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I – LE CULTURE PREISTORICHE
Primitivi villaggi nelle piane del nord
Nel nord incontriamo culture diffuse per la maggiore ampiezza, in contrasto con le regioni
montuose vicine all’Iran dove i nuclei di persone sono più ristrette e circoscritte. Secondo la prassi
convenzionale, le culture preistoriche della Mesopotamia prendono il nome dal sito dove per la
prima volta ne sono stati identificati i caratteri e sono generalmente definiti in funzione della
ceramica. Per le sue caratteristiche di produzione, che in una determinata società sono legate sia
allo sviluppo economico e tecnologico, sia alla sensibilità estetica, la ceramica fornisce in effetti la
guida più importante alle classificazioni culturali e alle sequenze cronologiche.
La cultura che per prima troviamo diffusa su un ampio territorio del bassopiano del nord verso la
metà e nella seconda metà del VI millennio a.C. prende nome da Tell Hassuna, il piccolo tell nella
valle del Tigri a sud di Mossul che ne nascondeva le tracce. Prima del diffondersi della cultura
hassuna vera e propria, la fase di occupazione più antica dello stesso Tell Hassuna ha restituito le
tracce di una sene di accampamenti che indicano come la regione fosse abitata da gruppi in parte
nomadi, la cui cultura precorre direttamente quella hassuna. In particolare, compaiono frammenti
di grandi vasi di ceramica dall'impasto paglioso e un grossolano nucleo scuro. Tale ceramica
probabilmente è cotta in loco a basa temperatura in rudimentali forni a fossa. Si tratta di grandi
vasi da conservazione a base piatta, alti fino a 1 m., modellati in due metà unite a carena, o spesso
infossati nel terreno. Frequente è la decorazione, primitiva, che consiste in elementi applicati
sotto l'orlo delle figure molto stilizzate.
La cultura hassuna
Yarim Tepe I era un grosso villaggio fiorito nella seconda metà del VI millennio. Nonostante la
presenza di cereali quali il frumento e l'orzo; i legumi, dal pisello alle lenticchie, 'agricoltura è al
d l
centro delle attività degli abitanti.
Vi sono segni (ossa) di allevamento di animali domestici.
Lo sviluppo delle tecnologie artigianali è notevole ed appare in modo
particolarmente evidente nell'uso di forni prevalentemente per la ceramica,
che rimarranno tipici della tecnologia antico orientale e che sono già
abbastanza sofisticati nel loro funzionamento. Sono strutture circolari o
rettangolari a doppio livello, con camera definita da pareti d'argilla che si
chiudono in una copertura a calotta. Il pavimento è aperto da grossi fori
circolari che permettono al calore di raggiungere i vasi ammassati sul piano della camera
superiore.
Le case non presentano tipologie architettoniche fisse e strettamente definite, agli edifici principali
del nucleo famigliare vengono addossati nuovi ambienti a seconda delle necessità. Le case
comprendono vani di abitazione, stanze ausiliari, piattaforme di lavoro, focolari, forni. La tecnica edilizia
prevedeva la regolarizzazione del terreno e la disposizione di stuoie o canne sotto i muri (spessi oltre 50
cm), i muri vengono rinforzati da pilastri, i pavimenti sono di argilla e paglia, talora su canne o ciottoli,
qualche volta sono di gesso. La copertura di questi edifici era a tetto piano, come avviene oggi in Iraq.
Le tombe rilevate nello scavo del villaggio sono per lo più di fanciulli. Questi, secondo una pratica che era
diventando un'usanza generalizzata nella Mesopotamia, sono disposte sotto i muri o agli angoli delle
stanze, sotto i pavimenti, le soglie ed i focolari. Le sepolture di adulti invece non avvenivano nei villaggi ma
esistevano delle necropoli esterne all'abitato.
La ceramica veniva modellata a mano senza l'aiuto della ruota. La produzione di ceramica si divide
sostanzialmente in due parti:
Fase arcaica, che comprende vasi da conservazione, giare, coppe a base
piatta che venivano dipinti con figure semplici lineari o geometrici.
Fase detta standard, in cui vi è un repertorio più ampio di forme,
tecniche e soprattutto motivi decorativi. I motivi sono eseguiti a incisione
o a pittura di colore bruno-nero su fondo chiaro.
Nello stesso tempo si manifesta la tendenza a rivestire di una
determinata decorazione determinate forme rispetto ad altre serie di
zigzag o di triangoli per brocche a collo stretto e lungo; oppure fasce
orizzontali per brocche di più piccole dimensioni.
Inoltre la presenza di pendenti-sigilli indicativa un florido sviluppo economico e di forme di organizzazione
evolute nel trattamento dei beni della famiglia e della comunità. Si tratta di piastrine di pietra rettangolari o
circolari con un appiglio ad occhiello sul retro e la faccia anteriore incisa da un reticolo di linee incrociate in
vario modo che rappresentano specifici contrassegni. L'uso di questi sigilli più complessi porteranno all'uso
del sigillo come contrassegno e marchio di proprietà.
Fiorente è anche l'industria della pietra scheggiata, sia in selce che in ossidiana di origine anatolica
orientale. Permette la produzione di asce, macine, mortai a lastra, pestelli.
Le figurine d'argilla, relativamente abbondanti a Yarim I, mostrano soggetti stilizzati.
La cultura samara
Nella prima metà del VI millenio si sviluppano in una zona molto arida (200 mm di precipitazione all’anno)
alcuni villaggi agricoli nel centro nord del paese, e grazie ai quali si sviluppano e si diffondono tecniche di
irrigazione, che permettono un progresso decisivo che porta alla nascita insediamenti Samarra (come il Tell
as-Sawwan) in luoghi quasi totalmente aridi. Le genti Samarra avevano effettivamente raggiunto uno
sviluppo tecnologico sufficiente per captare le risorse idriche del bacino di drenaggio dal fiume Gangir in un
canale largo 4-6 metri per convogliarle poi nei campi attraverso una serie di canaletti di distribuzione.
I pochi villaggi Samarra investigati mostrano un livello di organizzazione
piuttosto progredito degli edifici, diverso da quello hassuna, l'abitato di Tell
as-Sawwan acquista un carattere del tutto insolito, a causa della presenza di
una muraglia con l’ingresso dall’esterno tipico delle fortificazioni più tarde. Le
tecniche edilizie documentate sono progreditegli edifici Samarra si
conformano a schemi planimetrici regolari e prediligono blocchi compatti di
piccoli ambienti.
La divisione dello spazio interno è ottenuta con muri paralleli incrociati ina
vera e propria griglia, in modo da ottenere ambienti di varie dimensioni e forme.
La tecnica edilizia documenta una novità di enorme portata
sul piano tecnico e formale anche nell'edificazione dei muri,
che sono generalmente sottili ma costruiti con tipici mattoni
crudi di forma allungata a sigarotecnica che conferisce
maggiore robustezza alla struttura.
Cura particolare è prestata alle parti strutturalmente
impegnative, cioè agli angoli e ai punti di inserzione dei muri
interni su quelli perimetrali, punti che vengono
generalmente rinforzati da piccoli pilastri aggettanti.
Ma è soprattutto se si considera da un lato la ceramica dipinta e dall'altro la lavorazione
dell'alabastro per produrre statuette e vasi, che appare chiaro il raggiungimento di livelli qualitativi
così elevati.
Sawwan ha fornito un'ampia documentazione sui riti funerari: è stata infatti scavata una
moltitudine di tombe di fanciulli, deposti in semplici fosse, ma accompagnati da un ricco corredo
di vasi e figurine di alabastro. Le figurine, tipico articolo di questi corredi, formano un corpus
dalle caratteristiche singolari, decisamente nuove rispetto ai gruppi
più antichi. Il loro essere generalmente di alabastro con una
capigliatura di bitume e con occhi a intarsio di conchiglia e bitume,
ha infatti spesso caratteristiche morfologiche non stilizzate che
pone questa cultura ad un livello superiore.
Oltre ai recipienti ceramici e a quelli in materiali deperibili andati perduti, sono caratteristici i
raffinati recipienti d'alabastro di piccole dimensioni. I vasetti sono dello stesso materiale delle
figurine, e sono anch'essi parte fondamentale dei corredi funerari.
La ceramica Samarra differisce in modo spiccato da quella
hassuna, è fondamentalmente ceramica dipinta monocroma con
pittura bruno-nera su fondo chiaro, cuoio. La qualità dei prodotti
è più alta, impasto fine, forme più regolari di quelli di hassuna,
considerando sempre nei limiti del possibile senza il tornio. Le
forme sono sempre molto semplici, in parte simili a quelle
hassuna ma il repertorio venne ampliato e la sintassi decorativa è
ben più raffinata: elementi cruciformi, geometrici o figurativi
(vegetali, animali e anche umani).
La cultura halaf
Nella Mesopotamia settentrionale, in parte nelle stesse regioni della cultura hassuna-Samarra (e
anche oltre, nella Siria settentrionale e nell’Anatolia orientale), fiorisce tra la seconda metà del VI
e la prima del V millennio a.C. un'altra grande cultura, apparentemente priva di relazioni genetiche
con quelle precedentiessa prende nome di Tell Halaf, oggi in Siria.
L'aspetto fisico dei villaggi, in particolare delle case di questa
cultura appare molto semplice con piccoli edifici isolati e circolari
(tholos).
Nella cultura halaf non sono però di impiego esclusivo strutture
circolari. Anzi gli edifici dei livelli più antichi sono d'impianto
quadrangolare. A Yarim si assiste poi ad un’evoluzione tipologica
per cui gli schemi quadrangolari dapprima riservati prevalentemente a strutture utilitarie, una
volta combinati con quelli circolari rendono il sopravvento, sì che nella fase tardo halaf l'impianto
comune delle abitazioni è quello quadrangolare a copertura piana articolato in diversi ambienti.
Se il perimetro dell'impianto è irregolare, la definizione degli spazi interni è
diversificata in maniera perfettamente funzionale, in modo da regolare
con grande attenzione le attività familiari che qui si svolgono. Pertanto
determinati ambienti sono adibiti a funzioni residenziali o alle multiformi
attività domestiche, da piccoli magazzini, ai punti-cottura: i focolari per la
cottura del cibo ed il forno per il pane.
erano presenti anche alcuni tratti di strade o camminamenti lastricati di
ciottoli.
Oltre alle pratiche di seppellire i fanciulli nell’abitato vi erano alcune pratiche del tutto diverse. A
Yarim avveniva la rottura rituale di vasi, alle sepolture multiple alle tombe a pozzo in cui il
cadavere veniva spinto in una sorta di nicchia che si apriva lentamente.
Queste comunità vivevano principalmente di agricoltura e di allevamento come giustificano i
ritrovamenti di diversi cereali e di ossa di animali.
Le lavorazioni e lo strumentario avveniva principalmente dalla pietra scheggiata di selce e
ossidiana: e