poemetto, preceduto da una miniatura che rappresenta Alexis mentre si congeda dalla

fidanzata e i fogli seguenti sono occupati da preghiere latine, tranne un frammento di traduzione di

san Gregorio. E' scritto come se fosse in prosa, senza gli a capo; la fine di ogni verso è segnata con

un punto, l'inizio di ogni strofa è indicato con una lettere dipinta.

E' stato fatto in Inghilterra. Chiamiamo questo manoscritto “manoscritto L”.

Il secondo manoscritto si trova in Inghilterra e si data alla metà del XII secolo. La lingua è molto

ringiovanita rispetto al manoscritto L e il copista inglese distrugge il ritmo di molti versi ed è

colpevole di molte omissioni. Il poemetto ha poi subito una nuova revisione. Un correttore rivede

l'opera e sostituisce rime perfette alle assonanze. Indichiamo questa revisione con la lettere A.

Il terzo manoscritto è del XIV secolo (o fine secolo precedente), scritto in Inghilterra e il copista ha

commesso molti errori di ritmo e ha tralasciato molti versi e strofe intere. Indichiamo questo

manoscritto con la lettera P.

Il quarto manoscritto, del XIII secolo, è facilmente leggibile e ornato da una miniatura che

rappresenta Alexis morto, circondato dal papa e dagli imperatori in preghiera. Il copista era francese

ed è rimasto fedele alle regole grammaticali ma gli capita di farsi sfuggire versi che non hanno

senso e inoltre sopprime versi e strofe indispensabili per il senso del testo. Inoltre qui il poemetto

compare considerevolmente aumentato, cioè interpolato.

Riassumendo il poemetto della Vie de saint Alexis ci è pervenuto in 4 manoscritti principali: L, A , P

e S e quest'ultimo è il rappresentante di un manoscritto perduto i, il quale a sua volta sarebbe il

locum tenes di un manoscritto perduto non interpolato.

Qual è quindi il rapporto dei quattro manoscritti fra loro?

La critica testuale ha come scopo quello di ritrovare la forma che aveva l'opera quando uscì dalle

mani dell'autore. Non raggiunge mai completamente questo scopo: vi si avvicina più o meno.

Per quanto riguarda le opere del Medioevo rispetto a quelle dell'Antichità i manoscritti sono

migliori poiché sono più vicini all'epoca dell'autore; sono peggiori perchè i casi di incertezza sono

molto più frequenti. Ogni generazione ha modificato i manoscritti per adattarli al suo gusto ad

esempio vi è il comune fenomeno del passaggio dall'assonanza alla rima. Per far tornare di moda i

vecchi poemi, fu d'obbligo modificare tutte le finali di verso secondo leggi sconosciute ai loro

autori, Oltre alle alterazioni di forma, bisogna tener presente anche quelle di sostanza: si misero i

vecchi poemi al livello delle idee del momento.

La critica testuale si fonda sull'idea che scribi diversi, copiando uno stesso testo, non fanno gli stessi

errori. Quindi per le opere del Medioevo che hanno subito rimaneggiamenti: rimaneggiatori

diversi lavorando su uno stesso poema, non fanno le stesse innovazioni. Ne risulta che il confronto

fra diversi manoscritti provenienti da una stessa fonte ci farà di solito conoscere la fonte stessa, se

essa manca.

Le immense dimensioni della perdita dei manoscritti nel Medioevo appaiono quando possediamo

parecchi manoscritti di una stessa opera.

La critica deve quindi esaminare se i manoscritti che sono a sua disposizione sono copiati gli uni

dagli altri: bisogna confrontare ognuno dei manoscritti più recenti con ognuno di quelli più antichi;

se il più giovane colma le lacune che si trovano nell'altro, se offre una buona lezione dove l'altro ne

ha una cattiva, è chiaro che non deriva da lui. Se invece ne riproducesse gli errori e le lacune, e non

avesse questi difetti in comune con nessun altro, è quindi una copia del manoscritto più antico e non

tenerne alcun conto, perchè è una delle regole della critica quella che una copia non ha nessun

valore quando si possiede l'originale.

Nel caso contrario, se si vede che nessuno dei manoscritti è copiato da un altro bisogna stabilirne la

classificazione. Alla fine quindi o tutti i manoscritti derivano direttamente dall'originale, o si

raggruppano in famiglie di cui ognuna rappresenta una copia diretta (perduta) dell'originale. A

questo punto il critico esiterà solo quando una famiglia offre una lezione differente e se la

classificazione dei manoscritti approda alla costituzione di 2 famiglie a questo punto l'operazione

del critico diventa una questione di sensibilità, di intuizione e di cultura. Il critico dovrà ricavare i

motivi della scelta nella sua personale conoscenza della lingua, dello stile e delle idee dell'autore.

Il critico può inoltre trovarsi nella situazione in cui tutti i manoscritti derivano non dall'originale,

ma da un intermediario perduto, il quale era distante numerose generazioni dall'autore originario.

Questo è il campo di quella che si chiama critica congetturale.

La restituzione critica di un testo comprende oltre alla costituzione delle lezioni anche la

costituzione della lingua. Ricordiamo che la lingua a volte viene fatta avvicinare dai diversi copisti

a quella del loro tempo e del loro paese. Quindi qui più un manoscritto è vicino all'epoca dell'autore,

cioè più è antico, e più merita di essere preso in considerazione. Ma accanto alla questione

cronologica c'è anche la questione del luogo e tale questione può essere risolta per mezzo di

intuizioni più o meno probabili. L'unico strumento un po' più preciso è la versificazione, ma essa

non può essere applicata ai versi in prosa.

Pertanto la critica deve cercare di determinare le forme linguistiche del testo per mezzo della

conoscenza generale della lingua nei suoi successivi periodi e nelle diverse regioni.

Obiezioni al metodo del Lachmann

di Joseph Bèdier

Nel Lai de L'Ombre sono stati praticati metodi diversi per la ricostruzione del testo ori

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
17 pagine
2 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/13 Filologia della letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher nora96_96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Lorenzi Cristiano.