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PRINCIPIO DI INTEGRAZIONE
Importante perché permetterebbe in qualche modo facendo si he fin dall’inizio si decide di porre
in essa una determinata attività siano tenute (?)
PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETA’
Contemplato dall’articolo 5 del trattato sul funzionamento dell’unione. Sussidiarietà: quando un
ente non riesce a svolgere una determinata attività c’è qualcuno che interviene consente di
raggiungere quel determinato obbiettivo. A livello comunitario ciò è previsto nell’articolo 5, però
l’applicazione del principio di sussidiarietà (a livello comunitario significa che una determinata
attività non viene più svolta dal singolo stato membro ma viene svolta dall’unione) rientra
nell’ambito di una competenza concorrente, non può essere ne una competenza propria
dell’unione, per applicare il principio di sussidiarietà CI DEVE ESSERE UN COMPETENZA INSIEME.
Quando uno stato non riesce a raggiungere un obbiettivo da solo scatta il principio di sussidiarietà
e agisce l’unione europea ma l’azione posta in essere dall’unione non deve andare al di la di
quanto necessario per perseguire quell’obbiettivo, l’unione non deve impadronirsi completamente
di quella competenza e allontanare lo stato, deve agire solo nei limiti del raggiungimento
dell’obbiettivo, non oltre. Non è un principio di interrelazione facile.
20/03/2018
La protezione ambientale può essere vista come una risorsa in quanto porta a risparmiare risorse
ambientali. Il reale valore di una risorsa ambientale non è determinabile, il prezzo di mercato di un
prodotto deve internare il costo ambientale che produrre quel bene implica. Utilizzo di incentivi di
carattere economico e fiscale. Porre in essere adeguate campagne e strumenti di sensibilizzazione
verso un uso può accorto delle risorse e dell’ambiente.
Agenda 21 documento che fissa le modalità per raggiungere determinati obbiettivi, una parte è
specificamente dedicata ai progressi nei vari settori in relazione alla tutela dall’ambiente. Il settore
dell’industria è quello che ha sviluppato migliori performance in fatto di tutela dell’ambiente.
Strumenti utilizzati ai fini della tutela dell’ambiente e procedure
Atto: termine generale che riguarda tutti gli atti comunitari che vengono definiti misure. Atti
comunitari dell’UE:
- Trattati
- regolamenti (immediatamente applicabili in tutte le dimensioni anche al singolo cittadino)
- direttive (pongono uno scopo entro un determinato tempo ai diversi stati membri, non è
rivolta al singolo cittadino, lascia lo stato membri libero di raggiungere questo obbiettivo
con il mezzo che ritiene più opportuno) L’Italia spesso non si conforma alle norme europee.
Possono diventare direttive self executive, cioè quando contengono norme
immediatamente applicabili e sono utilizzabili anche dal singolo cittadini
- raccomandazioni, semplici documenti di indirizzo, sono esortazioni
- decisioni, che sono le decisioni giudiziarie
Qualsiasi atto comunitario necessita di rientrare nelle competenze comunitarie e deve trovare
fondamento in una norma del trattato che stabilisca
- l’istituzione competente
- la procedura da seguire
- l’obbiettivo che si vuole conseguire
questi tre elementi sono il fondamento degli atti assunti dall’UE.
La modalità con cui si formano le norme relative degli atti comunitari devono trovare fondamento
nelle norme del trattato. Quindi non dipenda dal legislatore europeo o degli stati membri. La Corte
di Giustizia europea giudica anche i trattati europei stessi e quando non rientra nelle norme del
trattato viene eliminata.
Le raccomandazioni e le direttive rispetto all’ambiente prima dell’approvazione dell’atto unico che
ha introdotto un intero titolo dedicato all’ambiente nel trattato, gli articolo su cui ci si basava per
creare atti relativi all’ambiente erano l’art 100, che ravvicinava le legislazioni dei vari paesi membri,
e art 235
Oggi avendo un intero titolo del trattato (art 191) dedicato alla tutela dell’ambiente i confini per il
legislatore sono più limitati.
Tipi di atti comunitari che vengono adottati in materia di ambiente: a livello di trattato non c’è
nessuna precisazione, non fa preferenze rispetto alla forma dell’atto da adottare (direttive
raccomandazioni...)
La scelta dipende dall’intensità dell’azione dal livello di armonizzazione, sono i due criteri guida per
scegliere tra i diversi metodi di approccio.
Principalmente l’Europa utilizza le direttive per intervenire in ambito ambientale, quella non self
executive, dava semplicemente degli obbiettivi da perseguire, senza indicarne in metodo.
Programma europea attuale: attuare una crescita che sia intelligente (crescita basata
sull’innovazione), sostenibile (rispetti le risorse attuali) e inclusiva (che comprenda tutti i membri
della società civile, non escludere i paesi che non abbiano gli stessi strumenti
I diversi stati membri si devono adeguare alle norme europee perché se no non avrebbe senso di
esistere se i vari stati non si adeguassero.
Se lo stato non si adegua interviene l’Unione per far si che le sue normative e i suoi atti siano
seguiti, la Commissione, organo europeo, ha il compito di controllare e ha il potere di iniziativa
degli atti comunitari. Interviene quando uno stato non segue le norme, invia una nota allo stato in
questione, se lo stato non si adegua o non fornisce i motivi, invia poi un parere e se ancora non si
adegua lo porta di fronte alla Corte di Giustizia. La condanna in se impone l’adeguamento ma se
resta a livello di semplice condanna serve a poco, semplicemente era una sentenza prima del
trattato di Mastrict in quando si sono iniziate ad adottare sanzioni di carattere pecuniario. La
quantità di denaro viene decisa dalla Commissione.
La Commissione ha una direzione generale che si occupa dei problemi dell’ambiente, il ruolo della
Commissione è cresciuto molto. Ad essa si affiancano quelli che sono i comitati; questi, in generale,
hanno una composizione che rispecchia in parte dei soggetti che provengono dall’unione europea
e in parte soggetti che provengono dai singoli stati, quindi si esplica bene il confronto tra le
esigenze dell’UE e quelle dei singoli stati, essendo collegi più piccoli è più facile in queste sedi
raggiungere delle posizioni che concilino quelle che sono i punti di vista dei singoli stati membri e
quelli dell’UE.
L’Agenzia europea per l’ambiente è un ente europeo che organizza e coordina il flusso di
informazioni in merito all’ambiente che provengono dai diversi stati membri e fornisce una base
quanto meno di informazione rispetto all’impostazione delle politiche ambientali a livello europeo.
Ha la funzione di essere un collettore delle informazioni in materia di ambiente che provengono
dai singoli stati che coordina le informazioni le rielabora e fornisce le best practice. È stata istituita
con un regolamento del 1990 e ha iniziato ad operare con una serie a Copenaghen, ora controllata
da un regolamento più recente di parlamento e consiglio del 2009, questa fa una relazione
triennale fornendo criteri di valutazione uniformi. L’Agenzia europea cerca di agire facendo leva
sulla prevenzione e previsione e paragona il costo dei danni ambientali alle politiche che possono
essere politiche di risanamento e questa comparazione tra costi ambientali e politiche di
risanamento può orientare il tipo di azione che l’Europa decide di adottare, a volte non conviene
migliorare la situazione. L’Agenzia è gestita da un consiglio di amministrazione che ha la stessa
composizione dei comitati, cioè un rappresentante per ogni stato membro due rappresentanti
della commissione e due esperti.
23/03/2018
I costi sociali scaricati sull’ambiente devono essere internalizzati. Questo comporta squilibri: tasse
per chi non internalizza sussidi per chi lo fa. Se questo non equilibra bisogna assegnare dei titoli e
delle risorse a chi sa spenderli meglio e attraverso l’intervento pubblico si simula il mercato e si
devono ristabilire gli squilibri con procedure. Gli strumenti usati dalla parte pubblica possono
essere ordinati a seconda della loro latitudine, da un grado minimo di ingerenza a.. ?
- strumenti che informano i consumatori, che restano liberi di rivolgersi a quel prodotto o ad
un altro ma ha l’informazione sule qualità ambientali del prodotto. Questo per sanare il
deficit informativo spesso presente. Da un lato difficoltà da parte degli utenti nel
riconoscere i prodotti ecosostenibili, dall’altro simmetricamente i produttori sono poco
incentivati a porre in essere le tutele ambientali, questo si supera attraverso un documento
di riconoscimento attestato da un’autorità pubblica, sistema vantaggioso perché fa
superare al consumatore l’asimmetria informativa. Attraverso questi stratagemmi i
produttori diventano incentivati a produrre beni ecosostenibili, le etichette ecologiche
hanno avuto un incremento forte, giustificato dal fatto che i consumatori hanno iniziato a
tenere alla tutela dell’ambiente. Leve: superare l’asimmetria informativa e requisiti
reputazionali al produttore che crea una corrente di fiducia e stabilizza il rapporto
consumatore-produttore.
- Strumenti di tassazione: ecotasse. Il prezzo del prodotto non scaturisce più dallo spontaneo
incontro la domanda e offerta bensì da una decisione collettiva di impostare una tassa con
cui si aggiunge una componente relativa al costo sociale, quindi il prezzo è un prezzo che
tiene conto indirettamente del costo dei servizi e delle risorse naturale consumate dal
produttore. Lo scopo delle tasse p quello di riuscire immediatamente a ridurre il consumo
dei prodotti che sono meno compatibili con la tutela dell’ambiente, questo meccanismo
funziona fino a quando l’abbattimento dell’inquinamento è inferiore al costo della tassa e
se c’è una situazione di monopolio o oligopolio ristretto nel mercato la tassa che viene
imposta non varia il consumo del bene.
- Strumenti dei sussidi: concedo sussidi a chi si adegua alla normativa ambientale,
inconveniente anche maggiore rispetto alle tasse perché comporta costi pubblici (il sussidio
si riversa sulle spalle della comunità) ed inoltre questo può incentivare il comportamento di
chi non vuole il sussidio e continua a inquinare.
Le ragioni sostanziali per le quali ci si è rivolti a questi strumenti di mercato:
- Cambiamento mentalità, dovuto al diffondersi della consapevolezza che le condizioni di
tutela dell’ambiente non sono buone, la società civile fa pressioni perché pongano rimedio,
la prima reazione sono le