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DALLE STRUTTURE ALLE CULTURE DELLA PARENTELA
2.1 Transizioni demografiche, metamorfosi antropologica
In Italia a partire dal secondo dopoguerra, la famiglia è centrata sulla coppia coniugale, con pochi figli, con residenza neolocale. Mortalità ridotta e fecondità controllata: bisogna partire dalla rivoluzione demografica genera un cambiamento nel modo di intendere i rapporti fra i generi.
Prima transizione demografica: Iniziata a metà '800 con il miglioramento delle condizioni di vita decrescono i tassi di mortalità e i tassi di fecondità. A partire dalla metà degli anni '60 non solo la mortalità ha continuato a declinare, ma anche la fecondità ha continuato a scendere. Si è parlato a questa seconda transizione demografica riguardo di cominciata nel Nord Europa nella seconda metà degli anni '70.
poi diffusasi anche nei paesi del Sud ha affermato la nuclearizzazione dei gruppi domestici e il consolidarsi progressivo di altri modi di fare famiglia (convivenze, sia eteroche omosessuali, le famiglie ricomposte derivate dal divorzio, insieme all’aumento dei figli natifuori dal matrimonio). Un’interessante lettura in chiave antropologica di tali mutamenti è stata proposta da Solinas ametà degli anni ‘90, il quale si sofferma su tre aspetti: La dimensione genealogica 1. Gli atteggiamenti riproduttivi 2. La durata nel tempo della famiglia Fra le conseguenze della bassa fecondità la più rilevante è il processo di rarefazione degli assi orizzontali della parentela: gli individui di oggi possono contare su un numero molto più ridotto che in passato di fratelli, sorelle, cugini e zii. Agli effetti di tale tendenza si sommano quelli derivanti dall’aumento della longevità. I bambini che nascono oggi possono relazionarsi.con un ventaglio di età molto più ampio e con posizioni parentali diversificate lungo l'asse verticale: i nonni - e i bisnonni - sono sempre di più figure di riferimento. Tale processo non poteva che incidere in modo significativo sull'organizzazione della vita domestica, a partire da una inevitabile considerazione dei ruoli parentali e dei rapporti fra le generazioni. La maggiore longevità ha fatto sì che l'esperienza stessa della genitorialità possa distribuirsi lungo tre/quattro generazioni. Con la seconda transizione demografica, le strutture parentali appaiono poco strutturate discendenti e molti antenati viventi. C'è stato un passaggio da una struttura ascendente (tipica dei sistemi di parentela del passato in cui ad un numero ridotto di antenati viventi corrispondeva un'ampia presenza di discendenti) ad una struttura discendente (con pochi discendenti e molti ascendenti).La struttura genealogica è quella di una piramide rovesciata.
I comportamenti riproduttivi sono orientati da norme e valori e la riproduzione umana si pone all'interno di rapporti sociali, politici, economici. David Kertzer ha voluto sottolineare l'importanza di mettere a fuoco la complessità dei comportamenti riproduttivi, tenendo conto dei fattori in gioco (economici, politici, religiosi, psicologici) e delle dinamiche che li intrecciano, e da cui si generano rappresentazioni, concezioni e norme culturali più o meno condivise che concorrono alla determinazione delle scelte soggettive di fare o non fare figli. Il passaggio dall'alta alla bassa fecondità viene interpretato da questo studioso come il passaggio da un sistema in cui lo spazio della decisione riguardava soprattutto la scelta di contenere il numero dei figli, ad un sistema in cui ciò che si decide è fare un figlio o no. Per Solinas questo
È il passaggio da un sistemamentale a un altro: nel primo sistema il figlio viene da sé e per non farlo bisogna agire control'ordine naturale delle cose. Nel secondo sistema i figli non vengono a meno che non si alteri unordine non procreativo. In tale processo il figlio cessa di essere ''una risorsa'' per la famiglia e laparentela per diventare ''un bene costoso'' che si può solo mantenere a prezzo di enormi sacrificie investimenti sul piano economico, affettivo e relazionale. 2.3 Genitori di volontà Nella percezione diffusa, persino la maternità ha smesso di essere concettualizzata come destinoobbligato. Ciò spiega sia la divergenza che si è venuta a creare tra età fisiologica più opportunaed età socialmente adatta per diventare madre, sia la forte riduzione dei tassi di natalità. RossanaDi Silvio sostiene che si ricerca un figlio per "vivereL'amore di un figlio. Oggi i figli sono inestimabili in termini di valore psicologico. Il principio di responsabilità genitoriale ha finito inevitabilmente per imporsi come potente sfondo ideologico su cui si costruisce l'habitus del genitore ed è valutato il suo ruolo sociale. Nelle indagini etnografiche condotte di recente in contesti dell'Italia contemporanea, la decisione di avere figli appare caricata di forte senso di responsabilità, sovente alimentato dal discorso e dalle retoriche delle istituzioni pubbliche, mediche educative... la visione di genitorialità come impegno totalizzante implica che il genitore sia disposto a ridefinire la propria vita individuale e di coppia attorno ai bisogni e agli impegni dei figli. Veri e propri spazi di co-costruzione dell'esperienza genitoriale, tali canali di comunicazione si muovono nella direzione di rispondere al diffuso bisogno di confronto e di confronto, di avere conoscenze sulla gravidanza,
parto, cura ed educazione dei figli. La difficoltà richiama sia la persistente asimmetria nel carico di lavoro domestico e riproduttivo tra uomini e donne sia la scarsa tutela di una società sostanzialmente maldisposta alla riproduzione per la scarsa attenzione riservata alla maternità sul piano delle politiche sociali.2.4 Madri sole, coppie childfree
Le donne che negli ultimi anni scelgono di avere un figlio senza marito o un compagno sono in aumento anche in Italia. Nel panorama italiano mancano ricerche sistematiche e approfondite sulla figura della madre single che sceglie volontariamente di fare un figlio da sola. Forse indica la sfiducia nella paternità o è invece segno della raggiunta autonomia simbolica della maternità dalla paternità? Merita soffermarsi anche sulla condizione dei "senza figli". Chi decide di non avere figli si troverà con molta probabilità a dover fronteggiare il giudizio morale che tale scelta comporta.
scelta generanei familiari, parenti, comunità amicale, discorsi politici. La decisione di non procreare si giustificasolo con l’impossibilità e incapacità di addossarsi gli impegni e le sfide di una genitorialità cherichiede adeguate condizioni socioeconomiche e una totale disponibilità alla relazione. Con iltermine childfree gli studiosi identificano coloro che dichiarano esplicitamente il loro desiderio dinon avere figli. In certi casi, infatti, la decisione di non fare figli può presentarsi con connotazionietico-morali, come è evidente per coloro che scelgono di restare senza figli per motivazionipuramente ‘ecologiche’.
2.5 Famiglie a lenta dissolvenza e individui in famigliaUn tratto saliente della condizione attuale è l’allungamento delle fasi della vita individuale e delladurata della famiglia: la vita media si è allungata e il ciclo delle generazioni si sovrappone per unstrette,periodo di
tempo più lungo. Se per un verso le famiglie sono diventate più per un altro lunghe.sono diventate più
La lungo-residenza dei figli in casa dei genitori è generalmente ritenuta caratteristica distintiva del modello familiare italiano. E’ innegabile che lo stare a lungo in famiglia da parte dei figli adulti abbia generato nuove forme di flessibilità nei rapporti fra le generazioni: ai figli sono quasi sempre riconosciuti spazi di libertà piuttosto ampi e il vissuto domestico è generalmente impostato divenire personale tenendo conto dei loro bisogni. Nel caso italiano il può realizzarsi stando più a lungo in famiglia, in modo che l’individuo ottiene le risorse materiali e simboliche necessarie alla propria formazione e a una futura sistemazione sociale ed economica. La disponibilità dei genitori al trasferimento anticipato di risorse economiche e patrimoniali, a partire dall’abitazione, è
Ritenuta condizione quasi indispensabile per fare una nuova famiglia.
2.6 La grand-parentalité : il secolo dei nonni
Nell'ambito delle scienze sociali è stato coniato questo termine nuovo per indicare il ruolo attivo assunto dalle generazioni anziane nella riproduzione materiale e simbolica delle famiglie contemporanee. Emerge la diversità dei "modi di essere nonni" all'interno delle diverse classi sociali e culturali nazionali. I nonni costituiscono un valido sostegno economico sia alla generazione dei figli che a quella dei nipoti. I nonni sono molto spesso più dinamici, godono di buone condizioni economiche e fisiche, sono più disponibili a svolgere un ruolo specifico nell'economia effettiva e relazionale dei nipoti. Vincent Gourdon ha sottolineato in particolare grand-parent-come la figura del nonno, vecchio e autoritario, abbia lasciato il posto a quella del gateau: una figura indulgente e permissiva che si pone in rapporto
di complicità con il nipote, fungendo da risorsa affettiva. Tale processo di valorizzazione è cominciato alla fine del Settecento fra le classi aristocratiche, diffusosi nel corso dell'Ottocento nelle classi borghesi e in seguito anche nelle classi popolari. I nonni funzionano come collante tra le generazioni, risultando il perno della vita familiare. L'accudimento può declinarsi in varie modalità: a tempo pieno, condiviso fra i due nonni, redistribuito fra tutti e 4 i nonni; può inoltre avvenire a casa dei nonni, oppure può richiedere lo spostamento quotidiano dei nonni presso la residenza dei figli (nonni pendolari). Coloro che volontariamente si sottraggono all'accudimento dei nipoti finiscono per dare di sé un'immagine di "nonni minori". La funzione della grand-parentalità si esplica proprio nei casi in cui tale continuità è messa in discussione, cioè quando lancora di salvezza per i bambini, offrendo loro un sostegno emotivo e pratico durante questo periodo difficile. I nonni possono essere una figura di riferimento stabile e amorevole, fornendo un ambiente sicuro e accogliente per i nipoti. Inoltre, possono aiutare a mantenere un legame con l'altro genitore, facilitando la comunicazione e la condivisione delle responsabilità genitoriali. I nonni possono anche svolgere un ruolo importante nel fornire una continuità nella vita dei bambini, aiutandoli a mantenere una certa stabilità e normalità.