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STRESSOR E CRISI

Con crisi si intende un rapido cambiamento che il soggetto non può evitare: una situazione che si impone sul soggetto e ne altera le condotte. Essa non porta solo a esiti negativi ma la sua risoluzione può portare a un miglioramento dell'esistenza e a un'acquisizione di competenze.

Jaspers definisce la crisi come momento di cambiamento improvviso, da cui l'individuo può uscire trasformato negativamente o positivamente.

Per Caplan come il soggetto ne esce dipende dall'ostacolo che la scatena: se egli non riesce a farvi fronte vivrà la crisi come minaccia alla propria integrità.

Uno stato di crisi non esprime uno stato patologico ma designa un punto di svolta: essa si presenta quando l'individuo si trova a dover affrontare una situazione insuperabile attraverso l'uso delle solite strategie, richiedendo nuove modalità di risposta. Questo fa sì che il soggetto in difficoltà si senta inefficace.

ansioso e che il suo comportamento sia meno efficace. La crisi mette alla prova le risorse sia del soggetto che dei suoi familiari e della sua rete sociale. Esistono tuttavia riti che hanno la funzione di supportare singolo/gruppo nel superamento. La teoria della crisi ha origine con Lindemann che interviene sulle vittime di un incendio di una discoteca. Egli seguì famigliari e amici delle vittime e rilevò che le persone dovevano affrontare un grande lavoro per elaborare il distacco delle persone decedute e riadattarsi all'interno di un contesto anche esso provato dai numerosi deceduti e formare nuove relazioni. L'autore non interpretò la risposta effettiva dei sopravvissuti dei parenti delle vittime come una reazione psicopatologica ma come una risposta una situazione che richiedeva un cambiamento. Siamo in presenza di stato di crisi se la situazione di turbamento persiste per un tempo relativamente breve. La fase acuta è una fase di accresciuta vulnerabilità.

Divisa in:

  • Impatto iniziale: riconoscimento di essere in una situazione che richiede una risposta
  • Emergere della tensione: messa in atto delle strategie di problem solving

La tensione svanisce quando il problema è risolto. Se la strategia efficace è nuova il soggetto percepisce di aver acquisito una nuova competenza: la crisi diventa fonte di apprendimento.

L'intervento sulla crisi ha la finalità di ridurre i danni (prevenzione secondaria); è un intervento focalizzato sul problema, con l'obiettivo di fornire al soggetto strumenti per affrontare la situazione; esso non analizza il soggetto nella sua storia ma nel qui ed ora; è limitato nel tempo, la crisi o si risolve o si trasforma in problematica che richiederà un altro tipo di intervento.

Lucia Cavagnino - Individui e contesti in psicologia di comunità

STRESSOR E TRAUMA

Gli stressor traumatici sono eventi particolarmente tossici che producono un senso di minaccia e paura nell'individuo.

Essi si distinguono in: - Eventi con durata limitata nel tempo, ad alta intensità, imprevedibili - Eventi sequenziali, che hanno effetto cumulativo Essi si distinguono dalle situazioni stressanti in quanto esse hanno a che fare con problemi di adattamento, non mettono i soggetti di fronte ad esperienze traumatiche. Lo studio del trauma risale agli inizi del Novecento, durante la prima guerra mondiale: si riconosce che l'esposizione a esperienze ad alto rischio di stress, come quelle di guerra, avevano forti effetti sulle persone, sotto forma di esaurimenti psicologici. Viene coniato il termine shell shock per indicare i disturbi psichiatrici causati da una prolungata esposizione a situazioni di guerra. Gli studi furono riportati in voga durante la guerra del Vietnam. L'esperienza bellica costituisce un'occasione per studiare i disturbi conseguenti all'esposizione a situazioni di alto rischio traumatico. Alle reazioni provocate da eventi di questo tipo viene dataè quella di comprendere e supportare le persone che sono state coinvolte in eventi traumatici. Le catastrofi e i disastri possono avere un impatto significativo sulla salute mentale e sul benessere delle persone, causando sintomi di stress post-traumatico, depressione, ansia e altri disturbi psicologici. Gli interventi psicologici nelle situazioni di emergenza si concentrano sulla valutazione e la gestione del trauma, sulla promozione della resilienza e sul supporto emotivo. Questi interventi possono includere la consulenza individuale e di gruppo, la terapia cognitivo-comportamentale, l'educazione sulla gestione dello stress e altre strategie di coping. È importante sottolineare che le reazioni alle catastrofi e ai disastri possono variare da individuo a individuo e dipendono da diversi fattori, come l'esperienza pregressa di trauma, il supporto sociale disponibile e le risorse personali. Pertanto, è fondamentale adottare un approccio individualizzato nell'assistenza alle persone colpite da eventi traumatici. La psicologia delle emergenze svolge un ruolo cruciale nel fornire supporto e assistenza alle persone che hanno subito traumi, contribuendo a promuovere il recupero e la guarigione psicologica.è quella di preservare l'equilibrio psichico delle vittime, dei parenti e dei soccorritori e facilitare la riparazione del tessuto sociale e il recupero dell'identità e della sicurezza individuale e collettiva. Il termine disastro descrive diversi fenomeni. Il disastro può essere naturale (causato da eventi naturali) o tecnologico (dovuto a incidenti non naturali). Ciò che distingue le tipologie è la diversa percezione di controllo. La percezione di controllo riduce la percezione di stress nell'individuo: - Nel disastro naturale c'è percezione di mancanza di controllo - Nel disastro tecnologico c'è percezione di perdita di controllo che prima si possedeva e perdita di fiducia nelle istituzioni e organizzazioni che devono proteggere non danneggiare il cittadino. I disastri si presentano con grande variabilità: diversa gravità, durata, conseguenze e reazioni degli individui. Alcunisua improvvisità e imprevedibilità. Questo rende difficile per le persone prepararsi adeguatamente e reagire in modo appropriato. Inoltre, l'evento traumatico può causare una serie di conseguenze negative sulla comunità, come danni materiali, perdite di vite umane e impatti psicologici. La conoscenza sulle dimensioni della perdita è fondamentale per comprendere l'entità del disastro e per valutare le conseguenze a lungo termine. Sapere quali sono i pericoli e i fattori di rischio associati all'evento può aiutare le persone a prendere precauzioni e adottare misure di sicurezza adeguate. La preparazione è un elemento chiave per affrontare un evento disastroso. Essere preparati significa avere un piano di emergenza, conoscere le procedure di evacuazione e avere accesso a risorse e supporto adeguati. La preparazione può contribuire a ridurre l'impatto negativo dell'evento e a favorire una ripresa più rapida. Le reazioni all'evento possono variare a seconda del ruolo che una persona assume. Le vittime di primo grado sono coloro che sono direttamente colpiti dall'evento e possono subire danni fisici, perdite o traumi psicologici. Le vittime di secondo grado sono coloro che sono indirettamente coinvolti nell'evento, come testimoni o vicini delle vittime di primo grado. Le vittime di terzo grado sono i soccorritori e le figure professionali che intervengono per fornire assistenza e supporto durante l'emergenza. In conclusione, la reazione di una comunità a un evento disastroso dipende da diversi fattori, tra cui la conoscenza sulla perdita, la consapevolezza dei pericoli, la preparazione e le conseguenze dell'impatto. È importante che le persone siano consapevoli di questi fattori e si preparino adeguatamente per affrontare situazioni di emergenza.soccorsi. Inoltre, è importante fornire loro strumenti per gestire lo stress, come tecniche di rilassamento e di gestione delle emozioni. LA COMUNITÀ Anche la comunità può svolgere un ruolo importante nella prevenzione dello stress da lavoro di soccorso. È fondamentale sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza del lavoro dei soccorritori e promuovere una cultura di rispetto e gratitudine nei loro confronti. Inoltre, è possibile organizzare attività di supporto e di formazione per i soccorritori, creando una rete di sostegno e condivisione delle esperienze. CONCLUSIONE Lo stress da lavoro di soccorso è una sfida complessa, ma è possibile affrontarla attraverso strategie di prevenzione e supporto. È fondamentale riconoscere l'importanza del lavoro dei soccorritori e fornire loro gli strumenti necessari per gestire lo stress e preservare la propria salute mentale. Solo così potranno continuare a svolgere il loro prezioso lavoro a beneficio della comunità.

soccorritori. Le fasi dell'intervento sono diverse e ognuna impegna in modo diverso i soccorritori:

  • Prodromi: avvertimento e preparazione all'evento. Non sempre possibile, nei casi in cui lo è gli interventi vanno rivolti a ridurre l'impatto dello shock, preparando i soccorritori, fornendo loro preparazione e sostegno psicologico.
  • Cataclisma: gli operatori si preparano ai propri compiti.
  • Soccorso: i soccorritori sono focalizzati sul compito e mettono in atto una rimozione, bloccando le emozioni. Si tratta di un meccanismo protettivo che gli permette di compiere il loro lavoro. In questa fase c'è il non riconoscimento della propria fatica e bisogna intervenire per evitare un eccessivo stress psicofisico negli operatori.
  • Recupero: bisogna fornire assistenza psicologica agli operatori per prevenire l'insorgenza di disturbi psicologici che possono presentarsi anche a distanza di tempo dall'evento. Questi interventi possono scontrarsi con quel
mito dell'eroe e dell'autosufficienza che porta gli operatori a vedere l'offerta di aiuto come una non fiducia nelle loro capacità.

LE VITTIME DI UN DISASTRO

Nella fase successiva al disastro l'intervento a favore delle vittime deve prevenire la comparsa di disturbi che rischiano di diventare cronici. Successivamente all'evento c'è il rischio di sviluppare disturbo acuto da stress e depressione. L'incidenza dipende da fattori individuali e collettivi: da come la collettività ha gestito la perdita e la morte. I soggetti a maggior rischio di depressione sono coloro che: nel corso della prima settimana successiva all'evento hanno messo in atto strategie di evitamento e di intrusione; sono più vicini a chi ha perso la vita; non possono fare riferimento a una rete di sostegno.

Importanza della brevità nel trattamento delle reazioni traumatiche acute: un intervento sulla crisi, con l'obiettivo di contribuire alla

Riacquisizione del controllo sulla propria vita per ritornare a prima dell'evento. Se ciò non è possibile si collabora con i soggetti perché costruiscano nuovi modelli e riferimenti. Riuscire a riorganizzare la propria vita e superare una fase critica è di beneficio al soggetto.

Gli individui traumatizzati cercano aiuto e hanno bisogno di sentirsi liberi, guidati, responsabilizzati. Alcuni processi che favoriscono la riorganizzazione della propria vita:

  • Sostegno sociale
  • Self efficacy, individuale e collettiva (importanza intervento sulla collettività per ristabilire il tessuto sociale, favorendo la ricomposizione dei legami)
  • Locus of control, che contribuisce alla pianificazione e alla messa in atto di strategie volte a modificare la situazione e ridurre i danni provocati dall'evento.

Processi che ostacolano:

  • Percezione della causalità dell'evento:
credenza che l'evento naturale è incontrollabile e non sarebbe stato possibile fare nulla per ridurre i danni
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
33 pagine
4 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher irislvcia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di psicologia di comunità e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof De Piccoli Norma.