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Il controllo della finanza pubblica
Schema introduttivo di bilancio
Funzioni del bilancio dello Stato:
- Politica: dà concretizzazione agli obiettivi del governo
- Giuridica: è di tipo autorizzatorio alle spese
- Economica: interventi di politica economica per gli obiettivi desiderati
Tipi di bilancio:
- In base allo scopo: bilancio economico, finanziario e patrimoniale
- Rispetto al tempo: bilancio consuntivo (rendiconto per lo Stato) e bilancio preventivo (è quello più importante per lo Stato) perché in quel momento vengono effettuate le scelte politiche e si divide in bilancio di cassa e bilancio di competenza
Nello Stato le spese e le entrate devono rispettare determinate fasi.
Spese:
- Fase impegno
- Fase liquidazione: somme individuate con certezza
- Fase ordinazione: ordine di pagamento in confronti della Tesoreria
- Fase pagamento
Entrate:
- Fase accertamento: accertamento del debitore
- Fase pagamento
- Fase versamento
Il bilancio di cassa: dal 1988
prendono in considerazione le entrate e le spese che non sono ancora state completamente pagate o versate. Questo può accadere quando un'entrata è stata accertata ma non ancora versata, o quando una spesa è stata impegnata in un esercizio finanziario ma verrà pagata solo nell'esercizio successivo. I residui possono essere di due tipi: - Residui attivi: si formano quando un'entrata è stata accertata ma non ancora versata. Ad esempio, se un'azienda ha emesso una fattura a un cliente ma il pagamento non è ancora stato effettuato, si parla di residuo attivo. - Residui passivi: si formano quando una spesa è stata impegnata in un esercizio finanziario ma verrà pagata solo nell'esercizio successivo. Ad esempio, se un'azienda ha impegnato una spesa per l'acquisto di beni o servizi ma il pagamento avverrà solo successivamente, si parla di residuo passivo. La presenza dei residui può complicare la gestione finanziaria, in quanto è necessario tenerne conto nella pianificazione e nel controllo delle entrate e delle spese.dopo alcuni anni non compaiono più nel bilancio ma il diritto rimane. Se una somma non è impegnata va in economia, ma se il 31/12 assumo un impegno preciso questa andrà nel residuo e l'anno dopo può essere spesa. I principi del bilancio: - integrità: tutte le somme devono essere iscritte in bilancio per il loro ammontare integrale (al lordo); - veridicità: spese ed entrate calcolate in modo veritiero, altrimenti non si può calcolare il limite di spesa ed entrata: svolgono un ruolo previsionale, che calibrano le spese dell'anno successivo; - universalità: non sono ammesse gestioni fuori bilancio, salvo casi eccezionali; - pubblicità: svolgono un ruolo politico, il bilancio deve essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale; - chiarezza: il bilancio si fonda su obiettivi, per questo è più comprensibile rispetto al passato; - specificazione: caratterizza il bilancio ed è collegato alla chiarezza. Per svolgere.Il suo ruolo: il bilancio deve essere necessariamente disaggregato, specificato. Non in maniera eccessiva, altrimenti si va contro il principio di chiarezza (bilancio oscuro). Il bilancio previsionale viene approvato fino alle unità previsionali di base (capitoli più importanti). Adesso ci sono anche le macrounità previsionali di base che rendono il bilancio ancora più chiaro.
Pareggio: principio non rispettato per lungo tempo perché si adottava il deficit spending (finanziare la spesa pubblica in disavanzo attraverso titoli di stato o con la creazione di base monetaria).
Annualità: bilancio annuale, ma è stato introdotto anche un bilancio con valenza pluriennale, ma non è autorizzatorio. È stato introdotto anche il DPEF, dove è contenuta la politica pluriennale.
La funzione distributiva dei poteri pubblici: la spesa pubblica oggi, rispetto agli inizi del XX secolo, è salita al 50% del PIL, a causa dell'aumento
dei servizi pubblici erogati. Proprio raccogliendo, da un lato, imposte, tasse e contributi, ed erogando, dall'altro, servizi, i poteri pubblici sono divenuti i maggiori intermediari finanziari. Ma, poiché non vi è simmetria tra chi contribuisce alla raccolta e chi fruisce dei servizi, i poteri pubblici finiscono, attraverso il fisco e la spesa, per esercitare una funzione che può definirsi distributiva o allocativa. Questa funzione ha un duplice aspetto. Da un lato, vi è la funzione distributiva che si può chiamare esterna o sociale, che abbiamo esaminato. Dall'altro, vi è una funzione allocativa o distributiva che si può definire interna o amministrativa, perché i bilanci debbono anche distribuire mezzi finanziari tra gli uffici. La funzione distributiva si distingue da quella regolativa per quattro aspetti: - mutabilità: perché è soggetta a revisione annuale, ogni anno viene approvato unbilancioprevisione (e un rendiconto o bilancio consuntivo);- aleatorietà: la funzione regolativa si esercita con norme che si impongono alla società e all'economia e prevedono sanzioni per i comportamenti devianti; La funzione distributiva, invece, da un lato, svolge un ruolo di guida dell'economia e della società, determinando flussi di spesa a favore di talune categorie, incentivando alcune attività, disincentivando altre; dal soggetto che paga le imposte, dall'autorità che le raccoglie- si crea un triangolo composto e distribuisce le risorse ai vari servizi che esse servono a pagare, e dai privati che beneficiano dei servizi. La funzione mediatrice o arbitrale dei poteri pubblici è, in questo caso, ancor più forte che nella regolazione pubblica;- rapporto tra cittadini e Stato: lo Stato raccoglie imposte con strumenti autoritativi e forniscono i servizi e quindi i cittadini ne richiedono un intervento pubblico.La funzionepubblica è un circolo entrate-tributi e spesa pubblica, finalizzate alla tutela dell'interesse pubblico. Importanti sono gli art. 23 e 53 della Costituzione.
Art. 23 stabilisce una riserva di legge: "nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge".
Art. 53 stabilisce che "tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività" (non proporzionale ma in base agli scaglioni di reddito).
L'articolo 5481 della Costituzione dispone che "le Camere approvano ogni anno i bilanci e il rendiconto consuntivo presentato dal Governo".
L'esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodo non superiore complessivamente a quattro mesi.
Con la legge di approvazione del bilancio non si possono stabilire nuovi
- Ogni altra legge che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte.
- Questo è l'articolo che disciplina il bilancio pubblico che è il modo per il controllo della finanza pubblica. Viene considerato un articolo non modificabile, solo a livello sostanziale si sono fatte modifiche, infatti, la finanza pubblica non dipende solo dall'art. 81 ma anche da altre leggi: DPEF elegge finanziaria. Altre modifiche derivano dalle previsioni della Comunità Europea.
- Il primo comma stabilisce che il bilancio si configuri come una legge ad approvazione obbligatoria di durata annuale e che, dopo 12 mesi dalla sua approvazione, questa legge abbia esaurito i propri effetti e debba essere adottata un'altra nuova.
- I principi generali del comma 1 sono: principio di annualità e principio del bilancio predisposto dal Governo e approvato dal Parlamento.
- Inoltre il Parlamento ha la possibilità di emanare il bilancio.
cioè apportare modifiche, senza stravolgere i saldi, e si possono fare emendamenti. Inoltre prima della riforma vi era un bilancio per ministero invece ora è unico.
Se il Parlamento non approva entro i termini (entro un anno finanziario, cioè entro il 31/12), le Amministrazioni pubbliche non potrebbero eseguire le spese stabiliti, così l'art. 81 prevede l'esercizio provvisorio che consente di fare le spese anche se il bilancio non è stato approvato e si riferisce quindi all'esercizio successivo.
Si individuano però dei limiti:
- deve essere concesso per legge l'esercizio provvisorio;
- non può essere concesso per periodi superiori di 4 mesi;
- si può spendere solo 1/12 del bilancio al mese in questo periodo di 4 mesi.
Da specificare che non approvazione è uguale alla non fiducia del Parlamento, con conseguente crisi del Governo.
In pratica la legge di bilancio è stata considerata come una
legge-provvedimento perché non ha astrattezza, generalità e innovatività, quindi non è una vera e propria legge. Ha una parte normativa e non si limita a dare esecutività a queste norme ma una spazio di discrezionalità colmate dalla legge di bilancio che in questo caso ha le caratteristiche di legge formale, perché prive di contenuto normativo sostanziale. Ma anche se la legge di approvazione del bilancio, che è meramente formale, l'impossibilità di innovare rispetto alle leggi preesistenti non impedisce ad esse di influire sulle decisioni già prese, sospende non è, ad esempio, l'efficacia, nonché di operare scelte che hanno anche carattere normativo sostanziale, stanziandone fondi per un fine determinato e impedendo che tali fondi siano utilizzabili per altri scopi. Il c.4 esprime il principio di sana gestione finanziaria, cioè ogni legge che importi nuove spese deve indicare i mezzi per farvi fronte.fronte: copertura finanziaria.
I mezzi di copertura possono essere:
- interni: sono quei mezzi che hanno una rilevanza all'interno del bilancio lasciando intatti i valori finali del bilancio, ma una diminuzione di una spesa porta a una diminuzione di un'altra;
- esterni: non modifica i saldi di bilancio ma vanno a reperire risorse all'esterno del bilancio (imposte, indebitamento).
Nel 1988 si sono posti diversi principi:
- limitare i mezzi di copertura con l'uso maggiore di quelli interni, cioè usare i fondi speculativi, riducendo precedenti autorizzazioni di spesa, oppure interni;
- bisogna ricordare che le entrate in conto capitale (riguardano gli investimenti, incidono sulla ricchezza) non possono finanziare le spese correnti (per il finanziamento dello Stato) ma solo le spese in conto capitale.
Mentre le entrate correnti (tributi) finanziano le spese correnti.
Fondi speculativi: è un accantonamento di una somma di denaro per finanziare disegni di legge.