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CANALI DEL POTASSIO REGOLATI
DAL VOLTAGGIO:
Per darvi un’idea di quanto sono
efficienti questi sistemi, nel grafico è
stata messa la risposta ad una
differenzia di potenziale del canale
del K regolato dal voltaggio e di un
Transistor (componente elttronico
creato per risondere a variazini di
potenziale). Vedete che il canale del
K per passare dalla conformazione totalmente chiusa (0 conduttanza) a quella aperta basta una
differenza di potenziale di 25mV contro i 150mV del transistor.
Visto a grandi linee, in questo caso il meccanismo di apertura e chiusura è determinato dal fatto che ho
dei domini aggiuntivi che contengono un gran numero di cariche positive e che quindi se all’interno
della cellula io ho una densità di carica positiva più alta tendono ad essere respinti, e siccome questi
domini aggiuntivi sono collegati alle eliche interne, quando vengono respinti spezzano le eliche interne
provacano l’apertura del canale. In pratica le porzione aggiuntiva è un sensore di carica positiva che si
sposta in funzione dell’aumento della carica positiva all’intenro della cellula.
Le strutture che vede in verde sono le frazioni di anticorpo che sono
state utilizzate per cristallizzare la proteina perché ricordiamoci
che queste sono proteine di membrana e la parte esterna delle
proteine di membrana è altamente idrofobica perché a contatto con
le code dei fosfolipidi e quindi queste proteine tendono ad
attaccarsi le une alle altre in maniera non ordinata; invece per poter
avere una mappa di densità elettronica devo avere un cristallo, cioè
le proteine devono essere orientate in maniera ordinata.
Uno degli escamotage che si utilizzano per cristallizzare le proteine
di membrana è rivestirle di proteine polari > quindi in questo caso
il frammento di anticorpo è diretto proprio verso il sensore di
voltaggio . In questo caso c’è stata un po’ di fortuna perché
l’anticorpo si lega sul sensore del voltaggio ma nello stesso tempo scherma le porzioni idrofobiche della
struttura del canale e quindi si riesce ad ottenere i cristalli di questa struttura proteica.
Tra i domini aggiuntivi c’è quello che viene chiamato REMO che ha tutti residui carichi positivamente di
arginina e questo rappresenta il sendore del voltaggio(repulsione verso le cariche positive nella cellula
dovute al potenziale). Perché residui di arginina? Perché sono quelli che hanno Pk più alto e quindi
tendono più difficilemente a deprotonarsi, cioè mantengono la loro carica anche in condizioni
“estreme”, come sono quelle in cui questi residui di arginina devono doventare parzialmente
inaccessibili al solvente, perché se questo remo si sposta verso l’alto è parzialmente immerso nella
membrana, quindi io ho questi residui carichi che devono andare a finire dentro la membrana, quindi
più hanno un Pk alto e più è facile che funzionino bene come sensori, perché non perdono la loro carica.
La cosa più dibattuta ad oggi su questi canali, è che è stato visto che utilizzando gli anticorpi di cui
parlavamo prima si può studiare il canale in un sistema sintetico in vescicole invece che in cellule e in
vescicole io posso modulare la conc di ioni all’interno in modo tale da far aprire e chiudere il canale.
Quello che è stato osservato è che se veniva aumentata la conc. di ioni positivi all’interno delle vescicole,
il canale si apriva e se poi si aggiungeva l’anticorpo dall’esterno il canale restava aperto anche se la
conc. di ioni carichi positivamente all’interno scendeva. Questo è spigabile solamente con uno schema di
questo tipo in cui l’anticorpo riconosce il remo/sensore del voltaggio perché il remo è addirittura
arrivato fuori dalla membrana.
Un altro modo invece per vedere qual è la posizione del remo quando il canale è chiuso, è di utilizzare
quelli che vengono chiamati “righelli molecolari”, cioè posso utilizzare delle molecole lineari che legano
per esempio i residui di cisteina. Per fare questo hanno mutato i residui uno ad uno di questo remo in
cisteina e poi un po’ come hanno fatto con l’anticorpo, hanno aggiunto dall’esterno biotina che si lega
covalentemente ai residui di cisteina. La biotina ha una certa lunghezza, non può arrivare più giù di
tanto se io dall’altra parte la lego con la streptaividina( non si può portare dietro anche la
streptoavidina). Allora se prendo il remo ed uno ad uno muto tutti i residui di cisteina posso vedere in
quali casi la biotina riesce a legarsi e in quali casi non riesce a legarsi, quindi riesco in qualche modo a
misurare la distanza di ciascuno di quei residui dalla superficie esterna della membrana. In questo
modo è stata ipotizzata una posizione del remo di questo tipo quando il canale è chiuso, con i residui di
arginina che sono parzialmente esposti al solvente intracellulari.
Quindi si è potuto verificare che quando il canale è chiuso il remo è orientato verso la parte
intracellulare con i residui di arginina quasi a contatto con l’acqua e quando invece il canale è aperto
questo remo deve necessariamente muoversi di circa 20 Å all’interno della membrana e addirittura la
punta del remo diventa accessibile ad un anticorpo aggiunto dall’esterno.
LEZIONE 8 : IL CANALE DELL’ACQUA
Proteine che mediano il trasporto passivo di molecole d’acqua attraverso la membrana.
L’esistenza di proteine che fossero in grado di trasportare molecole d’acqua attraverso la membrana è
stata ipotizzata fin dagli anni ’50. Molecole d’acqua possono anche passare la membrana ma molto
lentamente perché è un processo altamente sfavorito da un punto di vista energetico, se la differenza di
concentrazione di molecole d’acqua è molto alta a cavallo della membrana questo rappresenta una
spinta al trasporto di molecole d’acqua ma c’è sempre da superare una barriera energetica molto alta
che è quella della “solubilizzazione” delle molecole di acqua all’interno della regione idrofobica del
doppio strato fosfolipidico.
La scoperta di queste proteine è stata abbastanza casuale > studiando proteine di membrana dei globuli
rossi per tipizzare i gruppi sanguigni è stato visto che c’era una proteina abbastanza abbondante sulla
membrana degli eritrociti e come vedremo tra poco, utilizzando l’RNA messaggero per questa proteina
in un sistema costituito dagli oociti di Xenopus, è stato possibile osservare che effettivamente l’over
espressione di questa proteina all’interno degli oociti di Xenopus determinava un trasporto di acqua
estremamente più rapido rispetto alle cellule in cui questi RNA non erano stati iniettati.
Questa proteina di trasporto dell’acqua è stata denominata ACQUAPORINA ed esistono omologhi
batterici che oltre a traportare acqua trasportano anche glicerolo.
La cosa interessante di queste proteine è che devono lasciar passare molecole d’acqua ma in maniera
selettiva, cioè non devono permettere il passaggio di ioni (potenziale di membrana), e in particolare
non permettono il passaggio dello ione più simile alla molecola d’acqua come ingombro sterico che è lo
ione H O (se lasciassero passare i protoni il gradiente protonico verrebbe dissipato). Quindi anche in
+
3
questo caso la selettività del canale non può essere dovuto ad un filtro meccanico ma deve essere
dovuto a dei fenomeni chimico-fisici che avvengono all’interno del canale che permettono appunto il
passaggio di molecole d’acqua e non di ioni.
L’altra cosa molto interessante è che la velocità di permeazione è altissima, si parla di milioni di
molecole d’acqua al secondo, quindi un sistema altamente selettivo ma allo stesso tempo altamente
efficiente.
Gli oociti di Xenopus sono un modello per l’espressione di proteine di membrana perché sono talmente
grandi che è possibile manipolarli facilmente, hanno tutta la macchina necessaria per produrre proteine
quando viene iniettato un mRNA di interesse all’interno della cellula e soprattutto se si tratta di
proteine eucariotiche tendono ad esprimerle in maniera efficiente e a posizionarle correttamente sulla
membrana. In particolare Xenopus è un modello di elezione per lo studio di canali ionici perché si
possono fare per esempio anche esperimenti di elettrofisiologia in maniera abbastanza semplice.
Nell’esperimento con gli oociti il controllo era costituito da oociti in cui non era stato iniettato l’mRNA
per l’acquaporina e che erano messi in un mezzo iposmotico, quindi un mezzo con una concentrazione
salina più bassa. Nel giro di pochi minuti le cellule in cui non era stato iniettato l’mRNA per
l’acquaporina si mantengono inalterate perché il trasporto d’acqua da un mezzo iposmotico a un mezzo
intracellulare è molto lento, quindi nell’ordine di grandezza di qualche minuto non c’è nessun effetto
sugli oociti di controllo. Al contrario quando gli oociti vengono iniettati con l’mRNA dell’acquaporina
fino ad un minuti e mezzo il volume e la forma della cellula si mantengono abbastanza inalterati, ma da i
2 minuti in poi la cellula cambia completamente forma per effetto dell’acqua che sta entrando
all’interno della cellula fino a che ovviamente se la cellula viene mantenuta in un mezzo iposmotico si
gonfierà al punto da scoppiare.
La struttura del canale dell’acqua AQP1 ha una struttura semplice, è un tetramero costituito da 4
subunità transmembrana e ciascuna delle subunità ha un canale attraverso cui permeano le molecole di
acqua.
Il monomero è formato da 6 alfa eliche transmembrana di cui 2 eliche hanno una struttura molto
particolare , ossia sono due semi-eliche allineate cioè che condividono lo stesso asse. Di solito quando
c’è un’interruzione della regolarità delle strutture secondarie delle proteine è perché quell’interruzione
è funzionale alla funzione che deve essere portata avanti dalla proteina.
Nelle slides vedete la rappresentazione con la densità elettronica in cui la rete non è altro che lo spazio
all’interno del quale la densità degli elettroni è più alta di una certa soglia, e quindi è lo spazio dove
sono localizzati gli atomi.
La prima struttura di un’ acquaporina è stata ottenuta attraverso microscopia elettronica
che può determinare la densità elettronica di un campione ma ha una risoluzione
tipicamente molto minore per quanto riguarda la precisione della diffrazione dei raggi X.
Di solito