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Produzione di equilibrio e bilancia dei pagamenti
Il mercato di beni è in equilibrio quando la produzione interna è uguale alla domanda di beni nazionali, cioè quando:
Y = Z
quindi: ,εY = C(Y-T) + I(Y ,r ) + G + X(Y* ,ε ) - IM(Y )
La retta ZZ disegna la domanda in funzione della produzione.
La ZZ è inclinata positivamente, con pendenza minore di 1. La produzione di equilibrio è il punto dove la domanda è uguale alla produzione, cioè si trova in corrispondenza dell'intersezione della ZZ con la retta a 45°: il punto A.
Aumenti della domanda estera o nazionale
3.1 Un aumento della spesa pubblica
Supponiamo che l'economia sia in recessione e che il governo stia considerando l'opportunità di aumentare la spesa pubblica. Un aumento
La spesa pubblica provoca un aumento della produzione e del disavanzo commerciale. La domanda iniziale è data da ZZ e il punto di equilibrio è A, con una produzione pari a Y. Assumiamo che la bilancia commerciale sia in pareggio, cioè che Y coincida con Y.TB. Ad ogni livello della produzione, la domanda aumenta di ∆G, per cui la retta che rappresenta la domanda si sposta verso l'alto in misura pari a ∆G, da ZZ a ZZ'. Il punto di equilibrio si sposta da A ad A' e la produzione aumenta da Y a Y'. L'incremento della produzione è chiaramente maggiore dell'aumento della spesa pubblica, per effetto del moltiplicatore. Partendo da un equilibrio della bilancia commerciale, un aumento della spesa pubblica genera un disavanzo commerciale pari a BC. Il moltiplicatore è più piccolo che in economia chiusa. Il moltiplicatore più piccolo e il disavanzo commerciale hanno la stessa origine: parte della domanda nazionale è rivolta a
beni esteri, non abeni nazionali.In un‟economia aperta, un aumento della domanda interna incide sulla produzione in misurainferiore rispetto al caso di economia chiusa, e inoltre ha un effetto negativo sulla bilanciacommerciale. Quanto più aperta è l‟economia, tanto minore sarà l‟effetto sulla produzione e tantol‟effetto negativo sulla bilancia commerciale.maggiore
3.2 Un aumento della domanda estera
Consideriamo un aumento della produzione estera (↑Y*). Questo potrebbe essere dovuto a un incrementodella spesa pubblica estera (↑ G*).
L‟effetto diretto è un incremento di un certoammontare, diciamo ∆X, delle nostre esportazioni:- per ogni dato livello della produzione, questoaumento delle esportazioni induce un incrementodella domanda di beni nazionali pari a ∆X, per cuila retta che rappresenta la domanda di beninazionali in funzione della produzione si spostaverso l‟alto in misura pari a ∆X, da ZZ a ZZ′;dato il livello di produzione,
all'aumentare delle esportazioni di ∆X, la retta che rappresenta le esportazioni nette in funzione della produzione si sposta verso l'alto in misura pari a ∆X, spostandosi da NX a NX′. Il nuovo equilibrio si trova nel punto A′, con un livello di produzione pari a Y′. Un aumento della domanda estera provoca un incremento della produzione nazionale. Un maggior livello di produzione estera genera maggiori esportazioni di beni nazionali, che a loro volta fanno aumentare la produzione interna e la domanda nazionale di beni attraverso il moltiplicatore. Avremo anche un miglioramento della bilancia commerciale. 3.3 Un riesame della politica fiscale I governi preferiscono non incorrere in disavanzi commerciali, per buone ragioni. La principale è che un paese con un disavanzo commerciale cronico accumula debito nei confronti del resto del mondo e quindi deve pagare interessi sempre più alti al resto del mondo. Se tutti i paesi coordinassero le loro politichemacroeconomiche in modo da aumentare la domanda interna simultaneamente, potrebbero aumentare la produzione senza generare maggiori disavanzi commerciali tra loro. La ragione è che l'aumento coordinato della domanda genererebbe aumenti sia delle importazioni sia delle esportazioni di ogni paese.
I governi discutono spesso di coordinamento. I sette maggiori paesi industrializzati del mondo, i cosiddetti G-7 (Gruppo dei sette, composto da Stati Uniti, Giappone, Francia, Germania, Regno Unito, Italia e Canada), si riuniscono regolarmente per analizzare la loro situazione economica, e solo raramente la relazione finale di questi incontri non menziona il termine coordinamento. In pratica si è molto lontani da un effettivo e completo coordinamento macroeconomico tra paesi, per diverse ragioni:
- il coordinamento potrebbe richiedere ad alcuni paesi di intervenire più di altri, e non è detto che essi siano disposti a farlo;
- i paesi hanno un forte incentivo a promettere di
aderire al coordinamento, per poi rinnegare la loro promessa.
4. Deprezzamento, bilancia commerciale e produzione
Il tasso di cambio reale è dato da: ε ≡ (EP/P*)
Il tasso di cambio reale è uguale al tasso di cambio nominale moltiplicato per il livello dei prezzi interni, diviso per il livello dei prezzi esteri.
4.1 Deprezzamento e bilancia commerciale: la condizione di Marshall-Lerner
Le esportazioni nette sono uguali a: εNX = X(Y*) - IM(Y)
Il deprezzamento reale (una riduzione di ε) influenza la bilancia commerciale attraverso tre canali:
- X aumenta. Il deprezzamento induce un aumento della domanda estera di beni nazionali e quindi un incremento delle esportazioni;
- M diminuisce. Il deprezzamento induce un aumento della domanda interna di beni nazionali e quindi una riduzione delle importazioni;
- il prezzo relativo delle importazioni, ε, aumenta. Questo tende ad aumentare il valore delle importazioni.
Affinché la bilancia
commerciale migliori a seguito di un deprezzamento, le esp. Devono aumentarein misura sufficiente e le importazioni devono diminuire abbastanza da compensare l‟aumento delprezzo dei beni importati. La condizione in base alla quale un deprezzamento reale genera unaumento delle esp. nette è nota come condizione di Marshall-Lerner.
4.2 Gli effetti di un deprezzamento
Il deprezzamento induce una variazione della domanda a favore dei beni nazionali. Questo genera asua volta un aumento della produzione interna e u miglioramento della bilancia commerciale. Undeprezzamento agisce rendendo i beni esteri relativamente più costosi. Questo significa che, dato illoro reddito, le persone vedono ridotto il loro tenore di vita. Questo meccanismo è particolarmenteavvertito nei paesi che sperimentano forti deprezzamenti.
4.3 La combinazione di politiche fiscali e di cambio
L‟equilibrio iniziale si trova nel punto A, associato auna produzione Y e a un disavanzo
commercialerappresentato dalla distanza BC. Se il governo vuoleeliminare il disavanzo commerciale senza variare laproduzione, deve fare due cose: - deve generare un deprezzamento sufficiente aeliminare il disavanzo commerciale al livelloiniziale di produzione. Il deprezzamento deveessere tale da spostare la curva delle esportazioninette da NX a NX′. Il problema è che taledeprezzamento, con l‟aumento associato delleesportazioni nette, sposta la curva di domanda daZZ a ZZ′, L‟equilibrio si sposta e la produzioneaumenta; - per evitare un effetto espansivo, il governo deveridurre la spesa pubblica in modo da riportare ZZ′a ZZ. Questa combinazione di deprezzamento estretta fiscale alla fine lascia invariato il livello diproduzione e migliora la bilancia commerciale. Nella misura in cui i governi si preoccupano sia dellivello della produzione, sia della bilanciacommerciale, essi devono usare la politica fiscaleinsieme alla politica del tasso di cambio. In base allaLa situazione iniziale e gli effetti relativi del deprezzamento sulla produzione e sulla bilancia commerciale dipendono dal contesto economico. Per mitigare gli effetti del deprezzamento, il governo potrebbe decidere di accompagnarlo con un aumento o una diminuzione della spesa pubblica.
La curva J descrive il deterioramento iniziale della bilancia commerciale causato da un deprezzamento reale. Tuttavia, se la condizione di Marshall-Lerner è soddisfatta, si verifica un miglioramento della bilancia commerciale nel lungo periodo. Questo processo di aggiustamento è chiamato Curva J.
Per comprendere la relazione tra risparmio, investimento e disavanzo commerciale, partiamo dalla condizione di equilibrio: Y = C(Y-T) + I(Y, r) + G + X(Y*) - IM(Y/ε).
Sottraendo C + T da entrambi i lati e ricordando che il risparmio privato è dato da S = Y - C - T, otteniamo: S = I + G - T + IM/ε - X.
Utilizzando la definizione di esportazioni nette, NX = X - IM/ε, otteniamo: NX = S + (T - G).
Questa condizione ci dice che, in equilibrio, la bilancia commerciale (NX) deve essere uguale al meno l'investimento. Quindi, un risparmio privato (S) e pubblico (T G) avanzo commerciale corrisponde a un eccesso di risparmio sull'investimento. Un disavanzo commerciale corrisponde invece a un eccesso di investimento sul risparmio.
Un avanzo commerciale comporta un prestito netto al resto del mondo, mentre un disavanzo commerciale comporta un debito netto nei confronti del resto del mondo. Se consideriamo un paese che investe più di quanto non risparmi, S + (T G) I è una quantità negativa. Quel paese dovrà prendere a prestito la differenza dal resto del mondo, cioè dovrà sopportare un disavanzo commerciale.
L'equazione ci suggerisce che:
- un aumento dell'investimento deve riflettersi in un aumento del risparmio privato, del risparmio pubblico o in un peggioramento del saldo commerciale;
- un aumento del
disavanzo di bilancio deve riflettersi in un aumento del risparmio privato, in una riduzione dell‟investimento o in un peggioramento del saldo commerciale;- un paese con un alto tasso di risparmio, pubblico e privato, deve avere o un elevato tasso di investimento o un significativo avanzo commerciale.
Produzione, tasso di interesse e tasso di cambio
Il modello di Mundell-Fleming è un modello di equilibrio simultaneo dei mercati reali e finanziari in contesto di economia aperta.
L’equilibrio del mercato dei beni
La condizione di equilibrio del mercato dei beni è la seguente: Y = C(Y-T) + I(Y ,r ) + G + NX(Y* ,Y ,ε)
Affinché il mercato sia in equilibrio, la produzione deve essere uguale alla domanda di beni.