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TAVIO DA A DUARDO
Tavio da A Duardo è una comunità culturale del Maranhão e i grulli urbani della capitale dedicati alla cultura di origine africana. I suoi sforzi etnografici si sono concentrati sull'analisi dei rituali e delle mitologie delle case di culto di Tambor de Mina più "ortodosse", in linea con il mito della purezza africana.
Oggi il Maranhão riveste un ruolo di primo piano nel panorama nazionale in relazione alla grande ricchezza di manifestazioni culturali afrobrasiliane, vi sono stati notevoli cambiamenti anche nel modo di interpretare l'apporto degli schiavi di origine bantu alla cultura brasiliana. La peculiarità del loro contributo è correlata a due fattori:
- È connessa al loro precoce ingresso nella società brasiliana rispetto ai sudanesi;
- Dipende dalle caratteristiche distintive dei loro originari sistemi di credenze.
Quando i sudanesi cominciarono a giungere nel paese, i bantu parlavano già portoghese e si erano adattati alla cultura brasiliana.
ai costumi locali, oltre ad aver assimilato il cattolicesimo dei colonizzatori. Non erano integra7 in una società che ha abolito la schiavitù nel 1888. Nelle piantagioni, gli schiavi, soffrivano una condizione di grande deprivazione sia sul piano materiale, che su quello culturale, dal momento in cui i padroni bianchi proibivano la pratica dei loro culti. Sembravano venissero appena tollera7 i batuques, cioè danze di origine africana, a patto che non fossero associate a pratiche religiose. Sul finire del XIX secolo, iniziarono ad essere perseguitate anche queste, in quanto venivano associate a pratiche di fattucchieria. Secondo Bas7de, gli schiavi che riuscivano a scappare si mescolavano agli indigeni, trovando nelle loro cerimonie di pajelanca alcuni punti di contatto. I contatti con il mondo non umano erano centrato sulla figura del pajé, che significa possessore di potere, che era in grado di controllare le influenze che il mondo non umano è in grado diEsercitaresu quello umano. Nella definizione data da Mirce E, lo sciamano è colui che è in grado di abbandonare il suo corpo attraverso delle tecniche di estasi, per recarsi in uno spazio posto in cielo o nelle profondità della terra. Queste capacità, che lo rendono mediatore tra essere umani ed entità spirituali, segnano ma sua condizione di eccezionalità all'interno del gruppo sociale. La trance sciamanica implica un viaggio dello sciamano al di fuori del proprio corpo, si dis7ngue perciò dalla trance di possessione, in cui uno spirito prende possesso della fisicità dell'individuo. È ha osservato che lo sciamano sudamericano, acquisisce i suoi poteri attraverso l'assunzione di sostanze magiche (come il tabacco, il fumo o le piante psicoa>ve). Altro aspe=ofondamentale sono le pra7che cura7ve, essenziali per definire l'iden7tà pajé. B ide riteneva che fosse la ricerca
Dell'estasi dei rituali pajé, ad aver costruito un terreno d'incontro con gli schiavi giunti dall'Africa, dove la possessione costituisce una pratica molto diffusa. Vi erano però elementi di differenza: il pajé era sempre una figura maschile, che affrontava il suo viaggio in solitudine, mentre nel mondo africano, si utilizzano danze svolte in gruppo prevalentemente da donne.
Il tardivo arrivo degli schiavi sudanesi, non è l'unico elemento che contribuisce a spiegare la predominanza dell'influenza bantu nelle religioni afrobrasiliane, ma anche le peculiarità caratteristiche che queste hanno assunto. Alcuni tratti della cultura bantu sembrano aver avuto un ruolo fondamentale in relazione a questi due aspetti:
- Il culto degli antenati ha influenzato la creazione di nuovi pantheon di divinità formate da figure umane divinizzate.
- L'idea che tanto gli antenati quando gli spiriti legati ad elementi nel mondo naturale.
sianostre=amente connessi ad uno specifico luogo, ha reso gli schiavi bantu più predispos7 adacce=are l’idea di doversi rapportare alle en7tà già presen7 nel territorio brasiliano.
3) le religioni che professavano, erano accomunate dall’assenza di una rigida stru=urazione.
In relazione al primo punto, Bas7de osserva che le religioni bantu sono legate allefamiglie e ai clan. Il culto degli antena7 è molto diffuso, così come il culto dei mor7 (i pajéfacevano parlare i mor7 a=raverso la loro maraca, uno strumento a percussione). Nelle tradizionibantu gli antena7 erano lega7 non solo alla famiglia, ma anche alla terra, in quanto eranoconsidera7 parte integrante di un certo territorio. Una volta giun7 in Brasile, i bantu preserocoscienza dell’esistenza di un’ancestralitá autoctona indigena. Così cominciarono a celebrare glispiri7 degli indios ancestrali. Questo aspe=o differisce dalle religioni fondate in
Brasile dai popolijeje e nagó, poiché ques7 ul7mi ritenevano che le divinità africane li avessero segui7 oltreoceano.L'importanza del legame con i luoghi emergeva anche in relazione alla credenza in dei locali,ancora7 a elemen7 dell'abbiente. Ques7 spiri7 delle foreste e dei fiumi, rafforzavano lapropensione degli schiavi bantu ad accogliere l'idea che la nuova terra, fosse abitata da specificheen7tà locali; l'immaginario religioso presente nei cul7 afrobrasiliani è stato forgiato dalle trance dipossessione, dal culto degli antena7 e dall'idea che ogni luogo abbia le sue specifiche en7tà.
3. Una terra di encantadosLa parola caboclo, non nasce come vocabolo religioso, ma per indicare il discendente me7cciodella mescolanza avvenuta tra popoli indigeni e colonizzatori portoghesi.Talvolta viene u7lizzato anche per riferirsi ai cosidde> "indios acaboclados". Nella tradizionebrasiliana, il termine acabociados,
Era usato per designare gli indios che si erano civilizzati, abbandonando le foreste per avvicinarsi ai modi di vita dei bianchi. Il caboclo si presenta come uno specifico tipo sociale, connesso alla storia del Brasile e a quella della religione amazzonica. Nelle religioni afrobrasiliane, questo termine è stato inizialmente usato per indicare gli spiriti di indios ancestrali, che venivano incorporati in culti di origine africana dove l'influenza bantu era più marcata. Con il tempo il suo significato si è ampliato, sino a comprendere anche esseri divinizzati, legati alla schiavitù. La figura del caboclo è divenuta sinonimo di un complesso insieme di entità legate al contesto brasiliano, contrapposte a quelle africane. A Bahia il caboclo indica l'indio che visse in un tempo mistico anteriore all'arrivo dell'uomo bianco, un tempo che conobbe la religione cattolica ed in cui si affezionò a Gesù, a Maria e ad altri santi.
IlMaranhão ed il confinante stato amazzonico del Pará si sono dis7n7 per un uso più diffuso dellaparola encantado rispe=o a caboclo. Le en7tà a cui viene a=ribuita questa denominazione sonoconcepite come spiri7 di uomini e donne che si sono "incanta7", cioè entra7 a far parte di un regnomi7co, spesso senza conoscer l'esperienza della morte.In alcune case di culto di Tambor de Mina, il termine caboclo può essere u7lizzato per indicare leen7tà non africane ricevute nel corso delle trance rituali o una so=ocategoria specifica diencantados. I caboclos si configurano come encantados lega7 al 'Vecchio Mondo', accomuna7 peròda un avvicinamento alla realtà indigena del 'Nuovo Mondo'.Le origini degli encantados sono molto diverse tra loro proprio perché a>ngono ai diversiretroterra culturali che cara=erizzano la popolazione brasiliana; in alcuni casi possono esserecollegate aLeggende portoghesi precedenti rispetto al periodo coloniale. Es. dom Sebastião, re del Portogallo che nel 1578 scomparve in mare con la sua caravella durante una battaglia. Si diffuse il mito che un giorno sarebbe tornato ed è uno degli encantados più famosi.
In area amazzonica è particolarmente diffusa la credenza in encantados legati ad elementi del mondo naturale che si ritiene non abbiano mai avuto un'esistenza umana; tra questi si possono trovare i botos (i delfini di fiume), i currapira (entità della foresta) e la Mae d'Agua (Madre d'Acqua). L'insieme di tutte queste entità non umane è protagonista della encantaria amazzonica, un complesso di miti e credenze che accompagnano la vita degli abitanti delle regioni settentrionali del Brasile.
La mancanza di una comunità sacerdotale organizzata in modo gerarchico, avrebbe reso gli schiavi bantu particolarmente "permeabili", rispetto all'accezione del modello delle confraternite religiose.
I bantu avrebbero mescolato alcuni tra> cara=eris7ci della loro cultura, con modalità diformalizzazione del rito, cerimonie e passaggi inizia7ci presi in pres7to da altri gruppi etnici.Questo avvicinamento al modello sudanese, perme=erebbe di spiegare la nascita di ritualistru=ura7 dedica7 a caboclos ed encantados (en7tà che sino nate nell’immaginario religiosobantu, poco stru=urate sul piano mi7co-rituale).Secondo B ide, lo spiri7smo di Allan Kardec, offri agli ul7mi schiavi bantu, una soluzioneASTpreferenziale a=raverso cui reinterpretare la religione dei loro padri. Lo spiri7smo kardecista, sifonda sul rapporto con i mor7. La coniugazione di queste due tradizioni, abbi un ruolofondamentale nella fondazione dell’Umbanda, religione di possessione, nata tra gli anni ‘20 e ‘30del ‘900, ad opera di schiavi. Successivamente si è ampliata e diffusa. Ebbe un ruolo peculiare nelMaranhão. Nell’Umbanda sono presenti anchenumerosi elementi jeje-nago. Dalla religione Cristiana, avrebbe appreso la carità come esca dei valori. Uno degli aspetti più interessanti è la topologia delle età che vengono incorporate nelle trance rituali. Accanto alle divinità tradizionali di origine africana, vi è una vasta rappresentazione dei diversi tipi sociali regionali, ciascuno con una sua precisa caratterizzazione. L'universo bantu sarebbe penetrante nella società brasiliana, molto più facilmente rispetto a quello sudanese, in quanto privi di una comunità di iniziazione o di uno spazio sacro stabile. Con l'espressione 'encantaria brasiliana' ha voluto evidenziare l'esistenza di una realtà magico-religiosa, formata da modalità multiple, che sebbene mantengano ciascuna una propria autonomia rituale e mitica, si riuniscono in un'unica grande religione brasiliana: la religione degli encantados. Questa, pur presentando elementi.La diversità nelle culture afrobrasiliane/afroindiobrasiliane ha portato a una varietà di credenze religiose, senza una religione unitaria predominante.