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CAP III
S
TRATEGIE SOSTENIBILI NELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE
Il terzo capitolo si sofferma su: specificità delle PMI.
L’UE include nella macro-categoria delle micro, piccole e medie imprese le imprese che occupano
meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro e il cui totale di bilancio
annuo non supera i 43 milioni di euro. All’interno di questa categoria si distinguono poi la piccola e
La piccola impresa, in relazione alla media impresa, si definisce come un’impresa
la micro impresa.
che occupa meno di 50 persone e il cui fatturato e totale di bilancio non superano i 10 milioni di
euro; la micro impresa, in relazione alla piccola impresa, occupa meno di 10 persone e ha un
fatturato e un totale di bilancio non superiore a 2 milioni di euro.
Le PMI sono la base del tessuto produttivo europeo, con una percentuale del 99,8% sul totale
L’Italia vanta nell’UE la più alta quota di micro e piccole imprese.
delle imprese.
Quali sono gli elementi caratteristici delle PMI?
La semplicità della struttura organizzativa e la snellezza burocratica; le relazioni e le comunicazioni
frequenti e informali, basate su contatti continui negli uffici, piuttosto che su riunioni; l’importanza
delle relazioni interpersonali, lo stretto contatto individuale tra il proprietario/manager e dipendenti,
finanziatori, fornitori, clienti e concorrenti che aiuta molto la piccola e media impresa a costruirsi
un’immagine di fiducia e di open business fortemente legata al territorio, alla comunità locale e
all’ambiente socioeconomico di appartenenza.
Il processo di graduale avvicinamento delle PMI alla CSR è uno dei più importanti obiettivi
dell’UE. Tante delle iniziative europee e dei progetti in ambito comunitario sono rivolti proprio alle
PMI, mirano a supportare la diffusione della CSR nelle PMI, elevando il livello di sensibilità e di
conoscenza e sviluppando capacità e competenze per integrare la CSR nei processi aziendali.
Tale fenomeno non sarebbe comunque del tutto nuovo, poiché molte di queste imprese operano
secondo i principi di quella che oggi è chiamata CSR pur non utilizzando questa espressione.
La CSR nelle PMI è implicita, informale, silenziosa, talvolta comportamenti responsabili sono
adottati dall’imprenditore senza che questi ne conosca il significato in termini di
responsabilità sociale. Raramente la CSR delle PMI trova espressione in strumenti formali, sistemi
di gestione e certificazioni ed è soprattutto attuata in modo quasi intuitivo, legato direttamente alla
sensibilità etica dell’imprenditore. Ciò anche perché non esiste una formula unica per la CSR, una
soluzione adatta a tutti, ma ciascuna impresa deve affrontare le proprie sfide in base alla propria
cultura e alle specifiche circostanze in cui opera.
Diverse proposte dell’UE cercare di “tradurre e adattare” i concetti, i
(Commissione) per
metodi e il linguaggio della CSR per ciascuna PMI.
E anche a livello internazionale si riconosce un ruolo importante alle PMI nella diffusione del
–
concetto di sviluppo sostenibile. Il Global Compact (ONU) sottolinea che le PMI nel mondo
–
sviluppato tendono a essere aziende specializzate ad alta intensità di conoscenze che possono
influenzare il corso del comportamento aziendale e diventare partner efficaci nel trasferimento di
miglioramento delle pratiche industriali e nell’apertura di opportunità di mercato per
tecnologie, nel
lo sviluppo dei paesi partner; nei PVS, invece, le PMI sono il motore per la diffusione delle
relazioni di mercato e per la crescita economica. 14
Tuttavia le PMI devono spesso superare ostacoli importanti per dare attuazione alla CSR,
quali la mancanza di risorse umane, finanziarie e di tempo, al fine di attuare con successo gli
standard sociali e ambientali richiesti nelle diverse linee guida internazionali. Pertanto la capacità di
creare consenso e sviluppare fiducia attorno al progetto imprenditoriale sono elementi essenziali per
tali imprese, come pure la capacità di fare relazioni, in considerazione anche della presenza di molte
PMI nei distretti industriali.
Tutto ciò impone di reinterpretare la CSR per tali realtà, e in questa direzione si sono mosse molte
istituzioni, anche italiane. La proposta che accomuna tali interventi consiste nel considerare la CSR
non più come un aspetto addizionale delle strategie aziendali, ma come un fattore che deve far parte
integrante della gestione delle imprese, in particolar modo delle PMI, che rappresentano una parte
consistente del sistema economico europeo.
Per quali motivi appare così importante l’adozione di comportamenti socialmente responsabili
anche da parte delle PMI?
Le PMI rappresentano una percentuale quasi totalitaria del sistema economico europeo e di quello
italiano. Si tratta di un sistema essenziale per l’economia europea che non può essere tenuto fuori
dai processi di conoscenza relativamente alla CSR, dal momento che la loro influenza sulla società
è di estrema importanza. Lo sviluppo dei principi della tutela dell’ambiente e dei diritti umani non
può non avvenire se non diffondendo la cultura della responsabilità sociale e gli atteggiamenti
conseguenti presso tali realtà imprenditoriali.
Le PMI sono inoltre fortemente radicate nei territori locali nei quali sono ubicate e, diversamente
dalle grandi imprese per le quali si valuta l’impatto dell’attività sul sistema locale nel ruolo di
cittadini di un’area, il territorio per le PMI ha una valenza inversa, ossia rappresenta una fonte
insostituibile di risorse e competenze non disponibili o di difficile creazione e costituzione
all’interno delle PMI. La globalizzazione per le imprese più piccole si presenta sotto forma di
glocalizzazione, cioè di radicalizzazione della condizione locale e delle specificità territoriali.
Le PMI possono contribuire a creare un ritorno tangibile alla comunità, attraverso corsi di
formazione, per trasmettere la propria esperienza lavorativa, l’organizzazione di eventi culturali
locali, le iniziative per la promozione del rispetto dell’ambiente.
Proprietà -------------- La proprietà e la gestione delle PMI sono concentrare nelle stesse mani
Struttura -------------- Relazioni interpersonali e contatti più frequenti
Comunità -------------- Forte legame con la comunità locale di riferimento
Economia -------------- Maggiore vulnerabilità economica rispetto alle grandi imprese
15
CAP IV
T
ERRITORIO E SOCIAL CAPITAL PER LA SOSTENIBILITÀ NELLE PMI
Il quarto capitolo si sofferma su: importanza della partecipazione di piccole e medie imprese ai processi di
sviluppo sostenibile; importanza del social capital delle piccole e medie imprese e delle relazioni con gli altri
attori del sistema locale per sviluppare strategie di sostenibilità.
Qual è il valore del territorio per la competitività delle imprese?
reciproca interdipendenza tra l’impresa e l’area dove essa è
Esiste senza dubbio una ubicata.
Il territorio è un insieme di interlocutori, portatori di interessi e detentori di un potere di
Il territorio e l’impresa si plasmano a vicenda.
influenza rispetto alle dinamiche aziendali. non solo l’insieme
Con il termine milieu alcuni autori hanno voluto sottolineare di condizioni
anche l’insieme
naturali che caratterizzano un territorio, ma permanente di caratteri socio-
grazie all’evolversi storico di rapporti
culturali sedimentati in una certa area geografica,
relazione all’utilizzo degli ecosistemi naturali locali.
intersoggettivi, a loro volta in Attori, risorse,
attività e relazioni sono dunque gli elementi costitutivi un territorio, il territorio è continuamente
costruito e decostruito dalle relazioni tra tali soggetti e la dimensione territoriale si è
progressivamente affermata come una delle chiavi interpretative della varietà e della
variabilità dei modi con cui la produzione si organizza e funziona nei diversi contesti.
La competitività di un paese si manifesta principalmente in due condizioni: la posizione nel
commercio internazionale e il miglioramento del benessere dei cittadini sul piano dell’occupazione
e della ricchezza economica.
Esistono però anche critiche all’idea che la competitività di un paese si misuri sulla base della
della sua economia di vendere all’estero più di quanto dall’estero acquista:
capacità alcuni studiosi
ritengono infatti che il surplus commerciale possa essere interpretato come un segno di debolezza
del paese, come pure affermano che la competizione tra paesi, a differenza di quella fra le imprese,
crescita economica e produttiva di un’area geografica può
non è a somma zero e pertanto dalla
derivare anche un’opportunità per altri sistemi economici.
effettuare un’analisi di competitività di un’area
È stato anche affermato che non sarebbe possibile
sulla sola base di fattori oggettivi (es. PIL) in quanto tali fattori non esprimono lo stesso significato
per tutti i soggetti.
Esistono, in definitiva, diversi modi per i territori di essere competitivi e comunque modi
differenti per creare situazioni di competitività, anche se il confronto tra aree geografiche non
è necessariamente solo di tipo competitivo.
L’impresa non vede il territorio come mero supporto passivo, ma lo interpreta quale entità
avvolta nell’atmosfera industriale che la ossigena nel conseguimento e nel mantenimento
complessa
di un vantaggio competitivo sostenibile nel tempo.
L’idea di territorio in quattro filoni:
1. Economia classica
2. Distretti industriali
3. Marketing internazionale
4. Marketing territoriale 16
1) Economia classica
- Teoria dei vantaggi assoluti. Con Adam Smith la ricchezza di una nazione veniva legata al libero
commercio, includendo anche l’import che permetteva di acquisire risorse non disponibili.
- Teoria dei vantaggi relativi. Ricardo osservò che occorreva osservare i differenziali relativi di
produttività, facendo riferimento al costo opportunità ovvero al valore che si cede per ottenere il
bene. A ogni paese conviene specializzarsi in cosa sa far meglio, considerando il valore del denaro
nei rapporti di scambio.
- Teoria di vantaggi comparati. Con Porter il vantaggio veniva attribuito alla disponibilità di beni
sul mercato domestico e alla dotazione differenziata di risorse, di conoscenze tecnologiche e
capacità manageriali. Queste definizioni hanno spiegato i fattori regolatori degli scambi
commerciali internazionali.
2) Distretti industriali
Anche gli studi sui distretti industriali