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DECLINO DEGLI STUDI DI JURISPRUDENCE MODERNI
Le teorie del Legal Process e dei diritti fondamentali hanno dominato gran parte della jurisprudence moderna
negli anni 60-70.
Nel corso degli anni 70-80 l’età dell’inquietudine rifletteva una condizione comune sua nelle Belle Arti sia
nelle discipline accademiche, tra le quali anche il diritto. Tale situazione venne a crearsi a causa della crisi di
rappresentazione nelle tradizionali strutture rappresentative.
Dunque il termine ‘postmodernismo’ designa questa crisi.
La ricerca della verità e della conoscenza divenne un’impresa operativa il cui scopo era accrescere
l’operatività effettiva di un modello teorico, l’obiettivo non è più la verità ma l’operatività
Nel diritto ciò si manifestò con l’abbattimento delle barriere fra diritto e società, che provocò inquietudine e
difficoltà nelle forme moderne della jurisprudence, in quanto tale distinzione era l’idea centrale per un diritto
autonomo.
Questa crisi di rappresentazione si può ricondurre agli eventi che animarono i primi anni 70
Gli studenti di quest’epoca vivevano in una cultura molto diversa da quella degli anni 50. La generazione
degli anni 60 aveva iniziato a rimettere in discussione il senso della vita e di una cultura materialistica di
massa e c’era anche il problema della razza. Infatti la credenza in una società indifferente al colore della
pelle era incoerente con gli eventi che si stavano verificando (come a Montgomery negli anni 60)
La generazione di questi anni del cd BABY BOOM aveva a che fare con un diritto frammentato.
Inoltre, con il sorgere dello stato assistenziale, fondato dopo il New Deal, le istituzioni divennero fra le
principali fonti di potere e ricchezza, si sviluppò dunque una nuova classe di esperti amministrativi che diede
luogo ad una tecnocrazia che portò ad un approcciò tecnocratico da parte del legal process per affrontare i
nuovi problemi sociali derivanti dalla burocratizzazione e tecnocratizzazione del diritto.
Durante i primi anni 60 furono pubblicati due articoli che segnarono un nuovo corso nel pensiero giuridico
americano.
1. THE PROPERTY di CHARLES REICH
2. THE PROBLEM OF THE SOCIAL COST di RONALD COASE
Sono articoli di rottura nella teoria giuridica in quanto proponevano un atteggiamento giurisprudenziale
nuovo nei confronti del diritto e della cultura.
Il primo cerca di ricostruire una nuova teoria orientata ai diritti
Il secondo mira a sviluppare una nuova analisi dei costi di transazione per la teoria microeconomica.
Reich e Coase sostennero che le teorie tradizionali del Legal Process andavano riviste per favorire gli
obiettivi e gli interessi di un sistema giuridico operante nel contesto dello stato burocratico moderno.
NEW PROPERTY DI CHARLES REICH (1964)
Questo articolo tenta di spiegare come il potere governativo di regolamentare la ricchezza abbia creato forme
nuove di processo influenti sulla libertà degli individui.
Secondo Reich, uno dei più importanti sviluppi negli Usa negli anni 50 è l’espansione del moderno stato
burocratico.
Le nuove forme di ricchezza create dallo stato sono spesso state cruciali per la sopravvivenza degli individui
nello stato burocratico moderno.
Per Reich la proprietà conferisce all’individuo il potere di mantenere la propria indipendenza e
sopravvivenza la proprietà è all’individuo ciò che i poteri sono al governo
Nello stato burocratico moderno i cittadini dipendono sempre più dalle relazioni con lo stato.
Questi rapporti vennero definiti da Reich come ‘nuova proprietà’. Dunque il concetto giuridico di proprietà è
il confine tra il potere pubblico e privato.
All’interno della sfera privata l’individuo è padrone e lo stato doveva giustificare ogni interferenza.
Fuori dalla sfera privata sono gli individui a dover spiegare le loro azioni.
Per Reich questo concetto è obsoleto.
THE PROBLEM OF SOCIAL COST DI RONALD COASE (1961)
Con questo saggio Coase mette in dubbio la concezione tradizionale della teoria economica che aveva
giustificato la regolamentazione statale delle esternalità (:costo o beneficio fatto ricadere su qualcuno senza
compensazione) nella produzione privata. Ossia, i costi sociali delle esternalità indesiderabili dovrebbero
venire internazionali o attraverso regole di responsabilità imposte dai giudici o dalla legislazione fiscale.
Per Coase, le esternalità non potevano quindi condurre a risultati economicamente efficienti.
The problem of the social cost è uno dei testi su cui si fonda il movimento DIRITTO ED ECONOMIA degli
anni 70.
(!) The New Property si concentra sull’influenza esercitata dallo Stato burocratico moderno, Coase parla
delle conseguenze di tale burocratizzazione.
I due hanno punti in comune:
Entrambi danno risposte critiche in merito al ruolo del diritto nella società
Entrambi sostengono la necessità di nuove soluzioni
LA DISINTEGRAZIONE DELLA MODERNA TEORIA DEL DIRITTO
I risultati dottrinali di Reich e Coase e la più importante decisione costituzionale dell’epoca moderna, cioè la
sentenza Brown, dimostrarono che i vecchi modi di rappresentazione non erano più validi.
Serviva quindi un nuovo metodo per comprendere la reazione fra diritto e società, basato sul contesto sociale
ed economico in cui opera il sistema giuridico.
La nuova teoria tentò di spiegare i rapporti di reciprocità fra diritto e fenomeni sociali.
Il New Deal aveva molto influito in quanto lo stato veniva considerato un collaboratore attivo nel processo in
cui i vari gruppi sociali fanno le loro scelte ed esercitano le loro volontà. Quindi le politiche di libertà e di
laissez-faire furono sostituite da un nuovo regime di legislazione del benessere, in cui lo stato aveva il
fondamentale ruolo di garante di tali libertà.
Durante gli anni 70 si formò una nuova generazione di giuristi formatisi sull’opera di Reich e Coase, che
iniziò a scrivere un proprio genere di dottrina giuridica che contestava la concezione moderna della teoria del
diritto. Essi non credevano che il diritto fosse distinto dalla filosofia e dalla morale.
POSTMODERNISMO
Dottrina giuridica contemporanea
A metà degli anni 80 i costituzionalisti hanno sostenuto che la distinzione fra interpretativismo e non poteva
essere stata illusoria svolta interpretativa della jurisprudence che ha comportato l’approccio alla
scientismo e al positivismo
LAW AND ECONOMICS (ANALISI ECONOMICA DEL DIRITTO)
Tra tutte le scienze sociali, l’economia era la più papabile a offrire soluzioni corrette ai problemi giuridici.
: movimento che comporta l’applicazione dell’analisi economica ad argomenti di common law come la
responsabilità contrattuale, il contratto e la proprietà ; originatasi nei primi anni 70 in seguito al saggio di
Coase
Distinguiamo due generazioni all’interno del movimento:
1. prima è la generazione a cui si deve la formazione del movimento che era favorevole alla commistione fra
diritto ed economia
2. la seconda ha una posizione più pragmatica e razionale nei confronti dell’economia: l’economia è utile per
verificare le osservazioni empiriche del diritto
ECONOMIC ANALYSIS OF THE LAW di POSNER è un testo utile a comprendere la posizione della prima
generazione ed è considerata una moderna visione langdelliana.
≠ da Langdell vi è lo sforzo di ricostruire la dottrina giuridica partendo da un numero limitato di concetti
economici
A metà degli anni 80 l’influenza della prima generazione è all’apice ed è emersa una nuova generazione, che
ha rifiutato le pretese scientiste ed il formalismo economico, adottando un punto di vista pragmatico, ispirato
al modello holmesiano.
Fa un forte riferimento al diritto post scuola di Chicago.
Il pragmatismo di P osner sottolinea l’importanza del linguaggio piuttosto che dell’esperienza, della ragione
e dell’economia. NEOPRAGMATISMO: si è scettici vs la teoria economica fondamentale e propensi
invece a considerarne gli aspetti sperimentali e predittivi.
Viene favorito lo studio delle istituzioni e del comportamento economico delle organizzazioni burocratiche
approccio più concreto economia è scienza applicata
LA PRIMA GENERAZIONE
Il movimento nasce dal lavoro di alcuni economisti dell’università di Chicago che si sono dedicati agli studi
dei comportamenti non di mercato, approfondendo così la prospettiva economica della cd Scuola di Chicago.
Hanno fondato il modello dell’attore razionale per analizzare argomenti non economici come la
discriminazione, la famiglia e il diritto.
Questo attore sceglierà la linea d’azione che massimizzerà la sua utilità personale la quale può riflettere la
preoccupazione per il benessere altrui comportamento auto interessato e volto a massimizzare il profitto
Ogni volta che si ha un comportamento simile a quello dell’attore razionale è da considerarsi come razionale
anche se il soggetto è inconsapevole della propria razionalità e anche se molti individui possono agire
irrazionalmente. La maggior parte agisce comunque in modo razionale.
≠
Inoltre, interesse personale egoismo
Dal modello dell’attore razionale derivano 3 principi fondamentali:
1. il rapporto inverso fra prezzo imposto e quantità richiesta (legge della domanda)
2. costo = costo – opportunità (è il beneficio cui si rinuncia usando una risorsa in modo che impedisce il suo
utilizzo a qualcun altro)
3. la tendenza delle risorse a gravitare verso i loro usi più apprezzati efficienza
Il terzo è il concetto più importante. Efficienza: sfruttamento delle risorse economiche in modo tale che la
propensione globale del consumatore a pagare per beni e servizi è massimizzata
LA SECONDA GENERAZIONE
Si è allontanata dalle idee della Scuola di Chicago e rifiuta l’idea che l’efficienza debba essere considerata
l’unico principio giuridico a orientare le decisioni dei giudici di common law.
Ha fondato una scuola liberal di Law and economics, conosciuta come NEW HEAVEN o REFORMIST
SCHOOL
TEOREMA DELL’IMPOSSIBILITA’ DI ARROW:
a certe condizioni gruppi che cercano di scegliere fra 3 o più alternative con voto a maggioranza possono non
raggiungere una decisione unitaria.
≠
Ciò è dalle idee dei pluralisti degli anni 70 che sostenevano la rappresentanza dei gruppi di interesse
(teoria del pluralismo dei gruppi di interesse)
(!) la votazione a maggioranza nelle corti d’appello non permette ai giudici di giungere a decisi