Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
5.3.1. OSSERVAZIONE E OSSERVAZIONE PARTECIPE
Gli etnografi devono prestare attenzione a dettagli della vita quotidiana, eventi stagionali e avvenimenti
insoliti. Devono osservare il comportamento individuale e collettivo, registrare cosa vedono e quando lo
vedono. Generalmente gli etnografi trascorrono più di un anno sul campo per osservare l’intero ciclo annuale.
Molti registrano le loro impressioni in un diario personale, separato dalle note di campo. Devono notare gli
aspetti basilari della diversità culturale (odori, rumori, come si coprono la bocca quando mangiano e come
guardano gli altri), fattori che fanno parte di quello che Malinkowski chiamò “le cose imponderabili della vita
nativa e del comportamento tipico”. Gli etnografi lottano per stabilire un rapporto coi loro ospiti.
L’osservazione partecipe prevede osservare, prendendo parte alla vita comunitaria. In quanto esseri umani,
non possiamo essere del tutto imparziali e distaccati, ma dobbiamo prendere parte a eventi e processi e
imparare perché i nativi li trovano significativi. La comune umanità dello studioso e dell’oggetto del suo studio
fa dell’osservazione partecipe un’esperienza inevitabile.
5.3.2. CONVERSAZIONE, INTERVISTA E TABELLE DI INTERVISTA
Conversazione → numerosi livelli di apprendimento della lingua sul campo:
1) Denominazione (chiedere nomi degli oggetti che ci circondano)
2) Capacità di produrre domande complesse e comprendere le risposte;
3) Capire concitate discussioni pubbliche e conversazioni di gruppo.
Interviste → tabelle di intervista per sottoporre una lista di domande stampate su carta. Con i risultati si ha
un censimento e informazioni basilari sul villaggio. Nelle tabelle si trascrivono nome, età e genere di ogni
membro della famiglia. Non si cerca solo un campione parziale della popolazione, ma si mira a intervistare
tutte le famiglie. Con la tabella, l’etnografo parla faccia a faccia con le persone, mentre le procedure del
questionario tendono a essere più indirette e impersonali. Si parla sia di etnografia quantitativa
(informazioni raccolte e analizzate statisticamente) che di etnografia qualitativa (discussioni senza un fine
prefissato e lavoro con informatori privilegiati).
5.3.3. IL METODO GENEALOGICO: una tecnica etnografica ben delineata.
I primi etnografi svilupparono una serie di segni e simboli per occuparsi di parentela, discendenza e
matrimonio. Gli antropologi hanno bisogno di raccogliere dati genealogici per comprendere le attuali
relazioni sociali e per poterne ricostruire la storia. In molte società non industrializzate i legami di sangue
rappresentano la base della vita sociale (kin-based societies). Le regole di comportamento relative a
particolari parentele sono basilari pe la vita quotidiana. Anche il matrimonio è cruciale nell’organizzazione
delle società. Esempio: matrimonio strategico tra villaggi, tribù e clan crea alleanze politiche.
5.3.4. INFORMATORI PRIVILEGIATI – informatori chiave.
Possono riportare informazioni complete e utili che riguardano particolari aspetti della vita. Esempio: uomo
particolarmente informato sulla storia del villaggio.
5.3.5. STORIE DI VITA
Quando troviamo qualcuno interessante raccogliamo la sua storia di vita che può essere registrata su supporti
audio o video. Le storie rivelano come determinate persone percepiscono, reagiscono e contribuiscono ai
cambiamenti che influiscono sulla loro vita. Tali registrazioni possono mostrare le differenze che esistono
all’interno di una comunità.
5.3.6. CREDENZE E PERCEZIONI LOCALI/DELL’ETNOGRAFO
Uno degli obiettivi dell’etnografia è scoprire visioni, credenze e percezioni locali. Gli etnografi combinano due
strategie di ricerca:
Emica (rivolta al locale) = investiga sul come pensano le popolazioni locali.
➢ Etica (rivolta allo scienziato) = sposta l’obiettivo da quelle che sono le categorie, espressioni,
➢ spiegazioni e interpretazioni locali a quelle dell’antropologo. Riconosce che i membri di una cultura
sono spesso troppo coinvolti in ciò che stanno facendo per interpretare in modo imparziale la propria
cultura.
Per descrivere e interpretare una cultura, gli etnografi dovrebbero rendersi conto dei pregiudizi che derivano
dalla propria cultura così come di quelli delle persone che stanno studiando. Fu Malinkowski a dare origine
all’etnografia di selvaggio, pensando che il lavoro fosse quello di studiare e registrare diversità culturali
minacciate dall’occidentalizzazione (si parla di presente etnografico in riferimento al periodo precedente di
occidentalizzazione).
→ FOCUS SU: GLI SCRITTI
Lo stile che dominò le etnografie è noto come realismo etnografico. Le etnografie di Manlinkowski si
basavano sulla convinzione che i diversi aspetti della cultura sono collegati e uniti. Rispetto al suo lavoro, le
etnografie moderno tendono a essere meno inclusive, focalizzandosi su argomenti specifici (es. parentela,
religione). Anni Ottana: sperimentalismo di antropologi come Marcus e Fischer che vedono le antropologie
sia come lavori artistici, sia come lavori scientifici. Una tendenza attuale è invece quella di concentrarsi sui
modi in cui le idee culturali servono interessi politici ed economici. Altra tendenza è quella di descrivere come
diversi specifici ‘nativi’ partecipano a processi storici, politici ed economici più vasti.
5.3.7. L’ETNOGRAFIA PROBLEM-ORIENTED
La ricerca sul campo rivolge domande specifiche. La maggior parte degli etnografi ha un preciso problema da
investigare. Le risposte della popolazione locale si uniscono a informazioni su densità di popolazione, qualità
ambientale, clima, geografia fisica, alimentazione, uso della terra.
5.3.8/9. RICERCA LONGITUDINALE E DI GRUPPO
La geografia limita ora gli antropologi men che in passato. La ricerca longitudinale è lo studio a lungo termine
di una comunità, regione, società, cultura o altra unità di ricerca, solitamente basato su visite ripetute. È
spesso una ricerca di gruppo. Le forze di cambiamento di una stessa epoca sono troppo invasive e complesse
per essere comprese appieno da un etnografo solitario. Inoltre, etnografi collaborano portando avanti il
lavoro dei predecessori. Il lavoro di gruppo nel tempo e nello spazio produce maggiori conoscenze sul
cambiamento culturale e sulla complessità sociale.
5.3.10. CULTURA, SPAZIO E DIMENSIONE
Lo studio dei flussi di persone, tecnologia, immagini e informazione fa parte dell’analisi antropologica.
L’antropologia diventa così servizio pubblico necessario, “base scientifica per affrontare il dilemma cruciale
del mondo di oggi” (Kluckhohn). È inoltre praticamente impossibile trovare nel mondo di oggi fenomeni a
livello locale che siano completamente isolati da forze globali. Interessante risulta il fenomeno ‘mass media’.
Internet ci porta in luoghi virtuali ma in realtà i mass media elettronici sono fenomeni privi di spazio e giocano
un ruolo nella formazione e nel mantenimento di identità culturali.
N.B. Il metodo della stretta osservazione aiuta a distinguere l’antropologia culturale dalla sociologia e
dall’indagine.
5.4. L’INDAGINE
Comprende la campionatura, la raccolta di dati impersonali e l’analisi statistica. L’indagine prende un
campione da una più grande popolazione. L’etnografia è utilizzata per sostituire o raffinare l’indagine. Una
combinazione di indagine ed etnografia può portare a nuove prospettive sulla vita nelle società complesse.
ETNOGRAFIA INDAGINE
Studia comunità intere e funzionanti. Studia un piccolo campione di popolazione.
Basata su ricerca sul campo e raccolta informazioni. Distacco o assenza di contatto interpersonale.
Tende a occuparsi di tutti gli aspetti della vita locale. Si concentra su un piccolo numero di variabili.
Tradizionalmente condotta in società non industriali e di Generalmente condotta in paesi moderni e
dimensioni ridotte. industrializzati.
Uso limitato della statistica. Dipende fortemente dalla statistica.
5.6. LA RICERCA SUL CAMPO NELLA TRADIZIONE ITALIANA DELLE SCIENZE DEMOETNOANTROPOLOGICHE.
Gli italiani hanno eletto come campo di studi privilegiato il proprio territorio nazionale che stava
attraversando la prova dell’unificazione (XIX secolo). L’antropologia era inoltre ancora impregnata da
positivismo e dalla teoria evoluzionistica. La prima discesa sul campo vera e propria fu organizzata
dall’etnografo Loria (1911) che scandagliò le regioni italiane per raccogliere manufatti, utensili, oggetti
dell’uso quotidiano e festivo nell’ottica di un’azione di salvaguardia. Negli anni Trenta del Novecento in Italia
le scienze etno-antropologiche stavano guadagnandosi un flebile status anche accademico.
Successivamente, l’antropologia fu usata per denunciare le dinamiche di potere nella società italiana. La
contemporaneità ha aperto il dibattito intorno al tema dell’etica e della ricerca, incentivato dal sorgere di
una pluralità di antropologie che sono una risposta alla frammentarietà del mondo.
VI. LINGUAGGI E COMUNICAZIONE
“dove c’è una differenza linguistica c’è anche una differenza culturale”
CHE COSA È IL LINGUAGGIO? Il linguaggio (parlato o scritto) è il nostro mezzo di comunicazione principale.
Viene trasmesso attraverso l’apprendimento in quanto parte del processo di inculturazione. Si basa su
associazioni arbitrarie e apprese tra le parole e le entità che tali parole rappresentano o disegnano. Gli
antropologi studiano il linguaggio nel suo contesto sociale e culturale. Cosa è l’antropologia linguistica?
Coloro che si occupano di antropologia linguistica sono interessati alle diversità del linguaggio nel tempo e
nello spazio. Esaminano la struttura e l’uso della lingua, il cambiamento linguistico e le relazioni esistenti tra
lingua, società e cultura.
1.LA COMUNICAZIONE TRA I PRIMATI
Solo gli esseri umani possiedono la facoltà di parlare. I sistemi di comunicazione naturali di altri primati
vengono definiti suoni o richiami, prodotti in corrispondenza di stimoli ambientali. Le scimmie sono in grado
di imparare a utilizzare il linguaggio in sé, sebbene non a parlarlo. Numerose scimmie hanno imparato a
conversare con gli esseri umani sfruttando mezzi diversi dalla lingua parlata, ne è un esempio la lingua dei
segni (LIS). Esempio: scimpanzé che apprendono a comunicare.
La trasmissione culturale di un sistema di comunicazione attraverso l’apprendimento è un attributo
fondamentale del linguaggio. Gli scimpanzé condividono con gli esseri umani la produttività: chi parla utilizza
abitualmente le regole della propria lingua per creare espressioni completamente nuove che risultano
comprensibili ad