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1.4. STRUMENTI PER OSSERVARE L’AGIRE LINGUISTICO
Abbiamo visto che nell’indagine sull’agire ling. ciò che soprattutto differenzia l’approccio
ling. rispetto a quello filosofico è il ricorso all’analisi di dati empirici
L’attenzione alle tecniche con cui effettuare la raccolta dei dati è motivata anche dal fatto
che, nell’indagine sulla lingua come azione ancora più che in altri settori della ricerca
applicata in ling., la scelta degli strumenti da adottare per questa fase del lavoro risulta part.
delicata e difficoltosa, giacché il contesto in cui vengono prodotti i campioni di parlato da
analizzare riveste un ruolo cruciale
I metodi di raccolta dei dati più frequentamente adottati dai ricercatori in questo settore
continuum
possono essere collocati su un ideale che va da un massimo di spontanietà della
produzione a un massimo di possibilità di controllo delle variabili
Molti studiosi concordano sul fatto che il modo migliore per investigare fenomeni
pragmatici sia utilizzare dati raccolti mediante l’osservazione e la partecipazione in
un’ampia varietà di situazioni di parlato spontaneo
Tuttavia è anche ampiamente riconosciuto che raccogliere dati sugli atti ling. in contesti
naturalistici pone diversi ostacoli al ricercatore
Basti pensare alla difficoltà di raccogliere un’adeguata quantità di materiale in cui
emerga il fenomeno da indagare e, a maggior ragione, di compiere ricerche di tipo
statistico, nonché all’impossibilità di controllare variabili socio-ling. di registrazione
intacchi la presunta naturalità dei comportamenti ling.
Ecco perché, in alternativa, si fa spesso ricorso a dati elicitati mediante compiti di
role play
simulazione, tra i quali possiamo collocare i task alternativi, il e il
Discourse Completion Task (DCT)
I task alternativi sono compiti com. nei quali si richiede ai partecipanti di
o conversare su un argomento o di collaborare per il raggiungimento di un
obiettivo extraling. ( conversazioni semi-spontanee)
role plays
I sono simulazioni di scambi com. in cui due o più interlocutori
o assumono certi ruoli definiti in base a condizioni sperimentali
predeterminate essi possono chiusi o aperti:
Chiusi – il parlante reagisce a uno stimolo senza ricevere risposta
dall’interlocutore
Aperti – l’interlocutore partecipa alla conversazione, che si conclude
solo quando le due parti raggiungono quella che essi tengono sia la
conclusione dello scambio
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In entrambi i casi la simulazione non nasce da reali obiettivi per
partecipanti ma dagli scopi del ricercatore e non ha conseguenze
sulla relazione tra i parlanti, né, più in generale, sulla loro vita reale
(ciò costituisce probabilmente il limite più serio)
Discourse Completion Task
Il (DCT) consente ai ricercatori sia di controllare
o diverse variabili sia di raccogliere grandi quantità di dati in un arco
temporale relativ. breve, ottenendo materiale facilmente analizzabile anche
con strumenti statistici
Il DCT rapp. lo strumento più frequent. usato nella ricerca empirica
sugli atti ling.
Il DCT consiste in una serie di brevi dialoghi scritti nei quali manca
un turno di parola: gli informanti sono invitati a scrivere il turno
mancante o a scegliere la più adatta tra le opzione fornite per il
completamento (in questo caso si parla di DCT a scelta multipla, o
Multiple Choice Discourse Completion Task , MCDT)
Sono state proposte molte varianti del DCT
Qualsiasi sia la sua forma, il DCT può fornire al ricercatore
indicazioni solo sul sapere pragmatico off line degli informanti, cioè
su quello che essi pensano che direbbero piuttosto che su come
effettivamente usano la loro capacità di realizzare atti ling.
Accanto a questi sistemi di elicitazione per raccogliere campioni di produzioni ling. più o
meno spontanee, vengono utilizzati anche strumenti d’indagine orientati alla stimolazione
di commenti e valutazioni su esempi dati, come per es. i giudizi di appropriatezza
Spesso somministrati in forma di scale di valutazione, questi test vengono utilizzati
soprattutto per indagare la percezione delle scelte pragmaticamente poco appropriate e, più
in generale, per analizzare la competenza ricettiva più che quella produttiva
Ricordi e riflessioni sulle esperienze di uso della lingua vengono invece raccolti mediante
diari, interviste, questionari retrospettivi e protocolli di verbalizzazione
Con questi strumenti, utilizzati soprattutto nelle ricerche di tagli etnografico, il ricercatore
può conoscere l’interpretazione che i soggetti stessi danno delle proprie scelte pragma-ling.
e socio-pragmatiche, o dei materiali utilizzati come stimolo per un det. compito
- 8 -
2. LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PRAGMATICHE
2.1. COMPETENZE PRAGMATICHE E L2
La competenza pragmatica (= la capcità di operare delle scelte in relazione al contesto com.
in cui ci si trova) presuppone da un lato la conoscenza delle norme sociali che regolano
l’agire ling. in una det. cultura (componente socio-pragmatica), dall’altro la conoscenza
delle forme ling. associate alle molteplici manifestazioni dell’agire ling. in quella stessa
cultura (componente pragma-linguistica; sulla distinzione tra socio-pragmatica e pragma-
linguistica)
Naturalmente si tratta di una distinzione astrattamente teorica, giacché le due componenti
risultano inscindibili nella realtà concreta dell’uso ling.
L’ambito di studi che si occupa della competenza èragmatica degli apprendenti L2 è noto
come pragmatica interling. o pragmatica delle interlingue, a seconda di come si preferisce
interlanguage pragmatics
tradurre l’espressione (ILP)
Si possono distinguere 3 filoni principali di studi, in base alla prospettiva di osservazione
che viene adottata:
1) Il filone che si occupa di come gli apprendenti comprendono e producono l’agire
ling. nella linga-obiettivo, generalmente in confronto, e anche in interazione, con i
parlanti nativi di quella lingua
Si tratta quindi di una prospettiva comparativa e non acquisizionale, nel
senso che coinvolge la dimensione diacronica dello sviluppo interling.
2) Il filone che indaga invece come la competenza pragmatica nella L2 emerge e
progredisce negli apprendenti in contesti di acquisizione spontanea
3) Il filone che mira a scoprire quale sia il ruolo dell’insegnamento nell’acquisizione
della competenza pragmatica
Nell’appr. della pragmatica possono sorgere vari ostacoli, tra i quali quelli determinati da
possibili resistenze all’omologazione dell’apprendente alle norme pragmatiche della lingua-
obiettivo tali resistenze possono manifestarsi in entrambe le direzioni:
Da una parte, una certa “presa di distanza” pragmatica può valere come
un’affermazione d’identità culturale per il parlante non nativo, rendendolo
un’affermazione d’identità culturale per il parlante non nativo, rendendolo
riluttante al completo assorbimento delle norme pragmatiche, specialmente
socio-pragmatiche della L2 - 9 -
Dall’altra parte, sono i parlanti nativi stessi che vedono talvolta la totale
convergenza nel comportamento pragmatico come un atto di presunzione da
parte dei parlanti non nativi
- Un comportamento com. troppo vicino a quello dei parlanti nativi, e pertanto non
confrome alle aspettative che questi ultimi hanno maturato sulla base dei luoghi
comuni relativi alla lingua e alla cultura dell’apprendente, può inoltre condurre,
paradossalmente, a fenomeni di incomprensione e fraintendimento nella com. tra
parlanti nativi e non nativi
Il mancato raggiungimento di una competenza pari a quella dei parlanti
nativi potrebbe anche non essere il segnale di un’acquisizione incompleta o
di un insegnamento inefficace, ma il frutto di una scelta dell’apprendente
stesso
2.2. IL CONFRONTO TRA PARLANTI NATIVI E NON NATIVI
Il confronto tra parlanti nativi e non nativi di varie lingue nella realizz. di differenti atti
ling. ha costituito la linea di indagine prevalente nei primi tempi in cui la ILP cominciava a
imporsi come settore autonomo di ricerca, verso la fine degli anni ’70, e ha continuato a
essere una pista di lavoro piuttosto feconda
Da questi lavori di tipo comparativo emergono alcuni tratti che accomunano parlanti
non nativi di lingue diverse in relazione alla padronanza degli aspetti pragmatici della L2,
come ad es. una certa tendenza all’eccesso di esplicitezza e alla prolissità
- Più in generale, emerge la difficoltà, anche a livelli piuttosto alti di competenza
gramm. nella L2, di veicolare la forza illocutiva desiderata o di farlo rispettando le
norme della cortesia (per es., nel caso degli atti che possono facilmente
compromettere le facce degli interlocutori coinvolti)
Questa inadeguatezza pragmatica è spesso all’origine di malintesi
Tali malintesi sono spesso generati dal cosiddetto transfer pragmatico:
il trasferimento di norme socio-pragmatiche dalla L1 alla L2 induce il
parlante ad agire in accordo con le norme sociali tipiche della
lingua/cultura di provenienza, che possono risultare in conflitto – o
quanto meno non coincidenti – con quelle della lingua/cult. di arrivo
Ad es. le diverse risposte possibili al saluto “Ciao, tutto bene?”, dove
spesso non si aspetta una risposta lunga o dettagliata
proficiency
Alcuni studi evidenziano una correlazione positiva tra l’aumento della
complessiva nella L2 e il transfer pragmatico, nel senso che una competenza limitata nella
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lingua-obiettivo impedisce agli apprendenti di trasferie conoscenze pragmatiche dalla L1,
mentre con il crescere della padronanza della L2 questo fenomeno sembra manifestarsi più
facilmente
- Non mancano tuttavia studi i cui risultati disconfermano questa ipotetica
correlazione positiva proficiency
Puù chiara appare invece la relazione tra il livello complessivo della nella L2 e il
rischio di una lettura carateriale o etnica, da parte dell’interlocutore nativo, di un uso ling.
pragmaticamente non adeguato da parte dell’apprendente
Accade infatti spesso di attribuire a qualche sorta di norma universale di
comportamento ling. fenomeni che appartengono invece al repertorio socio-
pragmatico della nostra specifica lingua/cultura
Accade ciè di considerare alcuni aspetti dell’uso ling. come indipendenti dalla L/C di
provenienza e quindi di aspettarsi dall’interlocutore comportamenti ling. simili ai
nostri Quando le deviazioni dall’uso atteso della L2 non possono più essere spiegate
o come una conseguenza della scarsa c