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CHE COS'È LA GIUSTIZIA COSTITUZIONALE?

Giustizia costituzionale si intende un sistema di controllo giurisdizionale del rispetto della Costituzione, che consente di reagire a determinate infrazioni della Costituzione rivolgendosi in determinati modi a un determinato giudice.

LA CORTE COSTITUZIONALE

Corte costituzionale è un organo di garanzia costituzionale che ha il compito di giudicare la legittimità degli atti dello Stato e delle Regioni, dirimere eventuali conflitti di attribuzione tra i poteri di dette istituzioni e tra le regioni stesse ed esprimersi su eventuali atti di accusa nei confronti del Presidente della Repubblica.

Si compone di 15 giudici la cui scelta è fatta per garantire equilibrio tra gli organi costituzionali: 5 giudici sono eletti dal parlamento in seduta comune, con scrutinio segreto e a maggioranza dei 2/3 e, dopo il terzo scrutinio, è sufficiente la maggioranza dei 3/5; 5 sono nominati dal Presidente della Repubblica.

senza proposta- governativa;5 sono nominati dalle supreme magistrature ordinaria e amministrativa: tre sono eletti dai magistrati della Cassazione, uno dai magistrati del Consiglio di Stato, uno dai magistrati della Corte dei conti. FUNZIONAMENTO I giudici durano in carica nove anni e non sono rieleggibili. Il rinnovo della composizione della Corte è graduale: i giudici non scadono tutti insieme, ma uno alla volta. Il periodo del mandato ha inizio dal giorno del giuramento nelle mani del Capo di Stato e, alla scadenza, il giudice cessa dalla carica e dall'esercizio di funzioni. La Corte può funzionare anche se non sono presenti tutti i suoi membri, è però richiesto un quorum di 11 giudici. Le decisioni della Corte devono essere deliberate dai giudici presenti a tutte le udienze in cui si è svolto il giudizio: la Corte può funzionare mediante collegi diversi, purché il collegio che ha trattato causa sia lo stesso che decide in via.definitiva.

IL PRESIDENTE
Presidente è un giudice della Corte, eletto dalla Corte stessa a scrutinio segreto e a maggioranza assoluta. Il suo mandato è triennale e rinnovabile. A parte le funzioni di rappresentanza esterna e di direzione amministrativa degli uffici della Corte, ad egli spettano le funzioni tipiche di chi presiede un organo collegiale:
- fissa il ruolo delle udienze e delle adunanze in Camera di Consiglio e convoca la Corte;
- designa il giudice incaricato dell'istruzione della causa e di introdurla come relatore di fronte alla Corte;
- designa il giudice incaricato di redigere il progetto di motivazione della decisione, che poi dovrà essere approvato dalla Corte;
- presiede il collegio giudicante e ne dirige i lavori;
- vota per ultimo ed esprime il voto decisivo in caso di parità di voti.

IL CONTROLLO DI COSTITUZIONALITÀ DELLE LEGGI
ATTI SINDACALI
La Corte ha dichiarato di essere

competente a sindacare:anche le leggi di revisione costituzionale, sia per vizi formali, sia per i mezzi materiali;le leggi anteriori alla Costituzione possono essere impugnate solo per vizi materiali;sono escluse dal sindacato di legittimità costituzionale le fonti-fatto; sono esclusi dal sindacato i regolamenti dell'esecutivo; la Corte ha negato di poter sindacare i regolamenti interni dei Consigli regionali.

IL GIUDIZIO INCIDENTALE

La questione di legittimità costituzionale sorge nel corso di un procedimento giudiziario, come incidente processuale che comporta la sospensione del giudizio e la remissione della questione di legittimità costituzionale alla Corte costituzionale. Il giudizio è successivo e concreto, perché la legge assume rilievo al momento dell'applicazione.

L'INTRODUZIONE DELLA QUESTIONE E L'ORDINANZA DI RINVIO

La questione di legittimità costituzionale può essere sollevata da

Una delle parti o d'ufficio, cioè dal giudice stesso davanti al quale pende il giudizio principale. Le parti non possono adire direttamente alla Corte, ma devono presentare un'istanza al giudice della causa principale (giudice a quo), il quale dovrà valutare se ricorrono i presupposti necessari per l'attivazione del giudizio di costituzionalità. Tali requisiti sono:

  • rilevanza della questione: il giudizio principale non può proseguire senza che venga risolta la questione di legittimità costituzionale;
  • che la questione non sia manifestamente infondata: la doppia negazione sta ad indicare che, per poter rimettere la questione alla Corte, è sufficiente avere anche un minimo dubbio sulla costituzionalità della legge.

IL GIUDIZIO IN VIA PRINCIPALE

Giudizio in via principale può essere proposto con ricorso da parte dello Stato contro le leggi regionali o da parte delle Regioni.

rigetto la Corte dichiara non fondata la questione prospettata, ma nulla dice circa la legittimità della legge in astratto. SENTENZE DI ACCOGLIMENTO Sentenza di accoglimento la Corte dichiara fondata la questione prospettata e dichiara l'illegittimità costituzionale della legge impugnata.

accoglimento la Corte dichiara l'illegittimità costituzionale della disposizione impugnata. Essa opera erga omnes tramite sentenza (valore costitutivo).

LE SENTENZE INTERPRETATIVE

LE SENTENZE "INTERPRETATIVE" DI RIGETTO

Sentenze "interpretative" di rigetto la Corte dichiara infondata la questione di legittimità costituzionale perché il dubbio sollevato dal giudice si basa su una "cattiva" interpretazione della disposizione impugnata.

LE SENTENZE "MANIPOLATIVE" DI ACCOGLIMENTO

Sentenze "manipolative" di accoglimento sono quelle sentenze con cui la Corte non si limita a dichiarare l'illegittimità della legge o delle sue singole disposizioni, ma l'illegittimità è dichiarata "nella parte in cui" la disposizione significa o non significa qualcosa, ossia per la norma che esprime.

Possiamo distinguere infatti: sentenze di

Accoglimento parziale, con esse la Corte dichiara illegittima la disposizione per una parte solo del suo testo;

Sentenze additive, sono decisioni con le quali la Corte dichiara illegittima la disposizione "nella parte in cui non" prevede ciò che invece sarebbe costituzionalmente necessario prevedere;

Sentenze sostitutive, sono le decisioni con le quali la Corte dichiara l'illegittimità di una disposizione legislativa "nella parte in cui prevede X anziché Y".

I CONFLITTI DI ATTRIBUZIONE TRA STATO E REGIONI

Conflitti di attribuzione tra Stato e Regioni sono conflitti tra enti (e non tra poteri). L'atto di qualsiasi organo dello Stato e della Regione può provare il conflitto, con esclusione degli atti legislativi, per i quali è infatti il giudizio di legittimità in via principale (atti amministrativi, atti giurisdizionali). Il conflitto nasce di solito dall'impugnazione di un atto, anche

Perché la Corte richiede che la lesione di competenza sia concreta ed attuale.

IL GIUDIZIO DI AMMISSIBILITÀ DEL REFERENDUM ABROGATIVO

Giudizio di ammissibilità è introdotto con ordinanza dell'Ufficio centrale per il referendum, che dichiara la legittimità della richiesta di referendum. Il referendum non è ammesso per le materie elencate dall'art. 75 Cost.: leggi tributarie; leggi di bilancio; legge di amnistia e di indulto; legge di autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali. La Corte ha poi elaborato ulteriori motivi di inammissibilità: sono sottratti a referendum la Costituzione e le leggi costituzionali, le leggi rinforzate e quelle a contenuto costituzionalmente vincolato.

LA GIUSTIZIA POLITICA

DEFINIZIONE

Giustizia politica sono quelle funzioni che la Corte costituzionale esercita quando giudica sulle cause promosse contro il Presidente della Repubblica.

Il Presidente della Repubblica non è

responsabile degli atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni eccetto che per alto tradimento e atten-tato alla Costituzione. In questo caso è messo in stato d'accusa dal Parlamento in seduta comune a maggioranza assoluta dei suoi componenti e giudicato dalla Corte costituzionale in composizione integrata da 16 membri tratti a sorte da un elenco di cittadini aventi requisiti di eleggibilità a Senatore, che il Parlamento compila ogni nove anni.

I C.D. REATI MINISTERIALI

Reati ministeriali sono una fattispecie di reato disciplinati direttamente dall'art. 96 Cost. Si tratta di reati commessi nell'esercizio delle funzioni ministeriali dal Presidente del Consiglio o da un ministro.

CAP. XIII: DIRITTI E LIBERTÀ

IL PRINCIPIO DI EGUAGLIANZA

DEFINIZIONE

Principio di eguaglianza (art. 3 Cost.) nel primo comma, esso espri-me il principio di eguaglianza formale,

nonché una serie di specifici divieti di discriminazione (c.d. il nucleo forte dell'uguaglianza); nel secondo comma, esprime il principio di uguaglianza sostanziale.

GIUDIZIO DI RAGIONEVOLEZZA

Giudizio di ragionevolezza riguarda la coerenza con cui viene applicata una norma.

LIBERTÀ E DIRITTI COSTITUZIONALMENTE GARANTITI

DEFINIZIONI

Situazioni giuridiche soggettive indicano sia le posizioni giuridiche attive o di vantaggio, quali libertà e diritti, sia le posizioni giuridiche passive o di svantaggio, quali doveri e gli obblighi che la Costituzione disciplina.

Diritti assoluti si possono far valere erga omnes e vi rientrano la ca-

Dettagli
A.A. 2015-2016
50 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/08 Diritto costituzionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Nobody_scuola_1990 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto costituzionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Imarisio Luca.