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FASE INTEGRATIVA
Tale fase attiene alla produzione degli effetti normativi e si divide in promulgazione e pubblicazione. La
promulgazione deve avvenire entro 30 giorni dalla data di approvazione è disposta dal presidente della
repubblica, si tratta di un atto di controllo da parte del presidente che può rifiutarsi di promulgare la legge
esercitando il potere di rinvio. Alla promulgazione segue la fase della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale
della Repubblica italiana. Per consentire la diffusione la conoscenza delle nuove leggi esse entrano in vigore
dopo 15 giorni dalla data di pubblicazione. (vacatio legis) in seguito tale atto è pienamente obbligatorio e si
applica il principio “ignorantia legis non excusat”, secondo il quale una volta pubblicata sulla Gazzetta si
presuppone che tale legge sia conosciuta da tutti i soggetti appartenenti all’ordinamento. Il soggetto
competente a inserire le leggi nella Gazzetta è il ministro della Giustizia, tutti gli atti inseriti nella Gazzetta
sono inseriti anche nella raccolta Ufficiale degli atti normativi della Repubblica Italiana (sistema di doppia
pubblicazione)
Atti con forza di legge
Il principio secondo il quale l’unico depositario del potere legislativo è il parlamento soffre però di due
eccezioni, in quanto la Costituzione attribuisce il potere legislativo anche al governo che può emanare due
tipi di atti aventi forza di legge: i decreti legislativi e i decreti legge. Tale procedimento è configurato dagli
artt.76-77, il governo assume un potere diverso da quello delle camere in quanto è limitato.
Decreto legislativo
L’istituto della delegazione legislativa (attraverso cui il potere legislativo è dato al governo) si realizza
attraverso due processi:
l’approvazione da parte del Parlamento di una legge delega (approvata tramite normale procedimento
legislativo) e il secondo è l’approvazione di un atto normativo redatto sulla base delle indicazioni presenti
nella legge delega e che costruisce il decreto legislativo. La delega consiste nel trasferimento temporaneo
della funzione legislativa in capo al Governo. (il parlamento può revocare la delega)
la legge delega deve determinare:
L’oggetto: la materia da disciplinare, non si può effettuare una delega in bianco (senza limiti di
contenuto)
I principi: le norme generali di carattere sostanziale riconducibili all’oggetto della delega; e i criteri
direttivi: sono norme strumentali di carattere procedurale che guidano l’esercizio in concreto del
potere legislativo. 29
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Il termine: non si può effettuare una delega permanente, occorre fissare una data o il periodo entro
il quale essa può essere esercitata
Nell’adozione del decreto legislativo il Governo deve rispettare i limiti che la legge delega gli impone
altrimenti è viziato, e può essere dichiarato incostituzionale dalla Corte Costituzionale. Molte leggi delega
oggi prevedono che il Governo debba ottenere il parere delle commissioni competenti sullo schema del
decreto. Inoltre se il decreto tocca materie di competenza regionale è frequente che debba essere acquisito
il parere anche della Conferenza Stato-regioni. Esistono poi dei decreti integrativi e correttivi che sono usati
per integrare e correggere il decreto legislativo dopo la prima applicazione, l’aggiunta di tali decreti è spesso
inserita all’interno della legge delega a patto che il potere venga disciplinato e non diventi un’attribuzione
permanente del potere legislativo nelle mani del Governo.
Esistono inoltre dei limiti alla delega legislativa, infatti vi sono materie su cui il governo non può intervenire
come la Costituzione, leggi di ratifica dei trattati internazionali etc.
Negli ultimi anni l’uso di questa fonte è diventata il principale strumento d’attuazione del diritto europeo.
Una delle applicazioni più frequenti trova luogo nei codici, che contengono la disciplina organica di un
settore e dei testi unici. Con tale locuzione si intendono testi che raccolgono una serie di fonti di produzione
in vigore con lo scopo di riunirle m razionalizzandole, in un unico documento.
Se i testi unici sono dei semplici mezzi per la conoscenza delle norme in vigore non è necessaria la delega essi
parla di testi unici meramente compilativi (non introducono innovazioni).
Se invece introducono delle innovazioni si parla di testi unici normativi (o innovativi) che oltre a agevolare la
conoscenza di un complesso di norme, provvedono anche a armonizzare la legislazione attraverso
l’introduzione di nuove disposizioni o attraverso la modifica di quelle esistenti.
DECRETO-LEGGE
Il decreto-legge è un atto del Governo con forza di legge, adottato in casi straordinari di necessità e urgenza.
In casi di emergenza la Costituzione permette al Governo di adottare provvedimenti provvisori con forza di
legge. L’attestazione delle condizioni di emergenza è compito dello stesso governo.
Il Governo nello stesso giorno in cui il decreto-legge è stato emanato ha l’obbligo di trasmetterlo alle Camere
chiedendone la conversione in legge. Le camere si riuniscono in 5 giorni e la conversione deve avvenire entro
60 giorni dalla pubblicazione sulla gazzetta ufficiale, se ciò non avviene il decreto perde efficacia fin dal
momento in cui è stato adottato (ex tunc).
Appena dottato il decreto-legge diviene oggetto di un disegno di legge di conversione ed in questa formula è
presentato alle camere. La legge di conversione ha perciò effetto di ripristinare il normale ordine
costituzionale per mezzo di una sostituzione (novazione) della fonte.
Il decreto legge è quindi una forza paradossale in quanto è destinato a scomparire dopo 60 giorni o perché si
trasforma in legge o perché perde efficacia.
Bisogna ricordare che l’esistenza delle condizioni di emergenza che sono il presupposto per il decreto-legge
deve essere accertata prima dal governo, poi dal presidente della Repubblica in sede di emanazione del
decreto e poi dal Parlamento in fase di conversione. Inoltre una volta approvata può essere sottoposta al
giudizio della Corte Costituzionale.
Le camere possono dare origine alla sanatoria la quale ha il compito di salvare gli effetti prodotti dal decreto
legge non convertito sollevando il Governo dalle responsabilità alle quali sarebbe tenuto.
30
F.C. 2018
È possibile inoltre aggiungere degli emendamenti in fase di conversione ma tali ordinamenti devono essere
omogenei con la materia disciplinata e quindi con l’emergenza che si è presentata.
Altrimenti si hanno i casi di:
Decreto-legge omnibus: in cui vi inseriti sono emendamenti eterogeni
Leggi di conversione omnibus: in cui le norme eterogenee vengono inserite nella fase di conversione
Entrambi tali procedimenti sono stati dichiarati incostituzionali dalla Corte.
Un altro fenomeno particolare è quello legato all’abuso di tali decreti, come la reiterazione (scade un
emendamento se ne ripresenta un altro uguale) che è stata interrotta dalla corte con la sentenza n.360/1996
Inoltre con la sentenzzan.400/1988 la corte ha vietato al governo di usare il decreto per
1) Conferire deleghe legislative
2) Provvedere nelle materie indicate nel art.72
3) Rinnovare le disposizioni di decreti-legge per cui è stata negata la conversione
4) Regolare rapporti giuridici sorti sulla base di decreti non convertiti
5) Ripristinare l’efficacia di disposizioni dichiarate illegittime
La legge 400/1988 è stata dichiarata come un ampliamento dell’art.77 e ha così potuto imporsi su una
norma primaria.
Il Referendum abrogativo
Il referendum abrogativo è un istituto attraverso il quale il corpo elettorale è chiamato a pronunciarsi
direttamente circa l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge. (art.75)
In caso di abrogazione la legge perde efficacia per il futuro (ex nunc).vi sono alcune categorie di leggi che non
possono essere sottoposte a un referendum: le leggi tributarie, di amnistia o di indulto, di autorizzazione alla
ratifica dei trattati internazionali etc.
Il procedimento si svolge in più fasi:
l’iniziativa legislativa può essere presentata da 5 consigli regionali 500000 elettori (in tal caso deve
formarsi un comitato promotore di almeno 10 cittadini).la richiesta deve essere depositata presso la
corte di cassazione entro il 30 settembre.
La corte analizza la regolarità della richiesta e in caso di irregolarità le evidenzia, deve dare un
giudizio entro il 15 dicembre.
La corte costituzionale giudica sull’ammissibilità delle richieste e deve esprimersi entro il 10 febbraio.
Il presidente della repubblica deve indire il referendum (dopo la deliberazione del consiglio dei
ministri) fissando la data in una domenica tra il 15 aprile e il 15 giugno.
Per il referendum sono previsti due quorum uno strutturale (il referendum ha valore solo se ha
partecipato almeno la metà degli aventi diritto) e uno circa l’esito. (maggioranza dei voti validi)
In caso di abrogazione essa viene dichiarata dal presidente della repubblica. In caso contrario per 5
anni non si può indire un referendum sulla stessa disposizione.
Il referendum deve rispettare dei limiti che possono essere impliciti e espliciti, tali limiti si fondano su due
direttrici:
I referendum non possono intervenire su: leggi costituzionali, la costituzione, i regolamenti parlamentari,
leggi a contenuto costituzionalmente vincolato, leggi elettorali (tali leggi sono state oggetto di referendum a
carattere manipolativo). 31
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Il quesito che deve essere proposto al cittadino deve essere chiaro, univoco, non contradditorio, e
omogeneo.
Negli ultimi anni il referendum è diventato uno strumento di indirizzo politico e un motore per le riforme, si è
valorizzata la natura creativa di tale istituto.
I regolamenti dell’esecutivo
I regolamenti governativi sono fonti secondarie, con il quale il governo, nel rispetto delle fonti primarie, pone
regole di carattere sostanziale, organizzativo, procedurale oppure provvede a disporre quanto necessario per
dare attuazione ed esecuzione alle leggi.
Vi sono diversi tipi di regolamenti
1) Governativi (deliberati dal consiglio dei ministri ed emanati dal presidente della repubblica) possono
essere di esecuzione, di attuazione o di organizzazione
2) Ministeriali e Interministeriali (emanati da uno o più ministri)
Poi vi sono i regolamenti indipendenti, ovvero emanati in materie non riservate alla legge e non disciplinate
da leggi o atti aventi forza di legge. Tali regolamenti sono soggetti ai principi dell‘ordinamento.
Ai regolamenti è riservata il compito della delegificazione, quel istituto mediante il quale una legge, da un
lato, attribuisce al potere regolamentare del governo il