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Entrambi i principi vengono sanciti nell’art 3 della nostra costituzione.
8.L’incontro tra liberalismo e democrazia. L’eguaglianza liberale è completamente diversa
dall’eguaglianza democratica, che tende ad un eguagliamento economico. Quindi dal punto di
vista egalitario, democrazia e liberalismo non coincidono; affinché la prima costituisca lo
sviluppo naturale del secondo è necessario tener conto della formula politica, cioè la sovranità
popolare.
L’unico modo per garantire la sovranità popolare è l’estensione del suffragio universale, dando
la possibilità al maggior numero dei cittadini di partecipare direttamente e indirettamente alle
decisioni collettive. Da questa premessa si può arrivare a due conclusioni:
- il metodo democratico è necessario per la tutela dei diritti fondamentali della persona
che stanno alla base della tradizione liberale
- la tutela di tali diritti è necessaria per il corretto funzionamento del metodo
democratico
Per quanto riguarda il primo punto, per tutelare al meglio i diritti fondamentali dei cittadini c’è
bisogno che essi possano difendersi dagli abusi del potere pubblico, e l’unico modo per farlo sta
nel garantire loro la partecipazione diretta o indiretta alle decisioni collettive.
Per quanto riguarda il secondo punto, la partecipazione al voto è efficace solo se vi è un libero
esercizio del potere politico.
9.Individualismo e organicismo. Il rapporto tra democrazia e liberalismo è possibile perché
entrambi hanno uno stesso punto di partenza, cioè l’individuo.
L’organicismo è antico; l’individualismo è moderno:
- l’organicismo considera lo stato come un insieme di parti che concorrono alla vita del
tutto, in un rapporto di interdipendenza tra loro. Il principio dell’organicismo viene
sancito da Aristotele il quale afferma che lo Stato viene prima del singolo.
- l’individualismo considera lo stato come un insieme di individui che instaurano rapporti
tra di loro. Il principio dell’individualismo viene sancito da Hobbes, il quale individua uno
stato di natura in cui gli uomini si scontrano, perché divisi da interessi contrapposti; per
questo motivo essi sono costretti ad unirsi in una società politica per sfuggire alla
distruzione.
Nonostante il liberalismo e la democrazia siano concezioni individualistiche, l’individuo del
primo non corrisponde all’individuo del secondo, o meglio l’interesse individuale che si vuole
proteggere è diverso: per il liberale, l’individuo si stacca dal gruppo primitivo e si conquista
spazi sempre più ampi di azione personale; per il democratico, l’individuo si ricongiunge con gli
altri uomini per far nascere una società che si crea attraverso un accordo libero tra individui
(contrattualismo).
10.Liberali e democratici nel secolo XIX. La prosecuzione storia dello stato liberale in quello
democratico inizia dall’età della restaurazione, età considerata “periodo germinale” di una
nuova civiltà.
La teoria moderna della concezione liberale inizia nell’Inghilterra del seicento, dove si crea
un modello ideale fatto di libertà fondamentali (di stampa, di pensiero, di religione), di
superiorità del parlamento sul re e di separazione dei poteri.
Anche il principio democratico, inteso come estensione dei diritti politici al maggior numero dei
cittadini, viene affermato per la prima volta dai Livellatori, in quanto inizialmente i diritti
politici erano limitati ai soli proprietari.
Inoltre, solo in Inghilterra il passaggio dalla monarchia costituzionale a quella parlamentare
avvenne senza scosse o conflitti, ma per una naturale evoluzione interna.
In Francia la situazione fu totalmente diversa: il fallimento di uno stato democratico introdotto
con la forza attraverso la rivoluzione del ’48, portò all’instaurazione di un nuovo regime
cesaristico (il secondo impero di Napoleone III), e questo fece scaturire negli scrittori forti
sentimenti liberali antidemocratici tanto da considerare democrazia e tirannia come “due
facce della stessa medaglia”.
Il processo liberale e democratico, quindi, continuo a svolgersi, ora congiuntamente ora
disgiuntamente, e questo portò alla contrapposizione tra:
- liberalismo radicale, sia liberale che democratico
- liberalismo conservatore, liberale ma non democratico
allo stesso modo avvenne anche per la democrazia:
- democrazia liberale
- democrazia non liberale
Quindi, il rapporto tra democrazia e liberalismo può essere schematizzato in questo modo:
- Rapporto di possibilità: liberalismo e democrazia sono compatibili, quindi vi può essere
uno stato liberale e democratico, ma anche uno stato liberale non democratico e uno
stato democratico non liberale (il primo è quello dei liberali conservatori, il secondo è
quello dei democratici radicali);
- Rapporto di impossibilità: liberalismo e democrazia sono antitetici, quindi la
democrazia finisce per distruggere lo stato liberale (liberali conservatori)oppure può
realizzarsi solo in uno stato sociale che ha abbandonato l’ideale dello stato minimo
(democratici radicali);
- Rapporto di necessità: liberalismo e democrazia sono legati necessariamente, nel senso
che solo la democrazia può realizzare gli ideali liberali e solo lo stato liberale può essere
la condizione necessaria per attuare il metodo democratico.
11.La tirannia della maggioranza. Le due correnti del liberalismo, quella conservatrice e quella
radicale, vengono rappresentate da due importanti scrittori: Tocqueville e Mill.
Tocqueville fu prima liberale e poi democratico, in quanto considerava la libertà come
fondamento di ogni vivere civile, ma allo stesso tempo vedeva sopraggiungere la democrazia in
modo inarrestabile. Egli, però, non era sicuro che una tale libertà potesse continuare a
sopravvivere nelle società democratiche.
Per Tocqueville, la democrazia vuol dire:
- Forma di governo dove tutti partecipando alla cosa pubblica. In questo senso la
democrazia è minacciata dalla tirannide della maggioranza.
- Società che si fonda sull’ideale dell’eguaglianza. In questo senso la democrazia è
minacciata dal dispotismo.
Egli dedica maggiore attenzione al principio di maggioranza, considerato come un principio
egualitario in quanto fa prevalere la forza del numero su quella della singola individualità. Tra
gli effetti negativi della maggioranza vi è: l’instabilità del legislativo; l’esercizio arbitrario dei
funzionari; il conformismo delle opinioni.
Per Tocqueville il potere è sempre negativo, che sia regio o popolare; il problema non è per chi
detiene il potere, ma sta nel modo di controllarlo e limitarlo. Il buon governo, infatti, non
dipende dal numero delle persone che lo detengono, ma dal numero delle cose che è lecito
fare.
La democrazia, affinché sia liberale, non si deve basare sull’estensione dei diritti politici, quindi
sulla partecipazione diretta o indiretta di tutti al potere pubblico, ma deve garantire la difesa
dei diritti fondamentali.
Infine, Tocqueville è contrario al socialismo, in quanto non può essere conciliato né con la
democrazia, né con il socialismo: la democrazia vuole l’eguaglianza nella libertà; il socialismo
vuole l’eguaglianza nella servitù.
12.Liberalismo e utilitarismo. Mill fu liberale e democratico, infatti considera la democrazia
(si riferisce soprattutto alla democrazia rappresentativa) la naturale prosecuzione degli ideali
liberali. Egli comunque vede i problemi che affliggono il governo democratico, ma cerca dei
rimedi più efficaci e con maggiore fiducia in un progresso graduale.
Si collega in modo particolare al principio utilitaristico sancito da Bentham, secondo il quale il
buon legislatore è colui che emana leggi che garantiscano la maggiore felicità per il maggior
numero di uomini. Quindi i limiti al potere governativo devono dipendere solo da questo e non
dai diritti naturali.
Mill è utilitarista e liberalista (due principi che procedono di pari passo), ma il suo è un
utilitarismo che mira all’utilità sociale, cioè alla felicità di tutti, e non del singolo individuo.
Come Bentham, egli rifiuta di ricorrere alla dottrina giusnaturalista per giustificare i limiti al
potere governativo.
Per quanto riguarda il piano della libertà, Mill parla di libertà negativa, fissando alcuni limiti:
- Limiti entro i quali il potere pubblico può intervenire per restringere la libertà degli
individui
- Limiti entro i quali gli individui possono agire senza incontrare l’ostacolo del potere
pubblico
In questo modo, Mill arriva a formulare il principio in base al quale è legittimo interferire nella
sfera di libertà di chiunque solo per evitare un danno agli altri. Mill vuole limitare il potere
dello stato di restringere la sfera delle libertà individuali alle sole azioni esterne e, allo stesso
tempo, vuole tutelare dall’ingerenza statale quella sfera individuale che interessa solo il
singolo.
In linea generale, Mill è un antipaternalista, ma prevede alcuni elementi di tale concezione per
le società arretrate, le quali devono essere dominate da un governo dispotico, che è l’unico
governo legittimo in questo caso, ma è tale solo se il fine è il progresso di tali società.
13.La democrazia rappresentativa. Anche Mill teme la tirannia della maggioranza, ma questo
non lo fa arretrare nelle sue idee, infatti continua a ritenere che il governo migliore sia quello
democratico, è in particolare la democrazia rappresentativa.
Mill, quindi, è sostenitore dell’estensione del suffragio universale, che è l’unico rimedio
contro la tirannia della maggioranza: alle elezioni devono partecipare tutti, sia le classi agiate
che le classi popolari, le quali devono pagare una piccola imposta. La partecipazione al voto
riveste un ruolo di grande valore educativo, anche se vengono esclusi:
- Bancarottieri e debitori fraudolenti
- Analfabeti
- Coloro che vivono di elemosina
Invece, per Mill, devono essere ammesse al voto anche le donne.
Il secondo rimedio contro la tirannia della maggioranza è costituito dal passaggio dal sistema
maggioritario al sistema proporzionale, che assicura un’adeguata rappresentanza delle
minoranze, che sono le sole a poter frenare l’abuso della maggioranza.
Mill, infine, propone l’istituto del voto plurimo, che spetta ai più istruiti, ma anche a coloro che
ne facciano richiesta e superino un esame.
14.Liberalismo e democrazia in Italia. Liberali e democratici si sono da sempre contrastati, sia
per la