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Riassunto esame Antropologia, prof. Vargas, libro consigliato Il bambino e il suo doppio. Malattia, stregoneria e antropologia dell'infanzia in Camerun, Taliani Pag. 1
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OBIETTIVO OCCIDENTALE DELLE PROVE EMPIRICHE: per molto tempo questi sistemi di pensiero

sono stati studiati con l’idea di metterli alla prova per smascherare la pratica irrazionale. Questo tipo di

logica non ha alcun senso per gli interlocutori: mettere alla prova per vedere se funziona è un’operazione

priva di senso perché nel fenomeno della pioggia (medico della pioggia) non è solo un effetto prodotto da

una causa specifica da poter essere sottoposto a esperimento, ma ha anche delle implicazioni sociali e morali

che riguardano il gruppo e il singolo membro.

TERMINE STREGONERIA- CONTAMINAZIONE CREDENZE BULU E COLONIALISMO: in seguito

al colonialismo vi è stato un innesto tra antiche pratiche bulu, cristianesimo (evu rappresentato con tratti

demonio cristiano) ed esoterismo a buon mercato (dalla Francia figura stregone con talismani). Si trovano

spesso quindi nelle case dei guaritori simboli cristiani mescolati a simboli islamici e simboli della tradizione

africana. Il cristianesimo non sempre è compreso nel suo significato originale (distinzione bene e male non è

presente nella maggior parte cosmologie africane). Il termine stregoneria è stato preso dai francesi, ed evoca

il periodo medievale, con i sabba degli stregoni e altre superstizioni popolari. Gli occidentali si sono formati

un immagine dell’altro come selvaggio, ma questa immagine non è solo frutto di una visione distorta. Il

cannibalismo degli stregoni non è stato inventato dagli esploratori, ma è necessario tenere in conto

l’ambivalenza di queste credenze.

L’EVU NELLA STREGONERIA DEI BULU: i disegni sull’evu: persona con serpente nella pancia, uomo

nella pancia, rappresentazione satanica (per evangelizzazione missionari), granchio. L’evu può essere

qualsiasi cosa (anche se ha manifestazioni preferenziali) a patto che sia inserita in una realtà in continua

metamorfosi; caratteristiche standard sono:

- evu è un doppio dentro il corpo

- è un qualcosa di non umano che vive dentro il corpo, oppure un altro essere umano

- un qualcosa (organo) che vive nel ventre degli esseri umani ed è autonomo

Ha la facoltà di uccidere a distanza la vittima e mangiarla dall’interno. La sua azione mortifera è strettamente

connessa al nucleo familiare. Quando si parla di malattie doppie si parla di un aspetto visibile ed uno

invisibile legato all’evu. Rispetto a tali malattie la medicina occidentale è insufficiente perché cura solo il

corpo. La sua azione sembra potersi rivoltare anche contro chi lo possiede. Le persone che lo possiedono

sono persone doppie, mentre le persone semplici sono coloro che non hanno l’evu e non possono essere

vittime di stregoneria. Chi lo ha non è necessariamente cattivo (con una serie di rituali è possibile tenerlo

sotto controllo). L’evu è un potere sempre singolare, è alla base di una serie di malattie e disagi e va a

spiegare tutti quei fenomeni che non sono spiegabili logicamente.

PAPA JOSEPH (GUARITORE BULU): discorsi registrati come questo hanno un carattere di opacità poiché

dell’evu non si può parlare in generale ma solo nel contesto di una specifica esperienza;

- distinzione tra persone doppie (sorcier o mvumvu “ventre” o beyem) e persone singole (mmiemie

“innocenti”)

- chi si ammala per volere di uno stregone non può tornare ad essere innocente e non può essere guarito da

una persona semplice, il guaritore stesso deve possedere l’evu. La guarigione inizia con il far parlare il

malato (grazie ad una pianta che forza a farlo).

- 2 qualità di spiriti, sono invisibili, buoni da Dio, cattivi da Satana fanno ammalare.

- i voyants sono figure intermedie che possono vedere le cose invisibili ma non curare

- Joseph ci tiene a sottolineare che ha studiato e conosce le erbe, ammette che gli spiriti esistono e lui stesso

li vede ma non lo dice mai palesemente perché non vuole essere visto come ciarlatano.

- invisibile in bulu ha quattro accezioni: esiste ma non si vede, può essere visto solo da alcuni, si può avere

nel ventre, l’esperto può riconoscerlo attraverso i segni con cui si manifesta.

ZAMBE E DIO: “Colui che sorregge il cielo” è stato sostituito dal termine Zambe; ciò è accaduto perché i

missionari hanno preso il nome di un personaggio mitologico (antenato mitico) e lo hanno usato come nome

per Dio. Gli stessi bulu non conoscevano il termine Zambe perché i missionari lo avevano preso dalle lingue

fang, pensavano che fosse una parola di origine tedesca. Non c’è mai stata una religione africana, mentre

esisteva una religione fondata sulla deificazione degli antenati ma è sempre stata letta come superstizione.

COMPARSA SORCIER: esisteva una distinzione tra uomo libero contrapposto a vari termini che indicavano

gli stranieri, prigionieri, schiavi, sconosciuti. Da un lato vi erano poi i beyem, profeti, saggi, e dall’altro i

deimi mam le persone semplici. Beyem significa “vedere in sogno”, erano i saggi in grado di vedere,

possedevano l’evu ma non erano malvagi, ma usavano il loro potere a vantaggio della comunità, curavano

chi aveva una malattia doppia. Per il mondo missionario divenne un sinonimo della parola sorcier, il quale

invece agiva per scopi negativi (anche oggi per questo motivo è visto come un termine negativo). Molti

guaritori non dicono di possedere l’evu perché sarebbero mal visti e scacciati. Il regime coloniale ha sempre

cercato di perseguitare le persone ritenute sagge, guaritori, indovini, perché erano anche figure di guida

religiosa e politica. Non hanno mai toccato i veri sorcier che erano molto più difficili da riconoscere e questo

ha fatto si che essi avessero un ruolo sempre più centrale nelle faccende umane.

AVERE/ESSERE/ESSERE POSSEDUTI DALL’EVU: ci sono diverse espressioni per indicare la qualità del

rapporto tra evu e possessore. Essere/avere/essere posseduti dall’evu. Di solito essere evu e quindi stregone è

quello più connotato negativamente, mentre avere l’evu può indicare anche guaritori. Buono e cattivo non

sono posizioni immutabili, la persona con l’evu è ambivalente e potenzialmente sia aggressore che guaritore.

Non essendoci una divisone logica tra bene e male, dell’evu si può parlare solo nel contesto di una storia di

vita. Abbiamo detto che l’evu può anche rivoltarsi contro chi lo possiede. Vi è quindi una riluttanza a parlare

anche da parte dei malati: se si ammette di credere che la propria malattia sia doppia, allora si può essere

sospettati di essere un sorcier e quindi potenzialmente malvagi.

LOGICA DELL’EVU (COOPER): risiede nella logica occidentale l’usare o è vero è è falso nell’osservare i

sistemi di pensiero africani. Quando non si riesce ad interpretare spesso si danno a questi sistemi significati

simbolici. Ma questi sistemi non possono essere risolti in termini di verità o falsità e non per questo devono

essere visti come metafore! I bulu non si oppongono alla necessità di fare degli esperimenti ma richiedono

delle buone ragioni. L’evu non è una conoscenza scientifica, ma è fondata sulle esperienze personali, ha un

valore indeterminato, non verificabile.

COME ARRIVA L’EVU NEL CORPO? arriva nel corpo del bimbo da uno stregone che ha già l’evu. Si parla

di “fabbricazione del bambino” che è così strutturata:

- vi è uno stregone in possesso dell’evu intenzionato a trasmetterlo al bimbo, mosso da scopi cattivi o da una

sorta di amore per iniziarlo alla stregoneria; spesso è un parente; chi vuole donare l’evu spesso non aspetta

il momento del parto.

- se l’evu viene donato quando il bimbo è già nato viene introdotto dall’ombelico prima che cicatrizzi (è il

modo più sicuro perché va a mettersi subito nel ventre).

- se il bimbo è più grande viene immesso dalla bocca (metodo più rischioso perché se rimane nel torace può

dare problemi respiratori e comportamentali).

- vi sono riti di fabbricazione per fissare l’evu nel ventre: bagni rituali, pronuncia aspettative e pronuncia

interdizioni (di solito alimentari); se il bimbo trasgredirà morirà, oppure morirà un membro della sua

famiglia, per non morire offrirà un pezzo del suo corpo (arto o testicoli) che verrà mangiato dall’evu e reso

inutilizzabile.

- se ci sono seri pericoli ci sono speciali rituali per posizionare l’evu nel ventre e controllarne il potere

nocivo (ingerire erbe che fanno vomitare, bagni rituali, girare testa o occhi per indebolire evu e proteggere

il bimbo dalla vista del mondo doppio)

BAMBINO EYEM: intrinsecamente cattivo. Il suo evu è esclusivamente malvagio. Vengono chiamati anche

enfant sorcier e ci sono molti racconti di come portino disgrazie sui genitori e sul villaggio. Prima di nascere

viene colpito dalla stregoneria. Nella maggior parte di questi incontri non sopravvive: vede qualcosa

nell’invisibile di troppo forte per lui (spiegazione mortalità ?). Se sopravvive è considerato un demone (nasce

con testa grossa, o qualcosa di strano, gambe incrociate, immobili, spesso problemi evidenti, disabilità). Di

solito viene abbandonato perché è portatore di morte e disgrazia. Se invece un bimbo ha ricevuto l’evu, ma è

stato fabbricato da un guaritore non è visto come pericoloso ma è sempre tenuto ad una certa distanza.

BAMBINO OGBANJE (credenza igbo): bambini che non riescono a restare nel mondo vero perché tornano

dagli antenati. Di solito vi è un aborto, o muoiono a pochi mesi. Si pensa che sia sempre lo stesso bimbo a

tornare perché legato alla madre, ma non resta perché troppo legato al mondo degli antenati. A volte questi

bimbi crescono ma un ricordo li accompagna per tutta la vita, come se dovessero lottare per restare attaccati

alla vita (strumento per razionalizzare mortalità infantile?). Perché si fermi il ciclo è necessario praticare un

rito funebre per spezzare il legame tra madre e bimbo (madre non può piangere, deve stare di spalle senza

voltarsi e deve gettarsi un fiore alle spalle, simboleggia il bimbo; vi è anche un fissaggio fisico del bimbo al

luogo di sepoltura). Spesso il rito si svolge nel bananeto luogo di cibo e discarica. Se il prossimo bimbo

partorito viene riconosciuto come bimbo ogbanje vengono fatti una serie di riti che hanno l’obiettivo di

infondere il desiderio di vita.

BAMBINO ELOT ZEN “qualcuno che corre”: persona destinata a vivere per poco tempo. Muoiono da bimbi

o giovani adulti. Se diventano grandi fanno cose fuori dall’ordinario e tutto in fretta perché per loro il tempo

è poco, ma non sono stregon

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
5 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Mad_Cupcake di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia Culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Vargas Ana Cristina.