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Il significato dell'educazione secondo Ingold e Dewey
MA NON È ATTRAVERSO LA TRASMISSIONE CHE LE PERSONE DI SOLITO ARRIVANO A SAPERE QUELLO CHE FANNO E⤳CHE DISTORCE GRAVEMENTE LO SCOPO E IL SIGNIFICATO DELL’EDUCAZIONE L’EDUCAZIONE È UNA PRATICA DIATTENZIONE, NON DI TRASMISSIONE (secondo Ingold)
Per contrastare tale “trasmissione” u/lizza il libro “Democrazie e educazione” di Dewey
Il punto di partenza di Dewey non è la scuola, ma per capire cos’è l’educazione, dobbiamo occuparci della naturadella vita (in che modo piante e animali differiscono dalle pietre?)essi non possono vivere in solitudine, quindi ogni vita genera altre vitela con4nuità del processo vitale non è individuale ma socialel’educazione è il mezzo di questa con/nuità sociale della vita e uno degli strumen/ è la scuola
Per Dewey, nell’educazione non conta la pedagogia formale, ma la trasmissione e lacomunicazione (essenze della vita)
COMUNICAZIONE: trasferimento di informazioni o spedizione di messaggi.
Partendo dalla somiglianza tra "comunicazione", "comunità", "comune" come le persone con esperienze di vita differen/ (di generazioni diverse) riescano a raggiungere un certo grado di affinità mentale la messa in comune insenso educa/vo prevede uno sforzo immagina/vo da parte delle persone per dare forma alle proprie esperienze in modo che le rendano vicine alle altre esperienze. (pag. 37)
L'EDUCAZIONE È TRASFORMATIVA: Ciò che l'educazione è per la con/nuità della vita, la comunicazione lo è per la trasmissione (la prima è il mezzo per raggiungere la seconda)
TRASMISSIONE: non come passaggio da una generazione all'altra di un corpus di informazioni. È possibile perché levite si sovrappongono. È attraverso la partecipazione alle vite degli altri che l'educazione
Agisce e i saperi, i valori, le credenze e le pratiche vengono perpetuate solo se c'è partecipazione da entrambi i lati. Altrimenti si chiama "addestramento".
AMBIENTE: se la comunicazione è il mezzo in comune la vita e la trasmissione la sua perpetuazione, allora l'ambiente è la variazione della vita. L'ambiente è costituito dalle condizioni che circondano il soggetto e al modo in cui partecipano ad uno schema di attività collegate. Il vero ambiente (Dewey) è costituito da quelle cose che effettivamente lo mutano.
La promessa dell'educazione sta nella capacità di rispondere e di ricevere risposta: senza questa abilità di risposta l'educazione non sarebbe possibile.
La messa in comune e la variazione sono interdipendenti: non possono esserci movimento, crescita o vita nella condivisione di esperienza senza che ci sia variazione in quello che un partecipante porta con sé.
Il vivere comunitario è una creazione continua. l'immaturità è una specifica potenzialità di crescita, e l'obbiettivo dell'educazione non è riempire un vuoto nella mente del bambino per renderlo più maturo, ma avvicinare i giovani e adulti in modo che la vita sociale possa andare avanti (messa in comune tra diverse generazioni). Non può esserci variazione senza compartecipazione in un ambiente sociale condiviso. È nella corrispondenza con gli altri che ognuno di noi diventa sé stesso. Laddove l'addestramento sopprime la differenza, l'educazione la promuove come principale fonte della personalità. Messa in comune e variazione dipendono l'una dall'altra e sono entrambe necessarie per la continuità della vita. "Avere qualcosa in comune" non è una base, ma un'aspirazione, un compito che esige uno sforzo comune. Le persone partecipano nelsuccessore.sviluppo nel mondo. Così la vita è del tuBo slegata dall'esperienza dell'ambiente e la linea sta ad indicare che tuD gli attribuisce, le caratteristiche e le capacità vengono ereditate dai genitori modello genealogico: la struttura fondamentale degli individui viene determinata, in maniera indipendente e in anticipo rispetto alla loro vita nel mondo, dal passaggio di determina attributi da parte dei progenitori. CRITICA: le relazioni di parentela si costruiscono vivendo insieme, contribuendo materialmente con l'esperienza alla reciproca formazione. Unendo la compatibilità logica tra le versioni biologiche e psicologiche si creano delle teorie sintetiche dell'evoluzione bi-culturale secondo cui l'informazione genetica e quella culturale procederebbero su binari paralleli. Ogni individuo erediterebbe 2 set di caratteristiche, uno attraverso la replicazione genetica e l'altro attraverso la replicazione (tramite osservazione e imitazione) diun'eredità importante nello studio delle culture umane. La loro visione della cultura come un insieme di abitudini, tradizioni e conoscenze condivise ha contribuito a sviluppare una comprensione più approfondita della diversità culturale. Tuttavia, è importante notare che la cultura non può essere considerata come un'entità separata dagli individui che la compongono. La cultura è un processo dinamico che si sviluppa e si trasforma attraverso l'interazione tra le persone e il loro ambiente. Inoltre, la cultura non può essere ridotta a un insieme di comportamenti ripetitivi. La cultura è un fenomeno complesso che coinvolge anche l'interpretazione e l'adattamento creativo delle informazioni da parte degli individui. Pertanto, è necessario considerare la cultura come un sistema complesso in cui le abitudini e le inclinazioni sono influenzate da una combinazione di fattori genetici, esperienze individuali e interazioni sociali. In conclusione, la cultura è un concetto dinamico e complesso che richiede un'analisi approfondita per comprenderne appieno la natura e l'impatto sulla società umana.L'ambiente privo di ogni relazionalità sociale: i meccanismi di imitazione e copia non precedono la pratica all'interno di un ambiente determinato, piuttosto procedono da essa. Dewey sostiene che come l'ambiente è soggetto a una continua variazione, anche la persona muta in risposta ad essa, e viceversa. Quindi quello che tendiamo a chiamare imitazione è in realtà un tipo di corrispondenza che non può essere interpretata come trasmissione, in quanto è impossibile che le credenze e i comportamenti che un gruppo sociale coltiva nei suoi membri immaturi vengano inculcate con la forza: la formazione delle idee dipende dall'esperienza.
Come seguire una ricerca? Secondo Sperber, le rappresentazioni (elementi trasmessi) sono direttamente contagiose: possono diffondersi in una popolazione come un'epidemia. Come una ricetta: codificare suoni/segni (*) traduzione in istruzioni verbali rappresentazioni comportamento fisico (*) se i suoni servono
come ve9ori di trasmissione di istruzioni ricevu/ nella loro interezza, prima di tradurli incomportamen/ fisici bisogna associare loro significato (indipendente da ogni contesto di azione). QUINDI, non ci può essere trasmissione direBa di informazioni da un contesto di azione a un altro senzaregole di codifica e decodifica che siano esse stesse indipenden/ dal contesto (le istruzioni verbali della rice9anon traggono il loro significato ne dall’essere legate a rappresentazioni nella mia mente ne nella tua mente, ma⤳dal loro situarsi all’interno del familiare ambiente domes/co). I SUONI VERBALI O SEGNI GRAFICIASSUMONO IL SIGNIFICATO COME FANNO LE COSE, A PARTIRE DALLA PARTECIPAZIONE A UN’ESPERIENZACONDIVISA DI ATTIVITÀ CONGIUNTA (la rice9a non è di per se conoscenza, ma apre una strada verso laconoscenza che può essere compresa quando inserita in un contesto di abilità derivate da esperienzepregresse). Ciò che crea lacomunità è la condivisione dell’esperienza. Ogni conoscenza si fonda sull’abilità di raccontare storie. Gli antropologi hanno messo in evidenza la funzione educativa, in tutto il mondo, della narrazione. Le storie sarebbero veicoli per la trasmissione codificata di informazioni che, una volta decifrate, rivelerebbero un sistema completo di saperi, credenze e valori. Sono invece gli ascoltatori che devono cercare ogni volta da soli il senso delle storie, mettendole in corrispondenza con la propria esperienza e le proprie storie di vita. Qui c’è la distinzione tra modello genealogico e narrazione di genealogie: il primo è una sequenza ben collegata di genitori e discendenza, con delle linee di trasmissione tra genitore e figlio, il secondo è una corrispondenza di vite che, ora sovrapponendosi, ora allontanandosi, mettono in comune e mutano mentre vanno avanti (filiazione come un invecchiare insieme). Ragione ed ereditarietà Come è possibile che,Nonostante la critica diffusa alle idee di insegnamento inteso come una sorta di travaso e di apprendimento come assorbimento passivo, queste rimanessero nella pratica così radicate?
L'antropologia ha avuto a lungo un problema con il concetto di cultura a partire dalle due definizioni più importanti:
TYLOR: cultura comprende qualsiasi cosa acquisita dall'uomo come membro di una società. Processo di civilizzazione con cui l'umanità si era progressivamente innalzata a stadi differenti tra i diversi popoli. Insieme complesso, l'uomo in società acquisisce conoscenza attivamente, attraverso l'indagine intellettuale.
LOWIE: cultura è la somma totale di ciò che un individuo acquisisce dalla sua società come eredità del passato. Miscuglio caotico, l'individuo assorbe senza sforzo tutto ciò a cui è esposto, acquisendo la cultura come un'eredità di per sé già.
completa.La stessa doppiezza la troviamo nel dibattito tra "scienza" e "saperi tradizionali". Oggi è ampiamente riconosciuto che entrambi hanno un valore e una validità, e che possono coesistere e integrarsi reciprocamente. La scienza, con il suo approccio razionale e basato sull'evidenza, ci permette di comprendere il mondo e di sviluppare nuove conoscenze e tecnologie. I saperi tradizionali, invece, sono radicati nella cultura e nell'esperienza di popoli e comunità, e spesso contengono saggezza e conoscenze che possono essere utili per affrontare sfide contemporanee. La sfida è trovare un equilibrio tra questi due approcci, valorizzando entrambi e promuovendo un dialogo costruttivo tra scienza e saperi tradizionali.