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McLuhan,
processo di reciproca influenza. 1964, considera come fondamentale per
comprendere la società, non tanto i contenuti veicolati dai media, ma i media in
quanto tali, distinti tra caldi e freddi, in base alla loro capacità di saturare
l’informazione, di influire sensorialmente sulle percezioni dei soggetti. Ogni media ha il
proprio linguaggio, che deve essere conosciuto per poterli utilizzare in maniera
efficace. La comunicazione è un evento non solo intelligibile, ma anche sensibile,
sinestesico, comprendente informazione e sensazione e persino sentimento. Questa
teoria è stata rivalutata con l’avvento di internet prima e del web 2.0 poi. Anche la
comunicazione pubblica e la sua evoluzione riguardano l’evoluzione della teoria della
comunicazione sui media.
Definizione, tipi e modelli di comunicazione pubblica nel tempo
Che cos’è la comunicazione pubblica
È avvenuto l’avvio di un processo di riforma della PA di notevole al centro del quale si
afferma il principio di trasparenza, il diritto del cittadino ad essere informato e a
comunicare con le istituzioni, ad essere ascoltato e a partecipare ai processi
decisionali, e, quindi, il dovere delle istituzioni di garantire il rispetto e l’esercizio di tali
diritto. Questa riflessione inizia nei primi anni Novanta - dopo Tangentopoli. Dopo
questo scandalo che ha coinvolto la corruzione dei politici che guidavano l’Italia alla
fine degli anni Ottanta è nata la necessità di intervenire sul rapporto tra PA e cittadini
per ristabilire la fiducia di questi ultimi, e la comunicazione gioca un ruolo importante,
infatti nei primi anni 90 viene dettata la prima legge sulla trasparenza per tutelare il
cittadini, per evitare scandali che si erano già verificati. In questi anni si comincia a
parlare della comunicazione pubblica, grazie ad autori in diversi campi di studio come
Arena Faccioli Mancini Rovinetti Grandi Rolando
1995, 2000, 2002, 2002, 2001, 2001,
che considerano la comunicazione di interesse generale o di interesse collettivo. La
comunicazione di interesse generale è il principio che sta alla base della
comunicazione pubblica, cioè il fatto che viene sviluppata nell’interesse generale, non
del singolo, ma dell’intera collettività o di gran parte di essa. È una disciplina in
progress che segue il mutamento sociale e istituzionale, che deve continuamente
mutare ed essere al passo coi tempi, intrecciando settori diversi.
Gregorio Arena (1995) parla di “pluralità” precisando che se per le istituzioni la
realizzazione dell’interesse generale costituisce da sempre un obiettivo centrale e la
comunicazione è l’elemento strategico fondamentale per raggiungerlo, l’essere
pubblico della comunicazione è proprio anche di altri soggetti che utilizzano la
comunicazione al fine di soddisfare interessi che riguardano la generalità dei cittadini
(1995). Nel corso degli anni Novanta e nel primo decennio del Duemila, l’afferrasi di
forme alternative al welfare state, la nascita di soggetti di natura mista
(pubblico/privato) e il coinvolgimento crescente dei privati nella gestione dei servizi di
pubblica utilità (privatizzazioni ed esternalizzazioni), ha portato ad un sostanziale
superamento delle profonde diversità di posizioni sul tema. Si assiste ad un uso
crescente di forme pubblicitarie a sfondo sociale da parte delle aziende che rientrano
nella più ampia azione strategica della Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI).
L’interesse generale è al centro dell’attività delle istituzioni. L’autore della decisione
amministrativa non è solo l’amministrazione ma anche il cittadino organizzato, per
esempio anche il terzo settore.
Paolo Mancini quell’area
(2002) definisce la comunicazione pubblica come “
dell’attività simbolica di una società in cui, a seguito di processi di differenziazione
sociale, sistemi diversi interagiscono e competono per assicurarsi visibilità e per
sostenere il proprio punto di vista su argomento di interesse collettivo ”. La distinzione
fra ambito pubblico e ambito privato viene posta in relazione agli oggetti trattati, di
interesse generale e collettivo, piuttosto che al tipo di soggetti che comunicano. La
comunicazione pubblica ha una funzione di integrazione sociale, cioè di mettere
insieme questi soggetti che comunicano tra loro per raggiungere un obiettivo comune
che è l’interesse generale. Si distinguono due aspetti:
Comunicazione funzionale
• : se non ho contenuti, canali adatti, capacità di gestire
le relazioni e non so fare funzionare questo sistema la comunicazione non sarà
efficace.
Comunicazione con funzioni di integrazione simbolica
• : attiene alle funzioni di
comunicazione sociale che sono orientate a sviluppare un modo comune di sentire,
di comportarsi ecc verso determinate problematiche sociali.
Franca Faccioli “il contesto e lo
(2000) definisce la comunicazione pubblica come
strumento che permette ai diversi attori che intervengono nella sfera pubblica di
entrare in relazione tra loro, di confrontare punti di vista e valori per concorrere al
comune obiettivo di realizzare l’interesse della collettività. Il particolare la
comunicazione pubblica si occupa di attività la relazione tra lo Stato e i cittadini
attraverso un processo di interazione e di scambio, prevedendo la creazione di spazi
che organizzino l’ascolto dei cittadini e sollecitino la partecipazione alle scelte che
orientano le politiche pubbliche”.
A. Rovinetti (2010) sostiene che la comunicazione si pone obiettivi esterni e interni alla
PA. Verso l’esterno, la comunicazione è curata per migliorare i servizi e l’efficacia
dell’organizzazione, aumentare la credibilità delle amministrazioni nei confronti dei
cittadini, garantire la difesa dei diritti di cittadinanza. Sul versante interno essa si pone
obiettivi di semplificazione, innovazione, ed efficienza. La comunicazione pubblica
diviene strategia (per costruire relazioni migliori con i cittadini e con i dipendenti), una
risorsa (per trasferire all’interno più informazioni e più conoscenze della comunità e
del territorio) e un servizio (per soddisfare i cittadini nel loro rapporto con gli uffici e i
servizi pubblici).
Le “aree” della comunicazione pubblica
La distinzione tra le tre aree della comunicazione pubblica ha stimolato, almeno nel
nostro paese, un importante cambiamento culturale basato sulla necessità di
riconoscere e prevedere differenze significative che sussistono tra dimensione politica
e dimensione istituzionale all’interno delle PA, anche sotto il profilo comunicazionale.
Comunicazione politica
1. : si distingue per l’oggetto di cui si occupa, vale a dire
argomento controversi di interesse generale sui quali esistono punti di vista
contrastanti (attività dei partiti, dei gruppi organizzati e di quell’area delle PA che è
chiamata ad esprimere la rappresentanza politica).
Comunicazione istituzionale
2. : è la parte più rilevante della comunicazione
pubblica promossa dalle PA e si occupa di curare un’adeguata e completa
informazione sulla realtà delle organizzazioni pubbliche, di valorizzare l’immagine
dell’istituzione, di far conoscere le norme vigenti, garantire l’accesso ai servizi e la
trasparenza degli iter procedurali, stabilire un rapporto con gli interlocutori esterni
basato sull’ascolto e rilevazione della soddisfazione rispetto ai servizi erogati
(promossa da istituzioni pubbliche, semi pubbliche e terzo settore).
1. Comunicazione normativa : modalità con le quali le istituzioni rendono visibili i
propri atti alla cittadinanza attraverso un processo di semplificazione del
linguaggio;
2. Comunicazione delle attività istituzionali : l’azione comunicativa caratterizzata
dall’illustrazione delle attività e dei servizi erogati dalla PA centrale e periferica
dello Stato;
3. Comunicazione di pubblica utilità : comunicazione propriamente di servizio, volta a
facilitare i cittadini nel rapporto con la PA e nell’utilizzo dei servizi pubblici;
4. Comunicazione per la promozione dell’immagine : attività molto vicina alla
comunicazione propria delle imprese che operano sul mercato, orientata a
rendere visibile e chiara l’organizzazione stessa e il suo operato.
Comunicazione sociale
3. : attività di promozione di servizi e argomenti di interesse
generale relativamente controversi (social problems con la finalità di sensibilizzare,
promuovere idee, credenze, atteggiamenti, comportamenti/azioni orientate alla
tutela dell’interesse della collettività, facendo leva su convinzione e valori condivisi
nella società).
1. Comunicazione di solidarietà sociale : azione comunicativa dei soggetti pubblici, vi
rientrano anche le iniziative di comunicazione di un’impresa o di un ente
improntate alla difesa del benessere del consumatore/fruitore e, più in generale,
di tutta la comunità (comunicazione delle responsabilità sociali d’impresa).
Ognuna di queste dimensioni ha una duplica declinazione: interna ed esterna
all’organizzazione di riferimento. La comunicazione interna avviene all’interno di un
ente o tra più enti, mentre quella esterna è rivolta ai media e ai cittadini, alle imprese
e alle associazioni. Rispetto a queste tre aree della comunicazione, si avverte la
necessità di indirizzarsi verso nuove specializzazioni della comunicazione pubblica che
riguardano la comunicazione culturale, ambientale, sanitaria, in situazioni di crisi o
emergenze. È una questione aperta: il processo di riforma delle PA italiana negli anni
90 ha portato a distinguere la comunicazione politica dalla comunicazione istituzionale
(separazione tra politica e amministrazione). Ma ci sono ambiti della comunicazione in
cui queste due anime si intrecciano e devono trovare un nuovo equilibrio:
comunicazione delle politiche pubbliche, procedi inclusivi/partecipativi, estensione
forme di democrazia partecipata.
Le fasi e i modelli di comunicazione pubblica
Si identificano tre fasi storiche che vanno dalla fine del fascino e la nascita della
Repubblica, fino alla fine degli anni Novanta. Ciascuna di quelle fasi è caratterizzata
dal prevalere di un determinato modello comunicativo.
Prima fase
1. (dalla fine del regime fascista e la nascita della Repubblica fino ai primi
anni Settanta): modello dell’informazione negata, la comunicazione è intesa e
privata dalle istituzioni con finalità e secondo modalità di tipo propagandistico. Ma
dato che non si può non comunicare, non si può affermare che la PA