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Il ruolo delle strutture di comunicazione nella gestione della presenza istituzionale sui social media
Accanto al coinvolgimento e al ruolo che le strutture di comunicazione possono svolgere nella gestione della presenza istituzionale sui social media, si sta attuando negli ultimi anni un'innovazione significativa che riguarda le modalità con cui il cittadino si può interfacciare con l'ente pubblico, essere accolto, accedere ai servizi ed espletare i procedimenti. Grazie all'adozione di nuovi sistemi digitali di elaborazione e gestione dati, all'uso di piattaforme user generated content nei processi amministrativi, gli URP tradizionali possono evolvere in sportelli poli-funzionali di nuova generazione, di recente definiti sportelli intelligenti (smart) e 3.0. Lo sportello polifunzionale di nuova generazione consiste nella unificazione e concentrazione in un unico punto di tutto il front-office di un'amministrazione a cui il cittadino accede dal sito istituzionale (quindi in modo autonomo, anche da casa, 24 ore su 24) o recandosi direttamente presso la.sulla qualità dei servizi offerti, sulla formazione continua del personale e sulla valutazione costante dei risultati ottenuti. Inoltre, è fondamentale garantire l'accessibilità degli sportelli polifunzionali a tutti i cittadini, anche a quelli con disabilità o con difficoltà di accesso ai servizi digitali. Per questo motivo, è necessario adottare soluzioni tecnologiche e organizzative che favoriscano l'inclusione e la partecipazione attiva di tutti.Verso la qualità della cura delle relazioni da parte degli operatori, perché si tratta di un aspetto che rischia di essere messo in secondo piano dalla contemporanea necessità di dovere concentrarsi sul rispetto degli adempimenti burocratici (dimensione tecnico-burocratica del lavoro di sportello). Altra "condizione abilitante" è l'attenzione verso una pianificazione della comunicazione che supporti la vita dello sportello polifunzionale: comunicare adeguatamente lo sportello all'inizio, nella fase di avvio, per farlo conoscere alla popolazione e ai dipendenti, e, successivamente, per accrescerne e consolidarne l'utilizzo. Infine, si ritiene fondamentale diffondere all'interno dell'intero ente una volontà condivisa di diventare un'amministrazione realmente aperta ai cittadini.
Riflessioni conclusive: A quindici anni dall'entrata in vigore della lg. 150 del 2000, nuove sfide vengono lanciate alla comunicazione pubblica.
fra cui quella di seguire ed essere maggiormente in sincronia con i mutamenti della società, di sapere utilizzare nuovi strumenti e linguaggi. Il più recente processo di digitalizzazione e l'utilizzo delle piattaforme social in modo diffuso, implicano un'inevitabile innovazione nelle procedure, nella organizzazione e nelle competenze di chi si occupa di comunicazione presso le amministrazioni italiane. I risultati della ricerca condotta nelle Marche nel 2013 hanno evidenziato infatti una certa debolezza e non poche difficoltà incontrate dalle strutture di informazione e comunicazione nel promuovere una gestione di tipo strategico della presenza degli enti comunali sulle principali piattaforme social, con possibili ricadute sulla visibilità, accessibilità e, più in generale, sull'immagine delle istituzioni. Occorre sempre ricordare infatti che la comunicazione pubblica è finalizzata a ridurre le diseguaglianze sociali e.non può permettersi di generare ulteriori differenze. Cambiano strumenti e professioni, ma i principi che da tempo ispirano la comunicazione pubblica restano imprescindibili e, periodicamente, riemergono in tutta la loro forza: l'importante è guardare anche a ciò che è stato per immaginare ciò che sarà, e non correre il rischio, come spesso accade in questo paese, di ricominciare ogni volta daccapo, come se nulla fosse mai accaduto. Comunicazione pubblica, europea, giornalismo nazionale: i cortocircuiti di una difficile relazione (Mariaeugenia Parito) Introduzione Il rafforzamento dell'architettura istituzionale in assenza di un contemporaneo e adeguato coinvolgimento dei cittadini ha generato contraddizioni e conseguenze perverse. Il clima di sfiducia e rabbia sviluppato durante la lunga crisi economica-finanziaria, verso un'Unione europea percepita come fredda struttura burocratica che minaccia gli stili di vita consolidati delle persone.non è certo un evento improvviso o imprevisto. In questo scenario, la comunicazione pubblica e l'informazione giornalistica assumono una valenza centrale. L'Europa come spazio sociale e non solamente come struttura economica ed istituzionale richiede, da una parte, una effettiva capacità di ascolto delle preoccupazioni ed esigenze dei cittadini, dall'altra, una diversa visibilità e rappresentazione. Le questioni, da una parte, delle modalità attraverso le quali l'informazione giornalistica costruisce la rappresentazione pubblica dell'Europa e, dall'altra, delle politiche di comunicazione avviate dalle istituzioni europee per favorire la visibilità sociale del progetto sovranazionale coinvolgono il nodo problematico della relazione tra Unione europea e cittadini e incidono in maniere determinate sulle dinamiche d'opinione. La costruzione della visibilità politica La rappresentazione dell'Unione europea e delIl processo d'integrazione è inevitabilmente influenzata dalle logiche che guidano le attività dei sistemi giornalistici e da quelle delle istituzioni (nazionali ed europee) che svolgono le funzioni di fonti, insieme all'articolazione dei processi negoziali in cui i diversi attori sono coinvolti. La conoscenza della realtà sociale da parte degli individui è legata alle rappresentazioni mediali. Da un'altra prospettiva, sono molti gli studiosi che sottolineano la centralità dei media per comprendere le trasformazioni che attraversano le democrazie contemporanee. La mediatizzazione della società e della politica costituisce, insieme alla globalizzazione, un meta-processo che qualifica il nostro mondo negli ultimi decenni. I media sono un elemento centrale della sfera pubblica. Essi partecipano alle dinamiche attraverso le quali prende forma l'opinione pubblica e contribuiscono ad influenzare i processi di decision making. Anche le
istituzioni europee, in particolare la Commissione nella seconda metà degli anni duemila, hanno affrontato la questione, elaborando politiche e strategie esplicitamente orientate a sollecitare la formazione di una sfera pubblica europea attraverso l'implementazione di flussi informativi sia autoprodotti sia eteroprodotti. Una complessa negoziazione: le contraddizioni dell'architettura sovranazionale Nella rappresentazione di temi e attori che coinvolgono questioni di livello europeo si intrecciano dinamiche che attengono ai tre attori della negoziazioni giornalistica: le fonti istituzionali, le organizzazioni mediali, i pubblici. Le caratteristiche dell'ingegneria istituzionale dell'Unione rendono non scontato il rapporto delle fonti con i media. Incidono le peculiarità delle procedure decisionali, lo stile burocratico, il debole legame con i cittadini delle istituzioni più propriamente sovranazionali e il riferimento prevalente alle opinioni.pubbliche nazionali delle istituzioni con caratteristiche intergovernative. La comunicazione su temi europei presenta ambiti di criticità dovuti, già a monte, ad una forma istituzionale che non facilità il rapporto con i media. L'informazione sull'Unione è viziata dal peccato d'origine consistente nella sua forma di governo, ossia da una struttura istituzionale e da un sistema elettorale che non favoriscono il rapporto con le logiche mediali che si sono affermate nei sistemi nazionali dell'informazione. Una complessa negoziazione: media poco flessibili Se, da una parte, le caratteristiche dell'ingegneria istituzionale europea rendono complesso il rapporto con i media, dall'altra, il modo in cui i sistemi giornalistici reagiscono alla ristrutturazione dello scenario generato dall'integrazione sovranazionale incide sulla rappresentazione pubblicamente diffuse degli attori e degli eventi europei. I sistemi giornalistici,organizzati tradizionalmente su base nazionale, si sono dimostrati poco flessibili o lenti nell'adattare procedure lavorative e criteri di notiziabilità al contesto cosmopolita. Fanno eccezione giornali transnazionali come il Financial Times e il The Economist o televisioni all news globali come la Cnn e Bbc world che però selezionano il loro pubblico con la lingua e la specificità degli argomenti trattati. Si tratta di testate che si rivolgono ad un élite cosmopolita di persone già interessante e informate, difficilmente in grado di promuovere un dibattito esteso al grande pubblico. Nel processo di produzione delle notizie che riguardano l'Unione europea sono implicate dinamiche relazionali tra attori che operano su piani differenti, seguendo scopi eterogenei. Gli articoli nelle testate nazionali sono il risultato del modo in cui s'intrecciano le abitudini professionali e culturali tipiche del contesto domestico con quelle prevalenti.Nell'ambiente culturale, professionale e istituzionale di Brussels. La struttura e i modi di operare delle istituzioni europee rendono difficile una copertura routinaria che riesca a coinvolgere il grande pubblico: le questioni sono troppo tecniche e i comunicati troppo dettagliati, i conflitti poco visibili, gli attori istituzionali in gran parte sconosciuti. Gli editori ritengono che le informazioni sull'Europa siano impopolari e le testate inquadrano le notizie concentrandosi sugli interessi nazionali. La Commissione a partire dal 2004, ha rafforzato gli strumenti per fornire alle organizzazioni mediali un flusso costante di notizie ma ciò, paradossalmente, sembra abbia avuto l'effetto di complicare, piuttosto che facilitare, l'informazione sull'Unione. La risoluzione invita invita esplicitamente le istituzioni europee a "cooperare più strettamente con i rappresentanti della stampa a Brussels dimostrando maggiore apertura nei loro"
confronti» e insiste per agevolare le procedure di accreditamento dei giornalisti, notando con preoccupazione la loro diminuzione. La presenza di corrispondenti nelle sedi