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RPG
): giochi in cui un direttore (master) crea un mondo dove i
giocatori costruiscono il proprio personaggio e interpretano avventure determinate da
un sistema di regole, di istruzioni operative e dal lancio di dadi → “
far praticare abilità
e comportamenti non familiari, esplorare interazione da prospettive non conosciute,
far provare esperienze emotive e cognitive sconosciute, promuovendo
autoconsapevolezza”
– motivazione
– cooperazione
– identificazione
– narrazione
– esplorazione
– revisione
– progettazione
TIP: “Scrivi una storia fantastica del tuo personaggio all’interno del gioco che stiamo
costruendo in classe” (invece di “Scrivi una storia fantastica”)
NB: per approfondire vedi “Pedagogia del corpo” (capitolo 1) di I. Gamelli
NB: per approfondire vedi “Inventare destini. Giochi di ruolo per l’educazione” di A.
Angiolino, L. Giuliano e B. Sidoti
Dewey : valore dell’ esperienza nei processi di apprendimento → costruzione dei saperi:
bambino attivo (no “tabula rasa”, no trasmissione dei saperi, no risposte preconfezionate) →
integrazione della dimensione cognitiva con quella c
orporea ed emotiva :
● importanza del senso e della s
ignificatività delle attività proposte → Bruner :
pensiero narrativo → l’essere umano vi ricorre per ricreare e dare senso alla realtà
che lo circonda, per comprendere, interpretare e connettere in un racconto coerente i
fatti e per condividerli con altri
● l’apprendimento implica un rischio → ansia → necessità di una g
uida = holding →
sostegno, sicurezza → il ruolo dà “contenimento”
NB: per approfondire vedi “Pedagogia del corpo” (capitolo 4) di I. Gamelli, “Sensibili al
corpo” (capitoli 1 e 2) di I. Gamelli e “I laboratori del corpo” di I. Gamelli
Didattica attraverso il gioco di ruolo:
● ambiti in cui può essere usato:
• educazione affettiva e relazionale
• educazione interculturale , alla legalità, alla pace → sviluppo di ascolto
attivo, tolleranza, decostruzione di stereotipi ed empatia
• educazione ambientale
• lingua straniera e italiano → utilizzo socioculturale della lingua, “abilità di
dialogo”
• competenze linguistiche orali (assemblee, discussioni)
• filosofia, storia, letteratura, scienze
TIP: trasformare l’aula in un “mercato”, dove alcuni allievi dietro ai banchi sono i venditori e
altri allievi passano di banco in banco a fare acquisti → dialoghi in lingua straniera
TIP: simulazione della redazione di un giornale
TIP: interpretazione di filosofi, personaggi storici, scienziati, ecc. e di eventuali dispute tra
essi
● risorse :
• coinvolgimento globale dello studente → partecipazione diretta e attiva
• costruzione sociale della conoscenza
• collegamento alla v
ita reale
• utilizzo sensato della conoscenza (contenuti significativi)
• valorizzazione delle differenze e dei diversi stili
• utilizzo di una pluralità di linguaggi
• sviluppo di competenze trasversali p
er la f ormazione del cittadino
(gestione dei conflitti, argomentazione, empatia, decentramento, problem
solving, decision making, cooperazione, ecc.)
● occorre prestare attenzione a:
• coerenza tra obiettivi e scelte metodologiche
• organizzazione di tempi, spazi, strumenti, materiali, sottogruppi, ecc.
• sintesi → ripercorrere, riflettere e rielaborare → connessione, incorporazione
e mentalizzazione di diversi elementi/concetti
• contesto
• gruppo/gruppi e singoli individui
• ordinario vs straordinario → presenza stabile = esercizio
Bruner → modalità presenti nella realizzazione della trasposizione nei giochi di simulazione:
● attiva → azione diretta sugli oggetti
● iconica → utilizzo di immagini
● simbolica → uso di simboli per rappresentare le esperienze (esempio: linguaggio)
Ruoli del docente :
● progetta le attività → selezione di obiettivi, metodologie, modalità di monitoraggio,
ecc.
● conduce → introduzione con motivazione e collegamenti
● osserva e documenta
● delega l’autorità → interviene solo in caso di difficoltà
● raccoglie le domande e le curiosità
● facilita → esplicita le connessioni
● valuta
La voce del testo: autobiografia e autobiografismo a scuola
➔
I bambini amano raccontare le esperienze, r
accontarsi e rappresentarsi → bisogno di
essere visti e ascoltati
Narrazione libera e autentica vs obiettivi eterocentrati della scuola → bisogna dare
centralità al soggetto → deuteroapprendimento = apprendimenti, di q
uel bambino in q
uel
gruppo, avvenuti facendo esperienze (
Bateson
)
Autobiografismo come valorizzazione e promozione della c
onoscenza e della c
ura di sé
Dall’oralità alla scrittura:
● condivisione con gli altri
● manipolazione dei prodotti scritti
● pensiero narrativo (centrato sul soggetto) vs p
ensiero istituito (estranea)
● delicatezza, sensibilità, rispetto → ascolto → no valutazione della sola correttezza
grammaticale e la corrispondenza delle aspettative dell’insegnante
● “fare memoria” → esplorare i ricordi, ricostruire e fissare gli eventi, trovare
associazioni e analogie → senso al passato
● connessione tra curricolo scolastico ed esperienze di vita → collegare esperienze
personali ai saperi istituiti
Scrittura come oggetto culturale → no solo codice ma anche funzione comunicativa
NB: per approfondire vedi “Percorsi di lingua scritta” di L. Teruggi e “Il dettato nella scuola
primaria” (capitolo 1) di E. Farina
Educare alla parola: sviluppare m
odi di comunicare efficaci e corretti → regole
, dello
scrivere connessi ad aspetti comunicativi ed espressivi
TIP: animare le storie: mettere in scena un racconto o un ricordo (drammatizzazione o
disegno)
I rituali e il contesto influenzano il clima e l’apprendimento e veicolano valori, regole e idee
Fare un portfolio narrativo significa:
● fare un bilancio → autovalutazione → individuazione di lacune e potenzialità
● proiettarsi nel futuro
● rivedere il percorso fatto → consapevolezza
● fare un autoritratto → dichiarazione di pregi e difetti → autovalutarsi
Collegamenti con la famiglia e la storia familiare → coinvolgimento delle famiglie e genitori
come risorsa
Rispetto delle storie → l’insegnante deve ascoltare, s
enza giudicare e interpretare
La lezione come “buona pratica” di insegnamento
➔
La lezione deve essere accattivante
, deve motivare
, deve creare una buona r
elazione con
gli alunni → organizzare, riprendere e graduare i contenuti
Stereotipi legati ad esperienze personali a cui ognuno di noi fa riferimento
Confronto tipologie di lezione:
lectio medioevale = lettura di un testo, ascolto dell’insegnante, discussione di
➔ opinioni diverse
lezione frontale (o ex cathedra) = l’insegnante parla e gli alunni ascoltano
➔ lezione partecipata = allievi attivi, partecipi ed autonomi
➔
Comunicazione verbale importante: l’insegnante deve essere coerente, dare spazio agli
studenti, osservare i feedback e adattarsi in funzione ad essi (ɒ ↔ɏ ) → attenzione alla
comprensibilità del linguaggio e alla coerenza con il linguaggio non verbale
TIP: chiedere quali sono le difficoltà/dubbi e agire di conseguenza → negoziazione
NB: per approfondire vedi "Le domande che aiutano a capire" (capitoli 1, 2 e 3) di E.
Nigris, “Didattica Generale” (capitolo 5) di E. Nigris, F. Zuccoli e L. Teruggi
Organizzazione didattica:
● errori da evitare:
• quantità (no informazioni superflue)
• qualità (informazioni veritiere)
• relazione (pertinenza)
• modo (esposizione chiara e ordinata)
● tassonomie educative: descrizione gerarchica delle operazioni mentali da mettere in
atto per il raggiungimento dell’obiettivo prefissato → carattere costruttivo, attivo e
interattivo dell’apprendimento
• obiettivi curriculari (conoscenze) → acquisizione delle conoscenze fornite
dall’insegnante
• obiettivi formativi trasversali (condivisione e negoziazione)
− comprensione
− applicazione
− analisi
− sintesi
• obiettivi metacognitivi ( valutazione e riflessione) → consapevolezza di sé e
del proprio stile di apprendimento
NB: per approfondire vedi “Didattica Generale” (capitolo 5) di E. Nigris, F. Zuccoli e L.
Teruggi e “Valutare e certificare le competenze” (capitolo 7) di M. Castoldi
Gagné → azioni dell’insegnante
:
● attirare l’attenzione sul contenuto
● esplicitare gli obiettivi da raggiungere
● verificare e stimolare il ricordo di preconoscenze
● presentare situazioni - stimolo → domande, brani, immagini, parole, brainstorming,
ecc.
● fare da guida
● fornire al soggetto feedback in itinere per permettergli di verificare la correttezza di
ciò che fa → rinforzi
● valutare la performance → test finale
● provvedere al transfert → trasferimento dell’abilità acquisita in situazioni diverse
(competenze)
● assicurare la ritenzione di capacità e informazioni e il collegamento con le
informazioni nuovi a quelle già apprese
Quando scegliere di usare la lezione frontale → C
age e Berliner :
● per la presentazione di dati non reperibili dagli allievi
● per la presentazione di dati puramente informativi che richiedono solo di essere
memorizzati
● per l’introduzione di un nuovo argoment