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SECONDO GLI ARCHEOLOGI SECONDO I
FILOLOGI
c'è continuità tra la cultura i sumeri sono arrivati in
Mesopotamia
obeid e quella successiva di Uruk. Con gli inizi del periodo Uruk.
Pensano che i Sumeri siano giunti
dalla Mesopotamia in coincidenza
degli inizi della cultura Ubaid.
Si sa comunque di loro che essi non appartenevano a una stirpe semitica. Essi si
integrarono con i complessi culturali di Ubaid e Uruk, si tratto probabilmente di
un'infiltrazione graduale e lenta quella che portò all'integrazione con le culture locali. A
partire dal periodo PD i Sumeri erano divisi in varie città-stato indipendenti i cui confini
erano solitamente definiti da canali. La centralità del Tempio è evidente in quanto
inizialmente esso era sia centro religioso sia un centro economico ed organizzativo, nel
proto dinastico però esso comincia a perdere la sua centralità per quello che riguarda il
potere decisionale e organizzativo a scapito del palazzo. Questo fu un avvenimento
importante perchè da una classe dirigente “sacerdotale” non necessitante di
legittimazione, si passò ad una classe dirigente “laica” che aveva la necessità di
legittimare e affermare il proprio potere. Analizzando il lessico sumerico si coglie come
esso sia originato da varie culture, per esempio i nomi delle città sumeriche non hanno
senso nella lingua sumerica ma presentano invece analogie con i nomi delle città della
Mesopotamia settentrionale. Molti termini relativi alla funzioni produttive di base non sono
sumerici ma da attribuirsi ad una lingua che aveva possibili connessioni nell'area iranica.
Nella società proto dinastica il popolo non era interamente manovrato dalla città tempio,
piuttosto in parallelo a questa organizzazione esistevano comunità di villaggi relativamente
indipendenti da essa. Queste comunità infatti erano comunque legate al sistema della
redistribuzione ovvero contribuivano attraverso la tassazione di una quota del raccolto o
attraverso corveè. Il centro organizzativo espande la sua funzione di coordinamento
attraverso funzioni amministrative decentrate. Resta sconosciuta la distribuzione dei
possedimenti templari in rapporto a quelle di comunità. Si assiste al vivacizzarsi di alcune
classi sociali evidenziate da abitazioni e corredi tombali ricchi. Con il moltiplicarsi dei
grandi centri economici, culturali e politici, Uruk cresce ma perde la sua posizione isolata.
Si sviluppano infatti altre città come Larsa e Umma e diminuiscono centri minori intorno a
Uruk che si concentrano in campagna. Intorno ai centri cittadini principali si dispongono
altri centri secondari in ordine gerarchico di grandezza e funzione. Per nessuna città, a
causa dell'impossibilità di fare uno scavo sistematico, si conosce con certezza l'abitato.
Gli aspetti urbanistici non sono programmati, i lotti non sono programmati e anche
l'andamento delle mura sembra non seguire nessun piano organico. Le strade principali
non sono più strette o più larghe di quelle secondarie per questo sono classificate solo in
base alle aree che mettono in comunicazione. Tell Taya è il sito che offre maggiori
informazioni in quanto sono stati ritrovati i basamenti in pietra dei muri. La forma della città
è determinata da un edificio rotondo e chiuso entro due cinte, esso sorge nella città interna
chiusa da mura. Le case sono varie sia per la dimensione che per la loro complessità ma
sono spesso riconoscibili caratteristiche di pensiero architettonico comune. Sono
riconoscibili delle forme tipiche come quello della “casa a cortile centrale” avente le stanze
disposte sui quattro lati del cortile che ha una funzione centrale nella vita. Le singole
realizzazioni appaiono diverse perchè risentono di tutte le limitazioni delle circostanze
specifiche, dalla disponibilità e forma dello spazio, alla ricchezza o povertà dei proprietari,
che non sono necessariamente privati, così come influiscono le conseguenze delle
vicende edilizie e dei trapassi di proprietà. Pertanto accanto a case di dimensioni ottimali
si costruiscono spesso case con ambienti su tre lati soltanto del cortile , o su due, o
addirittura su un unico lato. Ad Abu Salabikh le case sono basate sullo schema a cortile
sulla quale si apre la sala di rappresentanza, sono generalmente delle case spaziose. Ad
Eshnunna invece le case sono modeste, basate su schemi circolari di architettura
domestica. A Tell Gubba o Tell Razuk le case sono complesse e fortificate, avevano anelli
murati che permettevano di avere stanze e terrazze ai piani superiori. Questi grandiosi
edifici rotondi derivano da una tradizione di architettura residenziale fortificata del tutto
distinta da quella sumerica contemporanea, che è dominata dalla casa a cortile. Tale
tradizione affonda invece le sue radici nella realtà socio-culturale di certe aree del
Piemonte, in una società più chiusa e isolata di quella degli stati protodinastici e in precise
situazioni storiche caratterizzate da fenomeni locali.
Il mattone crudo, ormai di uso universale, ha assunto nel PD caratteristiche e formati del
tutto diversi da quelli dell'età precedente. Esso è ora quadrato con gli angoli smussati e
permette una notevole articolazione delle strutture murarie. Essi vengono disposti sia
verticalmente che orizzontalmente.
ARCHITETTURA RELIGIOSA
i templi nel corso della loro esistenza subiscono spesso tutta una serie di
• vicissitudini che le trasforma completamente come accade per il tempio di Sin a
Khafaja e a quello di Abu a Eshnunna. Nella prima località il tempio documenta un
continuo processo di crescita della casa di questo dio e il formarsi di alcune
caratteristiche tipiche del tempio protodinastico. Esso si distingue dagli altri templi di
Sumer per il suo inserimento all'interno del tessuto urbano e quindi per la sua
stretta unione con le abitazioni. Il tempio di Sin ha un ingresso che si apre sul lato
lungo che è isolato dall'abitato solo da un semplice spazio di rispetto ovvero uno
spiazzo irregolare che ha un accenno di recinzione. La cella occupa lo spazio
centrale ed è accessibile dall'antecella mediante il tipico percorso a gomito degli
schemi protourbani. L'ala posteriore del tempio è un unico lungo ambiente ed è di
scarsa importanza nel sistema planimetrico. Lo schema del tempio non è fisso e
standardizzato ma varia nelle successive ricostruzioni. Il cortile viene inglobato
nell'edificio, il corpo di fabbrica che contiene il sanctum ha ora un'unica facciata, sul
cortile, sollevata su uno zoccolo e aperta da una porta principale.
Il tempio di Abu a Eshnunna invece nasce nel protourbano e si tratta inizialmente di
• una piccola cappella in un quartiere densamente costruito. Poi con delle
ricostruzioni diventa più grande e acquista importanza nel PDIII riproducendo uno
schema di casa a cortile centrale. Nel PDIII e nel periodo che porta alla fase
accadica torna ad essere di piccole dimensioni. Nella fase accadica la cella ha
forma quasi quadrata in rapporto all'ingresso e all'altare.
Il tempio di Shara a Tell Agrab nel PDII è chiuso entro un suo perimetro quadrato
• con un muro spesso quattro metri e con un solo apparente ingresso. L'interno è
diviso in quartieri di estensione analoga divisi da una griglia approssimativa di muri
che formano spazi costruiti poi diversamente a seconda della loro funzione. Solo
nella cella centrale si svolgevano dei culti in altri ambienti simili alla cella centrale si
svolgevano culti minori. All'interno del tempio vi è la casa sacerdotale con cortile
centrale e una sala di rappresentanza che occupa il quartiere all'angolo sud ed è
accessibile dall'esterno, esso era però distante dall'ingresso principale.
Il tempio ovale di Khafaja è simile al tempio di Shara per la fortificazione della casa
• sacerdotale. Ha un andamento circolare ed ha un tempio elevato su una terrazza
che sorge nel cortile interno recintato da un recinto curvo. Il santuario è limitato da
due recinti concentrici separati da uno stretto corridoio che però sul lato principale
si allarga permettendo la costruzione di un cortile e una casa sacerdotale.
L'impianto è complesso. Nella ricostruzione finale si rinuncia a questa struttura e al
recinto esterno a scapito di un portale di ingresso monumentale. Il primo corridoio
era inutilizzato. Le stanze d'uso erano nel cortile interno e al fondo di questo si
ergeva una terrazza con una scalinata d'accesso posta ortogonalmente alla
facciata. Molti riti si svolgevano nel cortile.
Tempietto di Tell al- Obeid sorge all'interno di un recinto circolare. L'alta terrazza è
• accessibile per mezzo di due scalinate: una posteriore e una davanti alla facciata
principale. La decorazione ritrovata sulla facciata principale della terrazza
comprendeva colonne messe ai lati di due porte decorate con tessere da mosaico
rosse, nere e bianche e da fregi la decorazione usava tecniche varie e vari soggetti
e i temi che rappresentava erano simbolici e realistici e si riferiscono al controllo
dell'uomo sul mondo animale. Questo piccolo santuario si distingue quindi per la
sua ricchezza.
Eanna di Uruk. L'alta terrazza ha richiesto un'intensa attività edilizia lungo tutto il
• PD. Le proporzioni sono quadrate le pareti a seconda delle fasi di costruzione si
alternano da liscie a sezione triangolare.
Santuario di Nanna a Ur . Sappiamo poco o niente dell'alta terrazza perchè fu
• inglobata nella ziggurat di Ur-nammu. La terrazza sorge in un cortile cinto da uno
spesso muro ai cui angoli vi sono le cucine del dio.
Tempio di Ishatar. La porta d'ingresso della cella si apre sul fianco o di fronte al
• basamento molto grande, che è cosi in rapporto diretto con il cortile. Accanto alla
cella vi sono le residenze delle sacerdotesse. Accanto alla cella vi è anche una
grande sala.
Massif rouge. La sua terrazza è connessa strutturalmente con ambienti circostanti e
• dal loro tetto era forse possibile accedere al tempietto alto. L'unione di terrazza e
vani è tipica di religioni limitrofe e non di Sumer. Il tempio basso è una cella larga
rettangolare il cui ingresso si apre al centro del lato lungo. Ciò mette in rapporto
diretto la cella con l'esterno.
ARCHITETTURA PALATINA
nasce nel PD il palazzo come sede del potere politico civile. L'architettura dei palazzi e le
loro caratteristiche ci sono poco note a causa della mancanza di fonti. I palazzi sono
comunque organismi complessi e sono l'insieme di molti vani. Nelle colonie dell'Eufrate
difficilmente si riconoscono edifici complessi destinati a funzioni di governo che si possono
co