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QUINTA SETTIMANA
La tradizione strutturale di Durkheim e Marx affronta il problema sul come la società sta insieme (coesione e
integrazione e sociale) e del conflitto sociale che divide la società attraverso interessi e forze antagoniste la
sociologia strutturale si occupa dello studio sul conflitto sociale.
L’analisi delle teorie del conflitto sono macro, si fondano sullo studio della struttura generale della società;
esse si contrappongono al funzionalismo il quale considera le società e le istituzioni sociali come sistemi nei
quali tutte le parti dipendono le une dalle altre e funzionano insieme per creare un equilibrio, esse non
negano l’esistenza di un conflitto, ma sostengono che la società elabori sistemi per controllarlo. In
contrapposizione i conflittualisti vedono la società come una lotta al potere dei gruppi, i presupposti di questo
conflitto sono:
1. gli individui si muovono in base ai loro interessi.
2. le risorse non sono equamente distribuite in base alla possibilità di conciliare capacità ed impegno
individuale.
3. idee e valori non sono dispostivi di integrazione sociale ma armi di lotta e sopraffazione.
La tradizione strutturale ammette diverse varianti interne: con Durkheim si concentra sull’impossibilità di
dividere coscienza individuale e collettiva; con Marx invece sulle forze costrittive della società, in cui
individua la logica di potenza e di controllo economico, sociale e politico, storicamente costruiti a vantaggio
di alcuni e a svantaggio di altri.
Marx legge diversamente la vicenda dell’industrializzazione e della modernizzazione della società
tradizionale, seguendo la prospettiva del conflitto e della diseguaglianza. La sua è quindi una visione
sociologica, difatti colloca l’economia nell’ambito della società, il senso delle categorie economiche è perso
se esse vengono estratte dal loro contesto ed i rapporti tra gli individui sono considerati socialmente costruiti
(società non è natura). + egli vuole individuare la direzione verso cui muovere la società industriale.
Alienazione: estraniazione nei confronti di oggetti e situazioni che l’individuo non riconosce essere il
prodotto della sua stessa attività materiale o intellettuale. + ideologia: insieme di lavori e credenze che
contribuiscono a salvaguardare la posizione di un gruppo.
Sul fronte politico Marx sostiene il movimento operaio tedesco seguendo la prospettiva del materialismo
storico(metodo o prospettiva per cui la storia è fatta di individui che si situano sempre in certe condizioni
materiali di vita che essi hanno già trovato esistenti o hanno essi stessi prodotto con la loro azione) e del
materialismo dialettico (metodo o prospettiva per comprendere il movimento reale delle cose viste nel loro
esistere ma anche nella loro negazione o superamento) che lo sosterranno nella lotta per la giustizia e
l’uguaglianza delle classi lavoratrici. Egli si allontana dalla prospettiva hegeliana per cui lo stato ordina e da
armonia alla società, affermando che quest’ultimo sia una sovrastruttura creata in seguito all’affermarsi del
principio di produzione. Il filosofo è considerato sia strutturalista in quanto afferma che i capitalisti dipendano
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dalla struttura della società ma anche positivista, in quanto la scienza permette all’uomo di emanciparsi e
liberarsi.
Marx considera la società industriale una società capitalistica, che ha come principio fondatore il conflitto tra
capitalisti e proletariato; solamente quando i lavoratori acquisiranno la consapevolezza di essere sfruttati,
essi potranno sfidare il sistema capitalistico. In contrasto vi è la visione di Durkheim, il quale sostiene che la
società non sia differenziata ma diseguale + conflitto: azioni orientare allo scopo di affermare la propria
volontà contro quella degli altri condizione di esistenza del conflitto, interazioni con scopi divergenti in
situazioni tali per cui gli scopi di ambedue non possono essere conseguiti, se non l’uno a spese dell’altro.
Qualsiasi attività umana è volta a soddisfare i bisogni, che comportano il relazionarsi con altri individui; nella
società industriale vi sono due elementi base: i mezzi di produzione, le tecnologie disponibili e i rapporti
sociali di produzione, il modo in cui le tecnologie sono socialmente organizzate. In questa società i rapporti di
cooperazione tra gli uomini sono regolati dal concetto di proprietà, lo stare insieme è quindi determinato
dall’organizzazione dei rapporti di produzione tra l’operaio che vende la sua forza lavoro al proprietario dei
mezzi di produzione (il capitalista). L’economia politica studia questi rapporti di scambio considerandoli come
rapporti tra uguali, senza coglierne la loro natura sfruttatrice + sfruttamento: appropriazione indebita della
ricchezza prodotta dal lavoratore da parte del capitalista che remunera solamente una parte (la giornata di
lavoro) del valore prodotto dal lavoro.
Classe sociale: raggruppamento di persone accumunate dalla stessa collocazione nei rapporti di produzione
e nelle relazioni di proprietà (VEDI CAPITOLO 11 DEL MANUALE).
Nel sistema capitalistico la ricchezza corrisponde alla merce, la quale può avere un valore d’uso e uno di
scambio; le merci contengono in se stesse il lavoro speso per produrle, per poter essere scambiate esse
devono essere differenziate in termini quantitativi (le ore di lavoro spese per la produzione). Si passa così a
differenziare il lavoro concreto (di specifiche attività su specifici oggetti, di attività di trasformazione della
natura) da quello astratto (si tiene conto del tempo lavorativo) + valore di una merce: ammontare del tempo
di lavoro necessario per produrre una determinata merce, esso è indifferente al contenuto delle merci (il
valore d’uso) ma è interessato al loro scambio (valore di scambio). Anche il lavoro ha un valore, esso
corrisponde dalla quantità di tempo necessario perché il lavoratore acquisti i beni (da consumare) che gli
consentano di riprodurre la loro forza (capacità) di lavoro per il giorno successivo; il capitalista compra il
lavoro passato (presente nella forza lavoro) ma anche quello presente (ciò che il lavoro può produrre). Il
rapporto tra pagamento dell’operaio e valore prodotto non è proporzionale, poiché l’operaio è pagato per la
sua giornata di lavoro = base dello sfruttamento. + plusvalore: quando il lavoratore lavora più del tempo
richiesto per riprodursi la lotta del capitalismo vede come protagonisti che vuole estendere (capitalista) e
chi vuole ridurre la giornata di lavoro (lavoratore).
Eredità del pensiero di Marx:
• centralità dell’economia,motore del funzionamento e dello sviluppo della società e della struttura del
potere.
• La società ha una struttura polarizzata in due classi antagoniste.
• La produzione culturale è subordinata all’esigenze della produzione del dominio capitalistico-
borghese fondato sulla proprietà privata dei mezzi di comunicazione.
• Conflitto come principio della storia della società.
I rapporti tra struttura e sovrastruttura sono stati ridefiniti in senso circolare, in modo che la produzione
alimenti anche lo sviluppo culturale; la struttura polarizzata delle due classi antagoniste, che vedeva
l’avvento della classi impiegatizie ed il declino di quelle operaie, è stata una prospettiva fortemente criticata.
Wright definì il fenomeno della proletarizzazione, attraverso cui la classe operaia invece che restringersi
tende ad aumentare il capitalismo tende a ridurre il lavoro alla routine, in modo da avere una migliore 19
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supervisione e controllo dei lavoratori. Millsstudiò il rapporto tra potere ed economia ed affermò che le élite
al potere, seppur appartenenti a diversi ambiti (politici, militari..) agiscono come un'unica élite che persegue i
propri interessi congiunti, evitando l’influenza dall’esterno; la società è divisa tra chi ha e chi non ha il potere.
L’alienazione, attraverso la società capitalistica è diventata una condizione tipica dell’umanità, attraverso cui
vengono imprigionate la cultura ed il consumo di massa; in questo contesto, in cui la critica viene soppressa
dai mass media, l’intellettuale ha il compito di mantenere vigile la sua capacità di denuncia. Secondo
Fromm l’alienazione penetra nella sociologia individuale creando e riproducendo comportamenti adattivi e
personalità omologhe alla massa;Riesman nel suo libro “la folla solitaria” attua una critica indiretta al
funzionalismo, ipotizzando la conciliazione tra bisogni individuali e esigenze di funzionamento del sistema;
egli suddivide il carattere sociale in tre tipologie:
• Etero diretto: ricerca l’approvazione dagli altri soprattutto nei gruppi alla pari, come la classe media o
i ragazzi in cui vi è una maggiore influenza da parte dei mezzi di comunicazione di massa, i quali
fungono da maestri nello stile del consumo. tipica della civiltà di massa, in cui non contano più le
singole individualità ma il gruppo alla pari, che impone una cultura e una politica conforme.
• Auto diretto.
Fromm e Riesman affermano che il rischio dell’alienazione ha a che fare con il rapporto tra società e
carattere dell’individuo, la libertà sociale è quindi ostacolata da meccanismi che imprigionano gli individui
dentro una gabbia di conformità. Milss osservando il processo di alienazione nelle strutture lavorative nella
società americana del 1950, afferma che la cordialità e la cortesia siano mezzi impersonali che fanno parte
della vita sociale, mentre nel campo lavorativo la personalità diventa parte integrante dei mezzi di
produzione.
Nella società capitalistica l’industria culturale è un sistema compatto e integrato per la produzione di “merci
culturali” in cui il valore sacro e unico viene sostituito dalla standardizzazione e dalla ripetizione della
produzione.
• I processi comunicativi sono unidirezionali, il fruitore perde il suo senso critico.
• L’industria culturale è un insieme di strumenti con cui il sistema sociale veicola valori e modelli di
comportamento.
• I mass media non sono veicoli imparziali e hanno strutture invarianti, aboliscono ogni elemento di
novità.
• Il consumatore non è sovrano (come l’industria culturale dovrebbe far credere), ma oggetto del
capitalismo.
• il divertimento è una promessa di felicità non sempre mantenuta, in ambiente lavorativo esso si
trasforma in “essere d’accorto”.
La società del consumismo si fonda sul