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AGGREGATI DOMESTICI

o household

=

insieme di individui anche di entrambi i sessi e di età diverse che mettono in comune i loro

redditi. Esso può coincidere o meno con la famiglia e molto frequentemente non è caratterizzato

da una residenza comune. Nella maggior parte dei casi, conta dalle 3 alle 10 persone.

Ma cos’è il reddito?

Esistono 5 forme di reddito:

1. Reddito da salario .

(Pagamento, solitamente in forma monetaria, da parte di persone esterne

all’aggregato per il lavoro di un componente svolto all’esterno dell’aggregato.)

Esso può essere occasionale o regolare; può essere la remunerazione del tempo

impiegato o del lavoro realizzato (lavoro a cottimo).

2. Attività di sussistenza .

(Produzione destinata al consumo senza il bisogno di dover entrare nel mercato e

acquistare beni)

- esonera il lavoratore dalla spesa provocata dall’eventuale assunzione di altri

domestici;

- può influenzare la decisione del lavoratore di accettare un diverso livello di

retribuzione;

- oggi costituisce gran parte del reddito di un aggregato domestico nelle zone più

prospere del sistema-mondo.

3. Piccola produzione di merci .

(Prodotto realizzato all’interno dell’aggregato domestico e venduto su un mercato

più ampio.)

È molto diffusa nelle aree più povere del sistema, mentre in quelle ricche è spesso

chiamato free-lancing.

4. Rendita .

(Reddito non derivante da un lavoro, ma da una proprietà.)

Essa può derivare da qualche investimento di capitale (es. affitto di stanze o

appartamenti), da un vantaggio derivante dalla propria localizzazione (es. pedaggio

di un ponte o di una strada privata) o dalla proprietà di capitali (es. riscossione di

interessi).

5. Trasferimenti .

(Entrate percepite da un individuo in virtù dell’obbligo di un altro individuo a

fornirgliele.)

Possono essere identificati con i doni in occasione di determinate festività oppure,

da parte dello Stato, con i servizi, i piani assicurativi, le pensioni ecc.

Aggregati domestici

Proletari Semiproletari

(il reddito da salario ammonta al 50% o più (il reddito da salario ammonta a meno del

del reddito totale nell’arco della vita) 50% del reddito totale nell’arco della vita)

Il lavoratore salariato proveniente da un Il lavoratore salariato proveniente da un

aggregato di questo tipo riceverà il salario aggregato di questo tipo riceverà un

minimo assoluto (= almeno corrispondente ammontare inferiore a quello del salario

alla quota necessaria ai costi di riproduzione) minimo assoluto.

Al datore di lavoro, dunque, converrebbe assumere lavoratori provenienti da aggregati domestici

semiproletari. Tuttavia, poiché:

▪ i lavori salariati chiedevano di essere “proletarizzati” per ricevere di più,

▪ i datori di lavoro avevano bisogno di avere una domanda tanto ampia da

sostenere il mercato per i loro prodotti,

C’è stato un lento incremento del numero di aggregati domestici proletarizzati.

CLASSI e GRUPPI DI STATUS

Classe – concetto marxiano, anche se quella di Marx era una definizione fatta a un

elevatissimo livello di astrazione per definire le logiche generali del funzionamento

della società. L’appartenenza ad una o ad un’altra classe è definita dalla

collocazione che un singolo aggregato domestico (e non un singolo individuo

isolato) ha nel sistema-economico, dal suo reddito e dai suoi interessi.

Gruppo di status – concetto weberiano utilizzato per indicare quei raggruppamenti

sociali nel mondo che non hanno un fondamento di classe (gruppi

etnici, religiosi ecc.) e che mostrano una qualche forma di solidarietà e

identificazione. Questa definizione enfatizza il modo in cui tali gruppi

vengono percepiti dagli altri, quindi è stata coniata sotto un profilo

oggettivo.

Alla fine del XX secolo, però, si è diffuso il termine “identità” per nominare

gli stessi gruppi, ma con un’enfasi maggiore sulle caratteristiche soggettive,

cioè su come questi individui vedono se stessi.

Negli aggregati domestici, grazie alle pressioni normative volte a non

considerare queste differenze e al movimento degli individui, si verifica

spesso un rimescolamento delle identità originarie.

Gli aggregati domestici giocano un ruolo di primo piano -seguiti poi dai media, dalle istituzioni

religiose, dalle scuole e dai corpi militari- nella socializzazione degli individui secondo principi e

valori che insegnano a rispettare i ruoli sociali ai quali saremmo tenuti ad appartenere. Essi

possono socializzare i propri membri anche alla ribellione, al rifiuto e alla devianza. Chiaramente,

tali socializzazioni antisistemiche, possono giocare un ruolo davvero destabilizzante solo quando il

sistema stesso è soggetto a una crisi strutturale.

La maggior parte dei gruppi di status vanta un certo tipo di espressione istituzionale

trasversale agli aggregati domestici, che esercita su di essi una pressione che si traduce nella

conformazione di essi alle sue norme e strategie. Gli Stati, in questo caso, sono quelli che ottengono

più successo perché hanno a disposizione più strumenti di pressione. Ma laddove lo Stato sia più

debole, sono le strutture religiose, le organizzazioni etniche ed altri gruppi simili ad orientare le

priorità degli aggregati domestici.

Tutti i legami complessi che intercorrono tra i vari elementi dell’economia-mondo e tra essi e

l’economia-mondo stessa, sono attraversati da 2 opposti motivi ideologici:

l’universalismo e il razzismo/sessismo.

• L’universalismo implica, in generale, la priorità di regole che vengano applicate

indistintamente su tutti gli individui. Istituti tipici dell’universalismo sono la meritocrazia,

il suffragio universale, l’uguaglianza di fronte alla legge.

L’universalismo è considerato il punto centrale della nostra socializzazione e, in quanto

predisposto come norma positiva, la maggioranza delle persone dice di credervi.

Esso crea grande conforto a tutti coloro che godono dei benefici del sistema, facendoli

sentire meritevoli di ciò che hanno.

• Le norme anti-universalistiche, come il razzismo e il sessismo, giocano a loro volta

un’importante ruolo nella distribuzione del lavoro, del potere e del privilegio all’interno del

sistema.

Esse si pongono come verità naturali, necessarie per il funzionamento biologico

dell’animale umano e non soggette al cambiamento sociale.

Sono norme negative, quindi la maggioranza delle persone dice di non credervi, ma sono

più presenti di quanto pensiamo.

Esse giustificano le disuguaglianze, la polarizzazione, la divisione assiale del lavoro, la

collocazione di alcuni individui nei gradini più bassi delle gerarchie mondiali

[uomo>donna – bianchi>neri/non bianchi – adulti>bambini/anziani – istruiti>meno

istruiti – eterosessuali>omosessuali – borghesia/professionisti>lavoratori – abitanti delle

città>abitanti della campagna], religiose, etniche.

CAP. 3: L’ASCESA DEL SISTEMA STATI (STATI NAZIONE

SOVRANI – COLONIE – SISTEMA INTERSTATALE)

Stato moderno = Stato sovrano (- sovranità = totale autonomia del potere statale)

Gli Stati moderni tuttavia vivono in un’ampia rete di Stati sistema interstatale

La sua origine viene comunemente fatta risalire

Istituzionalizzazione: Pace di Westfalia allo sviluppo della diplomazia nella

(1648 – fine della guerra dei Trent’anni), penisola italiana durante il Rinascimento

sottoscritta dalla maggioranza degli Stati

europei, in cui vennero codificate alcune

regole delle relazioni interstatali che allo

stesso tempo limitavano e garantivano In seguito, tali regole sarebbero state ampliate

una relativa autonomia ed elaborate con il nome di diritto

internazionale

Fine XV secolo: fiorire di “nuove monarchie” [nascita dello Stato assoluto] in Inghilterra,

Francia e Spagna strutture centralizzanti che rendevano le strutture di potere locali

effettivamente subordinate al monarca attraverso la costruzione di una

burocrazia civile e militare e che, attraverso un efficiente sistema di

riscossione dei tributi, si rafforzavano con l’imposizione di tasse.

XVII secolo sovrani = “sovrani assoluti”

(dal latino absolutus: “non soggetto alla legge” il loro potere non era dunque illimitato, ma

semplicemente arbitrario)

Nel corso dei secoli gli Stati hanno tentato di colmare questo vuoto di potere reale ottenendo anche

un certo successo. Infatti, una delle tendenze secolari del sistema-mondo moderno sin dagli inizi è

sempre stato il costante incremento dell’effettivo potere statale.

Esempio di Wallerstein: Luigi XIV di Francia, che regnò appunto nel XVII secolo, è considerato il

simbolo del potere assoluto per antonomasia, ma ha avuto meno potere effettivo di quanto ne

abbia avuto il Primo Ministro svedese nel 2000 nel proprio Paese.

//

Sovranità = rivendicazione di autorità all’interno e all’esterno del proprio Stato.

Essendo la sovranità una rivendicazione, essa non conta se non viene legittimata tramite un

riconoscimento reciproco (- due o più parti potenzialmente o radicalmente in conflitto si

scambiano riconoscimenti come strategia di minor costo).

Il riconoscimento reciproco è il fondamento del sistema interstatale:

un’entità che si proclama Stato sovrano, anche se detiene di fatto il controllo in un dato territorio,

se non viene riconosciuta dagli altri Stati tale proclamazione è priva di valore.

Wallerstein distingue 3 casi possibili nel sistema-mondo moderno, e sottolinea il ruolo cruciale

del riconoscimento reciproco attraverso 3 rispettivi esempi riconducibili al primo decennio del XXI

secolo:

1. Uno Stato è riconosciuto come sovrano da tutti gli altri.

[ Esempio Stati Uniti e Cuba:

seppur ostili tra loro, non hanno contestato la rispettiva sovranità e non lo hanno fatto

neanche gli altri Stati. ]

2. Uno Stato è riconosciuto come sovrano da una parte consistente di Stati, ma al

contempo non è ritenuto tale da un’altra parte altrettanto consistente.

[ Esempio Proclamazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1949:

il nuovo governo aveva il controllo de facto di tutta la zona continentale, ma il precedente

governo, pur controllando solo Taiwan, rivendicava la propria sovranità sull’intera Cina.

Una parte consistente di Stati riconosceva la Repubblica Popolare Cinese, mentre un’altra

parte consistente riconosceva il vecchio governo. Tutto ciò è stato risolto neg

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A.A. 2017-2018
31 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher hickou1 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi L'Orientale di Napoli o del prof Di Meglio Mauro.