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IL RUOLO DEL DIRITTO DELL’UNIONE EUROPEA.

regola la competenza delle istituzioni dell’UE in tema di

ART. 113 del TFUE:

armonizzazione della legislazione fiscale degli Stati membri e sancisce il carattere

strumentale dell’armonizzazione (= grado di approssimazione suscettibile di evitare

distorsioni nell’ambito del mercato interno) fiscale rispetto all’instaurazione ed al

mantenimento del mercato interno.

ARMONIZZAZIONE: normativa interna e normativa europea non devono

- avere differenze.

Principio di equivalenza in ambito europeo: nel caso dei settori non

armonizzati, pur non essendoci una regola uniforme, deve esservi

un’equivalenza tale che non si arrechino danni ai singoli Stati. -> Uniformità

dei principi generali dei settori non armonizzati. -> Obbligo di disapplicazione

quello dell’UE.

del diritto interno contrastante con

COORDINAMENTO: la normativa interna non può confliggere con quella

- europea, ma non necessariamente deve essere uguale a quest’ultima; lo Stato

deve adeguarsi, non deve porre in essere atti in contrasto con la normativa

“integrazione negativa”.

europea; -> c. d.

LIMITI al processo di armonizzazione:

1) Settore a cui il meccanismo è circoscritto: imposizione indiretta (principalmente

IVA);

2) Grado o misura del riavvicinamento cui deve mirare il Consiglio: il legislatore

europeo limita il tasso di uniformità a quello indispensabile ossia necessario e

sufficiente per assicurare l’instaurazione ed il funzionamento del mercato

interno.

NORME CHE VIETANO TRATTAMENTI DISCRIMINATORI:

l’Unione europea è uno spazio senza frontiere;

ART. 26 TFUE:

1) ART. 30 TFUE: vieta dazi doganali/imposte aventi effetto equivalente

2) sull’importazione o sull’esportazione di beni;

vieta a ogni Stato membro l’applicazione diretta o indiretta ai

ART. 110 TFUE:

3) prodotti importati dagli altri Stati membri di imposizioni interne superiori a

quelle applicate direttamente o indirettamente ai prodotti nazionali similari.

AIUTI DI STATO (State aid):

- Misure fiscali di carattere generale;

- Incentivi fiscali riservati a talune imprese.

➔ ART. 107 TFUE: gli aiuti di Stato sono incompatibili con il mercato comune se

falsano o minacciano di falsare la concorrenza -> se:

1. È erogato dallo Stato;

2. Implica un sacrificio finanziario per lo Stato;

3. Ha carattere selettivo -> è rivolto ad alcune imprese o produzioni;

Consegue l’effetto di rafforzare la posizione

4. di alcune imprese rispetto ad altre,

quale che sia la causa dell’aiuto medesimo.

Le norme sugli aiuti di Stato fanno sì che siano vietati tutti gli aiuti che sotto forma di

minori costi o maggiori utili non siano distribuiti in maniera uniforme su tutto il

territorio. -> Norme non direttamente di impatto fiscale tributario.

Funzione “quasi – normativa” della giurisprudenza della Corte di Giustiza UE in

materia fiscale: per la realizzazione e la tutela del mercato comune.

sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione europea interpretano il diritto dell’UE

Le

ed hanno un impatto sia sul settore armonizzato (= imposte indirette) che sul settore

coordinato (= imposte dirette). Tali sentenze si distinguono in due tipologie:

- Sentenze interpretative (le più importanti); in caso di giudizio in uno degli Stati

membri dell’Unione europea,

1. Il giudice interno si esprime -> esiste una normativa interna;

l’orientamento della Corte di Giustizia (-> il diritto europeo)

trova applicazione nello Stato membro in via di fatto, pur se

non in via formale;

2. Il giudice interno non sa come interpretare una norma

interna e se essa è in contrasto con il diritto europeo, perché

non esiste una specifica sentenza della Corte di Giustizia

dell’UE; -> richiesta di rinvio pregiudiziale; -> la Corte si

pronuncia in modo pregiudiziale;

3. Non è il cittadino ad attivarsi e a chiedere al giudice il rinvio,

ma è uno Stato membro a fare una segnalazione; ->

procedura contro il singolo Stato; -> sentenze di condanna.

➔ Tutto questo in un settore armonizzato.

➔ In un settore non armonizzato, si va a sindacare su una norma interna e ci si

interroga sul contrasto con l’ordinamento europeo; -> si attivano procedure per

infrazioni; -> multe per lo Stato (specularmente, rimborsi per il contribuente).

Quando la Corte di Giustizia dell’UE interviene in settori non armonizzati, usa

come parametro le libertà fondamentali europee (libertà di stabilimento, libera

circolazione delle persone, libera circolazione dei capitali, …).

- Sentenze di condanna.

Le sentenze della Corte di giustizia hanno una valenza interpretativa non obbligatoria

per le imposte sui redditi, per le quali fungono solo da monito, mentre hanno valenza

interpretativa obbligatoria in materia di IVA.

Impatto della libertà di stabilimento sui sistemi fiscali degli Stati membri:

1)

la libertà di stabilimento è la liberta fondamentale del diritto dell’UE: permettere agli

operatori economici di intraprendere ogni tipo di attività economica in uno o più Stati

membri in maniera stabile e continuativa, senza che ciò comporti un trattamento

deteriore rispetto ai cittadini di tali Stati membri che operano nel medesimo settore.

Le disposizioni del TFUE sono dotate di effetto diretto; -> i cittadini europei e i giudici

nazionali possono invocarle -> applicarle direttamente; -> no discipline domestiche

discriminatorie.

La Corte riconosce che la potestà impositiva diretta, pur rimanendo in linea di principio

in capo a ciascuno Stato, non può tuttavia porsi in contrasto con le libertà fondamentali.

vieta l’applicazione di regole diverse a situazioni

Principio di non discriminazione:

analoghe e l’applicazione della stessa regola a situazioni diverse; la Corte ritiene

incompatibile con le libertà sancite dal Trattato le misure fiscali domestiche che

comportano una discriminazione basata sulla nazionalità (discriminazione diretta) o

che prevedono un trattamento discriminatorio basato su altri criteri di collegamento

con il territorio dello Stato membro in questione, quali la residenza o il domicilio. In

materia tributaria, il principio di non discriminazione vuol dire che non è possibile

introdurre una normativa che tratti in modo diverso un non residente in uno Stato

membro da un residente nello stesso Stato membro.

La libertà del legislatore fiscale nazionale, tradizionalmente ritenuta illimitata come

espressione piena della sovranità dello Stato, deve cedere di fronte alla superiore

esigenza di non ostacolare il funzionamento dello spazio comune europeo.

E’ importante stabilire il confine tra abuso fiscale e risparmio legittimo di imposta

(pianificazione fiscale aggressiva: per ottenere risparmi d’imposta senza altra finalità

se non quella di abbattere il carico impositivo).

Rilevante è lo strumento dell’abuso del diritto, che costituisce una clausola generale

che permette di contrastare i fenomeni finora non disciplinati. E’ un istituto nato in

ambito europeo che nasce dalla sentenza Alfax, in base a cui c’è un principio generale

in ambito europeo per cui i cittadini dell’Unione Europea non possono abusare del

diritto europeo per finalità diverse da quelle per cui è nato il diritto stesso. L’idea alla

base è quella per la quale non tutto ciò che non è vietato è lecito. L’abuso del diritto

viene recepito dalla giurisprudenza italiana prima come contratto in frode alla legge

(-> nullo), poi applicando direttamente la sentenza Alfax (-> in contrasto), poi come

interpretazione del principio di capacità contributiva.

L’abuso del diritto si traduce in strutture artificiali poste in essere con lo scopo

essenziale di aggirare la tassazione. -> Sono strutture non genuine (= carenti di

sostanza commerciale, senza una propria giustificazione dal punto di vista

imprenditoriale). E’ un’operazione reale, non fittizia (come l’evasione fiscale), e non

operazioni simulate. Per determinare quando un’operazione è

si tratta mai di

artificiale si applica il criterio della ragionevolezza.

L’abuso dei trattati, in particolare, è l’uso improprio dei trattati, cioè l’uso contro lo

spirito stesso di questi ultimi, che determina la creazione di strutture con il solo fine di

utilizzare le convenzioni ed ottenere i benefici convenzionali. L’uso legale del trattato

diventa un abuso, sostanzialmente, quando un Paese che non è parte di un trattato

cerca di beneficiarne per il tramite di un intermediario.

Si distinguono le clausole generali e le clausole speciali (applicabili a specifiche

– abuso dei trattati stipulati dall’Italia.

fattispecie) anti

Clausola del beneficiario effettivo (1977): deve essere tassato solo il soggetto che è il

reale beneficiario del reddito, il titolare effettivo; in altre parole, il beneficiario

effettivo è colui che potrà pretendere di ottenere una determinata utilità dal bene di

riferimento, è colui che ha un diritto di credito, la titolarità giuridica della fonte e,

quindi, il potere di disporre del bene.

Nel nostro ordinamento, fino al 2015 non era presente una nozione espressa di abuso

del diritto tributario, la nozione era estremamente ampia e si intendevano una serie di

a detrimento della certezza del diritto. L’abuso non è un principio

istituti che vanno

costituzionale, anche se trova giustificazione, in termini di abuso tributario, all’interno

della Costituzione, nella capacità contributiva.

Ma se non esiste una normativa anti abuso o anti elusiva, si può dire che sono ammesse

operazioni abusive? Secondo alcuni, non è possibile applicare clausole anti abuso; -

> sono ammessi comportamenti abusivi se non si fa riferimento a tale normativa o se

manca una clausola generale anti abuso. Secondo altri, i trattati devono comunque

essere interpretati secondo la logica del bilanciamento della doppia imposizione e

della doppia non imposizione.

In caso di operazione abusiva, vengono applicate sanzioni amministrative, mentre è

esclusa l’applicazione di sanzioni penali (tipicamente detentive).

Il principio dell’ABUSO DEL DIRITTO dell’UE e i limiti europei al contrasto ai

fenomeni di ESTEROVESTIZIONE:

la Corte ha affermato l’esistenza nell’ordinamento dell’UE di un principio che vieta

l’abuso del diritto in materia di IVA, imposta completamente armonizzata, con la

sentenza Halifax.

Con riferimento alle imposte dirette, materia non armonizzata, la Corte ha indicato in

che

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A.A. 2018-2019
37 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/12 Diritto tributario

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Manulela91 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto tributario internazionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof del Federico Lorenzo.