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UNA CARRIERA GRATIFICANTE E REMUNERATIVA E DI PARTECIPARE ALLA VITA SOCIALE E
POLITICA.
In passato si dava per scontato che questo lavoro spettasse alle donne, non considerate cittadine a
pieno titolo e che non dovevano lavorare, oggi si pensa che questa scelta dovrebbe essere libera. La
nascita di un bambino disabile non dovrebbe distruggere la speranza dei genitori, o di uno solo, di
poter vivere una vita sociale e personalmente produttiva. Nella società attuale si dà ancora per
scontato che questo lavoro debba essere fatto liberamente, per puro amore, costringendo le donne
ad accollarsi un onere enorme che grava su tutta la gamma delle attività economiche in cui sono
impegnate e che ne riduce la produttività e il contributo alla vita sociale e civile.
Bisogni di cura: una questione ignorata nelle teorie della giustizia
Kittay -> questa lacuna non può essere facilmente corretta perché strutturalmente incorporata alle
teorie più importanti, che hanno plasmato le idee pratico-politiche e che penetrano diffusamente nei
nostri modi di parlare e pensare. Il nostro discorso pubblico è diffusamente determinato da un’idea di
società basata su un contratto di mutuo vantaggio, questa idea nella tradizione occidentale ha
dominato l’intera teoria politica. Nelle teorie di contratto sociale emerge la finzione di un adulto
competente: gli attori del contratto sociale vengono considerati “liberi, eguali e indipendenti”. Non
può essere fonte di svantaggio sociale l’avere un corpo in condizione di dipendenza maggiore rispetto
ad un altro o doversi occupare di un genitore anziano. Le persone che hanno bisogni particolari non
fanno parte della relazione nella teoria contrattualista; gli individui sono considerati membri normali e
pienamente cooperativi della società per tutta la vita. Punto di partenza kantiano: la dignità umana e
la capacità morale, separate dal mondo naturale. Ignoriamo il fatto che le malattie, l’età avanzata, gli
incidenti ostacolino le funzioni morali e razionali, esattamente come ostacolano la mobilità e la
destrezza. Consideriamo le persone come esseri non sottoposti alle conseguenze del tempo, e che la
vita inizia con un periodo di estrema dipendenza. Secondo Rawls la questione delle persone
dipendenti va rimandata quando le istituzioni politiche di base sono già state pianificate. Beni primari
-> lista di ciò di cui i cittadini hanno bisogno per condurre le proprie vite, allorchè dispongano di poteri
morali e della capacità di essere pienamente cooperativi. Questa lista può essere allungata per
includere le cure necessarie per i momenti di dipendenza, ma non per chi è dipendente per tutto
l’arco della vita. Secondo Rawls: posizione sociale -> reddito e ricchezza, ma un gruppo può essere
deprivato della dignità anche se non economicamente debole (disabili). Quando si passa dall’analisi
del reddito all’abilità di trasformarli in risorse corrette ed efficaci ignora che le persone possano avere
capacità differenti. Per la mobilità dei disabili ci vogliono più soldi.
Anche i disabili hanno diritto allo sviluppo di tutte le loro capacità
Kittay sostiene che la teoria politica occidentale dovrebbe essere modificata in modo da porre al
centro della sua attenzione le relazioni di dipendenza. Un teoria basata sul concetto di cura si
discosterebbe da ogni teoria liberale, profondamente volta a garantire la realizzazione di obiettivi di
indipendenza e libertà dell’individuo. Le politiche pubbliche dovrebbero prevedere forme
generalizzate di sostegno ai bisogni dei cittadini per tutto l’arco della vita (un welfare in cui la libertà è
meno importante della sicurezza e del benessere). Una società non valutata in base alla ricchezza e al
reddito, ma alla misura in cui essa rende le persone capaci di varie e importanti attività (es. mobilità o
partecipazione alla vita politica). Riconsideriamo la lista dei beni primari come un indice dei bisogni
primari di tutti i cittadini, non solo di quelli che hanno, a un livello normale, i poteri morali e cognitivi
specificati da Kant. Concezione del cittadino più aristotelica, come esseri animali dotati di bisogni che
sono capaci di convertire in funzionamenti, includendo il bisogno di prendersi cura degli altri entrando
in relazione con loro. Al centro: il desiderio che tutte le persone (non solo i disabili) abbiano la
possibilità di sviluppare l’intera gamma delle loro facoltà umana, e che possano godere della libertà e
dell’indipendenza consentita da tali condizioni (x Kittay: l’indipendenza non dovrebbe essere
considerata condizione necessaria per la dignità). Perché i bambini disabili possano diventare “grandi”
le loro condizioni di dipendenza devono essere adeguatamente comprese e sostenute, come per il
bisogno di essere considerate persone diverse e distinte dalle altre. Nelle classi differenziali i bisogni
educativi dei bambini possono essere enormemente diversi (Down vs Asperger). Ogni bambino ha
un’istruzione adeguata, in un ambiente con le minori limitazioni possibili e basata su un piano
educativo personalizzato -> idea profondamente liberale, una concezione relativa all’individualità e
alla libertà.
Ideas: Individuals with Disabilities Education Act
Ampliare lo sguardo per ridefinire le regole
Buona parte della condizione di un disabile è definita socialmente. Preoccupazione per il linguaggio:
una parte importante della giustizia sociale dipende dal modo in cui ci vediamo e ci parliamo l’uno
dell’altro. Oltre ad una buona disposizione abbiamo bisogno di buone leggi, il progresso reso possibile
da leggi a protezione degli handicappati (Idea) è molto fragile: può facilmente essere distrutto,
soprattutto in una società determinata a diminuire l’estensione del settore pubblico. Nella nostra
società -> idea che chi non produce in senso economico sia un peso per la società. In una società
competitiva un bambino disabile in classe è considerato un rallentamento per l’apprendimento per la
classe. Le classi servono però non solo a promuovere le abilità intellettive, ma per insegnare ad essere
buoni cittadini, cioè anche a vedere l’umanità dell’altro cittadino, chiunque possa essere. Per alcuni:
educazione differenziale + normale; per altri l’educazione differenziale è un vantaggio (facilita la
socializzazione tra pari).
- Persone che si prendono cura di bambini disabili e persone anziane
Cura prestata a casa a persone con disabilità: problema decisivo rispetto all’eguaglianza sociale delle
donne, implicitamente costrette dalle norme sociali a farsi carico del peso della cura di persone in
stato di dipendenza. Williams -> ogni soluzione a tale problema presenta almeno tre aspetti collegati
tra loro:
1. Redistribuzione delle responsabilità domestiche tra uomini e donne;
2. Ruolo dello stato, esso può alleviare l’onere che grava sulle persone che curano i disabili
mediante una vasta gamma di politiche sociali: periodi di aspettativa pagati, sussidi per
un’educazione differenziata e terapie all’interno del sistema scolastico + altri aiuti finanziari;
3. I luoghi di lavoro dovrebbero cambiare: anche nei paesi in cui sono state introdotte politiche
sociali avanzate (Svezia) sono ancora le donne a svolgere la maggior parte del lavoro
necessario alle persone dipendenti. Gli uomini non desiderano mettere a repentaglio la
propria carriera, o essere considerati lavoratori part-time, quindi marginali, non vogliono
rinunciare alle proprie opportunità di carriera, beh indovina? Neanche noi. In alcune
occupazioni c’è una feroce competizione di stampo maschilista per lavorare oltre l’orario
prefissato, chi si rifiuta di fare gli straordinari è considerato poco produttivo.
Giustizia sociale sia per i disabili sia per chi se ne prende cura. Se consideriamo i cittadini parti di uno
scambio reciprocamente vantaggioso, non saremo mai in grado di annettere valore a coloro che
hanno handicap permanenti e non saremo in grado di annettere valore a coloro che se ne prendono
cura, che non avranno il riconoscimento sociale che meritano. Una sensibilità più ampia e flessibile
per ciò che si intende come essere umano è decisiva se vogliamo riflettere più chiaramente sui
problemi di giustizia. Cambiare le immagini che le persone, la società hanno dei disabili.
Mi trovai bella come una mente libera”
“ :
LIBERTA’ DELLE DONNE E GIUSTIZIA
Sviluppo e uguaglianza di genere
In gran parte del mondo le donne sono prive dei mezzi di sostegno indispensabili all’esercizio delle
funzioni fondamentali necessarie ad una vita realmente umana. Sono nutrite meno degli uomini,
meno in salute, più vulnerabili alla violenza fisica e sessuale, meno scolarizzate (e istruzione tecnica o
professionale); se entrano nel mondo del lavoro incontrano ostacoli maggiori (intimidazione da parte
della famiglia e del coniuge, discriminazione all’assunzione, molestie sessuali -> senza possibilità di
ricorrere efficacemente alla legge). Spesso ostacoli di questo tipo impediscono alle donne di
partecipare effettivamente alla vita politica. In molto paesi non hanno la piena uguaglianza di fronte
alla legge (diritti di proprietà, gli stessi diritti di stipulare contratti, di associazione, movimento e
libertà religiosa). Oberate spesso dalla doppia giornata lavorativa, sono private della possibilità di
trovare momenti ricreativi in cui coltivare le facoltà immaginative e cognitive. Questi fattori pesano
sul benessere emotivo: meno opportunità degli uomini di vivere libere dalla paura, di godere affetti
corrisposti (matrimoni combinati, no divorzio). Disuguaglianza di condizioni sociali e politiche si
traduce in disuguaglianza di capacità umane.
Human Development Report (1999) redatto dal Programma di sviluppo delle Nazioni Unite non c’è
nessun paesi che tratti le donne bene quanto gli uomini (considerando durata della vita, benessere ed
educazione). Nei paesi in via di sviluppo i problemi più urgenti: la disuguaglianza di genere è
strettamente correlata alla povertà (associazione delle due: crollo delle capacità umane
fondamentali). Percentuale minore di donne: capaci di leggere e scrivere, scolarizzazione; il PIL pro
capite effettivo è circa la metà. Non si dispongono di dati affidabili su stupri, violenza domestica e
molestie sessuali: in molti paesi vi è una scarsa attenzione a questi reati, lo stupro nel matrimonio non
è reato e lo stupro commesso da un estraneo è punito così di rado che le donne sono scoraggiate a
denunciare.
Salute e alimentazione in condizione di alimentazione