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Panoramica delle teorie antropologiche
Tra le figure più importanti dell'antropologia si hanno Lewis Henry Morgan, Sir Edward Burnett Tylor, Franz Boas e Bronislaw Malinowski, Ruth Benedict e Margaret Mead.
Le prime fasi dell'antropologia furono dominate dalle prospettive evoluzionistiche, in particolare quelle associate a Morgan e Tylor. In Gran Bretagna, funzionalisti come Malinowski e Radcliffe-Brown abbandonarono lo storicismo speculativo degli evoluzionisti a favore dello studio delle società del presente. Negli Stati Uniti, Boas e i suoi seguaci rifiutarono la ricerca di stadi evolutivi a favore di un approccio storico che da un lato tracciasse le varie mutazioni tra culture e dall'altro evidenziasse la diffusione dei tratti culturali in varie aree geografiche. Sia i funzionalisti sia i seguaci di Boas consideravano le culture come insiemi integrati e strutturati. Nella metà del XX secolo vi fu un rinnovato interesse per il cambiamento. A partire...
dagli anni Ottanta si sviluppò un crescente interesse per la relazione tra cultura e individuo, oltre che per il ruolo dell'azione umana nella trasformazione della cultura. Evoluzionismo Nel corso del XIX secolo sia Morgan sia Tylor scrissero volumi che divennero veri e propri classici dell'antropologia: Tylor in Primitive Culture e Morgan in La società antica. In Primitive Culture, Tylor sviluppò il proprio approccio personale evoluzionistico all'antropologia delle religioni. Come Morgan, anche Tylor proponeva un percorso unilineare che si snodava dall'animismo al politeismo. Tylor riteneva che la religione sarebbe finita quando avesse perso la sua funzione primaria di spiegare l'inspiegabile. Secondo Tylor la religione avrebbe occupato un posto di minore importanza via via che la scienza fosse stata in grado di offrire spiegazioni sempre migliori. La società antica di Morgan è un altro esempio chiave dell'evoluzionismo del XIX secolo.XIX secolo applicato alla società: Morgan partì dal presupposto che la società umana si fosse evoluta attraverso una serie di fasi, che chiamò stato selvaggio, barbarie e civiltà. Suddivise a sua volta lo stadio selvaggio e quello della barbarie in tre periodi:
- Stato selvaggio inferiore: primi esseri umani, si nutrivano di frutta e bacche.
- Stato selvaggio medio: gli uomini iniziarono a pescare e a controllare il fuoco.
- Stato selvaggio superiore: l'invenzione di arco e frecce.
21. Stato della barbarie inferiore: creazione dei primi utensili in terracotta.
22. Stato della barbarie media del Vecchio Mondo: addomesticamento di animali e la coltivazione di piante e agricoltura.
23. Stato della barbarie superiore: lavorazione del ferro e impiego di utensili in ferro.
Il particolare significato con cui Morgan intese l'evoluzionismo è noto come evoluzionismo unilineare, poiché egli partì dal presupposto che esistesse una
sola linea lungo la quale tutte le società si erano evolute. Qualsiasi società nello stadio della barbarie superiore doveva includere nel proprio sviluppo evolutivo anche tutte le fasi precedenti; non era infatti possibile saltare uno di tali stadi. Morgan riteneva inoltre che tutte le società note all'epoca potessero essere fatte rientrare nella schematizzazione da lui proposta: alcune non erano progredite oltre lo stato selvaggio superiore, mentre altre avevano raggiunto lo stato di barbarie medio e altre ancora avevano varcato la frontiera della civiltà. Oggi sappiamo inoltre che Morgan aveva torto nel presupporre che le società seguissero un unico percorso evolutivo (ad esempio, Maya e mesopotamici seguirono percorsi diversi che condussero entrambe alla civiltà). Morgan è inoltre noto per la Lega degli Irochesi, la prima opera etnografica in campo antropologico. Sebbene Morgan non avesse ricevuto una vera e propria formazione
Come antropologo professionale, grazie al lavoro sul campo, Morgan fu in grado di descrivere i principi sociali, politici, religiosi ed economici della vita degli Irochesi. La sua opera contiene alcuni presupposti che oggi sarebbero considerati razzisti; infatti si leggono dichiarazioni che suggeriscono, erroneamente, che determinati tratti culturali (come la caccia e un certo tipo di terminologia di parentela) abbiano una base biologica. Morgan partiva dal presupposto che il desiderio di cacciare fosse intrinseco all'essere indiani, trasmesso nel "sangue", piuttosto che mediante un processo di inculturazione. Fu compito di Boas mostrare che i tratti culturali vengono trasmessi culturalmente invece che geneticamente.
Sia Tylor che Morgan erano interessati alle sopravvivenze, ossia quelle pratiche che si supponevano fossero sopravvissute dai primi stadi dell'evoluzione fino alla società contemporanea. Le sopravvivenze venivano considerate la prova che una
specifica società aveva superato precedenti stadi evolutivi. Il metodo comparativo Riferendoci al pensiero evoluzionista, la cultura è: L'insieme degli elementi non biologici o somatici di adattamento all'ambiente. Pur non facendo strettamente dipendere le differenze culturali da differenze naturali (biologiche, razziali), l'antropologia culturale ottocentesca non rinuncia all'idea di gerarchizzazione delle culture. Come si spiega la diversità culturale a fronte dell'originaria unità intellettuale del genere umano? La risposta che venne data ai tempi fu l'ipotizzare di un unico processo di evoluzione culturale, che si muove però a velocità diverse in diverse parti del mondo e per diversi gruppi umani. Gli evoluzionisti, coniando questa definizione, pensavano che in realtà la definizione di cultura fosse assolutamente singolare e che le diversità che si incontravano nelle varie manifestazioni nel mondo,molto diverso dai loro riferimenti occidentali, non veniva considerato elemento di una scatola di cultura altra, ma elemento non evoluto della stessa scatola culturale a cui loro facevano riferimento. In questo modo è ovvio che ci sia una gerarchia.
(cultura occidentale)METODO COMPARATIVO-
La differenza è riletta in termini di avanzamento-arretratezza del processo evolutivo, di stadi successivi di un unico grande sviluppo culturale. L'Occidente è avanzato, il resto del mondo è arretrato. I popoli "primitivi" stanno attraversando uno stadio evolutivo precedente. Ciò che non c'era rispetto al mondo occidentale veniva considerato mancante. Non venivano considerati le novità solo ed esclusivamente perché non erano presenti negli elementi culturali occidentali. I rappresentanti della civiltà occidentale stanno dunque sul punto più alto di una piramide da cui possono guardare tutto il resto del mondo. Gli
Altri sono come noi, ma solo nel senso in cui sono dei bambini che vanno educati e aiutati a crescere. L'equazione primitivi-bambini è centrale nell'immaginario antropologico ottocentesco, e rappresenta la variante culturalista del razzismo. Colui che appartiene a un altro mondo è un bambino che deve ancora imparare a fare le cose in modo giusto, secondo le indicazioni del mondo occidentale.
Inoltre, le persone che scendevano in campo non erano antropologi, ma persone non competenti. Venivano dati dei manuali con elenchi di oggetti e pratiche e gli veniva chiesto esclusivamente di annotare se questa cosa c'era o non c'era. Il tutto si basava sull'osservazione. Eventuali novità che erano presenti nel luogo, non essendoci un'indicazione, non venivano rilevate.
L'antropologo poi da casa redigeva il metodo comparativo.
La scuola di Boas
Boas è il padre delle scienze antropologiche negli Stati Uniti e della loro
La posizione di Boas e dei suoi seguaci venne definita particolarismo storico: ritenevano che qualsiasi forma culturale, dal totemismo ai clan, potesse svilupparsi per ragioni di qualsiasi tipo. Il particolarismo storico boasiano rifiutava quello che gli studiosi definivano metodo comparativo. Si basava dunque sull'idea che ogni elemento della cultura (tratto o complessi di tratti), possedesse una propria storia distintiva, e che forme sociali (come il totemismo) che potevano sembrare simili non lo fossero affatto proprio in virtù delle storie diverse che le avevano contraddistinte. Il particolarismo storico quindi rifiutava il confronto e la generalizzazione.
Per spiegare le generalità culturali, come per esempio il totemismo e clan, gli evoluzionisti avevano sottolineato il ruolo dell'invenzione indipendente: alla fine le popolazioni di
molteplici aree erano pervenute alla stessa soluzione a un problema comune. I seguaci di Boas, sebbene non negassero il valore dell'invenzione indipendente, sottolinearono invece l'importanza della diffusione, ovvero del processo di mutuazione da altre culture. Le unità analitiche da essi impiegate per studiare il fenomeno della diffusione erano:
- Il tratto culturale: qualcosa come arco e frecce.
- Il complesso di tratti: configurazione della caccia associata all'uso di arco e frecce.
- L'area culturale: basata sulla diffusione di tratti e complessi di tratti in un'area geografica specifica. Tali aree avevano solitamente confini ambientali che limitavano la diffusione dei tratti culturali al di fuori di quella specifica zona.
Per Boas e i suoi collaboratori, diffusione e particolarismo storico erano complementari: la diffusione dei tratti culturali aveva portato allo sviluppo delle storie particolari a essi
significato o dell'origine di un fenomeno, concentrandosi invece sul suo scopo o sulla sua funzione all'interno di un sistema più ampio. Secondo i funzionalisti, ogni aspetto della società e della cultura ha una funzione specifica che contribuisce al mantenimento dell'equilibrio sociale. I funzionalisti sostenevano che la società fosse un organismo complesso, in cui ogni parte svolgeva un ruolo importante per il funzionamento dell'intero sistema. Ad esempio, la famiglia aveva la funzione di socializzare i membri più giovani, mentre l'istruzione aveva il compito di preparare i giovani per il mondo del lavoro. Il funzionalismo si basava sull'idea che le istituzioni sociali e culturali fossero interconnesse e si influenzassero reciprocamente. Inoltre, sosteneva che le società fossero in grado di adattarsi e di evolversi per mantenere l'equilibrio sociale. Nonostante le critiche e le limitazioni del funzionalismo, questa teoria ha contribuito a sviluppare una visione più ampia e complessa della società e della cultura. Ha inoltre influenzato altre discipline, come l'antropologia e la psicologia sociale. In conclusione, il funzionalismo rappresenta una sfida all'evoluzionismo, concentrandosi sulla funzione e sullo scopo dei fenomeni sociali e culturali all'interno di un sistema più ampio.