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S. PARAGORIO
Dove nel 1972 venne scoperto un battistero paleocristiano con vasca ottagonale. Da allora
l’area di S. Paragorio si è rivelata come la più importante per illustrare lo sviluppo
dell’insediamento urbano di Noli. L’attuale chiesa romanica fu sottoposta ad altri scavi
negli anni ’90 dove sotto l’abside meridionale si rinvennero 4 SARCOFAGI A CASSA
RETTANGOLARE CON TETTUCCIO AD ACROTERI ANGOLARI (V secolo).
Un coperchio di sarcofago analogo venne ritrovato negli scavi del 1987 utilizzato come
sigillo di una sepoltura a cassa in muratura databile tra IV e V secolo. Si trattava di una
TOMBA AD ARCOSOLIO che venne ristrutturata e riutilizzata nell’Alto medioevo, da essa
ne proviene la LAPIDA DELLA DOMINA LIDORIA. Essa ha un valore simbolico molto
importante. L’epigrafe fu inizialmente attribuita ad epoca barbarica, assegnata
recentemente però agli inizi del VII secolo quindi nella Liguria bizantina.
A un’età poco più antica si data la LAPIDE DELL’ESPISCOPUS THEODORUS ( IV inizio
VII sec.) che sembra testimoniare la precisa volontà di un vescovo di essere sepolto qui
forse per le reliquie del santo che gli avrebbero permesso di entrare prima in paradiso.
Non bisogna dimenticare inoltre di analizzare il FONTE BATTESIMALE (V-VI sec.),
ottagonale con piscina circolare interna, presenta tracce di una successiva riduzione della
vasca dovuta alle mutate esigenze di culto.
Il pavimento dell’area absidata riportava un’iscrizione in ciottoli marini bianchi e neri
riferibile alla liturgia battesimale, essa era inserita in una croce monoprogrammatica.
SCAVI PIU’ RECENTI
Con gli scavi del 2001 è stato possibile ampliare le conoscenze riguardo il complesso
religioso più antico in quanto sono stati rinvenuti dei muri perimetrali di un edificio parallelo
al battistero, nell’area archeologica esterna. Nella zona antistante alla facciata della chiesa
romanica si sono rinvenute testimonianze delle fasi abitative più antiche, inoltre sono state
rinvenute molte buche di pali su almeno due lineamenti in lunghezza che ci fanno
ipotizzare la presenza di una sorta di officina di lavorazione del metallo in loco, grazie
anche alla consistente quantità di scorie di lavorazione rinvenute.
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Archeologia medievale B Prof. De Vingo
MONTESSORO (comune di Isola del Cantone)
La ricerca ha interessato un terreno privato in cui negli anni ’90 durante dei lavori di
aratura, sono stati ritrovati dei manufatti di età romana. L’apertura di un’area di scavo
ampliata nel 2011 ha riportato alla luce un insediamento le cui dimensioni sembrerebbero
identificarla come una “domus rusticana”. Sono cominciate tre campagne di scavo che
hanno avuto come obiettivo la conoscenza dell’estensione planimetrica e
l’approfondimento stratigrafico di determinate zone. La prima area di scavo fu aperta nel
2009 e comprese 300 m quadri di terreno, permise di identificare 5 edifici di cui due
scavati integralmente. Nel 2010 il sito fu ampliato e furono indagati gli edifici 3 e 5 e ne fu
individuato un 6. Nel 2011 il sito venne ampliato ulteriormente e grazie a questo è stato
possibile capire la reale estensione del sito. La posizione degli edifici suggerisce come in
origine il sito fosse collocato in un anfiteatro naturale esposto a meridione. Sono state
ritrovate ceramiche medievali e post-medievali e per verificare che non ci fossero altre
murature sono stati fatti altri saggi d’estensione ma non è stato ritrovato nulla. Purtroppo
non avendo ancora trovato la necropoli di riferimento non si sa da chi e da quante persone
fosse abitata la fattoria, probabilmente da contadini che vivevano di allevamento e dei frutti
che dava loro il bosco.
L’insediamento secondo gli archeologi non era in diretto contatto con Genova ma con
Liberna, città fiorente, collegata tramite la via Postumia.
Dopo il primo periodo di occupazione, e in seguito al crollo parziale del tetto l’edificio
venne come detto ristrutturato e ampliato verso est con l’aggiunta di due ambienti uno dei
quali forse una fucina per produrre oggetti e attrezzi utili all’agricoltura.
Nel V secolo dopo un incendio la struttura crolla e viene abbandonata. Da ricordare è il
fatto che sono presenti buche di pali anche fuori dall’ambiente, riconducibili a tettoie o a
recinti dove venivano tenuti gli animali.
EDIFICIO 5:
Edificio quadrangolare dotato di uno zoccolo in muratura. Allo stato attuale è ipotizzabile
una funzione abitativa.
EDIFICIO 3:
Realizzato sull’ edificio, struttura a pianta rettangolare suddivisa in tre ambienti adiacenti.
Tutti i muri sono costruiti con una tecnica che si contraddistingue per l’uso di elementi litici
lavorati e regolari. Era una struttura polifunzionale.
EDIFICIO 2:
Realizzato contemporaneamente all’edificio 3. Ha una pianta a ferro di cavallo articolata in
4 ambienti. È caratterizzato da uno zoccolo in muratura e quadi tutti i muri sono realizzati
con la stessa tecnica costruttiva dell’edificio 3. I 4 ambienti dell’edificio sono delimitati da
strutture murarie in pietra collocate entro i rispettivi tagli di fondazione.
EDIFICIO 4:
Dopo l’abbandono dell’edificio 3 a meridione viene costruita una struttura di ridotte
dimensioni. Probabilmente si trattava di un vano a pianta quadrangolare realizzato con
muretti a secco, la copertura era in materiale laterizio e crollò dopo un incendio.
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Archeologia medievale B Prof. De Vingo
EDIFICIO 1:
Realizzato su resti dell’edificio 4. Struttura monovano riconducibile probabilmente ad
un’abitazione. L’agricoltura moderna come per altri edifici ha intaccato il fabbricato. Esso è
testimonianza dell’ultima fase edilizia del sito e del suo abbandono definitivo.
AREA OCCIDENTALE:
Area aperta, usata probabilmente come zona discarica. Inizialmente sembrava fossero
state ritrovate delle tombe ed essendo molto piccole forse appartenenti a bambini, in realtà
una di queste fosse è stata ritrovata piene di mandibole di cinghiali e maiali e ciò ha
permesso di capire che le altre fosse non erano tombe ma servissero per lavorare la carne
e affumicarla. BASILICA PALEOCRISTIANA (IMPERIA)
Nel 1835 in occasione dei lavori per l’allargamento della via Aurelia vennero alla luce delle
murature e dei resti di tombe e pavimentazione. Nel 1937 Lamboglia comincio gli scavi
sull’area riportando alla luce un ambiente quadrangolare con parte di una vasca
battesimale e un sarcofago in pietra, furono ritrovate anche delle ceramiche del III/ IV
secolo. Le ricerche furono interrotte presto.
In età recente sempre per ulteriori lavori stradali i lavori vennero ripresi partendo
inizialmente dalle strutture messe in luce da Lamboglia, successivamente si giunse al
ritrovamento di un importante complesso di culto e di molte sepolture. Per motivi finanziari
gli scavi dovettero nuovamente interrompersi per quasi 10 anni, ma alla fine ripresero con
varie interruzioni nel 1998, 1999, 2001 e 2003. Questo complesso di culto locato a riva
ligure è considerato tra i più importanti del territorio ligure.
DESCRIZIONE:
Chiesa di notevoli dimensioni a 3 navate al centro della quale vi è un fonte battesimale
ottagono. La navata destra è andata distrutta durante i lavori. In età medievale dopo la
dismissione della chiesa originale ne è stata ricavata una più ridotta e ad un'unica navata.
La vasca battesimale ottagona è caratterizzata da otto nicchie semicircolari rivestite da
uno strato di intonaco rosato, all’interno vi sono due gradini e il fondo della vasca appare
impreziosito da lastre marmoree che formavano un motivo a croce greca. La navata
sinistra della chiesa viene adibita ad area cimiteriale anche se restano da svelare il
periodo e le modalità con cui l’area ha assunto una funzione funeraria. Sono
particolarmente numerosi i sarcofagi lapidei con coperchio e tettuccio con acroteri
angolari, pochi sono i materiali da corredo presenti.
L’accesso originario alla chiesa viene abbandonato e sostituito da un’apertura nel muro
ovest dalla quale si raggiungono il fonte battesimale. La struttura muraria doveva essere
alta 4.40 m ma ne è stata conservato solo 1,38 m. essa era realizzata in pietre e malta,
sono stati individuati solo tre lati mentre il quarto è stato quasi del tutto asportato.
Nell’ultima campagna di scavo sono state scoperte due strutture murarie rivestite di
intonaco bianco, le murature sono probabilmente di età romana. È stato anche
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documentato l’abbandono delle strutture murarie e un livellamento generale dell’area
connesso alle costruzioni del complesso.
MANIFATTURE CERAMICHE RINVENUTE:
Le merci extra regionali erano principalmente di provenienza africana e nell’alto medioevo
in particolare le anfore orientale crebbero ancora di più. Dopo il crollo e la ricostruzione del
complesso sono stati trovati manufatti di produzione africana in particolare sono stati
trovati alcuni esempi di anfore cilindriche africane:
CERAMICHE DEL TIPO KEAY LXI: orlo a fascia di medie dimensioni. Sono
- elementi caratterizzanti dalla fase del VI secolo ed esprimono al meglio la capacità
di esportazione delle derrate tunisine durante la riconquista bizantina.
CERAMICHE DEL TIPO KEAY LXII: principali contenitori del trasporto tunisino in
- età proto bizantina. Anfore da trasporto usate maggiormente tra la fine del VI secolo
e gli inizi di quello successivo.
Nella medesima unità stratigrafica è stato individuato un PIATTO FORMA HAYES 105:
forma più caratteristica della sigillata africana D (fine VI e inizi VII) caratterizzata da un
orlo ingrossato quadrangolare che era appiattito all’interno e distinto dalla parete in cui
era incastrato da un leggero gradino.
Sono stati poi ritrovati in US differenti resti di ceramica comune decorata, questi
frammenti sono entrambi riconducibili a contenitori utilizzati per preparare e conservare
il cibo. Presentano caratteristiche tecniche e formali molto interessanti. La superficie
esterna indica una cottura effettuata in un ambiente ossidante e la componente
decorativa a “lisca di pesce” fanno pensare la loro appartenenza a secoli altomedievali.
SPILAMBERTO
CONQUISTA LONGOBARDA IN ITALIA
Nella seconda metà del VI secolo dei contingenti longobardi vengono mandati a
combattere gli ostrogoti. Una volta conquistati la loro condizione di foederati costrinse i
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longobardi a organizzarsi in forze militari che fossero un compromesso tra la tradizione
bizantina e quella germanico occidentale dei longobardi.
I longobardi dapprima occuparono il Friuli dove installarono un comando militare, e in
pochi anni