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UN ESSERE POLIFONICO
Humanitas esposta a riduzioni, ossessioni identitarie, considerare l'essere uomo nella maggior ricchezza pensabile di possibilità, nella sua indomabile polivocità, e nel suo reale essere in pericolo.
Il mondo è sempre un prodotto della cultura, possibilità di risposta illimitate, è plastico, da fare.
Reperire un senso promettente, per la sovrabbondanza di pulsioni, per la conduzione della propria vita, per l'inquietudine.
C'è un OBBLIGAZIONE INDETERMINATA.
1. ESSERE DI DESIDERIO
Può essere detta come TENSIONE DI TRASCENDENZA o METAFISICA, lo abita dal di dentro per aprirlo a una prospettiva di senso trascendente da lui non prodotta.
L'uomo è essere carente, dotato di apertura verso il mondo, eccedenza energetica e intelligenza, culmina in modo fondamentale in un essere per la libertà, significa che l'uomo è un essere sempre possibile che deve crearsi da sé il suo mondo.
Vitale per sopravvivere e vivere bene. L'uomo è indirizzato all'aperto, trascende costitutivamente ogni situazione di fatto, egli è aperto anche oltre il mondo, cioè oltre l'immagine momentanea che egli ha del mondo. PLESSNER chiama la terza legge antropologica LEGGE DEL LUOGO UTOPICO, a partire dall'essere umano in quanto essere eccentrico, sempre aperto e proiettato al di là di tutto ciò che gli si presenta empiricamente, implica una continua rinuncia da parte sua a ogni forma di stabilità, trova la sorgente prima dell'insicurezza umana e della sua permanente inquietudine.
L'uomo si trova diviso tra un mondo interno e uno esterno. La FORZA MOTRICE che genera la tensione verso l'aperto, che sorge perché i nostri impulsi non trovano una meta che li soddisfi. C'è un OBBLIGAZIONE INDETERMINATA che mette in agitazione il cuore dell'uomo e lo spinge di continuo al superamento del gradino.
raggiunto nella realizzazione della vita. La logica del BISOGNO: mancanza, un oggetto la riempie, subentra la soddisfazione, si placa. È espressione della mancanza di qualcosa di fisico, e materiale, che si soddisfa quando ci si impossessa dell'oggetto, il bisogno tende a risolversi, in quanto soddisfabile. La logica del DESIDERIO, non è oggettuale, è una mancanza d'essere, essere in quanto incompiuto. PLATONE è che nell'uomo c'è il desiderio. Non si può ridurre il desiderio al bisogno, quando accade è la morte del desiderio, che coincide con la morte dell'uomo. Non reclamare né un possesso oggettuale, né una soddisfazione saziata. Il desiderio: tu non mi basti mai. DESIDERIO senza soddisfazione, prende atto dall'alterità dell'ALTRO, la colloca nella dimensione di altezza e di ideale. Non reclama soddisfazione, ma il riconoscimento dell'altro. È una mancanza chesconvolge il bisogno, denuncia la perdita di qualità delle nostre relazioni sociali. L'ermeneutica del desiderio mette a fuoco la distanza dal bisogno, mentre il BISOGNO è all'interno di una logica di governo e di possesso, il DESIDERIO un'esperienza mia propria, tendere che mi sovrasta e mi sopravanza, forza che io non governo, spinta che mi oltrepassa, trascendenza, il mio io, non è in grado di governare questa esperienza. DESIDERIO ha una direzione indefinita, i nostri impulsi non trovano una meta che li soddisfi, è sporgente sull'aperto, senza scopo, mi rapisce e mi trascina fuori, esperienza di un non sapere bene ciò che si cerca. RECALCATI il desiderio rinvia a una vocazione fondamentale e singolare della vita, TAYLOR autenticità, fatta di un intimo contatto con noi stessi, fonte della gioia, appagamento. Fedeltà a me stesso e se non sono fedele a me stesso, perdo la sostanza della mia vita, perdo ciò cheL'essere umano è per me. È l'infinito nel finito, desidera sempre ciò che sta al di là di tutto: DIMENSIONE ESCATOLOGICA DEL DESIDERIO. È ambivalente, esposto in questa sua tensione verso il tutt'altro, fissare e impadronirsi di esso, producendo reificazione dell'orizzonte. LEVINAS E RICOEUR l'uomo è desiderio, nella tensione del desiderio, l'essere umano diventa fedele a sé stesso come compito di responsabilità che passa sempre attraverso l'ascolto di altro. Il desiderio è l'infinito nel finito. DIMENSIONE ESODICA DEL DESIDERIO, il vero Desiderio è quello che il desiderato non sazia ma rende più profondo, è bontà. Desiderio iscritto nella dimensione della SPERANZA. Il DESIDERIO porta con sé la VEGLIA e l'ATTESA, nasce dalla consapevolezza di una mancanza, che spinge a muoversi, è attratto e attirato da qualcosa che lo chiama fuori. GEHLEN
dice che siccome siamo mancanti troviamo dentro di noi un MALESSERE (male che riguarda l'anima, male dell'essere, non è psicologico, pertinente alla mia profondità, ciascuno di noi lo vive a modo proprio, non è standardizzato, va trovata la forza nel cambiamento, ricerca). Non siamo assicurati a noi stessi, il male di vivere si può manifestare con il suicidio o condotte auto distruttive. Dipende da noi, dalla società, contesto, mette in moto OBBLIGAZIONE INDETERMINATA - ISTINTO: l'essere ci obbliga ad andare alla ricerca di un qualcosa che non sappiamo nemmeno noi cosa sia. INDETERMINATO, non sappiamo a cosa corrisponda questo male di essere, che non va avvicinato con le categorie psichiche. Il nostro stesso essere è sempre affamato, assetato di qualcosa, basta poco per sollecitarlo, non sappiamo perché, ci accompagna fino al nostro ultimo respiro. Come noi impariamo a gestirlo? È una forza, energia grazie alla quale.siamo sempre alla ricerca di un senso, bene, da tenere vivo, bisogna togliere due tentazioni dice RICOUER: - PIANGERCI ADDOSSO: patetici, autocommiserazione, narcisista per cercare attenzione su di noi, PATETISMO, AUTOCOMMISERAZIONE - FRUSTRAZIONE: persone che la trasmettono, non va mai bene nulla, rischio di diventare acidi, nichilisti, senza valore. Queste due tentazioni vanno evitate, bisogna andarci contro, affinché l'obbligazione indeterminata diventi la madre del desiderio. Per essere uomini di desiderio bisogna imparare a patire il desiderio stesso, avere ideali che rispondono alla nostra natura. FREUD intuizione sul piano educativo personale, se vuoi essere maturo, confrontarti con il principio di realtà, devi confrontarti con IO IDEALE e IDEALE DELL'IO. IO IDEALE a partire dalla pre adolescenza esplode fa parte della crescita, inizio a riprodurre quanto appreso, dietro ha il dinamismo del desiderio, processo di idealizzazione di noi stessi, costruito sulla basedelle aspettative che gli altri hanno su di noi, società, ordine sociale, producono sottomissione. Non ci si può dare ciò che ci manca, dobbiamo cercarlo. L'IDEALE DELL'IO è fuori, se lo riempiamo da quanto detto da TAYLOR diventa autenticità, modo di essere mio proprio, va scoperto, caratteristica MORTIFERA non ha voglia di riconoscere gli altri. Il desiderio vive di una tensione utopica ci insegna a vivere ogni istante come una corsa tesa tra il capo che siamo e la nostra realtà NIETZSCHE. BLOCH l'uomo è l'essere dei non ancora, insegnare le persone a stare in questo mondo PEDAGOGIA DRAMMATICA, che si traduce in SENSO CRITICO, rompere gabbia conformista odierna. CRITICO giudicare, discernere, trasformare, cambiare. Nemico del desiderio è IO IDEALE, tutto quello che voglio realizzare, utopia in questo mondo rischia di diventare totalitarismo PRINCIPIO DI NON APPAGAMENTO. 2. ESSERE SIMBOLICO Il desiderio preserva ecustodisce la sua tensione solo grazia al simbolo, costituisce il linguaggio del desiderio, può tenere insieme visibile e invisibile, presenza e assenza, finito e infinito.
Il SIMBOLO rinvia altro da sé, costituito da segno (ciò che si vede), significato (non si vede mai), possiede una forza centrifuga che richiama un al di là rispetto a ciò che si vede.
Rischio di fermarsi al segno e non andare al significato, travisare il segno, strumentalizzarlo.
Il significato di un simbolo è infinito, non c'è definizione definitiva.
Il SIMBOLO è il linguaggio del desiderio, è la sola dinamica che riesce nello stesso tempo a rilevare e custodire l'eccedenza del desiderare, grazie a rappresentare la regione del senso duplice: c'è un segno, che mostra un senso immediato, non costituisce il punto di arrivo, e c'è un significato.
La CULTURA mette l'uomo in relazione con l'afferrato inafferrabile.
presente assente. La forza del SIMBOLO consiste nel tenere assieme la realtà della vita, con la ricerca di un suo significato. Dietro si cela sempre un enigma, che per noi significa un dire oscuro, ambiguo o velato, ferma la ricerca del significato. Homo symbolicus è capace di riflettere sul senso della vita. Il simbolo inizialmente serviva al riconoscimento, indicava il far parte di una relazione sociale, tenerla viva anche quando materialmente non si poteva essere assieme. Impegno a tenere viva una relazione. FREUD il simbolo è SOCIALE e COMUNITARIO, si plasmano assieme, rinvia ad una condivisione di scambi, accordi, impegni. Condividendo i simboli si produce un noi, si determinano le differenze tra noi e gli altri. CASSIRER l’essenza dell’uomo, homo symbolicus, essere che crea simboli, e vive in un mondo di simboli. La funzione simbolica è la facoltà dell’uomo di creare simboli, comprenderli, viverci, rappresenta la dote specifica dell’uomo.
L'uomo diventa uomo tramite il simbolo, lingua, arte e religione.- Paideia del simbolico, educazione al simbolo, essere luogo di rinvio, introduce alla questione dellapresenza dell'altro. Ci permette di creare un mondo, dotata di forza istituente, ossia capacità iscrittanell'essenza dell'uomo di far essere altre forme di esistenza sociale e individuale.
- Comprende una risignificazione del corpo umano, l'essere umano è corpo, ed ha corpo. HUSSERL corpo vissuto, grazie ad esso noi siamo presenti agli altri e al mondo, ci intenziona a invocare la presenza degli altri e attribuire loro significati da assumere.
- Ci permette di creare umanità assieme, l'umanità assieme crea simboli per vivere bene insieme. Introduce ed educa alla vita insieme, alla presenza di un terzo: la società e l'altro.
- RICOEUR il simbolo rinvia all'alterità di un senso nascosto, da da pensare. Promuove un senso, consegnato alla