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La geografia dei testi commemorativi e narrativi tra XI e XII secolo

Tra la metà del X e il XII secolo riprendono le scritture di memoria storica, ancora collegate al mondo ecclesiastico, e si accentua la dimensione locale della scrittura storica. Compaiono nuove forme di scritti:

  • Memorie di carattere anniversario (necrologi, obituari), a struttura calendaristica, ciclica
  • Scrittura annalistica (liste di vescovi, abati), lineari
  • Cronache cartulario/con documenti: dispongono gli atti in una sequenza cronologica, raggruppandoli entro la serie degli abati (memorie monastiche)

Capitolo 2: Centri e periferie: la riorganizzazione politica dell'Italia e le scritture delle autorità pubbliche (XII-XV sec)

Tra la fine del XI e l'inizio del XII secolo si avviarono mutamenti di struttura che portarono all'esplosione della documentazione tardomedievale. All'erosione del monopolio chiericale e monastico della scrittura concorsero la ripresa di una tradizione scritta laica e...

L'emergere della lingua volgare. Alla fine dell'XI secolo nuovi rapporti tra il potere pubblico e i residenti sul territorio determinarono l'incremento della scrittura e quindi dell'alfabetizzazione del laicato, lo sviluppo di cancellerie e l'organizzazione per la registrazione e la conservazione dei documenti.

2.1 IL MEZZOGIORNO Catalogus Baronum", Conquista normanna: Ruggero II (1130), ordina il "sortadi" recensione" delle forze militari del regno. Il catalogo non considerava abbazie, grandi chiese, città e castelli autonomi. Ai normanni seguì la famiglia Sveva: si accentua il carattere autoritario e la centralizzazione; vengono organizzati un archivio e una cancelleria del regno, sono registrati gli atti regi. Monarchia angioina (1266): la maggior parte dei documenti della cancelleria sono di natura fiscale. (1406: annessione della Sicilia alla corona d'Aragona) Regnum Siciliae (1442): struttura monarchica aragonese con forte

Autorità; le fonti documentarie definiscono i rapporti tra luogo e corona. Sono rare le scritture dell'amministrazione feudale.

2.2 AUTONOMIE E GOVERNI DELLE CITTÀ

Tra XII e XIII secolo, in Italia settentrionale e centrale le forme di organizzazione territoriale sono strutturate a diversi livelli; dal basso vediamo un accentuato localismo con una capillarizzazione dei poteri. I documenti definiscono i rapporti tra località rurali e castelli e tra ecclesiastici e laici (per la conoscenza delle signorie rurali bisogna ricorrere alla documentazione episcopale e abbaziale).

Nel Duecento le carte emanate dai signori ecclesiastici si configurano come statuti penali. A Milano vediamo l'iniziativa episcopale per il controllo del territorio, in Piemonte e in Toscana quella di un'aristocrazia urbana. Supremo collegio politico di questo periodo sono i CONSOLI.

Tra XI-XII secolo tutte le città comunali svolsero una politica di autonomizzazione e conquista del territorio.

(sia del comitatus, sia oltre), mentre gli imperatori si sforzano di mantenerne il controllo. La necessità di definire un ceto nobiliare porta all'emergere di alcune élites e alla formazione di signorie extraurbane: si formano signorie locali di castello. L'incremento naturale della popolazione rurale favorisce l'inurbamento. Nelle città inizia un processo di differenziazione sociale, cui si connette la rivendicazione di un ruolo politico da parte di tutte le componenti sociali. Nascono le societates, organizzazioni sulla base di un mestiere/unaprofessione o su base territoriale o di dimensione solidaristica. L'esigenza di una rappresentanza superiore di governo porta le città a fare affidamento ad un PODESTÀ. Durante il Duecento migliora l'ordinamento della documentazione e si formano scritture di altra natura (leggi, fiscali). Con l'incremento delle scritture pubbliche e la registrazione delle discussioni e delle delibere deiconsigli comunali, si affermano gli scritti su quaderno e libro, l'uso della carta e la lingua volgare. 2.3 LE SCRITTURE DELLE CITTÀ: FONTI DIPLOMATISTICHE E LIBRI IURIUM Le serie più antiche degli archivi italiani constano di un insieme di DIPLOMI dinotai e cancellieri, stipulati tra il comune cittadino e altre autorità. Nei secoli XI e XII questi diplomi erano sempre in forma di singoli e autonomi pezzi, scritti su pergamena sciolta e non registrati presso i pubblici uffici. Dal XII-XIII secolo vengono trascritti in quaderno, poi legati in codici detti LIBRI IURIUM. Sono detti "iurium" perché contengono i diritti esercitati dal Comune su terzi. Nei libri iurium non erano trascritti tutti i documenti e quelli che lo erano non si trovavano in ordine cronologico, ma per criterio tematico e topografico (come nei cartulari di chiese e monasteri). Potevano comunque costituire una buona base per la memoria storica. Si noti alcune differenze: 1) le città

Maggiormente indipendenti ci danno informazioni anche sul territorio rurale; le città sottoposte a dominio ci danno informazioni prevalentemente sulla città e le sue vicinanze.

Nelle città i diplomi sono trascritti senza andare distrutti, creando così due serie di archivi paralleli, mentre nei monasteri no.

2.4 LE SCRITTURE DELLE CITTÀ: STATUTI CITTADINI E RURALI

Si definisce STATUTO un insieme di norme aventi forza di legge. Le città dominate dovevano far approvare il loro statuto. Gli statuti delle città dominanti contenevano disposizioni sugli enti e le località del territorio. Gli statuti rurali avevano un contenuto ridotto rispetto a quelli cittadini.

L'esigenza della redazione statuaria si collega alla rinascita del diritto romano, conosciuto meglio e studiato nelle università e nelle scuole notarili. Lo "ius commune" (il diritto romano) era integrato con lo "ius proprium" (ambito di una societas).

Risultato delle aggiunte, abolizioni e rielaborazioni dei consigli cittadini.

2.5 LE SCRITTURE DELLE CITTÀ: LE DELIBERAZIONI DEI CONSIGLI

Li statuti sono esito dei processi deliberativi: i consigli ricorrevano a forme di verbalizzazione delle discussioni e dei provvedimenti. Si incrementano così i libri e i registri sulla spinta dei regimi "popolari".

A livello di queste scritture si nota un divario tra nord e sud, una rigidezza, dovuta al fatto che questi testi erano scritti in latino ma le discussioni avvenivano in volgare, e un disordine, perché sono disposizioni occasionali che riguardano momenti di naura generale.

2.6 LE SCRITTURE DELLE CITTÀ: GLI ATTI DI GIURISDIZIONE

Vengono elaborati dalla giustizia civile e penale. Prima l'intervento diretto dell'autorità pubblica si limitava a fatti considerati gravissimi. Dal XIII-XIV secolo l'autorità statale si amplia, ne consegue la necessità di sviluppare un'accusa.

penale e un procedimento d'ufficio. Si sviluppano due tipologie di procedimento: accusatoria e inquisitoria. Al podestà di sostituiscono i collegi giudicanti. Un ruolo importante è svolto dai tribunali vescovili. I quaderni di giurisdizione penale ci danno conoscenza dei comportamenti sociali. La redazione è affidata ai notai. Le sistemazioni archivistiche sono diverse per denunce, testimonianze e sentenze. 2.7 LA FINANZA PUBBLICA E LE FONTI FISCALI Si presentano nella forma di quaderni e registri correnti. Riguardano specificatamente lo spazio urbano i libri di entarta e di uscita, i catasti, i registri di gabelle. Nei registri la sezione delle entrate è ridotta, più estesa quella delle uscite (per il ritmo quotidiano). Il regime delle entrate varia a seconda della città. Dal Trecento si registrano i movimenti della spesa (scritture di bilancio) e si creano speciali uffici per alcuni settori della spesa pubblica, come l'annona. Le finanzepubbliche ricevono entrate da: - assise da beni di carattere demaniale - prestazioni obbligatorie di opere e servizi di trasporto - imposizioni straordinarie per necessità militare Nel regno di Sicilia e nei principati territoriali ecclesiastici e laici i dazi erano spesso amministrati indirettamente con appalti e infeudazioni. Le imposizioni dirette non erano imputate al singolo contribuente ma per tramite delle componenti istituzionali. Avevano un carattere di auxilium, cioè non erano annuali e correnti, ma per una necessità. Si definiscono ESTIMI una serie di catasti redatti per un finanziamento straordinario che veniva ripartito tra i capifamiglia. Questi catasti, che mancano nel Mezzogiorno, si componevano attraverso dichiarazioni dei contribuenti o rilevazioni d'ufficio. Hanno carattere istantaneo e nell'elenco dei contribuenti si distribuiscono per residenza fiscale. Anche le comunità rurali avevano possessi di natura collettiva e demaniale su cui la

città esercitava una tutela. Le vicende di beni comunali o franchi siseguono con varie fonti, dai libri di entrate e uscite ai registri dei notai.Alla fine del Duecento le imposte indirette e il debito, che hanno andamentoannuale, diventano il fondamento principale dei sistemi finanziari comunali. Icomuni hanno la necessità di ricorrere al debito con i mercanti, nobili,compagnie mercantili-bancarie, affindando loro in appalto la riscossione, pergarantire il rimborso sul debito pubblico.

CAPITOLO 3: SOLIDARIETà LAICHE E SOCIETà ECCLESIASTICA

Tra XIII e XV secolo avviene un mutamento generale nelle scritture private,nella documentazione diplomatistica, nella narrazione storica, nella tradizionedegli enti ecclesiastici.

3.1 I DOCUMENTI DI COMUNITà E CORPORAZIONI

Prima del Quattrocento, la maggior parte delle comunità castrensi e rurali hatramandato quasi esclusvamente statuti, perciò per la ricostruzione storicanecessitiamo di fonti esterne.

ad esempio quelle delle città dominanti. La prevalenza di fonti esterne rispetto a quelle interne vale anche per le corporazioni (nate alla fine del XII secolo). Su tutte le arti di natura economica e produttiva primeggiavano quelle di fisionomia mercantile e finanziaria: il cambio e la mercanzia. Vi sono due modalità che descrivono il rapporto tra le corporazioni e il governo politico delle città: - modello veneziano: le arti sono subordinate all'autorità politica - modello fiorentino: identifica organizzazione politica e articolazione corporativa Le arti che furono più autonome elaborarono dei complessi di statuti più variegati e discontinui. Vi sono molte varietà di fonti in ciascuna corporazione, ma sono comuni a tutte le matricole e i libri contabili. Il grosso della documentazione patrimoniale è legato alla proprietà fondiaria e ai redditi.
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Publisher
A.A. 2019-2020
11 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/01 Storia medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Bubi3382 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Esegesi delle fonti storiche medievali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Provero Luigi.