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La tenerezza come atto di generosità e salvataggio
Conrad è riuscito a dare voce ai movimenti che si intrecciano nell'esistenza umana, dove la salvezza viene affidata a una incerta commistione di caso, ma anche a un atto di tenerezza e generosità, grazie al quale saranno possibili le manovre per il salvataggio della nave. L'atto di generosità del dono del cappello è espressione di come Eugenio intendesse la cura e l'affetto tenero richiesto dalle relazioni umane, che mostrano di avere potenti effetti cognitivi, orientativi e salvifici nel mare incerto dell'esistenza. Capitolo 3 (Claudio Neri) Tenerezza → nel linguaggio comune indica un sentimento protettivo e affettuoso. Eugenio Gaburri sviluppa il concetto di tenerezza in modo diverso dalla concezione maggiormente diffusa nella letteratura psicoanalitica, che mette la tenerezza in relazione ai processi di sublimazione della sessualità. Egli estende il senso del concetto fino a metterlo in relazione con la possibilità di.vedere l'altro, di coglierlo non come oggetto, ma come soggetto separato e distinto, portatore di propri pensieri e sentimenti che possono essere diversi e distanti da quelli dell'altro. La comparsa della tenerezza è il risultato che si presenta spontaneamente quando si è tenuta una giusta posizione nel rapporto e si sono attraversate molte unioni diverse. 3 significati: 1. tenerezza e individuazione-separazione → La tenerezza ha 2 componenti: - dolorosa: vediamo l'altro mentre si sta separando da noi. La tenerezza può mitigare il dolore della perdita di una persona cara e, inoltre, può addolcire tale perdita e anche la rinuncia a un aspetto di noi stessi che è importante dal punto di vista dell'economia narcisistica. - festosa: si riferisce allo sguardo giocoso di chi vede l'altro crescere, muovere i primi passi in autonomia e individuarsi non solo biologicamente, ma anche psicologicamente. Il sentimento di tenerezzacorrisponde alla percezione del limite. La tenerezza può comparire non solo nei confronti degli altri, ma anche verso alcuni aspetti di sé stessi. Essa può rendere più lieve andare avanti e meno traumatico separarsi dalle persone care, da noi stessi come eravamo e come non siamo già più.
2. tenerezza come legame → il legame che si stabilisce tra due persone, una persona delle quali coglie un particolare aspetto dell'altro investendolo di affetto e l'altra che percepisce questa corrente affettiva e gli risponde attivamente. La tenerezza si indirizza verso chi è piccolo e bisognoso di protezione, verso una persona in condizioni di difficoltà: è un legame asimmetrico e reciproco.
3. tenerezza come funzione → rimanda a una particolare funzione psichica e capacità relazionale dell'analista. L'assenza di tenerezza ha come effetto la costante presenza nella relazione di
artificiosità, sospettosità e senso di persecuzione e, inoltre, impedisce che qualcosa venga elaborato e trasformato. Più precisamente la sua funzione è consentire la rielaborazione di qualcosa che è perturbante nell’incontro con l’altro. La traumaticità scaturita dal vuoto di tenerezza si esprime come un’assenza di legame affettivo, ostacola la reciprocità e impedisce il riconoscimento delle differenze e delle specificità che connotano il campo relazionale e quello intrapsichico. Spesso la tenerezza o un sentimento simile si presentano con l’entrata in analisi di un aspetto del Sé del paziente che sino ad allora era dissociato rispetto al Sé dominante (ESEMPIO: Leonardo è sempre stato radicato nella sinistra. Un giorno, parlando dei sentimenti relativi alla possibile uscita dalla scena politica di Silvio Berlusconi, mostra un aspetto di sé precedentemente dissociato che è
Coinvolto in emozioni confuse, che girano intorno a un'immagine poco conosciuta del padre) (ESEMPIO: Francesco sogna di portare aspasso un cane bianco, che è diverso dal cane che ha nella realtà, e di scioglierlo, anche se il cane continua agirarsi per guardare che lui sia li. Entra in scena un aspetto di sé dissociato (cane bianco), ma anche un aspetto transferale (il guinzaglio, il rapporto con l'analista, il timore che questo possa abbandonarlo). La possibilità che il paziente si metta in contatto con un aspetto dissociato del Sé dipende in larga misura dalla Capacità relazionale dell'analista, interpersonale e intrapsichica, dove l'ultima è la capacità di mantenere viva e ritrovare una sorgente interna di interesse e calore per il rapporto. Trasmissione della capacità relazionale→ la capacità relazionale intrapsichica dell'analista può coinvolgere attivamente il paziente.
nell'attività di prendere contatto con propri stati del Sé dissociati, ma può anche stimolare lo sviluppo di tale capacità nel paziente stesso, che ora ne avrà una personale. Questo è un processo che presenta molti ostacoli perché il paziente, il terapeuta e la loro relazione sono condizionati da esperienze passate e da traumi. Può accadere che il significato di ciò che dice l'analista e la sua stessa posizione siano letti dal paziente attraverso il condizionamento di sue paure e aspettative negative. Il lavoro analitico deve essere inteso come un succedersi di momenti nei quali si ricerca la relazione e momenti nei quali si cerca di elaborare conflitti e ostacoli. L'analista deve uscire dalla circolarità conflittuale per invitare il paziente a entrare in un tempo storico, un tempo in cui la storia del rapporto analitico non si ripeta uguale a sé stessa, ma si costruisca una relazione che includa ilnuovo.capitolo 4(Carmelo Conforto)La psicosi viene rappresentata come un continuum tra intenzionalità e assenza, viene ritratta come un roteare apparentemente slegato di panorami e racconti in penombra: un buio da cui fuoriuscivano, per poi rientrarvi, randelli di rappresentazioni, simboli incompleti e parole non idonee a colmare i significati che il paziente psicotico intende comunicare.
Vi è uno stato mentale grazie al quale è possibile vedere al di là dell'immediatamente percepibile, dello spiegabile razionalmente. Binswanger ritiene che la nostra conoscenza intuitiva o immediata vada infinitamente al di là della funzione e dell'ambito della percezione sensoriale.
Ciò che è comune al progetto psicoanalitico è l'intenzione a dirigere l'attenzione del soggetto nei confronti di un oggetto che viene ritenuto idoneo a essere conosciuto nel rispetto dell'occlusa scelta di vita sia del paziente nevrotico che di
quello psicotico, il quale comunica l'esperienza dell'assurdo con un materiale nel quale sono sottesi brandelli di senso che cercano di essere narrati. Anche lo psicotico chiede nella sua modalità espressiva metaforica di essere aiutato, allude alla sua condizione mentale sottesa: la persecutorietà. I tentativi di comprendere una mente psicotica da un lato cercano di soffermarsi sulle ragioni della demolizione delle attività del pensiero, sulla distruzione della funzione alfa; dall'altro cercano di dare un senso ai moti del corpo, ai frammenti di parole, che potrebbero ancora contenere intenzionalità comunicativa. L'elemento che definisce il registro psicotico resta l'impotenza a parlare.
capitolo 5 (Ronny Jaffé)
Eugenio è un navigatore della mente, un navigatore del campo gruppale. Il piccolo gruppo a funzione analitica ha evidenziato il tema della normopatia, dell'identificazione a massa, del conformismo. Nel gruppo
spesso avviene un contagio dal funzionamento normotipico che nasconde le ombre dell'essere e le angosce identitarie dell'individuo e del gruppo. L'emergere di adesioni normotipiche al leader azzerano la funzione di pensabilità. Tema del disagio della contemporaneità: il piccolo gruppo a funzione analitica, oltre al suo intrinseco valore terapeutico, si è mostrato laboratorio privilegiato per comprendere elementi ad ampio raggio che coniugano l'individuo, il gruppo e la massa. Eugenio mette in opposizione due termini: 1. niente cosa → vuoto siderale saturato da un sistema ipnotico allucinatorio (pifferaio magico) espanso nel soggetto e nel gruppo. A livello di gruppo e di massa può coincidere con identificazioni a massa (la melodia di tale pifferaio si propaga e contagia il gruppo annullando i pensieri personali). 2. non cosa → comporta una qualità affettiva in quanto corrisponde all'esperienza di un legame cheincludel'ombra di un altro, l'ombra dell'oggetto assente. Un esempio è quello della madre con il proprio bambino: nel legame con il bambino la madre necessita di un luogo della mente che contenga anche uno spazio altro costituito dal legame con il padre temporaneamente assente, ma discretamente presente nello spazio della relazione.
Il doppio→ il compagno segreto è per il capitano della nave il suo doppio e al capitano spetta ora una doppia funzione:
- da un lato, rimasto sino ad allora adesivamente legato come estraneo alla sua ciurma, introietta il coraggio e l'intraprendenza, potendo così tornare alla guida della nave
- dall'altro aiuta il nuotatore (il compagno) a fuggire, tornando anch'egli a essere un uomo libero.
Il doppio arricchisce la vita mentale del capitano, consentendogli di integrare aspetti vitali inediti e di uscire dalla condizione di immobilismo della mente.
Gaburri si concentra sull'analisi dell'opera
di Velazquez emerge una gruppalità che ha sullo sfondo l'agenitorialità e una probabile funzione superegoica rappresentata dal maresciallo, che è il doppio del pittore. Ciò potrebbe rappresentare l'analista inserito nel campo con il paziente con alle spalle il gruppo di colleghi e il supervisore. I vari soggetti diventano personaggi nei quali possono essere intessute narrazioni dotate di senso, che alludevano alla complessità degli eventi. Nell'opera di Picasso ciascuno è libero di scegliere il proprio vertice di osservazione (infantile, famigliare, gruppale, analitico) sulla base delle proprie emozioni ed esperienze, restituendoci il senso del nostro relativismo. La stessa possibilità di scelta si dà all'analista ogni volta che dentro al campo non si sottrae all'incontro con l'altro e al dialogo con la parte di sé perturbante. Eugenio attraverso i suoi scritti e le sue interpretazioni nonci ha mai voluto dare risposte che saturassero e colonizzassero la nostra mente, ma ha contribuito a far funzionare le nostre teste in modo autonomo e libero per diventare autenticamente psicoanalisti. capitolo 6 (Giovanna Maggioni)Interpretazioni di maniera→ in