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Hoffman, l'empatia è il collante che rende possibile la vita sociale, ha approfondito il legame tra esperienza
empatica e i comportamenti pro-sociali.
Le condotte pro-sociali sono azioni dirette a beneficiare qualcuno senza trarne un immediato vantaggio.
Le condotte pro-sociali sono difficili da osservare, ma una griglia osservativa è stata elaborata da Denham.
Tale griglia veniva proposta con l'obbiettivo di favorire la rilevazione di una gamma di comportamenti che
un bambino produce come reazione alla manifestazione di disagio emotivo espressa da un altro, in un
contesto di interazione tra pari. Le categorie di comportamento pro-socialepresenti nella griglia
comprendono:
il matching emotivo,mostra la stessa emozione che sta provando ed esprimendo un altro bambino.
il rinforzo fisico e verbale, tocca,abbraccia,si avvicina o consola verbalmente il bambino che
esprime un disagio.
la condivisione , offre o porge all'altro un oggetto o gioco che stava usando lui stesso.
l'aiuto fisico e verbale, difende qualcuno in difficolta, interrompe un'attività offensiva, fornisce
informazioni o strategie.
la cura e preoccupazione , rassicura, fa domande , si mostra preoccupato.
Si ritrovano diversi tentativi di classificazione dei comportamenti pro-sociali.
Come ad esempio, Warneken e Tomasello che propongono di distinguere tra:
aiutare, in cui un bambino aiuta una persona a raggiungere un obiettivo;
condividere,in cui un bambino condivide con un altro un bene;
informare, in cui il soggetto fornisce informazioni a un altro.
Dunfield e Kuhlmeier propongono di dare più attenzione agli stimoli che producono i comportamenti e
quindi di osservare il contesto in cui essi si manifestano.
Thompson e Newton distinguono i seguenti tipi di condotte: comportamenti di aiuto strumentale, fornire
informazioni, condividere oggetti , confortare e comportamenti di aiuto altruistico, in cui il soggetto
rinuncia chiaramente a qualcosa di personale a favore dell'altro.
Le associazioni positive dell'empatia con i comportamenti pro-sociali evidenziano l'importante ruolo delle
abilità empatiche nel promuovere un'adeguata competenza sociale e un senso di benessere e di efficacia
personali.
Le condotte pro-sociali si possono insegnare , incrementando così quelle abilità emotive che sono già
evidenti e presenti nei primi anni di vita.
Cap. 3 La socializzazione emotiva in famiglia e nei contesti extra-familiari
Un soggetto è emotivamente competente quando è in grado di attivare comportamenti adeguati alle
convenzioni del contesto in cui vive ed efficaci per il suo equilibrio emotivo. Non esistono condotte
emotive universalmente giuste o sbagliate, dato che sono strettamente connesse al contesto culturale di
riferimento.
La socializzazione emotiva si riferisce al processo di trasmissione intergenerazionale dei significati e delle
conoscenze sulle emozioni , in linea con i modelli validi in una determinata società e realtà culturale.
La socializzazione è bidirezionale e interattiva tra l'adulto e il bambino.
In quanto essere socialmente attivo, il bambino decodifica, organizza e interiorizza le informazioni
provenienti dall'ambiente , appropriandosi dei modelli sociali attraverso il filtro della propria
interpretazione e rielaborazione soggettiva, diventando così emotivamente competente. Tale processo
avviene in maniera costante e spesso inconsapevole, all'interno delle svariateinterazioni a cui il bambino
partecipa quotidianamente.
Secondo Cigala e Corsano, attraverso le interazioni quotidiane a cui il bambino partecipa, sono socializzati
diversi saperi sulle emozioni:
i significati degli eventi
le modalità di espressione emotiva
le regole di esibizione che indirizzano la manifestazione emotiva e le condotte in un dato contesto
le modalità per regolare lo stato interno.
I contenuti della socializzazione emotiva consistono nell'insieme di esperienze e significati attribuiti agli
eventi emotivi, influenzati dalle credenze e dai valori del contesto culturale .
I contenuti riguardano: l'espressione, la regolazione e la comprensione delle emozioni.
Mentre la dimensione espressiva, nell'interazione con i bambini, riguarda i genitori che propongono dei
modelli espressivi, fornendo una mappa di quali emozioni sono appropriate a determinati contesti e
offrono esempi di esibizione per ciascuna emozione.
La socializzazione emotiva può avvenire in due modi:
indiretto = quando non c'è l' intenzione di insegnamento o di trasmissione di contenuti sulle
emozioni. Questa socializzazione comprende il riferimento sociale, ossia il fenomeno in base al
quale i bambini usano le espressioni facciali degli adulti come fonti di informazione e guida per il
loro comportameno in situazioni nuove o ambigue, e l'imitazione.
diretto = comprende le strategie di tipo verbale e non verbale intenzionalmente finalizzate a
regolare l'espressione emotiva del bambino o a trasmettere conoscenze precise sulle cause e le
modalità di regolazione emotiva o veicolare il significato degli eventi, dando forma a interazioni
improntate all'insegnamento didattico.
Sono modalità di influenza diretta le strategie di minimizzazione, ad esempio minimizzando la
paura per un essere piccolo come la mosca, le strategie di disapprovazione,ad esempio quando un
bambino dice una parolaccia e il genitore lo rimprovera, le strategie di incoraggiamento di
particolari espressioni affettive.
La socializzazione emotiva avviene attraverso tre forme:
l'osservazione dei comportamenti = consiste nell'apprendimento imitativo. Il bambino impara a
esprimere i propri stati interni osservando i modelli di comportamento proposti dagli adulti.
l'apprendimento contingente = si riferisce a modalità di socializzazione tramite reazioni e risposte
dei genitori alle emozioni dei bambini, che tasmettono a loro importanti informazioni sul significato
degli eventi emotivi. Ad esempio, le risposte caratterizzate da accettazione e supporto stimolano i
bambini a esprimere e condividere i propri stati emotivi e incrementano la probabilità che essi
mettano in atto forme di strategie adattive.
Invece le reazioni punitive , caratterizzate da sanzioni rigide verso l'espressione emotiva , spingono
i bambini a soffocare la manifestazione delle proprie emozioni, a nesconderle e reprimerle.
l'insegnamento = si riferisce a modalità di socializzazione dirette ed esplicite, attraverso
insegnamenti che i genitori rivolgono ai bambini in merito alle emozioni.
Le diverse forme sono collocabili lungo un continuum che va da modalità indirette e meno consapevoli a
modalità dirette e consapevoli.
Credenze, obbiettivi e valori, che i genitori più o meno consapevolmente attribuiscono all'esperienza,
all'espressione e alla regolazione delle emozioni, concorrono all'apprendimento emotivo.
Le credenze sono l'insieme di pensieri, opinioni e convinzioni sulle emozioni che un adulto possiede
riguardo le proprie emozioni e quelle provate dai bambini. Queste credenze guidano i comportamenti e gli
atteggiamenti nella vita quotidiana, influenzandogli insegnamenti emotivi trasmessi ai bambini, e di
conseguenza influenzano il loro sviluppo emozionale.
In particolare vengono delineati due orientamenti di pensiero:
la guida delle emozioni, questi genitori sono consapevoli del ruolo delle emozioni, e parlano delle
diverse emozioni con i figli. Inoltre vedono le emozioni negative come un'opporunità per insegnare
ai bambini a gestire le emozioni più difficili.
La messa al bando delle emozioni, dove al contrario, i genitori concepiscono le emozioni negative
come dannose per il bambino e tendono a ignorare la loro manifestazione.
Nella socializzazione hanno importanza anche le variabili personali dei genitori, le caratteristiche del
bambino, la chiarezza della comunicazione tra bambino e adulto, e anche il clima che il bambino
sperimenta quotidianamente.
Le dinamiche di socializzazione sono state ampiamente esplorate in ambito familiare, con particolare
riferimento alla relazione madre-figlio.
Tuttavia , nella maggior parte delle società occidentali odierne il bambino è costantemente a contatto con
figure educative extra-familiari, come educatori e insegnanti che si propongono come modelli di condotte
emotive, identificano le emozioni dei bambini attribuendovi un significato , rispondono e reagiscono in vari
modi all'espressione emotiva dei piccoli, per esempio con empatia e conforto fisico, ma possono anche
reagire con punizioni o ignorando i bisogni dei bambini.
Il nido e la scuola dell'infanzia costituiscono le prime “palestre” in cui il bambino può sperimentare le sue
competenze sociali ed emotive e costruire nuovi legami con altri adulti e con i coetanei in grado di
influenzare la sua crescita socio-emotiva.
Diverse ricerche evidenziano l'impatto positivo della socializzazione al nido sugli esiti dello sviluppo
scolastico, sociale e lo sviluppo di atteggiamenti più cooperativi.
Per esempio, in alcune scuole dell'infanzia negli Stati Uniti sono in via di diffusione programmi di intervento
volti a promuovere nei bambini l'apprendimento socio-emotivo. Tali programmi, detti evidence based,
grazie alla realizzazione di ricerche con un gruppo di controlloa confronto con quello sperimentale,
provedono attività pratiche per i bambini, formazione al personale ducativo e scolastico nelle varie fasi
dell'intervento e monitoraggio dell'efficacia del programma e dei cambiamenti da esso prodotti.
Altre ricerche si stanno invece occupando di indagare le credenze degli educatori e degli insegnanti circa la
socializzazione emotiva. In particolare, nella recente ricerca di Zinsser e colleghi sono state esplorate le
credenze delle educatrici di nido, rilevate attraverso la metodologia del focus group , e messe in relazione
alle pratiche di supporto osservate con i bambini.
In altre ricerche sono state invece osservate le risposte fornite dagli insegnanti alle espressioni emotive dei
bambini. I risultati hanno messo in evidenza come le reazioni e i comportamenti manifestati dalle
insegnanti variano a seconda dell'età dei bambini, adattando così gli insegnamenti al livello di sviluppo dei
bambini, sulla base delle abilità che già possiedono , in modo da favorire l'acquisizione di competenze
sempre più elevate nella comprensione e regolazione delle emozioni.
I bambini nascono con una tendenza innata a mettersi in relazione con le persone che li circondano per
comunicare bisogni ed emozioni , inizialmente utilizzando strumenti di comunicazione non verbale , per poi
servirsi delle parole per intrattenere conversazioni sempre più intenzionali e pianificate.
La conversazione emotiva costituisce la via più diretta per insegnare ai bambini che cosa siano le emozioni,