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ANALISI QUANTICA DELL AMMORTAMENTO

L’INFLAZIONE ................................................................................................................................... 32

10

10.1 I , ...................................................................................................... 32

NFLAZIONE EQUILIBRIO E IDENTITÀ

10.1.1 L ’ ......................................................................... 32

E IPOTETICHE CAUSE MICROECONOMICHE DELL INFLAZIONE

10.1.1.1 Inflazione dovuta al comportamento dei consumatori .................................................................. 33

10.1.1.2 Inflazione dovuta alle scelte del settore pubblico ......................................................................... 33

............................................................................................................. 33

10.1.2 C REDITO BANCARIO E INFLAZIONE ’ ...................................................................................... 34

10.2 L’

ANALISI MACROECONOMICA DELL INFLAZIONE

“ ” , ................... 34

10.2.1 L A NECESSITÀ DI RISPETTARE EMPIRICAMENTE LA DISTINZIONE TRA MONETA REDDITO E CAPITALE

DEFLAZIONE E DISOCCUPAZIONE ...................................................................................................... 35

11

11.1 L : ............................................................................................. 35

A DISOCCUPAZIONE NOTE INTRODUTTIVE

: ’ ............................................................................................... 36

11.2 L

A DEFLAZIONE L ANALISI TRADIZIONALE

11.3 L : ’ .................................................................................................... 37

A DEFLAZIONE L ANALISI QUANTICA ’ ’ ................ 37

11.3.1 L A CRESCITA ESPONENZIALE DEL CAPITALE PATOLOGICO ALL ORIGINE D INFLAZIONE E DISOCCUPAZIONE

11.3.2 R .......................................................................................... 38

IASSUNTINO SU INFLAZIONE DISOCCUPAZIONE

................................................................................................................................... 39

11.3.3 L A STAGFLAZIONE

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3 Valore e moneta

Fisicamente eterogenei, i beni e i servizi prodotti devono poter essere espressi in un’unità comune che li

renda commensurabili. In assenza di tale unità, la teoria economica sarebbe priva della possibilità di

misurare il proprio oggetto d’indagine e l’economia non potrebbe neppure essere considerata una

disciplina scientifica.

3.1 Dal valore dimensionale al valore come relazione

3.1.1 L’analisi classica Smith introduce la distinzione fra:

Per i classici, contrariamente a quanto affermano i neoclassici, il valore valore d’uso: esprime l’utilità di un

d’uso (utilità) di una merce è una condizione necessaria ma non oggetto particolare. Ogni oggetto

atto a soddisfare dei bisogni umani

sufficiente per determinarne il valore o per derivare un denominatore possiede un valore d’uso che non si

comune per commensurare le merci. riduce a una semplice enumerazione

di attributi fisici e che rappresenta

È ovvio anche per i classici che, parafrasando Marx, “ Nessuna cosa può una qualità economica indispensabile

”, che le merci abbiano un valore di

essere valore, senza essere oggetto d’uso affinché gli oggetti si trasformino in

scambio e che fra di esse siano scambiate nel rispetto di questo valore merci.

(scambio tra equivalenti) e che questo valore (di scambio) rappresenti il valore di scambio: il valore d’uso è il

comun denominatore delle merci. prerequisito all’esistenza di un valore

di scambio, cioè quel valore che si

Ciò che per loro non è corretto è affermare che sia il valore d’uso concretizza nel potere di acquistare

(utilità) a determinare il valore (di scambio) delle merci; per i classici le altri beni che il possesso di un

merci posseggono un valore (che coincide poi con quello di scambio) oggetto comporta. Per gli autori

prima ancora che esse siano scambiate sul mercato dei prodotti. classici, a differenza dei neoclassici,

non si tratta del valore che le merci

Per loro non è dunque lo scambio in sé a regolare la grandezza del acquisterebbero durante il loro

valore delle merci ma, al contrario, è la grandezza di valore della merce scambio sul mercato dei prodotti, ma

a regolare i rapporti di scambio di quest’ultima, in altri termini non è del valore con il quale esse si

presentano sul mercato per essere

l’atto dello scambio a definire il valore di scambio di una merce. scambiate.

Ma allora cos’è che permette di rendere commensurabili i diversi valori pur

La trasformazione in merce:

d’uso prodotti? essendo un prerequisito

indispensabile, il valore d’uso non è

Rifacendoci a Marx, se si prescinde dal valore d’uso dei corpi delle sufficiente a garantire la

merci, l’unica qualità comune che rimane loro è quella di essere trasformazione dei beni fisici in merci

prodotto del lavoro. Ed è proprio il lavoro che le rende commensurabili in ragione del fatto che l’utilità non

e che può fungere da misura del valore. può essere misurata, né

cardinalmente, né ordinalmente.

Esse non hanno dunque valore se non per il lavoro impiegato a è il principio stesso del

Lavoro:

produrle. Marx sostiene dunque che un bene ha valore soltanto perché valore non può quindi avere un

in esso viene oggettivato, o materializzato, lavoro astrattamente valore. Il lavoro misura i prodotti, il

umano e che la maggiore o la minore quantità di lavoro incorporato loro valore, ma non misura se stesso.

Il lavoro non ha quindi valore, né

nelle merci è la sola causa della variazione del loro valore. come creatore di valore, né come

Il lavoro è dunque, per i classici e la loro teoria del valore‐lavoro, misura di valore.

l’unica misura possibile del valore di una merce; questo valore è

identificato con il lavoro incorporato nelle merci ed è considerato come una sostanza economica

paragonabile a quelle presenti nel mondo fisico.

In altri termini l’espressione sociale del valore è il risultato del processo di produzione e richiede la

riduzione del lavoro concreto a semplice lavoro astratto e indifferenziato.

Proprio qui sta l’errore dei classici: prodotto (misurato) e lavoro (misurante) non appartengono

logicamente alla stessa categoria economica, altrimenti il lavoro sarebbe contemporaneamente

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misurante e misurato o, in altri termini, se il lavoro (misurante) fosse una sostanza paragonabile a quelle

presenti nel mondo fisico sarebbe misurabile come una merce e ciò renderebbe necessario trovare un’altra

unità di misura comune a tutte le merci, lavoro incluso, come dice

Marx: Marx distingue fra lavoro astratto (o

sociale) e lavoro concreto.

“ i beni fisici devono essere misurati economicamente e non è corretto sostenere – Il carattere concreto del lavoro è

perché si tratterebbe di un ragionamento circolare – che l’unità di misura utilizzata a legato alla produzione fisica ed è

questo scopo deve a sua volta essere misurata all’origine delle differenze materiali

Ciò nonostante Smith e tutti i classici tentarono di dimostrare che, tra i valori d’uso prodotti.

riuscendo a misurare in un qualche modo la quantità di lavoro, In quanto lavoro astratto (o sociale)

potremmo finalmente misurare simultaneamente il valore del creatore di valore di scambio, il

lavoro è considerato nel suo aspetto

prodotto (alla pagina precedente, in rosso, sottolineiamo però indifferenziato e omogeneo di lavoro

l’impossibilità logica che questo possa mai avvenire). sociale.

Data l’impossibilità logica a che questo avvenga, ci limitiamo ad Per Marx è al lavoro astratto che

affermare che le merci sono il risultato del lavoro e trovano la loro spetta il compito di fungere da

omogeneità in una misura comune che è il lavoro socialmente misura economica del valore. Il

lavoro concreto dà forma alle varie

necessario alla loro produzione. Infatti, sostenere andando oltre, che merci e la sua esistenza ne

l’unità di misura debba o possa a sua volta essere misurata, significa caratterizza l’utilità stessa ma il loro

accettare l’idea che le merci siano misurate da una merce, mentre è valore non può essere determinato

chiaro che, come misurante, l’unità di misura deve essere distinta dalle dal lavoro concreto.

merci che è chiamata a contare. Questo compito spetta

esclusivamente al lavoro astratto

A questo proposito e giustamente, Marx definisce la differenza fra che, per l’appunto, diventa l’unità di

lavoro concreto e lavoro astratto (o sociale) lasciando a quest’ultimo misura dei beni prodotti ma che non

il compito di fungere da misuratore di valore. può essere a sua volta misurato in

termini fisici

Sarebbe dunque questo “lavoro astratto”, per Marx, l’origine del

valore delle merci. Ciò nonostante se tentiamo di misurare questo

lavoro astratto ci scontriamo con il paradosso di misurare con un ipotetico misurato invece che con un

misurante (che per sua stessa natura e definizione non può logicamente essere misurato).

Se da una parte affermiamo dunque che il lavoro è il principio creatore del valore dobbiamo altresì esser

d’accordo sul fatto che esso stesso non possa possederne alcuno e deve essere rigorosamente distinto dalla

categoria delle merci che misura.

3.1.1.1 La determinazione del lavoro astratto

La determinazione del lavoro astratto, che non può essere logicamente misurato (lo abbiamo appena visto),

è eminentemente sociale e dipende dall’insieme del sistema economico considerato. La concezione

dimensionale del valore va quindi sostituita da una concezione più evoluta in cui il valore è definito come

una relazione di natura sociale.

È l’insieme di questi rapporti sociali che determina la relazione tra lavoro astratto (o sociale) e prodotto e

che permette dunque di esprimere il valore di scambio di una merce. Usando le parole di Marx:

“ la relatività delle merci fra loro non consiste soltanto nel rapporto in cui esse si scambiano l’una con l’altra, ma nel rapporto tra

tutte le merci e questo lavoro sociale in quanto loro sostanza

Il valore non è dunque una dimensione del prodotto, ma piuttosto la sua misura in lavoro astratto,

sociale ed il suo fondamento è la relazione di equivalenza tra merci prodotte e lavoro socialmente

necessario (questo non significa che il lavoro socialmente nece

Dettagli
Publisher
A.A. 2008-2009
39 pagine
4 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher aigim di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e politica monetaria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università della Svizzera italiana - Usi o del prof Cencini Alvaro.